I presidenti delle Province di Macerata (Antonio Pettinari), Fermo (Fabrizio Cesetti) ed Ascoli (Piero Celani)
di Matteo Zallocco
“In esito al riordino delle province, assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo delle province oggetto di riordino con maggior popolazione residente”. Sembra un gioco di parole, ma è il comma 6 dell’art.1 della deliberazione del Consiglio dei Ministri pubblicato sulla Gazzetta ufficiale (LEGGI). Poche righe che aprono però una grande discussione e diverse interpretazioni.
Se da una parte gli ascolani sono convinti che – a distanza di otto anni dalla secessione da Fermo – Ascoli Piceno sarà il capoluogo della futura maxi Provincia del Sud delle Marche, a Fermo e Macerata non la pensano così.
Il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti oggi ha voluto anticipare i tempi dicendo la sua: “Siamo di fronte ad una interpretazione dubbia di quanto viene riportato dal comma 6. Sembrerebbe infatti che il Comune capoluogo debba essere Ascoli, e invece così non è. Secondo la mia interpretazione si parla di popolazione maggiore facendo riferimento al territorio provinciale, non a quello comunale, quindi a prevalere sarebbe Macerata. Siamo di fronte a delle virgole che rappresentano una differenza non da poco”.
La pensa allo stesso modo Antonio Pettinari, presidente della Provincia di Macerata: “Mancano le virgole e non si comprende quale sia il soggetto, questo comma non chiarisce assolutamente nulla ed io continuo a ritenere che l’interpretazione corretta sia quella della Provincia più grande. D’altronde il criterio del comma 1 sul numero di abitanti parla della Provincia e non del capoluogo e fino ad ora ho sempre e solo sentito parlare di parametri in base alla grandezza della Provincia, sarebbe contradditorio dare pià importanza alla città. Dalla lettura di questa deliberazione resta una partita aperta su tutto. Prima di arrivare a delle conclusione bisognerà approfondire bene la materia: ridurre il tutto a soli criteri numerici resta comunque assurdo perché significa disconoscere i punti di vista culturali, sociali ed economici”.
Dunque, Ascoli è convinta di spuntarla grazie ai 51mila abitanti del capoluogo contro i 43mila di Macerata ed i 37mila di Fermo; Macerata ritiene di essere favorita per il numero degli abitanti dell’intero territorio provinciale (325mila contro i 209mila di Ascoli e i 175mila di Fermo); e Fermo non demorde portando avanti la tesi della “baricentricità”, criterio che sembrava essere quello più probabile (leggi l’articolo) e che era stato caldeggiato al Ministero degli Interni ma che poi non ha trovato continuità. Almeno per ora. Il presidente Cesetti, infatti, ci crede ancora: “Non è che ci consolerebbe vedere Macerata capoluogo piuttosto che Ascoli – ha aggiunto – ma quello che ci preme sottolineare è che non può essere la maggior popolazione il criterio con cui scegliere il capoluogo. E soprattutto non può essere il Governo a scegliere. È del tutto evidente, ed è nell’interesse dei cittadini dei tre territori, che il capoluogo più adatto è quello più baricentrico. Ho già avuto modo di dirlo al ministro. È un discorso fisico, di centralità, non è un’opinione, e non è una rivendicazione di campanile. A noi non vanno bene né Ascoli né Macerata, per un motivo semplice: stanno agli estremi della macro Provincia e non al centro come Fermo, più facilmente raggiungibile dai cittadini di tutto il nuovo territorio”.
L’unico cosa certa è che il taglio delle Province è arrivato al secondo atto con la pubblicazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri che ha fissato i requisiti minimi per il ridimensionamento delle amministrazioni in attuazione della spending review. In base ai nuovi criteri approvati dall’esecutivo, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati (leggi l’articolo).
Macerata con 325.362 residenti non si salva mentre rientrerebbe perfettamente nel criterio della superficie visto che con i suoi 2774 chilometri quadrati supera e di molto i 2.500 chilometri (in un primo momento si parlava di 3.000) previsti dal Governo. Se anche il numero degli abitanti fosse stato ridotto di 50.000 unità – come era stato prospettato – la Provincia di Macerata si sarebbe salvata, insieme ad altre tre storiche province: Arezzo, Teramo e Viterbo. Non rientrano invece in nessuno dei due criteri le province di Ascoli e Fermo.
Intanto il CAL (Consiglio autonomie locali) delle Marche, riunitosi stamattina, ha votato all’unanimità la richiesta alla Regione di far ricorso alla Consulta per incostituzionalità, ipotesi di cui già ieri aveva parlato l’assessore regionale Pietro Marcolini (leggi l’articolo).
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l’abolizione dele province è una bojata! verranno accorpati territori che se sono divisi è perchè hanno comunque delle loro peculiarità e poi non credo vi saranno tutti questi risparmi, sì vi sarà qualche politico in meno a venire pagato ma comunque strutture e servizi penso dovranno essere mantenuti… sta faccenna non me convince per niente…
Sarà scritto male, ma se il soggetto è il comune la maggior popolazione si riferisce al comune. E’ chiaro che la cosa non è stata fatta per fare un dispetto a Macerata o Fermo, ma decidendo sulla carta, senza manco conoscere le realtà. Pensate a Carrara-Lucca-Pistoia-Prato, che dovrebbero fare capoluogo Prato (a pochi km da Firenze), non è fantastico ? Comunque vada, la soluzione sarà un pasticcio. Tre province piccole, tre capoluoghi piccoli e mal collegati, l’unico “baricentrico” senza strutture (perchè l’intenzione è di sopprimere tutti gli uffici periferici delle amministrazioni statali nei capoluoghi che perdono lo status)… saranno gatte da pelare per il consiglio delle autonomie.
beh… nonostante sia evidente che l’ha scritto la Sibilla Cumana, volenti o nolenti lì c’è scritto che il capoluogo sarà Ascoli Piceno.
