«La nomina della dottoressa Corsi è il primo segno della fine del sottobosco della gestione della sanità targata Pd». Pierpaolo Borroni, nella veste di consigliere regionale, interviene per la prima volta dalla formalizzazione del nuovo ruolo e attacca Romano Carancini: «vedo che si è calato rapidamente nel ruolo di consigliere di opposizione. Per Carancini infatti, quando era in maggioranza, 6 direttori dipartimentali in servizio a Macerata e 2 a Civitanova era situazione regolare ed equilibrata. Ora solo per il fatto che il nono posto vacante è stato assegnato alla dottoressa Daniela Corsi, mosso da furore campanilistico, accusa di sottobosco chi fino a ieri portava ad esempio ovvero la direttrice Nadia Storti – sottolinea Borroni – mi preme inoltre ricordare a Carancini che dalla votazione (i votanti erano 20) è scaturita una terna di soggetti individuati come idonei a ricoprire il ruolo di capo dipartimento e che tra i votanti solo 5 erano di Civitanova. La Corsi non ha ottenuto solo preferenze di bandiera, bensì un notevole consenso vista l’evidente sproporzione dei votanti prevalentemente maceratesi. Evidentemente i colleghi della Corsi hanno valutato la professionalità. Questa nomina è invece il primo segno della fine del sottobosco della gestione della sanità del Pd, una gestione che i marchigiani hanno sonoramente bocciato. Quindi bene fa l’assessore Saltamartini a criticare la passata gestione. L’ospedale civitanovese deve essere garantito con le funzionalità consone alle esigenze della costa, l’ospedale maceratese deve essere idoneo per affrontare le esigenze del territorio che gravita intorno Macerata (anche pensando ad una nuova struttura ospedaliera) e il polo della montagna, partendo da Cingoli, Camerino e Matelica, deve essere raggiungibile a chi abita nell’entroterra. L’idea dell’ospedale unico va rimessa in discussione perché proprio la crisi Covid ci ha fatto capire che la sanità deve essere raggiungibile a tutti. La sanità deve godere di una gestione che non sia di campanile ma commisurata alle vere esigenze del territorio».
Risponde invece al sindaco Fabrizio Ciarapica il consigliere comunale Giulio Silenzi. Il primo cittadino aveva accusato il capogruppo del Pd di “sciacallaggio” aggiungendo che “se ci fosse stato lui alla guida della città non avrebbe avuto pietà per nessuno”. Parole che non sono andate giù al consigliere Silenzi che rispedisce le accuse al mittente: «chi fa sciacallaggio, in tempi di emergenza Covid, è solo Ciarapica – sostiene – la smetta con le menzogne che non è più tempo per certi mezzucci. La mia proposta è di utilizzare i soldi di Atac per distribuire gratuitamente le mascherine ai cittadini. Ciarapica in consiglio comunale ha già detto no e quindi neanche un centesimo di euro di soldi pubblici verrà usato per fornire gratuitamente alla famiglie che ne hanno bisogno, dispositivi di sicurezza. Di questo Ciarapica si deve assumere la responsabilità davanti alla città. Lui che ha girato sempre senza mascherina ostentando supponenza di fronte a chi come me glielo faceva rilevare. Patetico poi il suo tentativo di distogliere l’attenzione dalla sua incapacità amministrativa sempre mentendo e falsando, in modo ignobile come suo stile, le mie posizioni sulla Fiera Covid. Purtroppo per lui, le mie parole sono registrate e disponibili sulla rete, così come i suoi comunicati stampa o le sue dichiarazioni. Ho sempre sostenuto e sostengo che, finita l’emergenza, solo finita l’emergenza, i luoghi del Covid Fiera debbano tornare alla città e non come invece diceva Bertolaso con il plauso di Ciarapica che li voleva trasformare a fine emergenza in “un centro ospedaliero permanente”. I fatti, le cronache, la rete: tutto smentisce Ciarapica che ogni giorno che passa perde di credibilità e i civitanovesi glielo hanno dimostrato non votandolo. Lui che alla Regione a fronte del Covid fiera non si è mosso per garantirsi con atti amministrativi il finanziamento per il completamento dei due piani dell’ospedale ma ha invece richiesto 100mila euro per il Motor Day. Prima se ne va meglio è per tutta la città».
(l. b.)
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Too, qualcuno che ha ancora del sale sulla zucca, e che ha iniziato a vedere qualche problema con l’ospedale unico. Speriamo non si esaurisca subito.
Silenzi, dice ( mi par di capire) nelle ultime righe che Ciarapica si sia dato da fare più per ricevere i centomila da dare al motor show che per migliorare l’ospedale. Silenzi sa anche che è stato grazie all’organizzatore dello show che Ciarapica entrò in contatto con i palazzi alti della politica romana da dove Ciarapica si ritrovo sposato da Salvini per poi credo ripudiato e per motivi che non interessano ma che lo hanno reso ancora più ambiguo entrando in un nuovo partito seppur perdendo nonostante una campagna elettorale che manco in America.Insomma del C. sindaco, sorvoliamo, uomo… a piacere ma come politico che trama, architetta, copre ma non nasconde, che ne sappiamo?
Quindi in provincia ci dobbiamo accontentare di piccoli ospedali di livello medio-basso? Questo è la nuova direzione politica?
Se non ricordo male l’Ospedale di II livello, che è una cosa diversa dall’ospedale unico, fu una scelta condivisa dai sindaci della provincia (appartenenti ai diversi schieramenti politici). Per quanto riguarda gli insegnamenti della emergenza covid questa ci ha insegnato, a mio parere, che è la sanità che deve essere in grado di andare dai cittadini (e non viceversa quando non è indispensabile). Non a caso si parla di medicina territoriale ed Usca. Un centro di eccellenza ospedaliero provinciale non è in contraddizione con un sistema di medicina territoriale in grado di funzionare anche in situazione di emergenza.