L’avvocato Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito*
Con ben quattro overdose da eroina, di cui due mortali, solamente nell’ultimo mese nella provincia di Macerata, presidiata dalle forze dell’ordine come mai è avvenuto, e con un altro episodio che si è registrato ieri di un giovane che si è sentito male dopo aver assunto droga, stanno trovando piena e drammatica conferma le affermazioni di Salvatore Giancane, tossicologo di fama nazionale e dirigente del Sert di Bologna contenute nel suo recentissimo libro “Il mercato globale dell’eroina. Dall’Afghanistan all’Adriatico” (un libro la cui lettura suggerisco fortemente ai genitori e ai rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni).
Ecco, in grande sintesi, cosa dice Giancane. In primo luogo che, a livello nazionale, l’area del Centro Italia (soprattutto le Marche e l’Umbria) è quella maggiormente interessata dal tasso di mortalità per overdose. In secondo luogo che, a causa della produzione di papavero quasi raddoppiata nel 2017 in Afghanistan, superiore ad ogni precedente picco di produzione, è facilmente prevedibile a partire dal secondo semestre 2018 (occorre infatti circa un anno affinchè l’eroina venga prodotta in loco e poi trasportata in Europa), una terribile recrudescenza della mortalità per overdose da eroina in tutto il mondo occidentale, Italia ovviamente compresa, determinata dall’aumento notevolissimo dell’offerta, dal calo dei prezzi e dalla sempre maggiore purezza della sostanza. E poi che la costa adriatica, per una serie di motivazioni analiticamente espresse nel libro in questione, costituisce da anni l’hub principale per l’arrivo in Italia dell’eroina attraverso le varie rotte di terra, di cielo e di mare che si dipartono dall’Afghanistan, che dell’eroina è – come è noto – il principale Paese produttore.
L’eroina in cristalli sequestrata recentemente in provincia
L’eroina che giunge nelle Marche dai Balcani (importantissimo in tal senso il ruolo del porto di Ancona), dall’Africa tramite gli ovulatori nigeriani ed ora anche di pelle bianca, e via terra dall’Europa settentrionale (che a volte è il primo luogo di arrivo della sostanza), lascia infatti nella nostra regione una lugubre scia di morte e di sciagure varie, in quanto determina in zona una maggiore disponibilità della sostanza e, per gli accordi con le bande criminali operanti sul litorale adriatico che ne consentono l’arrivo e il transito, prezzi ancora più ribassati. Uno scenario drammatico, quindi, destinato a peggiorare uno stato delle cose già ampiamente tragico, che, nella piena consapevolezza della situazione e nel rigetto delle varie teorie negazioniste o riduttive del fenomeno, a volte provenienti pure da vertici istituzionali, va affrontato quanto prima a tutti i livelli, soprattutto con urgenti modifiche legislative che consentano: una prevenzione estremamente più diffusa (se non obbligatoria a partire dalle scuole medie inferiori) circa la natura e gli effetti delle varie sostanze stupefacenti, cannabis compresa; un’attività repressiva che non debba scontrarsi, come regolarmente avviene oggi (con spacciatori fermati dalle forze dell’ordine tre o quattro volte in un mese e immediatamente rimessi in libertà), in prima battuta proprio con le vigenti norme di legge che in via di fatto incentivano in tutti i modi lo spaccio minuto; infine, migliori interventi medico-sanitari per le terapie di recupero farmacologiche e comunitarie, che vanno urgentemente rifinanziate dopo i drastici ridimensionamenti degli ultimi anni, e adeguate iniziative di riduzione del danno per salvare il maggior numero di vite nel momento, che spesso è purtroppo fatale, della overdose.
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Ecco, proprio di questo momento dell’overdose è il caso ora di parlare, di questo arco di tempo in cui la persona che ha assunto eroina perde coscienza e, in mancanza di un veloce intervento del 118, va in breve incontro al decesso a causa della depressione dei centri respiratori. E’ un lasso temporale che può variare da una a tre ore a partire appunto dalla perdita di coscienza, che di solito è invece immediata non appena assunta la sostanza. In questi casi – come è noto –, se si interviene tempestivamente con il farmaco salvavita (il Narcan), si torna in pochi minuti a vivere. Il problema invece sorge quando l’intervento del 118 non c’è, in quanto il tossicodipendente in overdose è solo o chi ha assunto l’eroina in sua compagnia non se la sente di esporsi per paura di possibili conseguenze giudiziarie; oppure quando la chiamata è tardiva e così pure l’arrivo sul posto dell’ambulanza, che a volte, magari, nemmeno è immediatamente disponibile per altre uscite in corso. Ebbene, come molti sanno, il farmaco denominato Narcan (in realtà si tratta del naloxone, preparato medicinale antagonista degli effetti degli oppioidi), se somministrato in via intramuscolare o endovenosa durante l’overdose da eroina, cioè in questo arco di tempo di sospensione tra la vita e la morte, provoca il quasi immediato risveglio del tossicodipendente e gli salva la vita. Addirittura è in fase di sperimentazione, credo pure già di vendita, anche il Narcan in bombolette spray da somministrare per via nasale.