Sovranita’ monetaria.
Se l’Italia non fara’ come la Norvegia ed il Giappone fra qualche anno verranno abolite tutte le regioni e province.Senza sovranita’ monetaria il debito automaticamente aumentera’.
Consiglio la lettura di questo link :
http://www.nocensura.com/2012/07/bellissimo-articolo-su-signoraggio.html
Uniamoci con Fermo e mandiamo Ascoli alla malora. Vadano a salvarsi insieme a Teramo.
Abolite tutte le province, per favore!
Mi sembra più in linea con le precedenti espressioni normative ritenere che il soggetto debba essere individuato nel “comune già capoluogo delle singole province (oggetto di riordino) con maggior popolazione residente”. Diversamente, l’inciso “con maggior popolazione residente” avrebbe trovato miglior collocazione accanto alla parola “comune” (del tipo: il comune con maggior popolazione residente già capoluogo delle singole province oggetto di riordino).
Comunque, attendesi nota esplicativa dal governo.
Forse bisognerebbe chiedere al prefetto qual è l’interpretazione del Governo?
http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2012/07/25/news/nuova-provincia-con-pisa-per-il-governo-il-capoluogo-sara-livorno-1.5454635
…torno a dire: via Tutte le Province lasciando la Regione…soldi risparmiati e tanti fannulloni, incapaci a casa!!!!!!!!
Un paio di cosette che mi preme sottolineare:
1) questa parte del decreto (come i 3/4 delle norme italiche) è una cagata pazzesca: innanzi tutto è scritto coi piedi, poi denota una visione dell’argomento burocratica tout court;
2) ancora: con la scusa dei tagli che dovrebbero far risparmiare soldi e risorse, introduce cambiamenti che presuppongono già di per sè spese pazzesche spostare questura, prefettura, provveditorato da Macerata ad Ascoli è già di per sè un’operazione titanica…moltiplicatela per il numero di province soppresse e poi vedrete che risparmio….inoltre, i dipendenti dei suddetti uffici che fine faranno? li licenziamo, li spostiamo con le famiglie forzatamente nei nuovi capoluoghi, o, al limite li gasiamo così il risparmio è lettaralmente tombale???;
3) al di là dei campanilismi, Ascoli è completamente decentrata per il nord della provincia, Macerata lo è per il sud, mentre solo ipotizzare Fermo come nuovo capoluogo è ridicolo, visto che le spese già ingentissime di cui sopra verrebbero triplicate dalla necessità di costruire ex novo uffici e strutture che allo stato Fermo non ha.
In sintesi: riforma pessima che non risolve un cavolo ed anzi, se possibile aumenta le spese ed i disagi (il ragionamento che ho fatto è per comodità riferito alla nostra situazione, ma secondo me è applicabile a tutta Italia); il toro poteva essere afferrato per le corna con l’abolizione totale delle province ed il mantenimento, quali presidi regionali, degli uffici già presenti sul territorio….invece è prevalsa la solita mentalità pataccara italiana che con le scelte coraggiose non se la intende e preferisce le “mezze botte”………..
Non voglio dì che so parlà be l’Italiano, ma me sa che molti ne sa meno de me. L’articulo della legge, o come dice li sapietò, lu comma in questiò, ha per soggettu “Il Comune”, quillu cioè che c’ha più persò, quindi de che stimo a parlà de interpretraziò. Ascoli adè lu più popolatu.
NON VEDETE CHE MONTI CI METTE DAVANTI QUESTA CAROTA PER STORNARE LA NOSTRA ATTENZIONE DAI SUOI FALLIMENTI?
AD OGNI BUON CONTO, SIAMO PRONTI A MOBILITARCI PER UNA LOTTA DURA E CON MEZZI POCO PACIFICI PER SALVARE LA NOSTRA PROVINCIA?
LE CHIACCHIERE DEMOCRATICHE FANNO I PIDOCCHI. E NOI SIAMOINFESTATI DAI PIDOCCHI POLITICI.
lA RIFORMA DELLE PROVINCIE made MONTI segna il fallimento di questo governo, le riforme delle istituzione fatte sul presipposto le taglio spendpo di meno! questo assioma esiste solo nella testa di un priccolo ragioniere, faccimoci delle domande nel nsotro caso ASCOLI MACERATA FERMO
1) Il risparmio sono i 90 consiglieri i tre presidenti e i 18 asessori?
2) il personale delle tre provincie?
3) si mantengono inalterate le comptenze isituzionali? che altro non sono che deleghe della regione?
la migliore delle riforme è l’abolizione totatle delel provincie , restano le regioni che delegando per aree omogenee delghe con forme più elastiche , ccome i le ATA e gli ATO etc
Io credo che nella visione di una europa più nazione , e non federazione, e meno club dei mercati siano le regioni a dover esistere .
Cmq questa riforma è la prova provata della incapictà di questa compagine minisateriale ad essere il governo del PAESE.
Fanno una delibera, sembrerebbe sbagliando la punteggiature o scrivendo delle frasi poco comprensibili che si prestano diverse interpretazioni, e quindi si deve attendere un ulteriore documento che specifichi meglio, che metta ipuntini sulle “i”, che dia una interpretazione migliore???
Cioè siamo gli unici al Mondo che ricevono una legge e poi, visto che non è mai chiaro nulla, c’è da aspettare ulteriori ciroclari ministeriali, specifiche, precisazioni, spiegazioni nel dettaglio????
