Tamara Giorgetti
Nel bagno della casa di vicolo Illuminati, a Macerata, sono state trovate tracce di consumo di droga. Ed è proprio in quella stanza che è stato recuperato il corpo senza vita di Tamara Giorgetti, 28 anni. Erano circa le 11,30 di ieri. A dare l’allarme sono stati i familiari. Ormai ci sono pochi dubbi sul fatto che si sia trattato di overdose, visti anche i trascorsi della ragazza, che con l’aiuto della sua famiglia aveva tentato di uscire in tutti i modi dal tunnel della droga. Ma solo con l’autopsia disposta dalla procura si potrà avere certezza delle cause della morte. Sarà effettuata domani dal medico legale Roberto Scendoni, come disposto dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli. Le ulteriori analisi potranno dire con esattezza se e quale droga le sia stata fatale. Di seguito l’analisi dell’avvocato Giuseppe Bommarito sul tragico fenomeno delle morti per overdose, che vede la nostra provincia ai primi posti in Italia.
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Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito*
Una morte purtroppo annunciata quella di Tamara Giorgetti, 28enne maceratese, che da anni danzava pericolosamente sul crinale dell’eroina, dove è facile perdersi e giocarsi anche la vita, dove è scontato divenire prima o poi vittime o artefici del male. Probabilmente Tamara ieri mattina, dopo essersi iniettata l’ultima dose, per la depressione respiratoria indotta dalla sostanza si è addormentata senza più svegliarsi, perché così uccide l’eroina, in maniera subdola e silenziosa: ti fa passare inconsapevolmente e con delicata violenza dal sonno all’aldilà. Non soffri, non te ne accorgi, ma, se non vieni afferrato per i capelli all’ultimo minuto con il Narcan, te ne vai diretto all’altro mondo e tanti saluti a tutti. Di certo la morte per overdose da tempo attendeva al varco la giovane maceratese, troppe volte Tamara ci era andata vicina o l’aveva vista piombare senza pietà su persone da lei conosciute. Nel 2012, sentita nell’ambito delle indagini per un’altra morte per overdose, quella del maceratese Paride Paoletti, Tamara dichiarò di usare eroina da circa due anni e di aver provato più volte a smettere senza riuscirci. Nello spiegare il suo coinvolgimento in quella vicenda ed i meccanismi della drammatica ricerca quotidiana della “pallina” di eroina, disse con amarezza e con crudo realismo al funzionario della sezione antidroga della questura di Macerata: «Come lei sa bene, la nostra è una vita difficile».
Lucky Awelima
Ma, come è evidente, la tossicodipendenza, soprattutto quella da eroina, la più stringente e la più rischiosa, non si limita a complicare la vita di chi ne è vittima e a renderla più problematica, ma la trasforma in una vera e propria schiavitù, dalla quale è molto difficile liberarsi. E così, dopo altri anni vissuti pericolosamente a stretto contatto con l’eroina, ritroviamo Tamara anche nelle indagini per spaccio continuato concernenti i tre nigeriani inizialmente tutti accusati anche per l’omicidio di Pamela Mastropietro (accusa, quest’ultima, poi rimasta in piedi solo per Innocent Oseghale, ormai in attesa di processo). Nel provvedimento del giudice per le indagini preliminari del 5 aprile 2018, dove viene descritta l’imponente ed arrogante attività di spaccio svolta a cielo aperto nell’arco dell’ultimo anno da Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima, si legge che Awelima aveva ceduto a Tamara Giorgetti, dal marzo 2017 al febbraio 2018, almeno cinquanta dosi di eroina ai giardini Diaz di Macerata, ai Cancelli di piazza Garibaldi e al parco di Fontescodella.
