Tre capoluoghi per una Provincia

SPENDING REVIEW - La deliberazione del Consiglio dei Ministri, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, crea dubbi e si presta a diverse interpretazioni: ad Ascoli sono convinti "Siamo noi il capoluogo" ma i presidenti delle Province di Macerata e Fermo, Antonio Pettinari e Fabrizio Cesetti, la pensano al contrario. Intanto la Regione si prepara per il ricorso alla Consulta

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I presidenti delle Province di Macerata (Antonio Pettinari), Fermo (Fabrizio Cesetti) ed Ascoli (Piero Celani)

 

di Matteo Zallocco

“In esito al riordino delle province, assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo delle province oggetto di riordino con maggior popolazione residente”. Sembra un gioco di parole, ma è il comma 6 dell’art.1 della deliberazione del Consiglio dei Ministri pubblicato sulla Gazzetta ufficiale (LEGGI). Poche righe che aprono però una grande discussione e diverse interpretazioni.

Se da una parte gli ascolani sono convinti  che – a distanza di otto anni dalla secessione da Fermo –  Ascoli Piceno sarà il capoluogo della futura maxi Provincia del Sud delle Marche, a Fermo e Macerata non la pensano così.

Il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti oggi ha voluto anticipare i tempi dicendo la sua: “Siamo di fronte ad una interpretazione dubbia di quanto viene riportato dal comma 6. Sembrerebbe infatti che il Comune capoluogo debba essere Ascoli, e invece così non è. Secondo la mia interpretazione si parla di popolazione maggiore facendo riferimento al territorio provinciale, non a quello comunale, quindi a prevalere sarebbe Macerata. Siamo di fronte a delle virgole che rappresentano una differenza non da poco”.

La pensa allo stesso modo Antonio Pettinari, presidente della Provincia di Macerata:  “Mancano le virgole e non si comprende quale sia il soggetto, questo comma non chiarisce assolutamente nulla ed io continuo a ritenere che l’interpretazione corretta sia quella della Provincia più grande. D’altronde il criterio del comma 1 sul numero di abitanti parla della Provincia e non del capoluogo e fino ad ora ho sempre e solo sentito parlare di parametri in base alla grandezza della Provincia,  sarebbe contradditorio dare pià importanza alla città. Dalla lettura di questa deliberazione resta una partita aperta su tutto.  Prima di arrivare a delle conclusione bisognerà approfondire bene la materia: ridurre il tutto a soli criteri numerici resta comunque assurdo perché significa disconoscere i punti di vista culturali, sociali ed economici”.

Dunque, Ascoli è convinta di spuntarla grazie ai 51mila abitanti del capoluogo contro i 43mila di Macerata ed i 37mila di Fermo; Macerata ritiene di essere favorita per il numero degli abitanti dell’intero territorio provinciale (325mila contro i 209mila di Ascoli e i 175mila di Fermo); e Fermo non demorde portando avanti la tesi della “baricentricità”, criterio che sembrava essere quello più probabile (leggi l’articolo) e che era stato caldeggiato al Ministero degli Interni ma che poi non ha trovato continuità. Almeno per ora. Il presidente Cesetti, infatti, ci crede ancora: “Non è che ci consolerebbe vedere Macerata capoluogo piuttosto che Ascoli – ha aggiunto –  ma quello che ci preme sottolineare è che non può essere la maggior popolazione il criterio con cui scegliere il capoluogo. E soprattutto non può essere il Governo a scegliere. È del tutto evidente, ed è nell’interesse dei cittadini dei tre territori, che il capoluogo più adatto è quello più baricentrico. Ho già avuto modo di dirlo al ministro. È un discorso fisico, di centralità, non è un’opinione, e non è una rivendicazione di campanile. A noi non vanno bene né Ascoli né Macerata, per un motivo semplice: stanno agli estremi della macro Provincia e non al centro come Fermo, più facilmente raggiungibile dai cittadini di tutto il nuovo territorio”.

L’unico cosa certa è che il taglio delle Province è arrivato al secondo atto con la pubblicazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri  che ha fissato i requisiti minimi per il ridimensionamento delle amministrazioni in attuazione della spending review. In base ai nuovi criteri approvati dall’esecutivo, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati (leggi l’articolo).

Macerata con 325.362 residenti non si salva mentre rientrerebbe perfettamente nel criterio della superficie visto che con i suoi 2774 chilometri quadrati supera e di molto i 2.500 chilometri (in un primo momento si parlava di 3.000) previsti dal Governo. Se anche il numero degli abitanti fosse stato ridotto di 50.000 unità – come era stato prospettato – la Provincia di Macerata si sarebbe salvata, insieme ad altre tre storiche province: Arezzo, Teramo e Viterbo. Non rientrano invece in nessuno dei due criteri le province di Ascoli e Fermo.

Intanto il CAL (Consiglio autonomie locali) delle Marche, riunitosi stamattina, ha votato all’unanimità la richiesta alla Regione di far ricorso alla Consulta per incostituzionalità, ipotesi di cui già ieri aveva parlato l’assessore regionale Pietro Marcolini (leggi l’articolo).



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