Una giornata d’attesa al pronto soccorso
“Me ne sono andato senza ricevere cure”

MACERATA - La protesta di Luigi Cipriani: "Sono entrato all'ospedale oggi alle 12.30 in preda ad offuscamenti della vista e sbandamenti; sono uscito dopo le 19 senza assistenza nè un foglio che attestasse le mie condizioni fisiche"

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Code interminabili, ancora disagi al pronto soccorso di Macerata. Dopo la disavventura dello scorso agosto raccontata da una lettrice (leggi l’articolo), questa volta è Pio Luigi Cipriani, maceratese  di 73 anni, ad essere stato involontario protagonista di un’ennesima brutta avventura al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Sono circa le 12:30 quando il signor Cipriani arriva all’ospedale lamentando offuscamenti alla vista e senso di sbandamento.  All’accettazione qualche minuto dopo le 13 classificano il suo caso come codice verde. Nel frattempo gli viene praticato un prelievo di sangue  e gli viene misurata la pressione per accertare le sue condizioni e risalire alle cause del malessere avvertito. “Da quel momento in poi è iniziata la mia epopea – racconta Cipriani – Sono stato fatto accomodare in sala d’attesa e mi hanno detto di aspettare , con l’ago attaccato al braccio,  perchè non sarei stato visitato prima delle 17. Nel frattempo però ho fatto caso che tutti i pazienti, sia quelli che già stavano aspettando prima di me che quelli successivi passavano avanti perchè giudicati più gravi delle mie condizioni. Alle 17 ho chiesto informazioni e mi hanno risposto che dovevo attendere ancora almeno fino alle 19 e avevo ancora l’ago attaccato. Nel frattempo la fila mi scorreva davanti. Alle 18 ho chiesto se fosse possibile togliermi l’ago visto che il prelievo era stato fatto e che il braccio mi faceva male e si era notevolmente gonfiato. Mi sono sentito rispondere, anche con un tono derisorio, che non era il caso di lamentarsi perchè ci sono pazienti che portano l’ago attaccato anche per giorni. Alle 19, quando potevo essere visitato, un’altra infermiera, alzando le spalle, mi ha fatto capire che non sarei stato assistito prima delle 21. Ho chiesto se dalle analisi fosse emerso qualcosa e mi hanno semplicemente liquidato dicendo che era tutto a posto e che non c’era niente di cui preoccuparsi. A quel punto data la sufficienza e il tono della risposta ho detto che me ne sarei andato e che se mi fosse successo qualcosa li avrei denunciati. La risposta è stata sbalorditiva: ‘Faccia come vuole – mi ha detto un infermiere –  non è affare nostro’ ,lasciandomi andare senza neanche un foglio che attestasse il mio stato di salute al momento dell’uscita. Tornato a casa, senza sapere ancora l’origine e l’entità del mio malessere ho deciso di prenotare una visita da un oculista specialista e risolvere da solo, a mie spese, la faccenda”.

(Cla. Ri.)



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