di Alessandra Pierini
Era il 7 luglio 2012, il giorno in cui Cronache Maceratesi, in tempi ancora non sospetti, preannunciò che lo spending review avrebbe trasformato profondamente l’assetto istituzionale del territorio marchigiano con la creazione del Distretto Marche Sud, generato dall’accorpamento delle Province di Macerata, Fermo e Ascoli. Nel giro di qualche settimana la previsione divenne realtà: il 20 luglio il Governo fissò i criteri di popolazione (350 mila abitanti) e superficie (2.500 chilometri quadrati) che sancirono la soppressione della Provincia di Macerata. Da allora in una estate rovente e nel successivo caldo autunno, è accaduto di tutto. Mentre nell’ascolano si brindava per il ruolo di capoluogo che secondo la legge spetta al comune con il maggior numero di abitanti, a Macerata si susseguivano gli appelli eccellenti, dal vescovo Giuliodori al premio Oscar Dante Ferretti, dai politici locali ai sindacati, per chiedere il mantenimento di una identità e di un territorio eccellente. Nel frattempo anche i cittadini hanno reagito aderendo al Comitato per Macerata e il suo territorio che conta oggi più di tre mila firmatari.
Il finale è ancora lontano e lascia presagire ancora molte sorprese visti i tanti punti interrogativi che contornano la questione del riordino, ma l’ultima puntata della vicenda è stata la votazione del Consiglio delle Autonomie Locali che ha scelto di presentare alla Regione Marche una proposta a quattro Province chiedendo una deroga per Macerata (leggi l’articolo). La discussione si è nuovamente infiammata dopo che il ministro Filippo Patroni Griffi ha dichiarato che non saranno ammesse deroghe. Ora si gioca il secondo round, la palla passa agli assessori e ai consiglieri regionali maceratesi che dovranno fare in modo che la Regione confermi la proposta approvata dal Cal che ha premiato il lavoro istituzionale fatto finora.
Cronache Maceratesi vuole offrire un’occasione pubblica di confronto per chiarire l’attuale situazione e le prospettive per il futuro.
“Macerata e il riordino delle Province” è il titolo dell’incontro che si svolgerà mercoledì 10 ottobre alle ore 17,45 nella Sala Guizzardi della Camera di Commercio di Macerata in via Tommaso Lauri n.7, sarà un momento di approfondimento sulla nuova organizzazione degli Enti Territoriali dopo la spending review. Il dibattito sarà aperto con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni e dei cittadini.
Oltre al presidente della Provincia Antonio Pettinari, sono stati invitati gli assessori e i consiglieri regionali, gli assessori e i consiglieri provinciali, i sindaci della provincia di Macerata e anche esponenti politici delle province di Ascoli e Fermo. Sarà presente anche il Comitato per Macerata e il suo territorio.
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Bravi, complimenti per l’iniziativa.
Si possono sapere i nomi dei rappresentanti di Fermo e Ascoli ce parteciperanno???
250 mila km quadrati?
non saranno un po’ troppi?
Abbiamo risolto il problema delle province. Secondo le indicazioni dell’articolo di cronache Maceratesi i due parametri che debbono essere rispettati sono: 350.000 abitanti e 250.000 kmq. Siccome l’Italia è estesa esattamente 301.340 kmq. ci sarà una sola provincia per tutto il territorio nazionale.
Ovviamente si tratta di un refuso, il parametro fissato dalla legge sull’estensione del territorio è di 2.500 km/q. Ci scusiamo per l’errore
E’ stata una scelta molto saggia quella di togliere le manine rosse e verdi….
Naturalmente concordo Con mauro per quanto riguarda le manine e ringrazio CM per l’attenzione che mostra nei confronti dei suoi lettori.
Noto con piacere che sono aumentate notevolmente le persone che entrano per commentare.
Sono per eliminarle TUTTE, e il caso di farne solo due, Marche 1, Marche 2. ( Ancona Pesaro),(Macerata Ascoli). Li voglio vedere i sindaci che si dimettono.
Vanno tolte tutte le province! altro che riordinate…
Sono per l’eliminazione totale delle province, considerato che le poche competenze rimaste alle stesse potrebbero essere trasferite ai rispettivi Comuni. Dovevano essere già’ soppresse dalla data di istituzione delle Regioni!!!!!! Il problema che preoccupa e’ quello di dare la cassa integrazione ad un altro poltronificio !!’
