A Macerata politica congelata
Una città in pausa da 30 anni
E’ ora che suoni la sveglia

L'EDITORIALE - Ci sono sempre gli stessi (o quasi) al vertice della vita politica cittadina, le generazioni di 30enni e 40enni non sono pervenute e restano ai margini. Scelte con poca visione, progetti vecchi anche di sessant’anni e ancora solo nei pensieri. Le novità: fondi sprecati, leadership debole. Così è una città dal futuro che non c’è

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I protagonisti dell’incontro all’Asilo Ricci: Massimiliano Bianchini, Bruno Mandrelli, Stefano Di Pietro, Anna Menghi

di Matteo Zallocco

Quando ho iniziato a lavorare come giornalista, quasi 25 anni fa, Anna Menghi era già stata sindaco di Macerata, Massimiliano Bianchini e Stefano Di Pietro erano assessori, Bruno Mandrelli lo era stato diversi anni prima, Romano Carancini era un ambizioso consigliere comunale del Pd che qualche anno dopo diventò primo cittadino.

Sono stati loro i protagonisti del dibattito politico di venerdì sera all’Asilo Ricci (leggi l’articolo): hanno parlato di prospettive e futuro della politica cittadina dopo che per la prima volta il capoluogo di provincia si è ritrovato senza eletti in Regione. In sostanza? Nessuna idea nuova.

La politica maceratese è congelata, il ricambio generazionale è saltato: i 30enni, i 40enni, persino i 50enni sono stati messi da parte. Colpa di chi non si è voluto mettere in gioco ma anche di chi non ha voluto lasciare spazio.

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Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli

La novità non doveva essere l’amministrazione di centrodestra guidata da un “imprenditore illuminato”? Non lo è stata. Sandro Parcaroli è un sindaco di rappresentanza, indossa la fascia tricolore, è presente a tutti gli eventi, legge i discorsi scritti dalla brava portavoce, ma non guida la città.

Le scelte le hanno fatte singolarmente i vari assessori, tanti mini sindaci. Hanno avuto a disposizione una montagna di fondi Pnrr, tanti soldi Macerata non li aveva mai visti prima, ma sono stati destinati qua e là, senza una visione. Questa è sempre stata una città con il freno a mano tirato e dopo decenni di nulla in tema di opere pubbliche oggi si è persa l’occasione di fare un salto in avanti. Ora è la città dei cantieri (sempre lumaca), alcuni dei quali – vedi via dei Velini- rasentano il ridicolo, per altri – vedi il sottopasso di via Roma – ci sono voluti 40 anni. Non c’è un progetto di rilancio.

Una città capoluogo che aspetta ancora una piscina promessa nel 2010 come “priorità delle priorità per la città” (disse l’allora sindaco Carancini) mentre più o meno tutti i comuni vicini ce l’hanno.

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L’assessore Sivano Iommi e il progetto per il parcheggio di Rampa Zara: a Macerata se ne parla da oltre 50 anni

L’attuale assessore all’urbanistica è l’architetto Silvano Iommi – presente nella scena politica da 50 anni – che qualcosa di buono ha anche fatto ma la sua ‘bandiera’ è un progetto di cui si parla dagli anni Sessanta: il parcheggio di Rampa Zara. Tra una passata di grigio e una di bianco litiga con l’assessore ai lavori pubblici Andrea Marchiori con cui dividono lo stesso ufficio (tecnico) guidato da Tristano Luchetti, già braccio destro di Carancini e a cui è stato appena prorogato l’incarico per altri tre anni. Anche gli altri assessori discutono animatamente tra loro per quanto ultimamente sia stato detto di non farlo emergere pubblicamente.

Quali sono le novità all’orizzonte in vista delle elezioni della prossima primavera? Parcaroli molto probabilmente si ricandiderà con l’obiettivo di fare il sindaco fino a 74 anni. Il primo a ufficializzare la discesa in campo è stato il leader della nuova lista “Futuro per Macerata” Giordano Ripa (medico in pensione) eletto consigliere nel centrodestra poi uscito e sempre molto critico con l’attuale maggioranza. Nessun contenuto nuovo.

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Al centro Irene Manzi che ha accompagnato Elly Schlein durante una visita a Macerata

Il centrosinistra naviga senza bussola, senza una rotta condivisa e senza un nome realmente spendibile. L’unico magari sarebbe quello di Irene Manzi che è deputata per la seconda volta ma sembra molto più concentrata sul Pd (fa parte della segretaria nazionale guidata da Elly Schlein) che sulla sua città dove interviene raramente e con poca efficacia. Lei ha 48 anni ed è ancora uno dei volti più giovani della politica cittadina. Si è poi affacciata sulla scena politica l’Officina delle Idee, un «laboratorio politico» (ancora non lo dicono ma faranno parte della coalizione di centrosinistra) guidato dall’ex rettore Unicam Flavio Corradini: anche qui per ora niente di nuovo, sabato hanno tenuto una conferenza stampa per dire che faranno incontri con tre associazioni in vista delle elezioni.

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di Matteo Zallocco, direttore editoriale di Cronache Maceratesi

La politica è troppo vecchia a Macerata, troppo uguale e da troppo tempo, questo incide anche sulla visione di una città che ormai è troppo vuota. Macerata, in centro, sta diventando un luogo senz’anima, dove si incontrano sempre le stesse persone, sempre negli stessi luoghi, a dire sempre le stesse cose.

Sì è vero che 25-30 anni fa i corsi erano pieni di persone e ora si sono svuotati. Di chi la colpa? Viene il sospetto che le politiche di chi c’è sempre stato non abbiano funzionato. Colpa loro o di chi non si è fatto mai avanti? Non si può accettare che la nuova generazione della politica sia il deserto, come il sabato sera nel centro cittadino. È ora che i maceratesi decidano che città vogliono essere, se un ricordo di com’era o un capoluogo che punta a tornare vivo e ad avere un peso.

 

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