Demos Marche ha istituito il premio “Comune Solidale” dell’anno. Nel 2020, il riconoscimento viene assegnato a Treia per l’app “Tucum” a beneficio delle famiglie in difficoltà del proprio Comune. Il premio è stato ben accolto dal sindaco Franco Capponi e dagli ideatori dell’applicazione Giandonato e Pierluca Salvia. La cerimonia di consegna avverrà nei prossimi giorni. Treia è la prima città delle Marche ad utilizzarla per promuovere la solidarietà. Grazie all’app Tucum, ispirata alla tradizione del caffè sospeso, il comune di Treia dà l’esempio «…e speriamo che sia il primo di un lungo seguito», dice la dottoressa Natalia Conestà, coordinatrice di Democrazia Solidale (Demos) per la Provincia di Macerata.
La targa del comune solidale
Il caffè sospeso è una tradizione napoletana che prevede il pagamento di una tazzina di caffè a beneficio di uno sconosciuto. Ed è proprio questa usanza tutta partenopea, ormai diffusa anche in altre città, ad aver ispirato Giandonato e Pierluca Salvia nell’ideazione di un’innovativa app chiamata Tucum, grazie alla quale l’economia di Treia è diventata a misura di persone. Il sistema è semplice: anziché donare un caffè al bar, chiunque può fare una piccola donazione tramite l’app. Tucum, il cui nome è quello di un anello in legno del Brasile usato dagli schiavi durante la colonizzazione portoghese in segno di fratellanza nella schiavitù, permette di fare donazioni digitali tramite carta di credito o prepagata. Semplicemente scaricandola, registrandosi e procedendo in pochi click con la donazione a Caritas Treia all’interno della voce “Sostieni un fondo sospeso”, che sarà destinata tramite delle apposite tessere alle persone bisognose. Le tessere a tecnologia Nfc contengono dei crediti che consentono il ritiro di prodotti e servizi nelle attività commerciali partner di Treia, convenzionate su Tucum. In questo modo, chiunque si trovi in difficoltà economica, può usufruire della tessera per fare la spesa o altri acquisti (dai medicinali alle visite mediche). Inoltre, il beneficiario si responsabilizza versando un contributo di due euro al mese a sostegno del progetto Tucum.
Treia non è l’unico comune in Italia ad aver deciso di sperimentare Tucum, diversi negozi della Puglia e della Sicilia hanno a loro volta aderito. E la speranza è che sempre più realtà prendano esempio. «Sono nati così quartieri sospesi, dove le famiglie, come da regola del buon vicinato, si prendono cura di chi non ce la fa. Anche perché può accadere a tutti», dice la Conestà, che si è messa in diretto contatto con l’ideatore Giandonato Salvia, il quale spiega che l’app è modulabile e adattabile a qualsiasi associazione voglia fare da tramite (laici, persone serie, che diventano i supervisori della realtà di una certa città). Si accreditano le tessere inviate a loro, che a loro volta sanno chi accompagnare. Non serve l’Isee, ma si guarda alla storia della persona o della famiglia, che può avere anche una difficoltà temporanea, ma che comunque non può essere lasciata indietro. Il 99% va a finalità, mentre i costi di gestione sono mediamente dell’1%. Con un metodo sicuro, dignitoso e attraverso negozi convenzionati da cui le famiglie possono ritirare ciò di cui hanno veramente bisogno. Il metodo è rapido, in quanto si può donare in un minuto, in maniera trasparente e scegliere di sostenere la disponibilità del partner. «Dona e moltiplica la tua generosità», così la Conestà ha diffuso l’idea tra altri Comuni di altre Regioni attraverso il circuito di Demos.
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Ho cercato di farmi spiegare da Tucum la dinamica del loro strumento innovativo e si sono limitati a confermarmi i vari passaggi, lasciando a me l’applicazione pratica: spero quindi di essere in grado di illustrare il meccanismo, salvo – lo spero – venir corretto da chi di competenza.