Quello che molti non sanno è che il Narcan è un farmaco salvavita di fascia A e si può acquistare in farmacia anche senza ricetta medica al prezzo di circa cinque euro. E’ l’unico farmaco da banco iniettabile e non dovrebbe mancare mai non solo nelle ambulanze (sempre fornite, ovviamente, di più fiale), ma anche nelle tante famiglie dove purtroppo vive un ragazzo o una ragazza tossicodipendente da eroina, perché, in caso di overdose, riesce veramente a fare dei miracoli in situazioni in cui proprio di un miracolo c’è assoluto bisogno.
Il Narcan
Il Dipartimento dipendenze patologiche di Macerata dovrebbe a mio avviso muoversi anche su questo piano. Informare cioè le famiglie dei tossicodipendenti circa le potenzialità del Narcan, addestrare chi ne fa richiesta circa la gestione dell’emergenza e le corrette modalità di somministrazione del farmaco tramite iniezione intramuscolare o endovenosa (ovviamente solo in situazioni di stretta necessità e di somma urgenza), fornire notizie appropriate sul Narcan in bombolette spray. In una parola, formare alla gestione delle situazioni di overdose da eroina, che prevedono, oltre al farmaco, pure alcune semplici manovre che chiunque è in grado di fare (slacciare la cintura dei pantaloni, controllare che non vi sia vomito in bocca o la lingua rivoltata all’indietro, sistemare la persona in una posizione laterale di sicurezza, cioè di fianco). Dal comportamento di chiunque si trovi dinanzi ad una persona in overdose e dalla tempestività dell’utilizzo del Narcan può dipendere la vita di tante persone. E’ vero, infatti, che in teoria la somministrazione del Narcan dovrebbe essere appannaggio solo di personale medico ed infermieristico, ma poiché l’ambulanza potrebbe arrivare troppo tardi, la situazione di emergenza e di stretta necessità giustifica ampiamente, previa comunque la chiamata del 118, l’intervento di somministrazione anche da parte di un comune cittadino. D’altra parte, la libera vendita in farmacia del prodotto evidenzia la volontà di favorirne il massimo utilizzo in tutte quelle situazione di overdose in cui si verifica una drammatica oscillazione tra la vita e la morte. Non occorre quindi essere dei sanitari per strappare alla morte una persona in overdose, occorre però saper utilizzare il farmaco, che in ogni caso non è tossico e non può provocare reazioni avverse. Io stesso, se fossi stato adeguatamente informato e formato, avrei forse potuto salvare con il Narcan la vita di mio figlio.
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Raddoppiata la produzione in Afganistan! Adesso il primo che mi dice che si è fatta la guerra laggiù per sconfiggere il regime Talebano gli sputo in faccia!!!
grazie grande ;
Bonmarito bisogna imparare ad usare il Narcan dato che nessuno e’ in grado di bloccare la vendita di questa M***a che uccidei nostri giovani!
Per Giuseppe Flamini
Gli americani, nei primi anni, hanno portato avanti una convinta politica di contrasto alla produzione del papavero, attraverso eradicazioni e incentivi per colture diverse. Poi, però, per portare dalla loro parte alcuni signori della guerra, hanno loro consentito di ripartire alla grande con le coltivazioni del papavero. Dal canto loro, i talebani, nelle porzioni di territorio controllate, hanno sempre usato le coltivazioni di papavero e la produzione di eroina come un mezzo per finanziare la loro guerriglia. Oggi la situazione è del tutto sfuggita ad ogni controllo sia degli americani che delle altre forze militari occidentali lì presenti.
e’ una guerra subaquea vecchia.Sgretolare i piedi dell’Italia , i nostri futuri piloni.I GIOVANI..
Grazie, carissimo Peppe, per le utili e pratiche informazioni… Però, io non credo più nella politica e nelle leggi democratiche buoniste ed inutili. Fatte per la speculazione politica e il portafoglio dei criminali. Ci vorrebbero i “Regolatori”, o “Ranger del Texas”, per eliminare la base della manovalanza. Ed oltre.