di Laura Boccanera
Civitanova rinuncia ad un pezzo della sua storia, il consiglio vota la rinuncia alla prelazione su Villa Eugenia e transa con il privato. Ha scelto alla fine l’uovo oggi, 220mila euro dal privato proprietario dell’immobile, piuttosto che la gallina domani: andare alla sentenza del Tar e avere la possibilità di riscattare Villa Eugenia con la prelazione e acquisire al patrimonio comunale la villa napoleonica. Nonostante la spaccatura nel centrodestra in un’aula semideserta (se ne sono andati Marzetti e Perugini per la maggioranza, Croia si è astenuto) il punto passa con 12 voti favorevoli. «E’ la Waterloo di Napoleone Ciarapica – ha detto Giulio Silenzi – per un piatto di lenticchie, 220mila euro offerti dai privati, rinuncia ad esercitare il diritto di prelazione sulla villa storica. E’ incomprensibile questa accelerazione, ad appena quattro mesi dalla sentenza che avrebbe emesso il Tar sulla vertenza. Abbiamo fatto di tutto in consiglio comunale, abbiamo detto agli esponenti di maggioranza che sono ‘fuori di testa’, che Villa Eugenia è un patrimonio della città dal valore culturale e turistico inestimabile, che passeranno alla storia come coloro che l’hanno svenduto. E’ il tempo dei nuovi barbari al potere». Annuncia battaglia Tommaso Corvatta: «alle 3,35 di questa notte, dopo 45 minuti di sospensione per le vibranti proteste di tutta l’opposizione, Ciarapica ha fatto perdere Villa Eugenia alla citta per due spiccioli. La maggioranza da lui guidata ha visto in quel pezzo di Civitanova solo una scocciatura amministrativa da sistemare rapidamente. Adesso a tutti noi civitanovesi sta fargli capire che invece senza la Villa noi non siamo più gli stessi. Faremo di tutto per impedire questo scempio». Il punto sulla rinuncia alla prelazione è slittato per ultimo e la discussione è stata sospesa per 45 minuti dopo che l’assessore Troiani ha illustrato il punto e spiegato che o si andava a sentenza oppure si accettava la transazione.
L’assise si riunisce e al ritorno in 12 votano sì. Croia, pur astenendosi, consente il mantenimento del numero legale e la validità del consiglio. Se ne vanno e non votano Marzetti, Rogani e Perugini. «I vostri nomi saranno scolpiti in questa città come coloro che avranno venduto Villa Eugenia e tutti lo devono sapere – tuona Silenzi – in 10 avete deciso la svendita di un bene che è di tutti, che appartiene alle generazioni, un iter avviato dal centrodestra, ma quale visione avete della città?». E la notizia della rinuncia a Villa Eugenia ha provocato una serie di reazioni sdegnate in città: tra queste quella di Anna Donati, presidente dell’associazione Arte e quella di Anna Morganti, medico di base e moglie dell’ex sindaco Massimo Mobili che in un post su Facebook scrive: “Che possiamo sperare per la nostra Civitanova con una gestione dell’amministrazione comunale così miope e senza alcuna visione di crescita e qualificazione della città. Un altro cantante in piazza o un’altra festa della birra. Questi amministratori non li considero civitanovesi, non amano assolutamente la nostra città”. Si è detto “triste e amareggiato” il consigliere del M5s Stefano Mei: «Paure, mancanza di coraggio e assenza di progettazione per il futuro hanno portato a questo risultato catastrofico per la storia della città». Ma se il voto su villa Eugenia è quello più eclatante ieri sera non sono mancati piccoli colpi di scena passati fra il mutismo dei consiglieri di maggioranza che non hanno, a parte rare eccezioni, mai preso la parola. Il primo riguarda i numeri del bilancio. Il consigliere Pier Paolo Rossi, dopo che già la volta precedente aveva messo in crisi i revisori dei conti segnalando degli errori di calcolo all’interno della relazione, errori ammessi dai revisori pur sottolineando che non viene inficiato il giudizio sull’impianto economico della relazione, stavolta pone l’accento sul confronto fra la delibera del bilancio preventivo votata in consiglio (come era presente nei documenti a disposizione dei consiglieri) e quella pubblicata sulla sezione trasparenza. In alcuni passaggi i conti non tornano: in un caso c’è una discrepanza di circa 20mila euro, in un altro punto invece la differenza è addirittura di qualche milione di euro. La risposta la dà il segretario: “verificheremo, può essere che ci sia una differenza, un conto però è l’autenticità della delibera, un conto un possibile errore nella pubblicazione online, ma che il documento sia stato falsificato lo escludo”.
