Risto Cekovski con la sua famiglia: la moglie Sonja, il figlio Martin, la figlia Meri e il compagno di quest’ultima
di Giovanni De Franceschi
«Siamo distrutti e vogliamo sia fatta giustizia per mio padre e per scoprire la verità. Perché lui non aveva nessuna patologia prima del Covid ed è morto dopo una trasfusione di plasma». Sono le parole di Meri Cekovska, 24 anni, figlia di Risto Cekovski, il 52enne di San Severino morto sabato al Covid center di Civitanova. I familiari vogliono vederci chiaro sulla morte dell’uomo e hanno già fatto richiesta delle cartelle cliniche, perché ritengono che si sarebbe potuto salvare.
Risto Cekovski sorridente dal modulo 2 del Covid Center
«Tutto è iniziato il 22 febbraio – racconta la ragazza – quando mio fratello Martin è stato portato in pronto soccorso perché gli mancava il respiro. Dopo un’ora di visita, mentre lui nel frattempo andava diverse volte al bagno per problemi addominali e sangue nelle feci, l’hanno dimesso dicendo che erano solo attacchi di panico. Ma non gli hanno fatto nessun tampone. Dopo un paio di giorni, i dolori addominali sono ripresi e così è arrivata l’ambulanza a casa. E’ stato sottoposto a un test rapido ed è risultato negativo, quindi l’hanno trasferito all’ospedale di Camerino. Qui è stato sottoposto a tampone ed è risultato positivo. Da lì è stato in isolamento in camera sua, ma nel frattempo si erano infettati tutti a casa». Il ragazzo, 29 anni, vive a casa con i suoi a San Severino, suo padre Risto, la madre Sonjia, la moglie Ivana e il loro bimbo. Mentre Meri vive a Matelica con il suo compagno. Tutti contagiati i familiari che erano entrati in contatto con il ragazzo. Cosa che si sarebbe potuta evitare, secondo la 24enne, se solo a Camerino gli avessero fatto il tampone. «Dopo qualche giorno arrivano i primi sintomi leggeri – continua Meri Cekovska – e mio padre inizia con tosse e febbre. Abbiamo visto che aveva una saturazione di 88, quindi abbiamo chiamato l’ambulanza ed è stato trasferito al pronto soccorso di Camerino. Qui c’è rimasto tre giorni prima di essere nuovamente trasferito, questa al Covid center di Civitanova». Ed è qui che è morto nel giro di quattro giorni. «E’ stato complicatissimo scoprire in che modulo era stato messo – aggiunge la figlia – mi hanno rimpallato da un telefono all’altro per ore. Alla fine siamo riusciti a sapere che stava nel modulo 2 e siamo riusciti a fare un videochiamata: era vigile, parlava, poteva muoversi. Per tre giorni non è stato né intubato, né in rianimazione. Aveva solo il casco, che ogni tanto gli veniva tolto. Lo sentivamo regolarmente, e anche i medici ci dicevano che stava migliorando».
Risto Cekovski con la moglie Sonja
Poi sabato scorso, il 13 marzo, l’ultimo giorno di ricovero. «Come ogni mattina – spiega la ragazza – verso le 9 l’ho sentito, stava bene, era contento, gli avevano anche fatto la barba e ci hanno detto che dovevamo portargli i vestiti di ricambio. Alle 12 sento la dottoressa e mi dice che gli hanno fatto la trasfusione del plasma e che molto probabilmente ha un’embolia polmonare in corso. Mi dice che è normale e che non devo preoccuparmi. Il pomeriggio richiamo per sapere l’esito della Tac ai polmoni e mi dicono che l’embolia è confermata e che molto probabilmente era dovuta alla trasfusione di plasma. Così come sempre verso le 19 provo a sentire mio padre al suo cellulare, ma non risponde nessuno. Riprovo dopo un’ora, ma niente. Alla fine rispondono al cellulare di mio padre e mi dicono che aveva avuto un arresto cardiaco ed era morto. Era morto alle 18,40 e nessuno ci aveva detto niente. Mio fratello è svenuto sarebbero neanche venuti a prenderlo con l’ambulanza se non fosse stato per i carabinieri. Ora è ricoverato in psichiatria. Mio padre invece non ce lo ridarà nessuno. Ma vogliamo giustizia, perché non aveva nessuna patologia e secondo tutti le sue condizioni stavano migliorando. Vogliamo sapere se è stato sbagliato qualcosa con la trasfusione, se l’embolia poteva essere evitata o curata».