Stiamo scadendo nel patetico: chi ha fatto la delibera vada immediatamente retrocesso in prima elementare con l’abecedario e gli si impari a scrivere meglio….
Oltre che abolire le Province (tutte) andrebbero aboliti/soppressi/riconvertiti/rieducati anche i burocrati (lautamente stipediati) che fanno coglion@te del genere e retocessi, dopo qualche mese di miniera a spaccare le pietre, a spalatori di letame….
…ma lei, Berdini, non è del PD? ….e non è il PD che appoggia questo governo incapace????? ma ci faccia il pacere…..
Povero Berdini. Le poltrone si assottigliano. Forse è il caso che cominci a pensare a quelle di casa sua. Lo sanno tutti che il risparmio sarà minimo in termini economici, ma da qualche parte bisognerà cominciare e se una cosa è uno “spreco” è uno “spreco”. Le Province politicamente andrebbero cancellate tutte, ma si sa che per ora questo costituzionalmente non è possibile. Tre Presidenti, tre giunte e tutti quei consiglieri con segretarie e portaborse ecc ecc per le Marche del Sud sono veramente uno spreco. Tutti a casa
Situazione tipica da “capponi di Renzo”. Riporto il passo del nostro Don Lisander come lo chiamava il grande Gianni Brera:
” Lascio pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe a capo all’in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. (…) e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.
Ovviamente i capponi pronti per il forno siamo noi; tutti presi a concionare su Fermo, Macerata o Ascoli Piceno.
@ cerasi: le leggi per interpretare altre leggi esistono da sempre nel patrimonio giuridico europeo – non solo italiano – e sono le cosidette norme di interpretazione autentica che, alle volte, di fronte all’oscurità del testo normativo (ripeto, anche di rango sovranazionale – prendi le direttive UE) noi tecnici ringraziamo la Madonna che vengano emanate; se non ci pensa il legislatore a chiarire quel che ha detto…beh, è un problema, perchè significa che verrà data carta bianca al giudicante nell’interpretare la norma e dio ce ne scampi e liberi….;
@robert: costituzionalmente è possibilissimo, utilizzando il sistema della legge costituzionale, raggranellando una maggioranza deei 2/3 alla camera ed al senato e mettendo mano agli articoli della Carta che vanno dal 114 al 133 laddove si parla di province (l’unica cosa costituzionalmente impossibile è il mutamento dell’assetto repubblicano dato allo stato);
Per tutti gli altri: ammiro sinceramente il vostro distacco, ma io, da sordido e becero campanilista quale sono (sto usando ironia..ok?) non posso rassegnarmi ad accettare un provvedimento che non solo non farà risparmiare un euro alla collettività ma, anzi, ci costerà in termini economici e reali un salasso; salasso che, badate bene, non toccherà tutti, ma solo alcune realtà (nella nostra provincia non toccherà AN e PU) che, nella logica di questo governo dovrebbero anche ringraziare………
Signori io non me la bevo; questa è la classica inc@@@@a…..liscia liscia, da manuale. Se va bene a voi nulla quaestio. a me non va bene.
“In esito al riordino delle province, assume il ruolo di comune capoluogo, quello con maggior popolazione residente” .
Limata nel suo linguaggio tecnico, il contenuto della formula è questo. Il pasticcio linguistico che rende la frase un rebus, sta nell’ambiguità dei termni comune e capoluogo accostati insieme a formare il criterio richiesto, e forse anche per la posizione nella frase del termine comune che precede capoluogo , tale da potersi intendere anche come ” capoluogo comune”, cioè unico per/su tutte . Penso però che il legislatore accompagni il termine capoluogo a quello di comune, perchè di fatto ogni capoluogo di provincia è anche comune, ma nella sostanza trattandosi di riforma delle province e non dei comuni, si riferisca al comune in quanto capoluogo di provincia, anche perchè altrimenti questo criterio di accorpamento seguirebbe la stessa logica di formazione con cui finora ad un comune è stato assegnato il ruolo di provincia e ciò confliggerebbe con la contestuale dimensione numerica richiesta dei 350.000 abitanti e 2.500 mq di superficie territoriale .
Vale a dire: se oggi si dovesse istituire una nuova provincia, quale sarebbe il criterio da adottare ? Quello di grandezza: demografica dei comuni . Ma quanti sono quei comuni che vantano una soglia così alta di abitanti? Molto ridotti. Quindi non è possibile che ci si riferisca alla popolazione residente dei comuni, ma su scala provinciale per quanto riguarda la maggior popolazione, mentre quel già , ” il comune già capoluogo delle province oggetto di riordino ” specifica l’esclusione a poter diventare oggi capoluogo di provincia, ogni altro comune che dall’istituzione dell’attuale numero di province per regione, potrebbe avere nel frattempo superato il numero di abitanti di un capoluogo di provincia già esistente.
Poniamo il caso, Civitanova o San Benedetto del Tronto nel frattempo avessero superato per numero di abitanti ,Macerata o Ascoli o Fermo, non ptrebbero aspirare a diventare il capoluogo di provincia che assorbe le altre , anche se rispondessero al criterio di maggior popolazione rispetto i comuni capoluoghi esistenti
Così interpeto io, ma al di là delle interpretazioni- si può sempre ricorrere a quella autentica- i punti dolenti di questa riforma sono altri.
1) Si sta trattando un organismo politico quale è la provincia, che prende le sue decisoni sulla base di un’ assemblea democraticamente eletta, al pari di un accorpamento tra uffici statali. L’ennesimo scempio da miopiaggine democratica di questo governo tecnico.. La leggera sfumatura tra un accorpamento burocratico e uno politico, sta nel fatto che sfugge a tutti quanti, presi dalla spending review e dal sentimento antipolitico dilagante, che io cittadino ,dopo che ho votato per un’amministrazione locale di centrosinistra o centrodestra, e questa ha vinto l’elezione, posso venire a trovarmi ad essere governato da una giunta provinciale di tutt’altro colore politico.
