di Mauro Giustozzi
Un progetto che punta a creare un grande settore giovanile, che non esclude affatto la coesistenza di due squadre a Macerata, una in serie C e l’altra nella categoria dilettanti e che vede l’interesse di forze locali che potrebbero affiancare Mauro Canil. Ma la cui realizzazione già quest’anno deve fare i conti con una tempistica non facile da adattare alle esigenze operative dello stesso progetto. Del resto che questo sia il pallino mai nascosto dell’imprenditore veneto trapiantato nelle Marche lo ha rivelato lui stesso nei giorni scorsi, affermando, parlando di futuro «vorrei realizzare un progetto del territorio, legato soprattutto al settore giovanile. Mi piacerebbe cercare di fare qualcosa di serio e duraturo, un progetto che deve svilupparsi in quattro o cinque anni per vederne i frutti. Un progetto oltre che sportivo, anche umano e sociale, con lo scopo di formare dei ragazzi non solo tecnicamente ma anche dal punto di vista scolastico e caratteriale».
E’ stato lo stesso Canil, in un incontro organizzato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale, a cui hanno preso parte diversi imprenditori del territorio invitati, tra i quali le aziende K2, King Sport, Mediolanum, Ares Safety, Paci, ad illustrare i pilastri ed i contenuti del suo progetto che ha avuto una generale approvazione negli intenti che vuol perseguire e anche nelle modalità operative. Non si è trattato di un incontro nel quale si è concretizzato o si sono gettate le basi di qualcosa di immediato, però la disponibilità delle forze economiche imprenditoriali del territorio c’è stata anche se in realtà non si è discusso di che tipo di impegno economico sarebbe necessario per affiancare Canil in questa sua iniziativa. Che sembrerebbe essere un surplus a quanto già esiste sul territorio più che una diminuzione delle realtà esistenti. E dunque una convivenza nel capoluogo di due società calcistiche, una maggiore e rappresentativa dell’intero territorio provinciale ed una che rappresenti la città e le sue storiche radici, potrebbe non essere affatto impossibile se si riuscirà a trovare la giusta quadra ad un’operazione che nel complesso rimane comunque non semplice nella sua fattibilità.
Resta il fatto che in futuro la coesistenza di un club che possa chiamarsi Matelica-Macerata e sia la vetrina dell’intero territorio ed un altro Maceratese (targata Crocioni se vorrà proseguire questa sua esperienza) che abbia la sua dignità nei tornei che può ambire a disputare è uno scenario niente affatto impossibile da immaginare se collocato però all’interno di un percorso complessivo di ridisegno del calcio provinciale e cittadino che sia chiaro anche a livello di impiantistica e accettato da tutte le componenti. Vista la complessità dell’operazione resta il nodo dei tempi che servono per far maturare questo progetto che, se a livello federale, sono percorribili sin da subito potrebbe non esserlo nel far collimare tutte le tessere di questo puzzle. Sgombriamo il campo dall’impossibilità di cambiare subito il nome del Matelica nella prossima stagione sportiva. Questo può avvenire e c’è una tempistica precisa dettate dalle carte federali. E’ necessario fare un’istanza alla Figc entro il 15 luglio per modificare il nome del club che è iscritto alla Lega Pro, pur restando iscritta come matricola quella del Matelica. Dunque per questo i tempi ci sarebbero tutti, così come non è necessario che la sede sociale del club sia spostata da quella attuale. Lo si potrebbe fare entro quella stessa data ma la situazione potrebbe restare così com’è, pur modificando la denominazione della squadra, o si potrebbe mantenere la sede sociale a Matelica ed aprire una sede operativa a Macerata. Questo è consentito dalla Federazione.
L’altro aspetto che invece dovrà essere affrontato dal Comune di Macerata, proprietario dell’impianto, è l’agibilità dello stadio Helvia Recina per la prossima stagione di serie C che il Matelica o Matelica-Macerata che sia dovesse disputare nel capoluogo. Nel campionato appena concluso il club del patron Canil ha usufruito di una deroga concessa alle squadre neo promosse per quanto riguarda l’adeguamento dello stadio per ciò che concerne la presenza dei seggiolini nell’impianto. Tanto che l’amministrazione Parcaroli la scorsa primavera ha posizionato 350 seggiolini in tribuna centrale che però non sono sufficienti in vista del prossimo campionato. Il Matelica, non potendo più sfruttare la deroga da neo promossa, per giocare all’Helvia Recina avrà bisogno di un impianto che abbia le sedute sui due lati lunghi dello stadio, mentre non è necessario installare seggiolini nella Curva Just. Lo stadio ha una capienza complessiva omologata di 4.197 posti suddivisa in quattro settori: tribuna tifosi locali (1.526 posti), gradinata tifosi locali (posti 1.020), gradinata tifosi ospiti(1.017 posti), curva tifosi locali (634 posti). Questo significa che per poter ospitare gli incontri casalinghi di serie C o si installano 3213 seggiolini (calcolo che esclude i 350 già montati ed i 634 non necessari in curva) o si devono chiudere interi settori come ad esempio le gradinate o parte di esse agli spettatori. Fermo restando che l’impianto deve mantenere una capienza minima per la serie C di 1500 spettatori.
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Stiamo arrivando probabilmente al traguardo della fusione con il Matelica.