L’uscita del feretro
di Federica Nardi
«Io credo nella resurrezione. Quando ho capito che Tamara era andata via ho detto: il Signore ha dato e per noi è stato un dono immenso, lo rifaremmo cento volte. Poi il Signore ha tolto». E’ con queste parole e con la poesia “Orme sulla sabbia” che Patrizia Prioretti ha detto addio nella chiesa dell’Immacolata di Macerata alla sorella adottiva Tamara Giorgetti, 28enne del posto morta in casa domenica, probabilmente a causa di una overdose come confermato dall’auopsia (leggi l’articolo).
Tamara Giorgetti
Tra i presenti oggi pomeriggio al funerale tanti componenti del gruppo Rinnovamento nello Spirito Madonna della salute, che la giovane aveva frequentato in passato. Due di loro hanno letto una preghiera per Tamara. «E’ una di quelle occasioni – ha detto don Andrea Leonesi durante l’omelia – in cui il sacerdote non vorrebbe esserlo. Nel caso di Tamara è difficile dire qualcosa, ma noi dobbiamo perché non è facile parlare ma è ancora peggio tacere. Gesù è l’unico che può dare un senso a una vita che si interrompe a 28 anni. Ho letto – ha aggiunto – la statistica per cui a Macerata il tasso di morte per overdose è cinque volte superiore alla media nazionale. Penso che i nostri politici lo sappiano e che ci abbiano pensato e che troveranno un modo per risolvere problematiche simili». Leonesi ha parlato anche di Tamara, che ha conosciuto dalle parole di chi le ha voluto bene. «Mi hanno raccontato – ha detto Leonesi – delle ferite della sua vita, della capacità che ha avuto di perdonare. Una donna che non era lontana dalla fede, aveva scritto una volta anche una lettera a Giovanni Paolo II». Ai familiari ha detto: «Stiamo attenti ai complessi di colpa. Non dipende da noi, il Signore ci perdona». Diverse le corone di fiori vicino all’altare. Un applauso commosso ha accompagnato l’uscita del feretro.
La tragedia di Tamara e le morti per overdose: il triste primato della nostra provincia
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Don Leonesi ha messo il dito sulla piaga. La piaga della nostra società non sono i drogati, i giovani senza speranza. La piaga sono i politici che hanno abbattuto i “dati stabili” su cui una società si è fondata per secoli. E’ l’abbattimenti della naturale identità su cui si è fondata la nostra civiltà. Sono quei politici che, seguendo il concetto dell'”Uomo dio” hanno permesso a questa falsa identità di abbattere ogni barriera e di concedere ogni diritto. Scriveva il mago inglese anticristiano Aleister Crowley: “Fai ciò che vuoi è tutta la legge”.
La realtà di questa legge – minimizzata e nascosta – a Macerata si è resa visibile con Pamela, con una banda di spacciatori nigeriani e con tanti altri spacciatori operanti liberamente nel territorio… Non dicevamo noi della Sinistra “Spinello libero e modica quantità della droga ad uso personale?”, Gli spacciatori sono assassini lasciati a piede libero da una profetica casta politica di un Ordine Nuovo, di un mondialismo, di un multiculturalismo, di un meticciato, con l’aborto pianificati, con il Gender nelle scuole, con il “genitore uno e genitore due”, ed altre amenità, che ci hanno permesso di scoprire un piano antico di distruzione spirituale, mentale e fisico di massa, iniziato con la rivoluzione bolscevica e continuato fino ad oggi, programmato e sostenuto dalle logge angloamericane. E’ ciò che ci svelava cento anni fa il teosofo e antroposofico Rudolf Steiner.
Purtroppo per i Nemici dell’Uomo, questo Uomo Nuovo non si è lasciato massificare e materializzare completamente. Oggi si sta ribellando a livello mondiale. In Italia ha iniziato a distruggere quei partiti politici che, tradendo i lavoratori, oggi sono al servizio illuminato delle logge angloamericane e dell’Alta Finanza. Ormai il PD e la Sinistra sono in fase di distruzione fisica e la loro scomparsa – come il bolscevismo, il marxismo e il comunismo – è solo una questione di tempo…
Purtroppo i veleni sparsi continuano a mietere vittime tra i giovani. E’ necessario che drasticamente e senza il camuffamento dialettico si ponga fine a questo assassinio alla luce del sole, di cui Tamara è l’ultima vittima. E non sarà l’ultima…