Allora diciamocelo chiaramente: della democrazia ce ne fottiamo altamente tutti, perchè quello che conta oggi, è solo il virtuosismo contabile .
Se di ricorso per incostituzionalità si possa parlare , io penso allora che sia più da fare per questa modalità di soppressione delle province in quanto organi democratici, che non per i criteri adotttait con cui si stanno sopprimendo le province stesse., che al cospetto, è veramente questione di lana caprima..
2) Se le province non servono, vanno abolite tutte e tutte contemporaneamente senza aspettare la loro scadenza amministrativa locale; Se le province servono, vanno lasciate tutte ; Se le province servono ma non servono così come sono e perchè troppo dispendiose, allora la riforma dev’essere mirata a renderle funzionali al loro ruolo sul territorio, anche con la creazione di un organismo diverso, ma che sia sul nascere o democratico , eleggibile, o burocratico.
L’interpretazione autentica del governo sulla frase ambigua riguardo quale degli ex capoluoghi delle province accorpate dovrà diventare il nuovo capoluogo unico c’è già, è stata chiesta ieri dal prefetto di Livorno per chiarire un caso come il nostro, fra Pisa e Livorno:
“Alle 18 il prefetto di Livorno, Tiziana Giovanna Costantino, ha comunicato l’interpretazione del governo al presidente della Provincia Giorgio Kutufà, che per tutta la giornata aveva seguito l’evolversi della situazione, confermando la versione che più costituzionalisti interpellati anche dal Tirreno avevano ribadito durante il pomeriggio: il capoluogo della nuova provincia sarà quello con più residenti. Dunque Livorno.”
Pertanto rassegnamoci, tutti sotto Ascoli.
Per me personalmente non sarà un grosso dramma, visto che, da comune cittadino, sono riuscito a superare la cinquantina senza dover mai andare a fare alcuna pratica presso gli uffici della nostra provincia, e come me nessuno della mia famiglia c’è mai dovuto andare: sarà che non siamo né cacciatori né pescatori …
chicchirichììììì!!! tre galletti nello stesso pollaio, che guaio.
a parte gli scherzi
@Tamara. la storia del consenso non regge. è chiaro che se si dovessero unire le tre province si dovrebbe andare automaticamente a nuove elezioni. Servono? Tre sono sicuramente troppe per questo territorio e tutte non si possono abolire immediatamente.
@Per tutti quelli che si preoccupano degli spostamenti. Si presume che una volta riorganizzati gli uffici nessuno si debba spostare più di tanto. Eche ci vuole. Il nome? E chi se ne frega. Chiamiamola Provincia d Ascoli Fermo e Macerata. La sigla? Non c’è più. Va bene AFM?
Benissimo, io non sono andata a cercare su web interpretazione autentica e trovare poi questo come risultato, ma se è questa l’interpretazione letterale e anche autentica :
Livorno Comune 148.143
Livorno provincia 343.128 abitanti
Pisa provincia 411.000 abitanti
Pisa comune 88.217 residenti
significa che è stato seguito lo stesso criterio legislativo adottato finora per costituire una provincia ex novo, sulla base cioè dei residenti un certo comune, senza tenere in minimo conto l’attuale proporzione demografica assunta dai singoli comuni come capoluogo di provincia. Per quale principio si debba fondare in questo modo anche una riforma che riguarda province già esistenti, non mi è chiaro affatto…ma mi adeguo.
@ Robert
Dici che è chiaro tu, che si andrà a nuove elezioni provinciali una volta fatta la riforma, ma io non ho mai sentito il governo parlare anche di questo . Quando l’ha detto? Quindi ci spettano altre grosse spese elettorali , tra politiche e provinciali fra il 2013 e il 2014?
Questa spending review, mi sa tanto allora che alla fine nell’immediato bilancio con cui dobbiamo fare i conti in Europa è come lu somaru che caregghia l’erba e po’ se la ‘rmagna
Non confondiamo la questione, non ci saranno più elezioni provinciali: le attuali province già hanno avute abolite le elezioni dei consiglieri alla loro naturale scadenza con la precedente legge di riordino (Decreto Salva-Italia):
” Mai più elezioni provinciali. Sono otto le Province che vanno in scadenza tra aprile e maggio ma saranno le prime cavie a finire sotto la tagliola della cura Monti. Niente rinnovo per i consigli, nessuna elezione diretta del presidente per le amministrazioni di Genova, La Spezia, Como, Ancona, Cagliari, Ragusa, Vicenza e Belluno. È una delle ricadute più immediate dell’articolo 23 del decreto Salva-Italia. In quelle aree le Province resteranno in vita, ma le competenze di presidente e giunta saranno acquisiti da un unico commissario prefettizio o comunque governativo”.
Abbiamo infatti avuto un caso proprio nelle Marche, la scorsa primavera.
Penso sappiate infatti che nella provincia di Ancona, la cui legislatura scadeva lo scorso maggio, le elezioni non si sono più tenute.
http://www.provincia.ancona.it/Engine/RAServePG.php/P/250210030304/T/Organi
Attualmente gli organi che governano la Provincia di Ancona sono:
Il Commissario Straordinario: Patrizia Casagrande Esposto
I Sub Commissari Prefettizi
Dr.ssa – Pina Maria Biele
Dr. Pasquale Ranieri
Dr.ssa Simona Calcagnini
@ROBERT Per tutti quelli che si preoccupano degli spostamenti. Si presume che una volta riorganizzati gli uffici nessuno si debba spostare più di tanto. Eche ci vuole. Il nome? E chi se ne frega. Chiamiamola Provincia d Ascoli Fermo e Macerata. La sigla? Non c’è più. Va bene AFM?
