Mirella Emiliozzi, Giorgio Fede e Andrea Serafini
di Federica Nardi
E’ Andrea Serafini il terzo facilitatore regionale del Movimento 5 stelle. Si completa così il tridente pentastellato nelle Marche. Insieme a Serafini, commercialista di Fano che avrà la delega al coinvolgimento e alla formazione, i già annunciati Mirella Emiliozzi (deputata) e Giorgio Fede (senatore), che si occuperanno rispettivamente di relazioni esterne ed interne. Una riorganizzazione che ha colto il Movimento in un momento cruciale, con le dimissioni dell’ormai ex capo politico Luigi Di Maio che ha consegnato le sorti dei 5stelle al “traghettatore” Vito Crimi. A commentare il cambio di guardia del partito alcuni parlamentari marchigiani.
Patrizia Terzoni
Per Patrizia Terzoni, deputata spiega che «da marchigiana mi fa piacere, perché conosce bene i nostri problemi, compresi quelli del terremoto del 2016. Gli auguro un buon lavoro chiedendo di non dimenticarsi del cratere». Sul dimissionario Di Maio aggiunge: «mi dispiace che sia andato via, è una persona che ha sempre tenuto fede ai principi del Movimento. Molti ora lo criticano dicendo che ci ha fatto cadere in percentuale, ma ci ha fatto anche arrivare nel passato al 33%. Grazie alla sua mediazione al governo abbiamo il reddito di cittadinanza, quota100, la riforma della giustizia. È stato anche vicino ai problemi dei marchigiani. Non si è mai tirato indietro».
Per Mirella Emiliozzi, deputata di Civitanova, «Vito Crimi è una guida molto solida, una persona che si è messa a disposizione del Movimento fin dalla scorsa legislatura. Non solo: è qualcuno con cui si riesce a dialogare molto bene ed è sempre disponibile al confronto. Credo che sia la figura giusta per traghettare il Movimento fino agli Stati generali di marzo e sono convinta che riuscirà a gestire con efficacia questa fase di transizione. Già la prossima settimana avremo un primo incontro organizzativo sugli Stati generali che coinvolgerà anche tutti i facilitatori. Per quanto riguarda la nostra regione la rotta è stata tracciata e noi tutti siamo già al lavoro per il rinnovamento delle Marche». Per
Mauro Coltorti
Mauro Coltorti, senatore, «in questo momento di riassetto non dico che era prevista una cosa del genere ma ci poteva stare. Crimi è una grandissima persona, ha una grande umanità, preparazione, dialoga con tutti ed è amato dentro il Movimento. Quindi va benissimo».
Il viceministro Crimi è un volto ben noto nella nostra regione, dove, la scorsa legislatura, venne in veste di sottosegretario con delega al sisma. Un tema di cui continua ad occuparsi anche adesso nel nuovo governo giallorosso. Tanto che proprio ieri c’è stata una nuova riunione a Roma sul tema della ricostruzione dov’era presente oltre a Crimi anche Alessia Morani del Pd.
Luigi Di Maio si è dimesso ieri
Vito Crimi nelle Marche
M5S, Emiliozzi facilitatore nelle Marche: la presentazione a Roma Di Maio lascia da capo politico?
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L’unica azione che i 5 Stelle possono fare per evitare la distruzione è: 1) uscire da ogni governo con PD, Leu, e consoci, 2) presentarsi da soli ad ogni tornata elettorale, 3) ribadire con i fatti che i 5 Stelle sono ritornati alla purezza ideologica delle origini. Tutto ciò per evitare che il loro elettorato venga conquistato in parte dalle Sardine, che sono duri, puri e inesperti come lo erano i 5 Stelle. Con l’unico guaio che sono una stampella dell’opposizione anti-Salvini da parte soprattutto del PD.
Le società è belle dispari, uno e poco ma due so troppi!
…”Il traghettatore”!! Mon Dieu, sarà mica Caronte, eh!? gv
C’era una volta “uno vale uno” e la democrazia dal basso.
Adesso dal vertice calano le decisioni e i “parlamentari” 5 stelle (che una volta si chiamavano “portavoce”) avallano tutto (e il contrario di tutto).
Giocano con le parole (non alleanza di governo, ma “contratto”, prima con la lega e ora con il PD: eppure si era detto NO ad accordi) e cambiano lo statuto, a seconda delle convenienze.
Dalle ultime politiche sono arretrati dappertutto è il leader marxismo si fa da parte a pochi giorni dal voto emiliano romagnolo (in cui si prevede un altro tonfo), per chiamarsi fuori da un’altra sconfitta.
Dello “spirito originario” resta ben poco, e questo “spirito” serve solo come specchietto per le allodole…
Come gli altri, peggio degli altri.