Il regista di “Vulnerabile bellezza”, Manuele Mandolesi
Una storia di sopravvivenza, di legame con le proprie radici, dove una famiglia combatte da sola con e contro quella terra che tanto le ha dato e tanto le ha tolto. Il film “Vulnerabile bellezza”, diretto dal recanatese Manuele Mandolesi, vince il Globo d’oro come miglior documentario 2020. Il progetto, che si concentra sulla vita nei Sibillini (in questo caso, Ussita) dopo il dramma dei terremoti del 2016, è stato premiato dalla giura dei giornalisti italiani all’estero con la seguente motivazione: «Una piccola storia universale sulla caparbietà di donne e uomini che non accettano di rinunciare ai propri sogni, anche quando la sorte e’ davvero avversa, e un film tecnicamente molto ben riuscito, capace anche di lasciare lo spettatore in uno stato di sereno buon umore, una dote rara in film documentari sociali e per questo particolarmente apprezzabile». Mandolesi, che ha scelto di ritirare il premio nel cinema Piccolo Apollo di Roma, ha commentato spiegando che questo film «racconta la vita quotidiana di una famiglia e racconta come con la terra e gli animali che allevano riescono a superare il trauma del sisma. Questo premio è molto importante per me perché avevo promesso a me stesso e alle persone che abitano in questi luoghi di far continuare a parlare del sisma». La pellicola è disponibile alla visione in streaming a questo link.
(Leo. Gi.)
“Vulnerabile bellezza” trionfa a Firenze: il docu-film sul sisma è la miglior opera italiana
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