Il secondo colpo di scena riguarda il ritiro dal piano delle alienazioni di un bene pubblico ottenuto dal demanio che l’ha ceduto al Comune. Il consiglio era chiamato a votare la rinuncia all’alienazione per darlo in affitto. Il punto passa emendato con lo stralcio di tutta la prima parte in cui si parla della trattativa con l’attuale gestore per una locazione pari a 1.500 euro mensile. Tuttavia la discussione si anima dal momento che l’immobile di cui si parla è il pub Hook sul lungomare Piermanni e presenta delle criticità e morosità. L’opposizione e i 5 stelle votano contro la delibera in quanto la struttura è stata in passato sequestrata per abuso edilizio e il gestore presenta una morosità attualmente non sanata per 26mila euro dal 2015 al 2018. E in fase di trattativa si prospetta da parte del Comune lo stralcio di 12mila euro relativo all’affitto che sarebbe stato dovuto e non versato nel periodo di chiusura a causa del sequestro. «Nel panorama dei buoni esempi dati da questa amministrazione, dopo il postarello rimediato agli amici nelle partecipate, dopo il concorso al Paolo Ricci in cui sbadatamente partecipa la moglie del sindaco – dice il consigliere Corvatta – non poteva mancare di trattare con chi si è macchiato di un reato penale ai danni della comunità qual è l’abusivismo edilizio in area demaniale. Un fulgido esempio per tutti noi». Passa a notte già inoltrata anche la modifica del regolamento del mercato ittico nonostante il parere contrario da parte di due legali. Bocciata invece la mozione per intitolare una via ad Anna Frank presentata da Giulio Silenzi che commenta: «inqualificabili le parole di Troiani che ha detto “prima allora intitoliamola a Toro Seduto il più grande genocidio della storia e poi parliamo di Anna Frank”».
Rinuncia a prelazione Villa Eugenia, i 5 Stelle sono contrari
Villa Eugenia, Comune pronto a rinunciare in cambio di 220mila euro
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Ciarapica Fabrizio,sindaco.Gabellieti Maika,assessore alla Crescita culturale “Mala tempora currunt”
“Rustica progenie semper villana fuit”
Mai avrei creduto di do eri trovare dalla stessa parte di Silenzi, ma questa volta ha pienamente ragione, Villa Eugenia era un valore aggiunto che andava difeso e restaurato. Ora venderanno anche Porta Marina??? Vergogna e sdegno per gli attuali amministratori, dei quali dopo un anno sono profondamente deluso.
Gatti, Silenzi e Corvatta come sempre fanno il gatto e la volpe. Perfettamente d’accordo con te per lo sdegno dei nuovi amministratori. Ma sembra che anche se ancora pochi qualcuno cominci a rendersene conto. Per quanto riguarda Marzetti se non era d’accordo, doveva rimanere in aula. Basta con sti giochetti ridicoli. Ci sarebbe da fare un commento a questo consiglio da fare invidia ad un vocabolario per il numero delle pagine, ma non serve. Già alle parole opportunismo,e sincerità a cui aggiungerei anche del cattivo gusto di certa dichiarazione, ci vorrebbero già troppo capitoli. Un consiglio solo, leggere tra le righe. A volte quanto non scritto è ancora più importante.
