Silenzi, una sconfitta senza ritorno

La disfatta del Pd alle primarie di Civitanova e gli errori del divin Giulio
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Mauro Montali

di Mauro Montali

E adesso povero Sailenz? Che si mette a fare. Niente, quello che faceva: l’insegnante di educazione fisica, senza dover sbandierare, da oggi in poi, i cedolini del vitalizio regionale. E beato lui.
C’è chi ha aperto lo champagne d’antan: un satrapo se ne va. E stavolta probabilmente per sempre. In qualche casa di Macerata hanno fatto festa. Non solo David Favìa (Dio ce ne scampi e liberi) e quelli dell’Italia dei valori hanno alzato i peana al cielo sotto il cielo uggioso e marzolino del Conero. No, anche altrove è successa la stessa cosa. Giulio Silenzi, ecco la verità, paga i suoi errori. Di personalità, di arroganza amministrativa, di miopia politica. E pensare che tanti, compreso chi scrive, avevano scommesso su di lui. Un  errore, ma erano altri tempi, quelli dell’epopea del ponte sul Potenza.

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Giulio Silenzi alla presentazione della candidatura

Un altro illustre caduto sul fronte delle primarie del Pd, dunque. E anche qui per un effetto di sovraesposizione mediatica. Il diabolico Favia l’ha costretto a misurarsi su un terreno infido: quello dei soldi. Tempi oscuri, brutti, per chi ha il doppio, triplo (anche se roba di poco) stipendio. Non è colpa, ovviamente, di Sailenz. Lui ha raccolto quel che passava il convento. Un uomo capace ma miope, il nostro ex divin Giulio.
Gli sbagli li ha cominciati quasi subito, da presidente della Provincia. Chi ha voluto Katia Ricciarelli alla testa dello Sferisterio, per esempio? Chi ha dato l’ostracismo a quel Dario Conti che, sottovalutandolo, gli ha “distratto” tutti i voti della montagna in occasione della competizione (bis) con Franco Capponi?
Un malinteso senso del maggioritario, gli aveva procurato, evidentemente, un certo trambusto di stomaco e di testa.
La società per l’energia Enrico Mattei che fine ha fatto?  Ha prodotto qualcosa? E’ riuscita ad abbassare le bollette dei maceratesi? Ci pare di no.
La “lunga marcia” è finita, terminata sugli scogli del lido Cluana. Sailenz non è Mao. Ripartire da Civitanova per riconquistare il potere provinciale, però, non era una cattiva idea, tuttavia scontata. Non gli rimaneva altro. Farsi eleggere segretario del Pd, sperare di vincere a mani basse le primarie.
Primarie, ecco l’hic rodus, l’hic salta. Terrore giacobino da un lato, la revanche degli ugonotti dall’altro. Burocrazia contro movimenti. Ma chi li sa più intercettare? Satrapia contro società liquida, per dirla con il filosofo Bauman.
Con Corvatta vince la moderazione, l’educazione,il fair play. A Civitanova termini desueti. Invece è stata piccola rivoluzione di stile.
La satrapia, nel maceratese, esce di scena. Ma questo è un avviso per i naviganti. Gli uomini forti non sono più di moda. Sindaco Carancini, questa è una lectio magistralis anche per lei.



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