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L'embolia polmonare potrebbe essere una delle complicanze comuni del CoVid stesso, in quanto favorisce la formazione di trombi come già citato in letteratura. Comunque la famiglia fa bene a volerci vedere chiaro per capire se è stato fatto il possibile. Faccio le mie condoglianze alla famiglia.
Troppi morti che stavano bene Ma che cavolo sta succedendo? In questo periodo c'è da aver paura a finire in ospedale.
Gianni Ascenzi non solo in questo periodo
Fatelo subito...anche a me è capitata la stessa cosa con mio padre...meglio morire a casa che in mano a gente che non sa nemmeno cosa sia una tachipirina...ci vorranno anni ma voglio avere giustizia per mio padre..così deve essere per il tuo..
Leggendo l'articolo posso dire una cosa. Mio padre, nel 2019, quindi in tempi non sospetti, ha avuto lo stesso identico problema: embolia polmonare in seguito a trasfusione. Papà aveva la bpco (bronco pneumopatia cronica ostruttiva) quindi polmoni in affanno. Quella trasfusione era andata giù troppo veloce e con i polmoni in affanno e il cuore con i suoi problemi ha avuto questa cosa. Fortunatamente è stato preso in tempo, in quel caso. Mi viene da pensare che con una polmonite causata dal covid ha avuto lo stesso problema. Mi unisco al dolore della famiglia.
Onestamente mi pare poco credibile che sia successo con del plasma. Gia sarebbe difficile con il sangue. Ma con il plasma? Sicuramente ci sarà un'altra spiegazione
Che brutta storia
Quindi non sarebbe morto di covid.... ma per embolia....
Claudio Finocchi perché la maggior parte dei "morti di covid" sono morti per il covid?? Al massimo con covid..
Francesca Matteucci La zia di mia moglie aveva problemi di polmoni da anni..ha preso il covid (che se nn avesse preso nn sarebbe morta)ed è morta.... Qui invece nn c'entra nulla il covid...embolia da trasfusione
Claudio Finocchi l'embolia è una conseguenza del covid, evitiamo di fare sciacallaggio.
Necessario sapere cosa è successo..e un atto di serietà e di fiducia
Fai bene condoglianze
Condoglianze alla Famiglia
R.I.P.
R i p
Mi spiace tantissimo. È un vostro diritto sapere come le cose sono successe veramente. Denunciate.
veramente dobbiamo curarci in casa almeno se dobbiamo morire muoio vicino alla mia famiglia e nella mia casa io la penso cosi
Rita Agostino certo con la saturazione ad 88 ti curi a casa...
Giorgia Rossi ad una mia conoscente con saturazione 68 ancora la tengono a casa
Antonietta Vescovo sicura che è 68%? La vedo dura: con quei valori si hanno sintomi gravi, anche a livello cerebrale ...
Antonietta Vescovo basta andare al PS e dire che avevi febbre alta e ho preso tachipirina. Ti ricoverano subito. 68 di saturazione sei già quasi morto. Sicura che sia così poca?
Giorgia Rossi ho parlato con la figlia e le ho detto che è da matti tenere la madre a casa con saturazione 68.....mi ha risposto che lei sa quello che fa.... Io a mia suocera con saturazione 90/91 ho fatto mettere l'ossigeno e comunque telefonicamente con il dottore di famiglia tenevamo tutto sotto controllo poi piano piano e tornata alla normalità 95/96 noi tutti con il covid a novembre compreso mio figlio diabete T1
Roberto Batti questo è quello che mi ha detto la figlia.... Però mi viene il dubbio non è che ha letto al contrario il saturimetro? 68/98
Antonietta Vescovo lo spero sinceramente per la povera signora, perché con 68 ha poche speranze se non viene subito assistita da un medico! Lei è stata coscienziosa ad avvertirla, la figlia dovrebbe darle retta ma...
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Giusto fate bene a cercare la verità….. perché se ci sono stati degli errori….non capiti più a nessuno…. in bocca al lupo