Addio a Maurizio Mazzanti,
“il prof” della Rata degli anni ’60
«Ha voluto essere seppellito a Macerata»

CALCIO - Aveva 83 anni, è morto nel pomeriggio per un infarto. Giocò con i biancorossi dal '57 al '67, 252 partite, 68 gol, un titolo di capocannoniere e tre campionati vinti fino alla serie C. Originario di Castel Guelfo di Bologna dove viveva, dopo il funerale le sue ceneri riposeranno nel cimitero di Macerata. Il figlio Roberto: «Qui ha vissuto gli anni più belli»
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La Maceratese di Maurizio Mazzanti

 

di Mauro Giustozzi

Con le sue giocate ed i suoi gol ha incantato per tante stagioni i tifosi della Maceratese. Ora le sue ceneri riposeranno nel cimitero di Macerata. Se ne è andato ieri nella sua Castel Guelfo di Bologna all’età di 83 anni Maurizio Mazzanti, forse il più grande calciatore che abbia mai indossato la maglia biancorossa.

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Maurizio Mazzanti con la fascia da capitano

Non a caso il collega Enrico Maria Scattolini coniò per lui il soprannome di ‘professore’ e con quello era apostrofato dai tifosi della Rata negli anni Sessanta. Un attacco cardiaco questo pomeriggio lo ha portato via all’affetto dei propri cari, la moglie Rossella ed i figli Roberto ed Anita. «Gli anni più belli della mia vita li ho trascorsi a Macerata, amava sempre ripetere mio padre –  dice il figlio Roberto – ed assieme era stata presa questa decisione di tornare nella città che lui aveva tanto amato e da cui era stato ricambiato. Lì aveva conosciuto l’affetto dei tifosi della Maceratese, lì si era sposato con la maceratese Rossella Ricci, ed in questa città siamo nati io e mia sorella Anita. Per cui, dopo i funerali che si terranno a Castel Guelfo mercoledì pomeriggio, la salma sarà cremata ed abbiamo iniziato l’iter burocratico per far sì che le sue ceneri siano trasportate nel cimitero di Macerata per essere accolte nella tomba dove riposa il nonno».

maurizio-mazzanti3-276x400Maurizio Mazzanti si è addormentato nel sonno, colpito da un attacco cardiaco che è stato il culmine di una serie di patologie che lo avevano colpito negli ultimi anni fiaccandone la salute. Ma il suo amore per la maglia biancorossa era per sempre: non mancava domenica che non chiedesse che avesse fatto la Rata, molto prima di conoscere i risultati delle partite di Juventus, Milan o Bologna. «Lo abbiamo vestito con una maglia biancorossa indosso per il suo ultimo viaggio terreno –  racconta sempre Roberto – perché la Maceratese è stata la parte più importante della sua vita. Anche una volta che è tornato a Castel Guelfo si è sempre interessato delle vicende del club biancorosso: fino a che ha potuto andava a vedere la Maceratese quando veniva a giocare da queste parti, a Forlì come a Imola o Castel San Pietro e Faenza. Poi tramite il televideo si informava del risultato. Un grande amore per la Maceratese che lo ha accompagnato prima da giocatore e poi da grande tifoso biancorosso. Ha sempre indossato con grande orgoglio questa maglia sia al campo dei Pini dove iniziò quando arrivo a Macerata e poi all’Helvia Recina. Per questo ci è parso naturale che la sua destinazione, una volta deceduto, fosse tornare dove era stato felice, amato e rispettato».  Con la squadra biancorossa Maurizio Mazzanti ha disputato 252 partite e segnato 68 gol, vincendo anche una classifica dei cannonieri in serie D con 21 gol che consentirono alla sua Maceratese di tornare in C.

maurizio-mazzanti-maceratese2-325x240Mazzanti arriva nel 1957 giovanissimo alla Maceratese che gioca in Promozione e lascerà i biancorossi nel 1967 in serie C. Mazzanti inizia la carriera giovanissimo nelle file del Bologna ed è premiato come uno dei migliori talenti in circolazione. Ma non riesce ad esordire in massima serie e viene ceduto alla Maceratese dove inizia un idillio che durerà diversi lustri. Anche con 3 campionati vinti. Tanti gli episodi che i tifosi con i capelli bianchi ricordano di questo calciatore estroso, ricco di fantasia e tecnica con un innato fiuto del gol. Il nomignolo di professore che arriva dopo una trasferta della Rata a Sassari, oppure il rigore segnato a Terni nella stagione del lungo duello col Perugia per la serie B: con le ‘fere’ in vantaggio 1-0 viene assegnato il penalty alla Maceratese e si scatena il putiferio sugli spalti, con la rete che rischia di crollare sotto la pressione dei tifosi di casa. Dopo 4 minuti si può battere il rigore e Mazzanti, con estrema tranquillità, si permette di spiazzare il portiere umbro alla sua squadra. Appese le scarpe al chiodo ha lavorato poi nell’azienda elettrica del capoluogo prima di tornare nel 1980 dove era nato. Di tanto in tanto è tornato a Macerata, così come, molti anni fa, furono i suoi compagni di un tempo, Prenna, Rega e Attili a fargli una sorpresa andandolo a trovare a Castel Guelfo in occasione di un suo compleanno. La Maceratese perde uno dei suoi più illustri calciatori di tutti i tempi. Ma siamo sicuri che Maurizio Mazzanti anche dall’alto continuerà a fare il tifo ed accompagnare i colori biancorossi su tutti i campi dove la Maceratese giocherà le sue partite.

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