Lo Sferisterio stasera si è tinto di giallo
di Luca Patrassi
Il suo “Lo Sferisterio a Macerata e l’avventura dei cento consorti” pubblicato lo scorso anno da Ev è un libro da leggere, scritto per chi non conosce Macerata e per chi conoscendola vuol capire qualcosa in più della sua storia recente, dei suoi personaggi: dare voce oggi alla scrittrice maceratese, di parto garganico, Lucia Tancredi è un obbligo, stante il vespaio di polemiche, ed anche di irritazione, suscitato dall’intervento dell’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi che ha bollato l’operazione dei cento consorti alla stregua di una speculazione edilizia.
Lucia Tancredi
«Confesso – osserva Lucia Tancredi – che a volte faccio fatica a capire certi architetti quando costruiscono chiese a forma di damigiana o tinelli come sale operatorie. Non capisco l’architetto Silvano Iommi, assessore all’Urbanistica a Macerata, che con le sue compite ricerche d’archivio vuole dare dello Sferisterio un’immagine impiegatizia, traffichina, maceratesina: è stata tutta una speculazione, quel gran genio di Aleandri andrebbe sostituito con almeno qualche ingegnere, la “storiella” dei Consorti benefattori è “caramellosa”, tanto che “ non se ne può più”. A questa “storia caramellosa”, che è il vanto di Macerata, lui ne suggerisce un’altra talmente ristretta e meschina che mi chiedo a chi possa interessare. Mi permetto di suggerire che gli architetti dovrebbero progettare e costruire, raccontare storie richiede ben altre professionalità». La visione di Macerata dei cento consorti secondo Lucia Tancredi: «Se l’architetto Iommi nei suoi studi non è riuscito a vedere una Macerata ottocentesca audace, generosa, capace di credere in un ideale di cittadinanza attiva e condivisa, di costruire opere imperiture e magnifiche – non certo i parcheggi – come direbbe Montaigne, tutto questo è “un vizio del suo gusto”. L’avventura dei Cento Consorti dello Sferisterio, come ho scritto nel mio ultimo libro, frutto di studi e ricerche, non certo di fantasie, è una storia talmente esaltante da non avere bisogno di nessun verosimile letterario. Che l’assessore se ne faccia una ragione. Penso che Macerata meriti di essere raccontata e ricordata in modo più appassionato ed alto. Forse Macerata merita politici capaci di vedere oltre la breve ala del piccione pistacoppo, non solo chi la giudica col metro stretto dei propri risentimenti».
«Sferisterio, ma quali cento mecenati Fu un progetto di speculazione edilizia»
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Confesso che più di una volta sono stato tentato di replicare alle frequenti esternazioni dell’architetto ora finalmente assessore all’urbanistica Silvano Iommi. Ma da povero ingegnere prestato all’informatica non mi ritenevo in grado di confutare le dotte considerazioni dell’assessore. Ma oggi, all’ombra rassicurante della Signora Lucia Tancredi, provo a esporre il mio pensiero. La prima cosa da dire è che non è sempre necessario pontificare su qualunque argomento e se per un volta non si ha niente da dire è bene tacere. Ma con la calura estiva le fontane del maceratese sono in secca e quale miglior argomento dello Sferisterio e dei maceratesi che ce lo hanno trasmesso per fare un po’ di ‘cultura’? Nel merito non posso non condividere quanto anche argutamente scrive Lucia Tancredi e mi chiedo: anche fosse vero quanto dice l’assessore, e non lo è, a chi può interessare la descrizione di una Macerata meschina e traffichina? vogliamo proprio farci del male ? Abbiamo in casa un gioiello accompagnato da una bellissima storia e dobbiamo per forza svilirlo solo per rimanere sulla cresta dell’onda mediatica. Nel corso della storia solo pochi architetti hanno saputo raccontare belle storie oltre a far sfoggio della loro arte e il nostro assessore non sembra tra questi. Per concludere e vincere facile vorrei riprendere il pensiero di chiusura di Lucia Tancredi che meglio di me fotografa la situazione: ‘Forse Macerata merita politici capaci di vedere oltre la breve ala del piccione pistacoppo, non solo chi la giudica col metro stretto dei propri risentimenti’.
Brava Lucia Tancredi. Non s’era mai visto un assessore parlar così male della sua città. Ho già avuto modo ieri di commentare lo Iommi-pensiero e non riuscirei ad aggiungere altro alle parole di Lucia Tancredi, mille volte brava.
