Sisma, le ordinanze sul Cas
finiscono al Tar del Lazio

RICORSO - Il 4 agosto il tribunale valuterà la sospensiva dei provvedimenti del capo della Protezione civile Angelo Borrelli, nel mirino del comitato La Terra trema noi no che li ha definiti "discriminatori"

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Il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli

 

di Monia Orazi

Primo round nel ricorso presentato dall’associazione “La terra trema noi no” contro le ordinanze 670 e 614 che chiedono ai terremotati di certificare i requisiti per continuare a percepire il contributo di autonoma sistemazione o a risiedere nelle Sae. Il 4 agosto si discuterà di fronte alla prima sezione del Tar del Lazio l’udienza di sospensiva, in cui i giudici se accoglieranno le richieste del gruppo di avvocati che assistono l’associazione ed una sessantina di terremotati che hanno aderito, causeranno la sospensione degli effetti delle due ordinanze. Il ricorso era stato presentato in una partecipata assemblea a Camerino e depositato ad inizio luglio.

Tra i primi a segnalare le incongruenze il Comune di Visso ed alcuni terremotati, oltre alla stessa associazione che si è subito mobilitata. Di recente è intervenuta la Regione Marche, con l’assessore regionale Angelo Sciapichetti che insieme ai tecnici ha incontrato Angelo Borrelli, capo nazionale della Protezione civile, a colloquio anche con il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Il risultato è stato che si sta rivedendo quanto previsto e probabilmente Borrelli firmerà una nuova ordinanza. L’associazione “La terra trema noi no” ha definito “discriminatorie” le due ordinanze che introducono differenze nel trattamento tra terremotati. Nel mirino il fatto che chi ha acquistato casa, nel comune di residenza o limitrofo, prima del novembre 2019, data di entrata in vigore dell’ordinanza 614, perde il diritto al contributo di autonoma sistemazione, a cui è legata anche la priorità nell’esame del progetto di ricostruzione della propria casa. Chi invece ha acquistato la casa successivamente, o in comuni lontano da quello di residenza, continua a prendere un contributo forfettario del cas, per tre anni, cifra su cui in molti contavano per pagarsi il mutuo.

 

«Inaccettabile l’ordinanza sul Cas, così si fa discriminazione: faremo ricorso al Tar Lazio»



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