Vediamo se ho ben compreso il funzionamento di TUCUM:
– Supponiamo che a Treia vengano fatte 300 donazioni mensili a favore di TUCUM che devolverà quanto ricevuto, al netto delle proprie competenze, per il 60% attraverso 20 carte di debito da distribuire a Treia e per il restante 40% sia altrove in Italia che all’Estero;
– Supponiamo anche che le 300 donazioni mensili, rispettivamente da 2, 3,5,7,10 €uro generino quindi un contributo mensile di 1.340 €uro o annuale di 16.080 €uro;
– Abbiamo quindi quali attori di questa iniziativa: il donatore, il beneficiario, il canale bancario/finanziario, gli enti non profit che individuano i fruitori delle donazoni, i partner esercenti che erogano i prodotti e Tucum;
– Il donatore versa il suo contributo attraverso l’APP Tucum da lui istallata e collegata, faccio l’esempio più economico e calzante, ad una carta di debito Poste Pay (o altro canale bancario) che addebita 1 € a transazione. Quindi i donatori di Treia donano 16.080 €uro all’anno attraverso 3.600 donazioni, corrispondendo alle poste 3.600 €uro di commissioni;
– Tucum preleva per ogni donazione €uro 0,12, per un totale di € 432 annuali (2,7%) oltre ad emettere Tessere TUCUM che danno diritto ai beneficiari di fruire dei prodotti forniti dai esercenti accreditati. Visto che TUCUM distribuisce le donazioni sia su base nazionale che internazionale, ho supposto – a titolo di esempio – che sul totale delle donazioni il 60% ritorna sul nostro territorio treiese tramite gli enti non-profit e il rimanete 40% vengono redistribuiti altrove. A tal proposito ho stimato che circa 30 Tessere TUCUM verranno destinate a bisognosi nel territorio treiese. In tale eventualità quindi, TUCUM – oltre alle succitate commissioni di € 432/annuali, avrà anche diritto di percepire da ciascuno dei bisognosi €uro 2/mensili o € 24 annuali che, moltiplicato per 30 tessere, corrisponderanno a € 720 annuali. Quindi, a fronte di € 16.080 di donazioni, TUCUM percepirà ben €uro 1.152, ossia solamente il 7%. Non male per un organismo che gestisce una piattaforma digitale di intermediazione pura tra donatori e fruitori;
– Abbiamo poi i partner esercenti che rinunciano a parte del loro profitto a favore delle categorie meno abbienti, quindi alla pari dei donatori;
– Quanto agli enti non profit, hanno sicuramente l’importante ruolo di orientare aiuti a favore dell’affermazione dei propri ruoli e meriti, con quel consenso oggi così importante per le ragioni più svariate;
– Supponiamo ora di moltiplicare per 5.000 (degli oltre 8.000) comuni italiani ( e non escluderei che ben presto sia ANCI che Symbola si sveglino), le Tessere TUCUM potrebbero ambire ai seguenti risultati :
Donazioni totali : circa € 80.000.000
Proventi TUCUM: circa € 5.800.000
Proventi commissioni banche: circa € 18.000.000
Ora la mia domanda obbligata : Secondo voi a chi giova di più questa operazione così apparentemente solamente solidale?
Quanto allo scoraggiare il racket delle elemosine, mi permetto di dubitare che una tale sistema riesca ad annientarlo visto che (faccio un esempio calzante):
– Criminali senza scrupolo anticipano ai malcapitati il costo per il viaggio della speranza con perdita di identità (perdita fittizia del passaporto o dei diritti a questo collegati);
– I migranti vengono costretti quindi a dichiararsi sotto mentite spoglie in Italia con nomi di fantasia spesso ripresi nei permessi di soggiorno;
– I malcapitati vengono costretti a produrre un contributo minimo giornaliero in termini di elemosine e, se non lo raggiungono, vengono sottoposti a violenza fisica o atro;
– La mira dei migranti così schiavizzati diviene quindi il saldare quel debito che aumenta sempre, per poter tornare in patria con l’onore di essersi arricchiti e soprattutto dimenticando la loro identità fittizia a favore dei quella reale registrata con impronte digitali indelebili … quelle si ….
– E la storia continua all’infinito senza mai far coronare quel sogno a malcapitati che amplificano l’odio e quindi la propensione a delinquere nei nostri confronti.
E “TUCUM”, o chi per esso, appoggiati dalle più elevate istituzioni – anche ecclesiastiche – si propone ora di aiutare solo i deboli e sconfiggere il racket delle elemosine? Come? … di grazia ….
Permettetemi di dubitare, aperto a qualsiasi argomento che mi auguro che mi faccia ricredere nella mia ferma volontà di aiutare chiunque abbia bisogno … senza intermediari o interessi contrastanti tale nobile obiettivo. E concludo anche nel dubitare sul servizio di RAI UNO che attribuisce al nostro comune la leadership italiana delle iniziative solidali : non sarà che qualcuno a caso abbia bisogno di farsi perdonare qualcosa? Chissà…