Se restassero 3 prefetture, 3 provveditorati, 3 questure e 3 uffici decentrati della provincia non sarebbe un problema. Il punto qui è che a stretta interpretazione dovrebbe esser fuso tutto in uno (e ad Ascoli); pertanto i problemi ci sono e sono tantissimi:
– economici, perchè spostare tre uffici come quelli di cui sopra con archivi, strumenti etc., costa una tombola (moltiplicalo per il numero delle province da chiudere e poi vediamo);
– logistici: l’impiegato della provincia di MC o il dipendente della prefettura, o ancora quello del provveditorato che fa? si trasferisce ad Ascoli? si licenzia? lo si abbatte?
– pensa all’assoluta ingestibilità logistica di una provincia grande quasi quanto una regione…. ad esempio, col provveditorato unico (toccando il tema caldo della scuola) ad un/una insegnante di Cingoli potrebbe toccare una supplenza a Folignano (o viceversa) ossia quasi 400 km a/r.
Dammi retta, questa è una portata in giro; bastava davvero poco per rendere efficienti ed economiche le province (come già accadrà a quelle salvate dal decreto) ed invece si è voluto questo pastrocchio assurdo con cui ripeto nessuno risparmierà, lo stato non risparmierà, aumenteranno le difficoltà logistiche e, sicuramente le spese, sin dall’inizio lieviteranno.
A sentire Perfetti sembrerebbe quindi che tutti i partiti a livello nazionale che appoggiano il governo Monti, oltre ai componenti del governo stesso, nonché praticamente tutti i maggiori economisti, politologi ed opinionisti politici, siano tutti un branco di deficenti nel sostenere la riduzione delle province, mentre l’unico che ha capito tutto è Perfetti, appunto, insieme ai nostri patetici politicanti locali che debbono salvare la loro poltrona.
Bah!
@Tex Willer: noto con piacere che sei riuscito a non capire una beneamata cippa di quello che ho detto Me ne rallegro. Ad ogni modo se il cuore della tua censura risiede nel fatto che io in questo frangente non mi allineo al pensiero dominante ti confesso che sono abituato a non ululare con i lupi e a non belare con le pecore e solo perchè tutti lo fanno; aspetto un confronto sulle idee, non sull’adesione acritica a questa o quella tesi.
Saluti
Le Provincie vanno abolite. Tutte.
Mi dispiace per chi ha un impiego in questi enti, anche io sono per la soppressione di tutte le provincie e la miriade di Comunita’, Consorzi e compagnia bella.
In effetti 200 o 300 famiglie sul lastrico sono un prezzo accettabile…… ma che diciamo mai???
“In effetti 200 o 300 famiglie sul lastrico sono un prezzo accettabile…… ma che diciamo mai???”
Il suo modo di ragionare è lo stesso che ha portato ad assumere 30.000 forestali in Sicilia. Poi ci lamentiamo se siamo arrivati al fallimento!
Le province vanno politicamente soppresse. Tutte.
Non si può per ora. Cominciamo riducendo il numero.
Prefetture provveditorati questura uffici per il territorio e l’ambiente saranno riorganizzare e resi più funzionali, ma mai accorpati in un unico luogo.
Se le 300 famiglie sul lastrico sono quelle dei politici…. Non commento. Auguro loro di sapersi riconvertire. Ma con un lavoro vero.
Va bene, avete ragione, via tutto. Nell’ordine provincia, prefettura, questura, camera di commercio, inps, inail, genio civile.
Buttiamo il napalm alexis che facciamo prima… Il tuo modo di ragionare e’ aberrante da pulizia etnica.
@nicola. Spero non ti riferisca a me. Altrimenti vuol dire che non hai capito una mazza. Io non voglio buttare via proprio nulla. Io voglio eliminare gli sprechi e dal momento che tutti questi presidenti assessori consiglieri secondo me sono troppi, che qualcuno se ne torni a casa a lavorare come tutti noi. e non vado oltre perché a me non piace generalizzare, ma una volta eliminati politici e clientele si può provare anche a far funzionare meglio quello che resta.
ma se il criterio che muove tutto deve essere il risparmio e la vicinanza con i cittadini, non sarebbe più opprtuno lasciare comuni e province ed eliminare le regioni dando le competenze trerritoriali alle province e quelle generali (sanità, trasporti ferroviari ecc.) restituirle allo stato?
@robert: ovviamente non mi riferivo a te, ma ad alexis de tocqueville (come si desume dall’inciso “Buttiamo il napalm alexis che facciamo prima… Il tuo modo di ragionare e’ aberrante da pulizia etnica “) sostanzialmente tra me e te, al di là di alcune cose non vedo grandi differenze…
Un ufficio pubblico serve per dare un servizio alla collettività, non per dare una occupazione alle persone che vi lavorano.
Il napalm sulla nostra situazione lo hanno gettato le centinaia di migliaglia di mangia pane a tradimento improduttive pagate con le tasse dei cittadini.
In tutto d’accordo con Nicola Perfetti, che da tecnico del diritto ha inquadrato e sviluppato lo scenario postumo a questa specie di riforma delle province. Non mi arricchisce il parere in questo caso , scusate,dei vari nck che erntrano nel discorso coi cartelli addosso con su scritto abbasso le province, via tutto e tutti , togliqmo le poltrone ai politici, perchè come opinioni nel merito della riforma in atto, lasciano tutto il tempo che trovano.