Purtroppo vengo a conoscenza di questi fatti solo ora a causa di impegni lavorativi, ma non si può non commentare questo Consiglio Comunale anche se in ritardo. La rinuncia del Comune al diritto di prelazione su Villa Eugenia per l’esigua cifra (per un Comune) e per i tempi (in prossimità di una sentenza) ci dice senza ombra di dubbio che il valore dato alla cultura da questa amministrazione è uguale a ZERO!!!! Pur avendo la più alta concentrazione mondiale di opere d’arte, in molti casi in assoluto il meglio, l’Italia fa in questo settore una briciola rispetto a quello che potrebbe fare. Quanto accaduto in questo Consiglio ne è il tipico esempio. Questo è un episodio di una gravità assoluta. Una cosa che riporta indietro a tempi in cui non vi era la minima consapevolezza del patrimonio che avevamo. Una cosa inaccettabile nel 2018 in una civiltà che dovrebbe essere scolarizzata e consapevole su certi argomenti con azioni volte alla tutela del patrimonio storico culturale che dovrebbero essere scontate. Qui non solo non sono scontate ma addirittura si fa il contrario. Sembra che anni di scuola,anni di tv con documentari commentati da critici, numerose associazioni come il Fai per la sensibilizzazione su certi temi….sembra che tutto questo sia inutile.I nostri amministratori sembrano impermeabili, non una goccia penetra. Soldi spesi in spettacolini, manifestazioni la maggior parte dei quali insignificanti rispetto agli immobili storici, poi Villa Eugenia viene lasciata per 220 mila euro in prossimità di una sentenza, i palazzi storici di Civitanova Alta nell’abbandono totale, il patrimonio del Comune da esporre in un museo chiuso dentro una stanza, un archivio storico chiuso in uno scantinato (che secondo me è anche umido)……. ma di che stiamo a parlare? Se uno si candida certe cose le deve sapere. Se certe cose non le sapete certe responsabilità non ve le prendete. Chiamate uno storico e chiedete prima di premere i bottoni in Consiglio Comunale. Se invece certe cose le sapete……allora è anche peggio!, perché non capisco il motivo di certe scelte.
CIARAPICA-NAPOLEONE OPPURE “FRANCESCHIELLO”?
Silenzi, forse perchè ha a che fare con personaggi storici importanti (Gengis Khan, Robespierre), crede di attaccare il sindaco Ciarapica, ma gli fa un complimento. Lo paragona a Napoleone, mentre un confronto appropriato potrebbe essere con “Franceschiello”, come lo avevano ribattezzato i napoletani. Con l’ultimo Borbone, cioè, delle “Due Sicilie”, prima dell’annessione al Regno d’Italia. Ciarapica sembra destinato a chiudere (con una breve appendice), l’esperienza di amministrazioni di centro-destra a Civitanova. Un periodo lungo, per la maggior parte con protagonista il sindaco Marinelli (12 anni), che ebbe grande seguito elettorale. Proprio Marinelli (titolare anche della Cultura) pose il problema della “prelazione” su Villa Eugenia. Con una “visione” sul futuro di Civitanova, egli fece acquistare la casa di Annibal Caro (ora sede della Pinacoteca) e restaurare le Chiese sconsacrate di San Francesco e Sant’Agostino. Ora Ciarapica, che dei successi delle precedenti amministrazioni ha beneficiato (oltre che dell’infelice esperienza della Giunta Corvatta), rinuncia a Villa Eugenia. Il bene storico-ambientale più rilevante della città, per una somma irrisoria per il Bilancio comunale. Non venga posto a giustificazione il possibile esito negativo della sentenza: un privato non avrebbe presentato offerte convinto della possibilità di successo. Decisione che viene da un’amministrazione che di soldi ne spende eccome, per iniziative neno significative. Circolano le cifre di 170 mila euro per Popsophia (festival di 4 giorni), 66 mila euro per Deejay-Time (somma più alta mai spesa a Civitanova per uno spettacolo, senza sponsor). Ciò mentre Piazza XX Settembre rimane vuota per tutta l’estate in assenza di concerti. Si parla anche di 160 mila euro per l’Opera lirica (del Maestro Sorichetti), con il prestigioso Sferisterio vicino. Come se Monza si mettesse a organizzare una stagione lirica, con quella della “Scala” a Milano! Ci sono scelte che premono, come la destinazione dell’ex Pretura, che potrebbero segnare pagine altrettanto dolorose per Civitanova. Speriamo che il sindaco mostri al riguardo quella “lucidità” che gli è mancata su questioni come Ospedale e Sottopasso. Auspichiamo che si esprima l’assessore alla Cultura (perdoni se le “roviniamo la domenica”), poichè non lo ha fatto su Villa Eugenia. Sul piano politico, oltre alle significative proteste trasversali in città, la maggioranza traballa. Con 1-2 consiglieri che prendono le distanze, Ciarapica non sarebbe più politicamente “autosufficiente”. Aspettiamo che chi ora esce dall’aula resti e voti contro (senza lasciarsi conquistare dalla promessa di poltrone). Così da chiudere una pagina amministrativamente idecorosa.