Personalmente non conosco né la Tancredi né l’architetto Jommi però vorrei sapere capire perché si debba credere alla Tancredi e non a Jommi o viceversa. Ognuno ha espresso la sua tesi e le smentite vanno fatte con documenti certi e non chiacchiere
Indubbiamente Lucia coglie una delle “due” sostanze, ritengo, implicite nell’intervento di Jommi. Si condivide pienamente l’esortazione alla felicità e benevolenza del “racconto” su noi stessi ( e sullo Sferisterio, dunque). Ma rimane a mio modesto avviso una esortazione, accoglibile, per carità, ma nei limiti della sua funzione. Ma mi pare di aver letto che Silvano si fosse “concentrato” su una questione diversa, statutaria. Lui ha analizzato “l’impresa” degli antichi consorti e la “meccanica” romana ( il Papa di quei tempi, attraverso il suoi Delegati). Diversa è, allora, la storia della Società di impresa. Quanto all’impresa, non essendo io uno storico e non avendo le fonti mi limito a chiarire che, ai tempi in cui governava Anna Menghi ed io ero Presidente della Commissione Cultura del Comune di Macerata, furono scovati dei forti “buchi” di Bilancio. Il Comune e la Provincia ( in qualità di cosi) decisero allora e “ob torto collo” di fare due ingenti mutui. Agli atti, ovviamente sono a disposizione di tutti. Inoltre, più vicini a noi, sempre come consigliere comunale, l’intero Consiglio decise e votò ( all’unanimità) di modificare l’attuale Statuto della Associazione Arena Sferisterio per mutarla in Fondazione. Non si seppe più nulla. Vi è qualche “riverbero” cartaceo. Questo per dire che l’Imperatore Costantino, si diceva, avesse “donato” alla Chiesa tante cose. Ci volle del tempo. Fu Lorenzo Valla a scoprire la frode ( filologicamente). L’unica cosa certa è che Costantino fece uccidere la moglie. Il “racconto” ha troppo spesso la prevalenza sugli atti. Forse un “aperitivo” del politicamente corretto?
…consorti agrari… se lo juventino Leopardi definiva i recanatesi ”gente zotica, vil, cui nomi strani, e spesso argomento di riso e di trastullo son dottrina e saper”, difficile immaginare una sostanziale diversità nei maceratesi dell’epoca…
Leopardi definì borgo selvaggio Recanati,piena di gente zotica,magari finendo per dichiarare,poi, i recanatesi peggiori, migliori dei romani,ma anche il padre Monaldo era recanatese,eppure fondò la biblioteca per offrire ai suoi concittadini occasione di cultura:ecco il mecenatismo dell’epoca.La stessa motivazione per la costruzione coeva del Teatro Persiani ad opera di Condomini.Era il clima dei tempi e Macerata non stava sulla luna.Nelle iniziative come lo Sferisterio,una costruzione da realizzare ovviamente sopra un terreno,logico il coinvolgimento di interessi materiali,dai proprietari del terreno edificabile,alle imprese di costruzione ed oggi si potrebbe arrivare agevolmente alla conclusione che agli stessi debba risalire la realizzazione dell’opera,mentre stento a credere altrettanto per iniziative come quella.
Quando si guarda La Storia con gli occhi del presente sono sempre in agguato due errori, diametralmente opposti: la sua “idealizzazione” ovvero la sua “attualizzazione”.
Sempre a pensare al passato! Ora ci sono I Nuovi 100 Mecenati. Ed è stata solo una lista traditrice probabilmente sfuggita all’anonimato di cui i presenti, compresi raffinatissimi amanti del Bel Canto avrebbero voluto sicuramente farne a meno ma sfortunatamente si è incastrata, tanto da costringere i redattori a pubblicarla. Purtroppo a malincuore e con profondo disappunto, ognuno ha potuto sapere nome e cognome dei benefattori che nell’ombra volevano aiutare fisicamente o è meglio dire economicamente la stagione lirica ed oltre. Certo che con centomila euro, oggi nel campo che stiamo sfiorando ci fai ben poco, nemmeno ci paghi un gran direttore con importante orchestra a presso e il tutto si risolve sempre con grandi contributi dalle solite opere pie come ministeri e così via. Però la prossima volta: che si rispetti la volontà di non apparire. Si parla d’arte non di finanziare la prossima fiera del bestiame. Eh che diamine, un po’ di privacy.
Segue lista completa dei cento mecenati e filantropi che amano scaricare amore verso il prossimo, soddisfacendo la loro disposizione alla bontà sommergendolo sotto qualche metro di ipocrisia ma rivolta sempre al bene loro.
https://www.cronachemaceratesi.it/2017/07/21/sferisterio-ecco-i-100-mecenati/990585/
Il problema è. Perché un assessore del Comune di Macerata deve assumere una posizione pubblica che, magari al di là delle sue intenzioni, finisce inevitabilmente per svilire o ridimensionare quello che è oggi il maggiore patrimonio culturale della nostra città ? Lo immaginiamo alla prossima visita allo Sferisterio di una delegazione straniera. “Stupendo” “Si però fu solo una opera di rigenerazione urbana ed i consorti ebbero pure delle beghe legali fra di loro…..” Auguro all’Arch. Jommi di ritornare prima o poi al suo ruolo di studioso e polemista (che evidentemente lo attrae) ma nel frattempo si concentri sul suo compito di valorizzare al meglio le ricchezze della nostra città
A quanto si è potuto leggere, l’Arch. Iommi ha supportato il proprio intervento con precisi riscontri documentari, mentre non altrettanto può dirsi per i suoi detrattori, con le ovvie conseguenze da trarsi – salvo future e comprovate emergenze – in punto di attendibilità/pregio dei rispettivi pensieri.
