Il consiglio comunale di Macerata
di Luca Patrassi
Lunare la seconda giornata di Consiglio comunale a Macerata. Assente il sindaco Sandro Parcaroli, per via di un impegno istituzionale a Camerino sul fronte della ricostruzione post sisma, la discussione oggi è andata avanti su una serie di argomenti già affrontati in un passato anche recente. In gergo agonistico le si definirebbero “ripetute” per definire la preparazione, solo che a lungo andare le ripetute senza gara tolgono un po’ di interesse all’argomento. Si sono discussi l’ordine del giorno di Stefania Monteverde sui musei gratuiti per gli studenti maceratesi e sull’attenzione per i beni culturali, l’atto a firma David Miliozzi sul museo Dante Ferretti, poi la richiesta di Alberto Cicarè di una road map della città per il taglio dei fattori che producono inquinamento ambientale.
Katiuscia Cassetta
L’assessore Katiuscia Cassetta ha ribadito il concetto che si è stancata di sentire le lezioni di presunta superiorità del centrosinistra sulle politiche culturali suscitando l’ira dell’opposizione. Sul fronte dei biglietti gratuiti Cassetta ha semplicemente osservato che «la società di gestione è stata autorizzata dalla precedente amministrazione ad essere autonoma su questo tema e la possibilità in capo all’attuale amministrazione è solo quella di sollecitare su alcuni temi, senza nessuna possibilità di intervento diretto sulle politiche economiche della stessa. Lavoriamo però a stretto contatto con la società Sistema Museo perché i musei possano entrare sempre più nella quotidianità della vita di tutta la città e i dati degli ingressi e il numero di eventi organizzati a Palazzo Buonaccorsi di questa estate dimostrano tale direzione. Da maggio a settembre, ci sono state più di 21.000 presenze nei vari spazi della rete polo museale della città. Ad oggi sappiamo che il problema delle scuole non è il costo del biglietto ma le questioni legate al Green Pass e ai controlli necessari per ogni spostamento a cui poi devono essere sottoposti gli studenti».
Quanto alla questione Ferretti, l’assessore, nel rispondere a Miliozzi, ha osservato: «La fama ed importanza del Maestro Ferretti credo sia nota a tutti noi e non è necessario che ogni volta il dottor Miliozzi esca sulla stampa e torni a ricordalo alla città. Questa amministrazione ha riconosciuto subito l’importanza di un progetto di valorizzazione della figura del Maestro e in tale ottica ha da subito contattato e incontrato il Maestro più volte».
Alberto Cicarè
Sulle scelte di campo per il clima il dibattito è stato surreale: Cicarè schierato nel chiedere azioni concrete e l’assessore Laviano a sottolineare alcune presunte contraddizioni dei “gretini”, dal consumo di materiali per le nuove tecnologie al fatto che lo stesso Cicarè non offre il buon esempio presentandosi in aula con un pc che consuma energia: «Se abbassassimo di tre gradi la temperatura dei riscaldamenti, poi dovremmo acquistare le coperte di lana sopravvissana per riscaldarci ma quelle pecore non ci sono più» ha detto ironicamente l’assessore Laviano ma la risposta di Cicarè è stata immediata: «Prendo atto del livello, magari la mia proposta avrebbe suscitato un dibattito più elevato nel corso di una partita a carte al bar». Un gioco dialettico che è andato avanti per ore con il solito storico rituale: mozioni e ordini del giorno bocciati a colpi di maggioranza. Anzi, una novità c’è stata: la maggioranza ha presentato un emendamento sulla mozione presentata da Cicarè, ovviamente mutilandola. La “mozione Cicarè” è stata approvata.