Bsogna essere veramente di bocca buona e digiuni di diritto, per contentarsi acriticamente di un pasticcio come quello che sta combinando il governo dei professori.
Proviamo a riassumere quanto emerso dal nostro dibattito.
– Le nuove province stanno nascendo per diritto costituzionale riferito al modo in cui sono state create le vecchie province, ma il decreto salva Italia le ha abolite nella loro natura di ente democratico , tanto che dai copia e incolla del fumetto Tex Willer, apprendiamo che non ci saranno nuove elezioni per la loro ricomposizione e quindi nell’interesse generale il minimo è chedersi:
-quale è la natura giuridica di queste maxi province: organo politico o burocratico?
-quale la loro finalità ,organizzazione e dove porterà questa riforma ,non solo in termni funzionali sul territorio, ma anche di eventuale diseconomia rispetto all’obiettivo dei tagli sulle spese. Sembra lampante infatti, che se verrà eliminato l’apparato politico, la gestione di un territorio così vasto e complesso, richiederà un numero notevole di dipendenti pubblici entro quello che da veccbia provincia, si configura adesso come nuovo apparato burocratico.
– perchè continuare a chiamare province, quelle che di fatto non hanno più i connotati della provincia così come hanno svolto un ruolo in 60 anni di Repubblica?
– Siamo veramente sicuri, che siano le province il superfluo a livello amministrativo locale , e non invece le regioni, le quali è vero, avrebbero dovuto soppiantare le province come da dettato costituzionale, ma farlo adesso non sarà anacronostico dal momento che dall’avvento delle regioni ad oggi, le stesse regioni hanno perso il loro potere come organo legiferativo nelle materie a loro affidate ( vedi acqua pubblica, centrali nucleari, per cui hanno dovuto scontrarsi con altre leggi nazionali e sovranazionali ) dopo che dalla metà degli anni ’70 in cui sono sorte, è nata successivamente la Comunità Europea a cui abbiamo aderito , con le sue direttive che influenzano la legislazione nazionale e ad ogni livello periferico dello Stato?
Non sarà che le regioni, siano il vero sovraccarico di Stato, dato il loro scarso rapporto su tutto il territorio regionale, escludendo il ruolo che hanno avuto finora le province?
Non sarà che sono queste a creare velocità dispari nel nostro Paese in alcune materie di importante rielvanza pubblica nazionale , come infrastrutture, sanità, istruzione , viabilità, demanio, turismo, calamità naturali ecc?
Se di una riorganizzzazione e razionalizzazione delle risorse degli apparati statali c’è bisogno, come c’è bisogno, questa riforma per come concepita, un ibrido praticamente, non risolverà nulla e anzi contribuirà a creare ulteriori dislivelli economici territoriali, senza contare che , premiare i comuni che benchè abbiano una maggiore popolazione comunale, registrano una minore popolazione provinciale, significa in ultima analisi avvantaggiare quei capoluoghi meno meritevoli in termni di sviluppo anche occupazionale probabilmente .Se la provincia di Pisa, per tornare all’esempio sopra, nonostante abbia la metà dei residenti a livello comunale rispetto Livorno, ma 80.000 unità in più di residenti provinciali, dovrebbe significare che ha investito bene le sue risorse, altrimenti non si capisce perchè abbia raggiunto tale dimensione territoriale come capoluogo di provincia.
Propongo una soluzione di compromesso.
Freghiamocene della popolazione e scegliamo una sede più centrale e quindi più comoda: Grottazzolina.
Cosa avete contro la provincia di Grottazzolina?
Fortuna Peppe Dantini che sdrammatizza…. 😉 comunque caro amico, mi sa che sei stato superato dal sindaco di Amandola che ha proposto il suo ridente centro montano come nuovo capoluogo…..(e stavolta credendo di dire una cosa seria…..temo….)
La provincia principalmente, per quanto mi risulta, gestisce le manutenzioni delle strade, l’edilizia scolastica, la caccia e la pesca: per tutto ciò serve l’attuale pletora di consiglieri ed assessori, con relativi portaborse, tutti a carico di noi cittadini, ovviamente? Ma mi dite qual’è il “ruolo politico” da salvaguardare? Sono le solite parole per riempirsi la bocca di finta democrazia partecipativa.
Tutti abbiamo concordato che anche a Macerata, durante il recente commissariamento della provincia, durato quasi un anno mi sembra, dopo la destituzione da parte del Consiglio di Stato della giunta Capponi, le cose sono funzionate anche meglio di quando c’erano i politici ad amministrare, e nessuno, a parte i diretti interessati, ovviamente, ha risentito della mancanza dei politici nella gestione della provincia. Anzi, sono stati risparmiati centinaia di migliaia di euro di indennità a consiglieri ed assessori.
Basterà quindi lasciare degli uffici sul territorio, dipendenti dalla Regione o dai Comuni, a seconda della materia di cui si occupano, ed i posti di lavoro perduti che paventa Perfetti sono salvi.
Sono contento inoltre che grazie ad un fumetto anche la solitamente ferratissima (ma spesso di copia-incolla anche lei, però) Tamara Moroni ha scoperto l’esistenza di una legge dello Stato che da mesi ha eliminato l’elezione dei consigli provinciali.
@ Nicola Perfetti
Certo che esistono leggi che interpretano/spiegano altre leggi e sono patrimonio Europeo, così come esistono poi le circolari esplicative, i regolamenti, ecc. ecc.