D’altronde è stata proprio la scrittrice Tancredi – evidentemente trascinata dalla propria vis polemica – a tracciare il netto discrimen tra i rispettivi ambiti operativi allorquando ha dichiarato “raccontare storie richiede ben altre professionalità”. Professionalità che, verosimilmente, possiede la medesima Tancredi ed in cui eccelle Dan Brown, ma da qui a sostenere che il Codice Da Vinci – ancorché di godibilissima lettura – rappresenti un fedele resoconto storico della Chiesa cattolica direi che ce ne corre … Non può quindi essere screditato l’Arch. Iommi per il solo fatto di aver lumeggiato alcuni accadimenti del passato oggettivamente meno ‘caramellosi’ di quanto invece sarebbe risultato gradito ai più, con buona pace anche di Montaigne …
Ma tu guarda, a volte, in quali sacche va a nascondersi l’orgoglio maceratese! E perchè, mi rivolgo alla prof. Lucia Tancredi, tanto orgoglio a difesa dello Sferisterio non l’ha tirato fuori con la stessa veemenza sui giornali una decina d’anni fa, quando i politici di allora- la classe dirigente locale del PD, quelli del Comune, della Provincia e fin su alla Regione, tutti dello stesso colore politico diverso dall’attuale- erano lì lì a cedere il Teatro Lirico di eccellenza maceratese ad Ancona, Jesi, Pesaro, che ci è mancato un soffio ? Che ci siamo già scordati della famosa ” Rete dei teatri lirici” per liberarsi dell’incombenza della costosa eredità dei Cento Consorti dal bilancio comunale? Abbiamo la memoria così tanto corta? Che , solo io ricordo il “traghettatore” Renato Pasqualetti tutto intento a far proseliti per dirottare verso altri lidi il nostro Teatro Lirico, con tutta la sua storia dietro e tutto quanto lei ora vanta? E si, perchè questa sua immagine letteraria tanto suggestiva del piccione pistacoppo dall’ala breve, lei non immagina quanto le si addica ora per allora! E io posso permettermelo, a differenza sua, perchè anche senza alcun pedigree letterario, io la mia parte la feci, e come se la feci, per cui gliela rigetto tutta addosso,l’immagine, in quanto lei allora non disse niente, non fece niente per evitare: da perfetta pistacoppa dall’ala breve.Anche lei, sì, Lucia Tancredi, e con lei tutti quanti i piccati di oggi di fronte un’esternazione dell’Assessore Iommi che lascia il tempo che trova, che nulla toglie al valore sociale, storico, architettonico, monumentale, anche qualora Iommi avesse portato in luce i poco nobili intenti alla base della sua costruzione. Cosa cambia? Una roba da settimanale Chi,ma che diventa un caso provinciale tale da scomodare certa élite locale.Una roba, come dire, Villa Adriana eccessiva perchè l’Imperatore era megalomane. E tanto piacere! ci resta però Villa Adriana. E con lei, Tancredi, sotto l’ala corta del piccione pistacoppo, a farle compagnia tutti quelli che 10 anni fa non fecero niente per impedire la fine dello Sferisterio, compresi gli eredi dei 100 Consorti. Chi li ha mai sentiti, allora, sui giornali difendere con le unghie e coi denti lo Sferisterio dalle grinfie di Ancona e Pesaro, come invece feci io, una perfetta signor nessuno senza interessi di parte e quant’altro. Questi sono i fatti, cara professoressa e scrittrice. Se ne faccia lei una ragione. Intervenga quando è il momento decisivo in ogni questione che le sta a cuore e ritiene importante, ché a posteriori son buoni tutti a difendere le cause vincenti.
Ciò detto, se lo Sferisterio è ancora vivo e attivo lo si deve a Romano Carancini, che seppur ai tempi supplementari, tra il 2011 e 2012 seppe cogliere ogni spunto e segnale positivo proveniente dalla società civile tale da rivoltare tutto a favore di Macerata e coi buoni risultati che in seguito ci sono stati. Certo è, che se fosse stato per certa èlite maceratese quale lei rappresenta egregiamente…alle Muse o a Pesaro andavamo ora a sentire l’Opera! Ciò che veramente è caramelloso è dover sentire certe prese di posizione ADESSO.
Brava Tamara Moroni. Non conosco i fatti e quindi non posso esprimere alcun giudizio, però due cose del tuo intervento mi piacciono:
1. l’aver messo i “piedi nel piatto”
2. una certa malcelata insofferenza verso quella che una volta si chiamava “la gauche au caviard”.
Brava Tamara tutto condivisibile e da sottoscrivere pienamente
Qualcuno da meriti a Carancini!Non ci posso credere!