Andrea Periticarari
Poi l’intervento di Andrea Perticarari che ha chiesto di organizzare un festival del cinema in città suscitando il grande interesse dell’assessore Riccardo Sacchi ma «proposta non accoglibile per motivi formali». Passano gli anni, le storie si ripetono a protagonisti invertiti. L’ex assessore allo spettacolo della giunta Menghi propose di realizzare un festival del cinema suscitando l’insurrezione del centrosinistra, in particolare degli antenati del Pd: chi era quell’assessore? Dante Ferretti. Infine la mozione “fascismo, antifascismo ed emergenze democratiche”, illustrata dal capogruppo di Fratelli d’Italia Pierfrancesco Castiglioni, sull’esigenza di condannare la violenza a prescindere dalla colorazione politica dei responsabili con attacco al vicesegretario nazionale del Pd che aveva detto che «Fdi si colloca al di fuori dell’arco costituzionale». Posizione accolta e sostenuta dall’assessore Sacchi a nome della giunta, dai consiglieri di maggioranza Lorella Benedetti, Claudio Carbonari e Aldo Alessandrini, posizione contestata per l’opposizione dai consiglieri Alberto Cicarè, Stefania Monteverde, Narciso Ricotta e Ninfa Contigiani. La mozione Castiglioni è stata approvata con i voti della maggioranza.
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Noto, senza stupore, che il “dibattito” è vivo e fecondo, si potrebbe dire, ironicamente, “alternativo”. Condivido la tesi di fondo della Cassetta, sul tema della superiorità o meno, della parti in causa. Per parti, intendo, “partiti”. Mi accorgo, tuttavia, che il termine che uso “Partito” è inappropriato.A mio umilissimo avviso, “partito” è il participio passato del verbo “partire”. Infatti sono “partiti” i Partiti. Chi “regge” il Teatro è l’Economia e le forze “ausiliarie”: imbonitori, visagisti, attori, virologi, “esperti” e via sbadigliando. Una atroce galleria. Il resto, dico del dibattitto, è una “battaglia tra rane e topi” ampiamente anticipata da Leopardi nella sua Batracomiomachia. Quanto ai giornali, sempre lui, l’Autore “infinito” avvertiva contro la “funesta voce delle Gazzette”. Condivido pienamente la proposta di Perticarari ( e non sono ironico).
Politiche culturali ecco la politica(una donna magistrato eletta in parlamento ma maturando i benefici pensionistici da magistrato adesso si prende 15.000 euro di pensione al mese e questo non e’ un caso isolato) poi non ci sono le risorse per le pensioni ma per favore andate tutti e sottolineo tutti a quel p…e.Nella vita ci vuole coerenza sennò e’ tutto inutile.
E basta con questo fascismo! Tolta buona parte se non tutta la Lega Salvini e referenti, tutti i Fratelli d’Italia, i vari gruppuscoli tipo Casa Pound e Forza Nuova et eccetera, eccetera et ancora eccetera, dove li trovi più. Sarebbe più appassionante la caccia ai comunisti, ma non in Italia dove non ci sono mai stati a parte qualche burlone al grido ” A da rvenì Baffò (detto dialettale locale” per cui la Russia era lontana e non avrebbe mai incitato il suo ritorno se ci fosse stato)”. Ce n’erano e ci sono ancora partiti che avevano comunista come appendice al nominativo, ma quando mai hanno avuto a che fare con il comunismo di Stalin o di Pol Pot. In Italia pure il comunismo è diventato ” dieta mediterranea”. Salutare, soprattutto per chi cercava dignità. E’ stata nei decenni, un vero toccasana per gli operai e causa di ulcere e splenomegalie epatiche per i padroni i quali attualmente sono ritornati di moda. Non vorrete chiamare comunista qualche romanticone ammiratore del Che o del Castro? Sarebbe ridicolo. Diciamo che c’erano partiti che avevano la parola comunista nella dominazione, ma sono quasi tutti spariti. In chi è rimasta rimane il ricordo di quelle idee, che univano a fin di bene . Uno in particolare chiamato Pci ha avuto una trasformazione genetica a forza di essere contaminato dai vari Occhetto o D’Alema. Adesso si chiama Pd, dove la “d” finche non starà per “derenzenziato” dovrebbe avere qualche problema con il riflettente. Ricordo solo a fin di conoscenza che Morgoni e Silenzi, ad esempio, soro renziani della prima ora e che quindi non dovrebbe rimanere difficile ragionarci sopra. Non sono dell’ultima ora ma per sapere la distinzione , non lambiccatevi troppo. La Cina, Corea del Nord o chi sa dove… andate là e se trovate un leninista, fatemi un fischio.
Questa nuova amministrazione Maceratese non e’ fascista.