Solo che in Italia si fa la legge (spesso a membro di seguigio) e poi sempre arriva “una spiegazione” che, molto spesso, è lunga, contorta, eccessivamente criptica e spiega sempre poco… ……Così serve poi una ulteriore spiegazioni, nuovi chiarimenti, nuove interpretazioni e si finisce che, se ci si azzecca, è solo questione del fattore “C”
Altove “le spiegazioni” sono minime; da noi le interpretazioni spesso interpretano poco e finiscono per essere più confusionarie, disarticolate, genriche della legge stessa che si doveva spiegare….
…..Con il risultato che ci sono interpretazioni differenti, molte in contrasto tra loro, per cui poi serve un altro ricorso, una ulteriore richiesta ecc. ecc.
Quoto in toto Filippo Davoli…uniamoci con Fermo e mandiamo Ascoli al suo posto: in Abruzzo!
Tex Wiler , quanto può pesare un uomo che dice e sbraita e giudica con uno pesudonimo? Che non ha il coraggio di dare un volto alle proprie idee e opinioni ? Io ferratissima perchè faccio ogni tanto buon uso del copia e incolla a differenza tua che lo fai per poterci tirare il cappello sulle discussioni in mancanza d’altra dotazione tua personale? Ma sciacquati la bocca. e prendi esempio piuttosto, presentati con la tua faccia. Posso parlarti come voglio , tanto chi ho davanti ? Un fumetto, mica uno in carne ed ossa. Quando vuoi, dove vuoi, senza wikipedia e Google sottomano , dispostissima a un confronto su qualsiasi terreno.
Correggo pseudonimo. Ah…e lo stesso vale per tutti gli scienziati, letterati, personaggi illustri, medici svedesi e nomignoli vari che scrivono in questo blog sotto falso nome. Facile hè, intervenire senza farsi riconoscere? Specie quando si attacca in modo subdolo o con virulenza qualcuno , come accade spesso su temi scottanti. E sono proprio questi poi, paradossalmente, che il più delle volte incitano alla ricerca delle verità, pretendono chiarezza e trasparenza dai loro interlocutori e dalla classe politica !!!!
Chi ci mette la faccia, è sempre rispettabile, qualsiasi cosa dica, perchè si assume la responsabilità diretta di quello che dice. Chiunque avrebbe buoni motivi per nascondersi dietro un anonimato anzichè esporsi, ma sta qui la differenza tra chi è leale e chi no. Era una cosa che volevo dire. Ne ho avuta l’occasione.
Con ciò, sono in oiena vacanza e vi saluto. Ora et semper.
Cara Tamara, quanta veemenza! Voglio spezzare la classica lancia in favore di chi usa nomignoli in luogo del proprio nome. In questa sede può essere utile per venire a conoscenza di verità a volte incoffessabili.
Noi dobbiamo preoccuparci dei contenuti, cara Tamara. Quando sono privi di costrutto e non sono sufficentemente documentati, ce ne freghiamo semplicemente. Ma se dietro un intervento c’è intelligenza, documentazione, conoscenza, poco importa conoscere il volto di chi l’ha pubblicato.
A volte può essere un dipendente pubblico, altre volte un professionista che non vuole farsi riconoscere, altre volte un politico stanco di dover sottostare agli ordini “superiori”.
L’importante è il confronto. Chi insulta, fa minacce, accusa a vanvera si giudica da solo.
Ti rispondo Gianpaolo, volentieri, dopodichè mettete pure le vostre manine rosse ai miei commenti, che non replicherò ulteriormente. Non voglio essere al centro di una discussione per quanto ho esternato collateralmente , sotto un argomento meritevole d’altro interesse. Potete votare, sarà sufficente a farmi stare in minoranza d’opinione.
La veemenza esce fuori ,perchè non si può sempre fare il Don Chisciotte su tutto, come quando tu cerchi di fare analisi il più possibile distaccate e quello viene interpretato come presa di posizione o alto tradimento, perchè fondamentalmente c’è una forte tara ideologica nei commentatori su ogni argomento, qualsiasi argomento, e una carica batterica allarmante verso tutto ciò che sa di politico, che se ti azzardi a dire cose che solo il tempo dimostrerà fondate o meno, ti accorgi che non vale la pena mettersi a discutere di niente.
Forse in un blog è come dici tu, ma in altre sedi, fuori dal virtuale, non ha alcun valore e spessore quanto viene detto, confessato, documentato da chi che sia , se fatto in anonimato. In ogni caso, un anonimo non dovebbe permettersi mai di attaccare vis à non vis chiunque: cosa che invece succede e spesso. Io ho un altro stile di rapportarmi con la realtà ,evidentemente . Comunque, hai ragione tu e torto io. A un ballo mascherato si va in maschera e no a volto nudo. Solo che io non mi sento a mio agio con la maschera.
L’ho scritto altrove e qui lo ribadisco: non è una cosa seria. Non servono molti ragionamenti per accorgersi che i governanti romani navigano alla cieca. Almeno questo è quello che appare. Già, perché mi viene il dubbio che tutto sia sapientemente architettato (anche le ‘sviste’). Intanto tutti ci sbraniamo a vicenda, misurando la lunghezza del nostro campanile.
Leggendo in giro e riflettendo mi sono comunque convinto di un paio di cose: si perderanno i servizi che ci sono più vicini. Macerata città perderà tutti gli uffici statali.
Certo, quando lo dicono i politici suona molto male, e tutti giù a menare di brutto.
però mentre perdere i servizi mi sconforta assai, al contrario, sapere che Macerata si restringerà fino a scomparire mi fa molto piacere, specie per tutti quelli che stanno beatamente cantando il funerale alla Provincia.
Poi però non facciamo finta di non averlo saputo prima. Al più potremmo consolarci inventando tanti, tanti, tanti progetti per rivitalizzare il centro storico.
