Luca Ceriscioli
«Lo statuto del Pd dice che le decisioni spettano al partito regionale quindi deciderà il regionale. Se il segretario ha voluto la partecipazione di un esponente nazionale evidentemente servirà per convincere chi è più sensibile da questo punto di vista. Io, storicamente lo sono meno, essendo più legato al territorio. Non avrei fatto il rinvio della direzione regionale Pd ma avrei affrontato la questione subito perché sono convinto che prima facciamo meglio è». Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli commenta così alla Dire, la decisione del segretario Pd Giovanni Gostoli di rinviare la direzione regionale, inizialmente programmata per oggi, per coinvolgere un esponente nazionale del partito nel dibattito sull’individuazione del candidato governatore per Marche 2020. Il nodo da sciogliere nel Pd e in tutto il centrosinistra resta sempre quello: ricandidare Ceriscioli, col grande rischio di autocondannarsi alla sconfitta vista la bocciatura del suo governo da parte dei cittadini oppure trovare un modo per metterlo da parte senza danneggiare troppo partito e coalizione e puntare su un altro nome: Valeria Mancinelli o Sauro Longhi? Il Pd marchigiano ha deciso ancora una volta di non decidere e di affidarsi a un dirigente nazionale. Scelta che Ceriscioli ha mal digerito. «Io sono convinto che prima facciamo meglio è, e questa è un po’ l’indicazione che arriva da tutti i territori – ha aggiunto infatti il governatore – Non avrei rinviato la direzione regionale ma avrei affrontato la questione subito. Ci aiuta un po’ il centrodestra che continua a litigare sui candidati. C’e’ chi aspetta Di Maio c’e’ chi aspetta Salvini. Noi non dovremo aspettare più nessuno ma anzi lavorare di più per valorizzare le tante cose buone fatte. Non nascondo il momento politico attuale quindi riconosco che la partita elettorale non e’ facile ma abbiamo visto che e’ possibile ribaltare le cose anche in pochi mesi. Facendo la battaglia, la battaglia si può vincere».
Stefano Massimiliano Ghio
Intanto le Nostre Marche, formazione civica che farà parte della coalizione di centrosinistra, si è data una strutturazione regionale «al fine – spiega – di dare un forte contributo al rinnovamento della politica attraverso un progetto che trovi interpretazione in una leadership nuova, forte ed autorevole e che garantisca alla Regione Marche un programma di governo caratterizzato da una visione politica di lungo periodo e in grado di parlare alle nuove generazioni». Nella riunione che si è tenuta a Civitanova lunedì, nella quale hanno partecipato tutte le componenti politiche che intendono far riferimento al tale esperienza (Italia in Comune, Demos, Civici, Prospettiva Popolare, Ancona Popolare, Nuova Democrazia Cristiana), si è nominato il coordinamento regionale composto da Marco Gnocchini e Monica Santori (Ancona), Massimo Giulietti, Stefano Massimiliano Ghio e Piero Gismondi (Civitanova/Macerata), Tano Massucci (Fermo), Claudio Sesto Travanti (Ascoli Piceno) ed identificato Stefano Massimiliano Ghio quale portavoce. «La natura inclusiva della nostra realtà politica – continua Le Nostre Marche – ci consentirà nelle prossime settimane di ricevere adesioni da tutti coloro che vorranno a condizione che rispettino i principi che hanno ispirato la nascita delle Nuove Marche, i quali, rinvenibili nella nostra Costituzione, sono stati coniugati nella solidarietà, nella ricomposizione delle fratture sociali e territoriali, nella competenza, nella compostezza del linguaggio, nell’antipopulismo e nell’antisovranismo, nel perseguimento del solo interesse pubblico, nello sviluppo ecosostenibile e nella semplificazione burocratica. Una Regione delle città e dei cittadini che potrà nascere solo con il contributo di tutti».
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Speriamo che i marchigiani ci riflettano prima di di ridarti il voto.
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Ma farsi da parte e tornare ad essere un privato cittadino, no??
Il vantaggio del PD è che ha esponenti riconosciuti, più o meno validi, che sono stati ai vertici della Regione, o di comuni marchigiani importanti. Per cui i cittadini, a maggioranza, possono decidere per chi mandare a guidare la Regione, validi, o meno validi che siano. Purtroppo il centrodestra dà l’impressione di non avere leader capaci di contrastare i big del PD, chiunque essi siano. Lavare poi i propri panni in piazza non è saggio. Un conto è guidare un comune come Pesaro o Ancona ed un altro è guidare Civitanova Marche, o Potenza Picena. A meno che non vengano evidenziate grandi doti amministrative e politiche dei candidati di quei candidati di centrodestra. Avere il giudizio positivo di un Salvini o di una Meloni lascia il tempo che trova, pure nel proprio elettorato: l’Emilia Romagna insegna.
Stessa cosa per il Comune di Macerata. Stanno in ballottaggio nomi politici. Per fortuna che esistono capigruppo e consiglieri comunali che la gente conosce. Se poi si vuole proporre un candidato al di fuori della fauna politica esistente, allora si cerchi un nome altisonante e indiscutibile. Io ne ho uno, ma me lo tengo per me.