Ma fatela finita! Vi ostinate a tenervi avvinghiati alle poltrone senza rendervi conto che la pacchia è finita: volete proprio provocare una sommossa?
Il cosiddetto “decreto Salva Italia”, del dicembre 2011, prevede che le province “riordinate” non abbiano più la giunta; il presidente verrà eletto fra i sindaci. “I sindaci che si dimettono”, qundi, non c’entrano nulla con questo dibattito, chi lo dice prende un abbaglio. Non c’è il poltronificio.
Si sta dicutaendo,è bene chiarire, non sul chiudere tutte le Province ( questo è fuori discussione), ma se macerata dovà rimanere com’è o diventare “provincia di ascoli piceno”. I cari colleghi commentatori dovrebbero fermarsi a questa riflessione, posto che, lo ripeto, LE PROVINCE NON CHIUDONO e, nel caso in cui vada peggio, la provincia resterà , ma ad Ascoli Piceno. Ed il primo di questi soloni che si lamenterà verrà sbugiardato.
E’ bene inoltre sapere che il costo pro capite per le province ( significa il costo che ogni cittadino si assume per il mantenimento dell’istituzione e dei relativi servizi) :
Il costo medio/ab. é di 216 € per le province, 332 € per i comuni e 2.788 per le regioni (fonte studio Bocconi).
Non vi viene il dubbio che ci stiano buttando solo del fumo negli occhi?
E non vi lamentate, per favore, quando la provincia di Ascoli dichiarerà il dissesto e aumenterà le tasse a tutti.
Ma è verissimo il vecchio adagio: non c’è peggior sordo…
@ Marta Pierangeli : Ribadisco quello che ho detto nel mio precedente commento: SONO PER L’ELIMINAZIONE TOTALE DELLE PROVINCE!!!! Almeno non ci troveremo a pagare l’accisa sulle polizze RC auto ed altre tasse inutili che gravano sulle famiglie italiane. Stai comunque tranquilla che nulla cambiera’, o per lo meno cambierà’ l’ordine dei fattori ma il prodotto rimarrà’ lo stesso.
A “Stellone”;
Quello che lei dice è nel libro dei suoi sogni, per ora, e lì rimane; del resto lei stesso dice che “non cambierà nulla”.
Io sarei per l’eliminazione totale delle regioni, ma anche questo è nel libro dei sogni, il mio, e lì rimane; se non altro perchè lì c’è il potere e i tanti soldi per gestirlo ( bene o mele, lo stiamo vedendo).
Sulla RC auto: se chudono tutte le province non la paghiamo più? E’ più probabile che invece di pagarla alla provincia, la pagheremo ai comuni: che non la aboliscano, ci potrei scommettere.
Bellissima questa: “Almeno non ci troveremo a pagare l’accisa sulle polizze RC auto….”. Anche la guerra in Abissinia è finita da un pezzo, solo che l’accisa sul carburante continuiamo a pagarla….A parte gli scherzi vorrei ritornare sui dati forniti da Marta Pierangeli: quindi togliendo 10 province non riusciremmo a raggiungere i risparmi che avremmo eliminando UNA sola regione. Marta, credo che tu abbia ragione, questo è fumo negli occhi. Un ente pubblico come la provincia, volenti o nolenti, può sicuramente fornire un servizio più efficace di quello che può garantire un ente più ampio o disomogeneo come la regione. Non mi venite a dire che la gestione della sanità accentrata ad Ancona ha portato benefici al nostro territorio. Mi sembra che in quel campo qualcosa da recriminare ci sia, o no? Le regioni, purtroppo, sono diventate centri di potere politico in appendice al governo centrale dove imbucare persone fidate destinare allo “sporco lavoro” in ambito locale. Basti vedere gli stipendi che percepiscono: un paio di consiglieri regionali costano annualmente come un intero consiglio provinciale. Non era più facile dimezzare i consigli regionali? Avremmo avuto un risparmio notevole e gli stessi servizi sul territorio…
Marta Pierangeli e cavecanem, vi adoro! Mi auguro che il vostro intervento contribuisca ad aiutare la gente a ragionare con la propria testa e di smetterla finalmente di valutare le cose solo per partito preso o per rabbia emotiva dettata dall’antipolitica.
Ancora una volta la cosa migliore è di eliminare trutte le province, ed in modo particolare quelle delle Marche,
basta farsi un giro nel territorio ed in particolare in collina ed in montagna, per rendersi conto che questi
carrozzoni servono soltanto per dare poltrone ai politici trombati. E con le province andrebbere ridotte le regioni ad un massimo di 5, e dare più poteri ai comuni cioè l’ente più prossimo ai cittadini.