Last news
E’ stato approvato un emendamento al senato, non è ancora presente sul sito la seduta di commissione odierna, quindi riassumo quello che riportano le agenzie.
Sparisce la “soppressione” e appare il “riordino” di tutte le province. Ciò significa che tutte sono interessate al riassetto. Fermi restando i parametri individuati (popolazione e territorio) entro 70 giorni il Cal deve inviare alla Regione il piano di riordino territoriale e questa ha 20 giorni per trasmettere la proposta al governo. Significa che, ad esempio, si potranno modificare i confini territoriali della provincia, con aggregazioni di comuni confinanti. Il capoluogo sarà il comune capoluogo delle province “riordinate” con maggior popolazione, salvo diversi accordi tra comuni capoluoghi.
Patroni Griffi ha inghiottito il rospo e continua a ritenere che le province si dimezzaranno…
@tamara. Grazie, ma non ci lasciare.
@roberto. E’ vero che l’impressione è che navighino alla cieca, ma io vorrei far notare un paio di cose. La prima che stanno prendendo decisioni delle quali si parla da decenni senza esito. La seconda che le pressioni esercitate non vengono da una maggioranza coesa ma contraddittoria e spesso litigiosa. E il governo ha bisogno della maggioranza per legiferare
Scusate se rifaccio l’uccellaccio del malaugurio come nel mio intervento agli albori di questa discussione nel quale dissi che chi ha scritto il comma 6 dell’art.1 della deliberazione del Consiglio dei Ministri è la Sibilla Cumana; chissà che non avessi ragione… io rifletterei fondamentalmente su 3 cose, piuttosto che su quel “risparmio della spesa pubblica” (spending review lo dicano alla regina Elisabetta che qui fino a prova contraria siamo in Italia):
1) come vedete è bastato cambiare una parola per far diventare costituzionale qualcosa che era palesemente incostituzionale (e stiamo molto attenti perchè quei signori usano molto bene le parole e noi ce ne accorgiamo sempre quando poi ci spiegano che hanno detto qualcosa che a noi costa comunque “lacrime e sangue”);
2) forse la Sibilla ha specificato da qualche parte quale sarà il numero dei politici effettivamente “tagliati”? attenzione anche qui, perchè è molto probabile (secondo me certo) che ce li ritroveremo tutti su un’altra poltrona o coniata ad hoc o sottratta da sotto il leggittimo lato b di qualche dirigente competente (perchè di quelli mi interessa, se lo scambio fosse incompetente per incompetente non mi interesserebbe); gli effetti sarebbero doppiamente negativi: andrebbe a casa o sarebbe messo da parte chi potrebbe risolvere con cognizione di causa questioni importanti e noi non avremmo più modo di mandare a casa l’eventuale “usurpatore” visto che non è al suo nuovo posto grazie al nostro voto;
3) riguardo la questione della probabile maxi-provincia ormai il problema non si presenta più: ora che è stato istituito il meccanismo di compravendita di abitanti e territori, nelle Marche si tornerà a 4 province per un semplicissimo ragionamento: qualunque sarà il numero dei politici superstiti (spero il più limitato possibile), se quei signori vorranno essere rieletti, specie se pochi e quindi con interventi che saranno più visibili ai cittadini, dovranno fare delle cose importanti per il loro territorio, siano essi al governo che all’opposizione; ve la immaginate una regione in cui esista una provincia che da al consiglio regionale praticamente la metà dei consiglieri e che sarebbe così in grado di condizionarne le decisioni a scapito delle altre due? vedrete che ci pensarà il consiglio regionale a sistemare per bene le cose e che alla fine il risparmio se ne andrà a farsi friggere.
La desolante conclusione è che la mano, dai tecnici iper-burocrati, è tornata ai politici e da soli le martellate nei paesi bassi per far dispetto alla moglie vedrete che non se le daranno; loro sanno perfettamente che il governo resterà in carica solo col consenso politico in Parlamento e cominciamo a vedere gli effetti di questo sconfortante meccanismo: un governo definibile, ad esser magnanimi, “disattento” nel valutare la ricaduta delle sue decisioni sulla popolazione che considera solo un asettico insieme di numeri tenuto in piedi da politici che alla fine dettano le loro condizioni “nell’ombra” per mantenere i propri privilegi.
Visto che nessuno ha ancora corretto danielecr , che tutto spavaldo è intervenuto a sottolineare l’ignoranza dell’estensore della norma , e non solo, taccia pure tutti da ignoranti in malafede, qualcuno deve farlo: è doveroso.
Se la grammatica non è un’opinione, quello che non passa , è lui .
Non se po’ sentì , ha scritto :
assume il ruolo di comune capoluogo … (del)le province oggetto di riordino con maggior popolazione residente” : NON PASSA! è plurale “le province
mentre è : delle province, complemento di specificazione, in cui delle, preposizione articolata.
Domandina adesso da elementari, appunto, come sottolinei tu: qual’è il soggetto nella frase ,danielecr ?
Lasciamo perdere poi l’interpretazione immediatamente sotto questa , in cui spiega i comuni capoluoghi….lasciamo perdere. Non voglio nemmeno sapere dove ha fatto le scuole d’obbligo, se è universitario o laureato e in che disciplina, altrimenti viene a me da proporre il commissariamento del suo diploma o la sua laurea.,
Passo e chiudo. Meglio.
Mi piacerebbe che questo spazio venisse meglio moderato. Interventi inutilmente polemici, personali, ripetitivi, non dovrebbero essere fatti in quanto non aiutano la costruzione di un ragionamento serio e condiviso. Il rischio, anche per CM, è la disaffezione allo strumento da parte dei lettori. Tuttavia la soluzione più nobile sarebbe l’automoderazione degli iscritti.