Relatori e organizzatori del convegno “Combatti la dipendenza, non il gioco”
Convegno sul gioco d’azzardo, in sala giunta si parla di ludopatia, ma l’impostazione dell’iniziativa viene criticata dal Pd. Si intitolava “Combatti la dipendenza, non il gioco” il convegno patrocinato dall’amministrazione al quale è intervenuto l’ex candidato sindaco Vinicio Morgoni in qualità di presidente Federcentri e che ha visto ospite il presidente associazione esercenti giochi pubblici Gianfranco Cavaliere. L’intervento del presidente Kunsumer Federico Premuti ha sottolineato il problema sociale della dipendenza da gioco che danneggia non solo il giocatore ma anche le famiglie coinvolte, e l’associazione ha messo a disposizione in diversi città italiane e di recente anche a Civitanova uno sportello, presso cui il giocatore patologico può rivolgersi in totale anonimato attraverso colloqui informali con psicologi.
Ma al centro della polemica sono finite le parole dell’assessore Barbara Capponi che ha presenziato l’iniziativa: «L’amministrazione, sensibile alla problematica, ha regolamentato gli orari delle sale giochi – ha detto la Capponi – che sono regolari attività economiche in cui ciascuno deve assumersi le responsabilità inerenti le proprie pertinenze». Presenti anche il presidente della commissione turismo e cultura Gianluca Crocetti di Io Apro Rinascimento Sgarbi, il commissario cittadino Igori Pettinelli e e l’avvocatessa Siria Carella entrambi di Fratelli d’Italia.
Giulio Silenzi
«Gravissime le dichiarazioni dell’assessore Capponi e il titolo del convegno organizzato da Gianluca Crocetti relativo al gioco d’azzardo. Se infatti la giunta Ciarapica prima edizione cercava di non intralciare troppo gli affari di casinò e sale giochi, la giunta Ciarapica seconda edizione riesce addirittura a fare di peggio nel tentativo di sdoganare il gioco d’azzardo trovando una giustificazione ad esso – tuona Giulio Silenzi del PD – solo questo infatti può essere il senso di un convegno che già nel titolo presenta le proprie abiette intenzioni: “Combatti la dipendenza, non il gioco”. E se dal punto di vista sanitario la frase è un’eresia, anche dal punto di vista logico appare un assurdo. Come dire “combatti la tossicodipendenza, non la droga”. Ancora più illogico poi il coinvolgimento dell’assessore Capponi che dovrebbe tutelare minoranze e fragili e si ritrova invece quasi a colpevolizzarli con una dichiarazione che denota un’agghiacciante noncuranza. Proprio lei paladina della vita e della città con l’infanzia che sbandiera ovunque si ritrova a dire che “ciascuno deve assumersi le responsabilità inerenti le proprie pertinenze”».
«Parole ponziopilatesche e inaccettabili per un assessore ai servizi sociali ed educativi – continua Silenzi – E purtroppo la deriva non stupisce: probabilmente la Capponi si è ritrovata a dover fare un assist al “fratello” di lista Igor Pettinelli, commissario Fdi di Civitanova ma anche esperto di sale giochi. Ma del resto questa è la stessa amministrazione che ha inaugurato alla presenza di esponenti nazionali di sale che dovevano essere destinare al gioco e per le quali ci sono state sentenze contrarie del Tar e del Consiglio di Stato. La stessa che non ha mai ritirato una delibera illegittima (sulle distanze necessarie da rispettare per aprire una sala slot) così come è stata definita da due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato e che si fa beffe del consiglio comunale non avendo mai portato in discussione per 5 anni il regolamento a contrasto della ludopatia. E ora si cerca addirittura di far digerire il gioco d’azzardo colpevolizzando il giocatore e avallando l’idea che una giocata ogni tanto non rende dipendenti, tutto questo nella città che brucia 31 milioni di euro in giocate e risulta al primo posto nelle Marche e tra i primi in Italia».
(l. b.)
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Se la Capponi avesse marito e figli che gli rubano lo stipendio per giocarselo, bere o drogarcisi, eviterebbe la solita incurante approssimazione e superficialità che da sempre è suo pane quotidiano. ( Basta ricordarsi la vicenda legata alle mense scolastiche e sarebbe già tanta roba). Detto ciò, ognuno è libero di fare quello che gli pare ma senza coinvolgere chi senza alcuna colpa ne subisce le conseguenze con annessi e connessi. Poi se ne vogliamo fare un discorso politico ho come l’impressione che qualcuno a Civitanova venderebbe pure l’anima se qualcuno gliela comprasse ad un prezzo ragionevole. Naturalmente il dubitativo è del tutto sarcastico. Comunque è un tema difficile da affrontare e con così tante sfaccettature e parentele più o meno disastrose impossibili da valutare con un commento e che purtroppo solo “chi conosce, sa”.
…”come dire combatti la tossicodipendenza, non la droga”, dice l’esponente dem, ed infatti la sinistra vorrebbe liberalizzare le droghe leggere, ohibò!!! Comunque, il “gioco” può anche essere una partita a briscola con gli amici, non deve essere per forza inteso come gioco d’azzardo… gv