Basta fotraggiare questa miriade i parassiti, che di anno in anno si riciclano, ma che non lasciano mai la
maledetta poltrona, basta non se ne può più di questa massa di ladri che hanno affamato il paese.
Basta vadano a pascolare pecore, perché tanto altro non sanno fare.
Non c’è più trippa per gatti. I 15.000 euro al mese se li debbono solo sognare, al pascolo.
Tanto per dire.
Un presidente della provincia, tipo il nostro, percepisce circa 3500 euro al mese, netti.
Un Assessore 2000
Un consigliere provinciale, nulla. Pardon un gettone di presenza di circa 40 euro netti a seduta. Il consiglio provinciale si riunisce di media 8 volte l’anno.
Un consigliere regionale percepisce, netti, 8000 euro al mese circa; più il costo della segreteria.
Un assessore regionale non so quanto prenda, ma sicuramente più di un consigliere.
“eliminare tutte le province” non si può fare, mi dispiace sinceramente. Mi ripeto, lo so, ma qui c’è da scegliere: o salvare macerata o diventare provincia di ascoli piceno. Altre scelte non sono date.Pesaro ( PU) e Ancona (AN) sono già SALVE, NESSUNO LE TOCCA.
Macerata (Mc) o Macerata (AP)?
Il concetto è semplice, anche se stanno cercando di farcelo apparire complesso.
Avanti il prossimo: “chiudiamo tutte le province”……..
Scusatemi tanto voi di Cronache Maceratesi, ma il refuso è peggiorato da 250 mila chilometri quadrati siamo passati a 2.500 mila chilometri quadrati. Datevi un pò una regolata, perché così non ci sarebbe il territorio per nessuna provincia!
Si discute sui costi e sulle reali necessità di province e regioni.
Mi chiedo : guardando non troppo lontano da noi ,tipo Francia ,Germania Spagna e volendo tutto il resto d’ europa ,le province sono le regioni ,l’ estensione di ogni provincia è enormemente superiore a quella di una singola regione italiana ,consiglieri ce ne sono molto meno di quelli di un comune italiano e gurda caso percepiscono stipendi molto più bassi.
Le provincie all’ estero lavorano meglio ovviamente di qui in Italia….
Forse è ora davvero di ridurre numero di regioni ,eliminare provincie e ridurre il numero dei parlamentari ,passare dai 5 anni ai 3 anni ad ogni elezione ,chi rende meglio rimane ,se fai male te ne vai.
All’ estero non è tutto rose e fiori ,la politica è marcia in ogni stato ma ripeto forse è ora di cominciare a guardare ai paesi che ci sono vicini
Prendo atto che finalmente, dopo due tentativi, il refuso dei chilometri quadrati è stato finalmente corretto in 2.500.
@Marta Pierangeli, quindi la priorità del mantenimento della Provincia di Macerata, sarebbe quello di non pagare i costi dell’eventuale dissesto di Ascoli. Ammesso e non concesso che finora i dissesti li hanno sempre pagate sempre tutti i cittadini italiani, trasferimenti del centro. Menzioni quindi un sistema sanzionatorio che vale per ora solo per le Regioni in disavanzo sanitario non per le Provincie, le quali tra l’altro dovranno cambiare statuti e missioni istituzionali, strumenti di copertura delle spese e tipologie di entrate. Le Provincie costano meno delle altre autonomie territoriali (11 miliardi a cui bisognerebbe aggiungere gli enti del conto consolidato della pubblica amministrazione che le stesse controllano e partecipano), ma questo non significa che l’accorpamento non sia un ottimo inizio per razionalizzare spese di funzionamento e sovrapposizioni amministrative che rendono mastodontica l’efficienza dell’azione amministrativa in Italia. Ricordo che su area vasta sono organizzati tutti i servizi decentrati dello Stato (agenzie fiscali, sanità, scuola, giustizia, sicurezza, assistenza, ecc), i servizi pubblici a rete (acqua, rifiuti, trasporti), tutte le autorità di regolamentazione e tutti le forme societarie e non di gestione (società, consorzi, ecc). Saltate le Provincie saltano anche tutti i doppioni, che oltre a duplicare i costi non permettono a tali servizi di avere l’idonea dimensione di scala per essere efficienti ma solo mantenere rendite di posizione.
Quindi evocare i presunti costi di default di Ascoli per mantenersi la propria provincia è un argomento debole.