Thomas e il suo cuore fragile
hanno bisogno di un intervento negli USA

MACERATA - Affetto da una malformazione congenita, soffre di aritmie invalidanti. La commissione medica dovrà decidere se autorizzare un'operazione alla Mayo Clinic

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Thomas Zettera

 

di Alessandra Pierini

Convive da tutta la vita con la tachicardia e solo chi l’ha provata può capire cosa significa.  Thomas Zettera, maceratese di 40 anni, ha infatti una grave malformazione cardiaca dalla nascita che in questo momento si sta aggravando significativamente, tanto da rendergli la vita impossibile. L’unica soluzione  potrebbe essere un costosissimo intervento negli Stati Uniti e in particolare nella Mayo Clinic dove è già stato operato tre volte, l’ultima 14 anni fa. L’alternativa è una vita d’inferno con la costante preoccupazione che la situazione possa degenerare.
«Da marzo scorso – racconta Thomas –  ho avuto un picco che mi ha portato a diversi ricoveri d’urgenza. Le aritmie sono tornate e aumentate sempre di più, fino a 10 ore giorno. Da sei mesi non riesco ad andare a lavoro e non riesco neanche più a svolgere attività di alcun tipo neanche una passeggiata. Ho perso peso e la debolezza affligge me e la mia famiglia. Per migliorare questa condizione ho assolutamente bisogno di fare un altro intervento. Ho contattato tantissimi centri in Italia ma a causa della struttura complessa del mio cuore  abbiamo sempre ricevuto risposte negative. Così ci siamo rivolti di nuovo alla Mayo Clinic, uno dei centri all’avanguardia mondiale per questo tipo di patologie».
L’ultimo intervento che Thomas ha fatto alla Mayo Clinic è stato nel 1999 e all’epoca era il massimo che si potesse fare. «L’operazione mi ha consentito di avere fino a sei mesi fa, nonostante episodi di aritmia abbastanza frequenti, una vita normale, ho lavorato e mi sono sposato.  Oggi hanno elaborato nuove tecniche con un livello di precisione ed efficacia molto più elevato. Attualmente la Mayo Clinic potrebbe intervenire in diversi modi per permettermi di poter trascorrere buona parte della vita  senza aritmie». L’intervento più semplice costa 90 mila dollari, mentre se fosse necessaria un’operazione a cuore aperto costerebbe ben 165 mila dollari.

Thomas ha chiesto di essere autorizzato dall’Asur all’intervento negli Stati Uniti, il che vorrebbe dire che il Servizio Sanitario nazionale si accollerebbe l’80% della spesa. La commissione medica, lo scorso 5 settembre,  ha respinto però la sua richiesta perchè non ha ritenuto l’intervento risolutivo e gli ha consigliato di farsi visitare in due centri specializzati a Bologna e a Roma. Thomas presenterà entro il 20 settembre un ulteriore ricorso per cui la commissione potrebbe rivedere la sua decisione. Se così non fosse Thomas e la sua famiglia sono disposti a tutto pur di riuscire a fare l’ennesimo viaggio della speranza. «Venderemo quel poco che abbiamo – racconta la mamma Rosaria – ma non possiamo vivere nella consapevolezza che per Thomas ogni giorno è una conquista».

 



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