di Luca Patrassi
Tifoso ed amante del calcio sì, ma anche imprenditore e titolare dalla Agrotecnica di Piediripa: Giovanni Orlandi, presidente dell’associazione Amici della Rata, interviene sul dopo Canil a Macerata. Sorpreso? «La scelta del presidente Canil – osserva Orlandi – è sicuramente stata una scelta imprenditoriale. Da questo punto di vista, la città di Ancona, certamente, può offrire prospettive diverse e più interessanti rispetto a Macerata. Quindi una scelta legittima e comprensibile. Non sta a me giudicare il comportamento tenuto nella trattativa. Penso che i programmi siano di allestire una squadra che punti alla serie B. Tutto ciò oramai, fa parte del passato ed è importante guardare al futuro». Amarezza per la scelta o se l’aspettava? «La mattinata nella quale si è diffusa la notizia della scelta del Matelica, ho ricevuto un messaggio da parte di un amico tifoso che evidenziava di avermi visto sempre scettico riguardo alla positiva conclusione della trattativa e indulgente nei confronti dell’attuale Maceratese. Ciò è vero in quanto il presidente del Matelica non aveva mai veramente manifestato un forte interesse per l’approdo a Macerata e, forse, non indulgente ma riconoscente nei confronti del presidente della Maceratese Crocioni il quale è stato l’unico, dopo l’anno di stop forzato del calcio a Macerata, a rendersi disponibile ad assumersi oneri ed onori per far ripartire la squadra biancorossa, sottolineerei l’unico».
Come si riparte con il calcio a Macerata? «Dobbiamo ripartire da dove tutto, forse, si è interrotto ossia dalla denominazione SS Maceratese 1922, dalle nostre maglie a strisce verticali biancorosse, dal nostro ovale che richiama, con la macina al suo interno, l’operosità dei maceratesi e dalla nostra casa l’Helvia Recina». Si è parlato molto, più o meno a proposito, di settori giovanili. «Dobbiamo ripartire uniti da queste radici e da questi valori comuni che gli istruttori delle scuole calcio, giustappunto per parlare di giovani, dovrebbero insegnare prima di qualsiasi altra cosa: il senso di appartenenza, il rispetto della maglia e dei simboli. Perciò senza “compassi e goniometri”, dobbiamo ripartire dalla nostra città e dalle società sportive presenti in essa, l’attuale Maceratese, la Robur, nata prima della Maceratese, la Cluentina, la Vigor, l’Atletico Macerata, la più giovane, senza dimenticare il calcio femminile – in forte crescita – con una unione di intenti, attuando utili sinergie, abbandonando personalismi e coltivando solamente sane rivalità. Tutto ciò avendo ben chiaro che il percorso intrapreso dovrà onorare il prossimo futuro centenario della SS Maceratese 1922».
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Esattamente cento anni fa nel Campionato 1921-22, quello dello scisma delle grandi squadre che uscirono dalla FIGC per dare luogo alla CCI, parteciparono alla 1° divisione Lega Sud Marche girone A ben tre squadre di Macerata: Helvia Recina, Macerata e Virtus Macerata. La classifica: HR punti 8, MC punti 4 e V.MC punti 0. Si qualificarono al 2° turno l’Helvia Recina ed il Macerata. Nel girone finale Marche: Anconitana punti 12, Vigor Senigallia 7, Helvia Recina 4 e Macerata 1. Per la cronaca il titolo nazionale fu vinto dalla Pro Vercelli (7°ed ultimo titolo tricolore), che aveva battuto le grandi del calcio tra cui l’Inter, la Juventus ed il Milan. L’anno successivo rientrarono tutte nella FIGC e nacque anche la MACERATESE 1922. Nel 1929-30 fu varato il Campionato a girone unico nazionale di serie A. Fu la svolta e fortuna del calcio in Italia, anche con l’inizio dei Mondiali di Calcio nel 1930 in Uruguay.