POVERI NOI! PER CHI NON RICORDA, NOI CIVITANOVESI CI SIAMO FUMATI (in ordine cronologico) IL MUSO POLARE S.ZAVATTI (a Fermo) VILLA CONTI (a privato) E RELATIVO MUSEO DELLE CARROZZE (a Macerata). FACOLTA’ UNIVERSITA’ (tornata a Macerata) OGGI VILLA EUGENIA 8a privato) E IN POLE POSITION IL MUSEO DEL TROTTO. DA NATIVO E DI TERZA GENERAZIONE SPERO CHE I NOSTRI FIGLI NON CI COMPATISCANO PER LA MIOPIA DEI NOSTRI AMMINISTRATORI. SINDACO CIARAPICA E TROIANI.
Ciarapica Sindaco,Troiani vice ,Gabellieri assessore alla Crescita Culturale.
Un terzetto pericoloso!!!!!!!!
tornate ai vostri mestieri prima di
distruggere quel poco che resta di Civitanova
A proposito del museo del trotto e un paio di se: 1) gli ambientalisti avessero scassato meno, 2) il Capitano Mori che aveva fatto costruire una pista per corse al trotto da un KM come a Roma e Milano per fare un esempio e per farne un altro Montegiorgio all’epoca così come Cesena dove si corre l’importantissimo Campionato Europeo, piste da 800 metri e visto che la’accusa fatta dagli ambientalisti di aver segato mezza collina oramai era stata fatta e ritornando sul Capitano avesse capito l’importanza che tale ippodromo con l’ippica italiana del tempo fiorente e vitale e sicuramente lo aveva capito sennò continuava a fare solo l’allevatore, ritorniamo alla conclusione dopo i due punti. E per la posizione geografica in tutto e per tutto, Civitanova avrebbe potuto godere da questo quel turismo a cui certe scellerate scelte politiche nel corso dei decenni ha sempre negato di crescere anzi cercando di annientarlo del tutto.
Di certo questa storia andrebbe analizzata dal punto di vista storico e culturale per la facilità che si avrebbe avuto nel trovare fondi per la ristrutturazione di cui neanche un cent sarebbe stato occorso al comune. Non si può farla passare come una banale scelta consiliare dato che il consiglio era prettamente spaccato e dove la spaccatura non c’era proprio lì dove doveva starci, da parte del sindaco e a pari merito visto che le scelte culturali di questo assessore sono più da gossip ( vedi tutte le discussioni su nomine ,innomine, e qui comando io e qui nessuno mi può toccare e qui non mi rendo conto che sono un assessore delegato a qualcosa che va fatto e qui mi rovinano la domenica chiedendomi soldi per qualcosa che persino gli amministratori precedenti avevano tolto ( e qui si vede una certa continuità sulla grandezza operativa ereditata). Ho apprezzato il ritorno di Popsophia di cui non so se ci sia stata una oculatezza nei costi, almeno a sentir chi ne sa molto più di me. E vorrei ritornare al commento di Attilio Raffaeli e della perdita del corso Universitario di grande levatura e seguito, tanto che qualcuno scherzando disse che purtroppo non c’erano più sedie disponibili. Ricordo gli interventi numerosi fatti da Marzetti per scongiurare invano la chiusura e del corso universitario e dell’indotto economico che aveva portato e che non aveva bisogno di continui controlli da parte di polizia, carabinieri e vigili urbani solo perché essere incivili dopo una certa ora pare sia una forma di spiccata intelligenza. Anche qui c’è da ritornare, e rifacendoci a ” Roma Città Aperta “, facciamo ” Civitanova chiusa alla cultura “, con attori certo un po’ presuntuosi quanto scadenti, ma le Magnani e gli Aldi Fabrizi purtroppo non ci sono più.