L’uscita del feretro dalla casa di vicolo Illuminati
Un’altra rovinosa morte per droga a Macerata, un’altra vittima sacrificata sull’altare dell’eroina, quindi, che ribadisce per la provincia di Macerata un ben triste e brutale primato, di cui possiamo solo vergognarci: nella nostra provincia dalle delicate armonie il tasso di mortalità per overdose (calcolato in base al rapporto tra i decessi e la popolazione residente), secondo i dati dei primi sei mesi del 2018, è superiore di ben cinque volte la media nazionale. E questo nonostante l’impegno eccezionale messo in campo proprio in questo semestre, dopo la tragedia di Pamela, da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, senza risparmio di mezzi e di energie e con indagini che, anche nell’ideazione, sono andate ben oltre la normale prassi del contrasto al traffico ed allo spaccio di droga (si ponga mente alla recente inchiesta avviata dal questore Pignataro sui negozi che, grazie all’ipocrisia e alla complicità del nostro legislatore, vendono legalmente cannabis spesso maggiorata rispetto al limite consentito, ma in ogni caso, anche quando tale limite viene rispettato, svolgono una innegabile funzione da battistrada rispetto alla dilagante e quanto mai errata percezione giovanile circa l’innocuità della stessa cannabis, come più volte invece rilevato, senza ambiguità ma con una notevole dose di schizofrenia, da altri organi tecnici e scientifici del nostro Stato, quali il Consiglio superiore della sanità ed il Dipartimento nazionale antidroga).
Il grow-shop chiuso a Macerata
La triste verità è comunque che il nostro Stato, quando non è apertamente complice, è spettatore inerte e passivo rispetto al sempre maggiore dilagare della droga, soprattutto tra i ragazzini e gli adolescenti. Tralasciando – non perché non siano fattori determinanti, ma solo perché se ne è parlato ormai diverse volte – l’incidenza chiaramente incentivante sullo spaccio della migrazione fuori controllo, della normativa solo fintamente repressiva e dei ripetuti provvedimenti svuotacarceri che di fatto hanno già depenalizzato lo spaccio minuto, ci sono dei dati che fotografano in maniera inequivocabile l’assenza in Italia della benché minima politica sulle tossicodipendenze. In primo luogo, è in fase di smantellamento lo stesso Dipartimento nazionale antidroga, del tutto depotenziato in quanto privato di mezzi economici e di adeguate risorse umane. Da anni non viene nominato un sottosegretario con delega specifica alle tossicodipendenze.
Il Fondo nazionale per la lotta alla droga è stato fatto confluire nel più generale Fondo sociale, con il risultato che in un decennio la spesa specifica per la prevenzione, le terapie di recupero ed i progetti di reinserimento è stata ridotta del novanta per cento. La prevenzione è affidata alla sensibilità e al buon cuore dei dirigenti scolastici e di qualche associazione di volontariato, costretti a muoversi con lo spirito di chi pensa di svuotare l’oceano con un cucchiaino, tanto che negli ultimi anni si registra un calo drastico degli interventi di prevenzione nella scuole. E poi, per completare il quadro dell’indifferenza e del disinteresse della politica e delle istituzioni, va aggiunto che ad oggi, nonostante la crescita del numero dei consumatori ed il drammatico abbassamento dell’età di avvio alle sostanze, ormai attestato sugli undici, dodici anni, non risultano pervenute proposte di intervento in materia nei programmi delle varie forze politiche che a marzo si sono confrontate per eleggere il nuovo Parlamento e nemmeno nel programma dei partiti che hanno infine espresso l’attuale patto di governo. Al massimo, nell’ambito politico si sente ancora irresponsabilmente parlare di legalizzare la cannabis ricreativa.
Il questore Pignataro e i suoi collaboratori
Certo, il numero dei decessi per overdose negli anni è diminuito, ma solo perché c’è una maggiore e strumentale attenzione di chi spaccia al fine di evitare sussulti di attivismo da parte delle forze dell’ordine, c’è un farmaco (il Narcan) che fa letteralmente miracoli nella zona grigia tra la vita e la morte e sono state faticosamente attivate alcune politiche di riduzione del danno, che, sia pure tra mille contraddizioni (si pensi al metadone), hanno comunque salvato parecchie vite. Ma ciò non toglie che l’epidemia stia avanzando a dismisura, soprattutto tra i ragazzini appena usciti dalle elementari che cominciano con le canne e ben presto passano all’ecstasy, alla cocaina e all’eroina fumata o sniffata, e stia procurando danni enormi a livello sociale, economico, giudiziario, sanitario (tutti ci preoccupiamo per i cervelli in fuga verso paesi esteri, ma nessuno sta dicendo nulla per le migliaia di cervelli principalmente adolescenziali che vanno letteralmente in fumo per l’impatto devastate di vecchie e nuove droghe, cannabis compresa).
L’epidemia cresce, quindi, e, a parte le morti per overdose che ne sono un tragico riscontro, ciò è sotto gli occhi di tutti anche nella nostra provincia. Ecco, per chiudere, un dato di fatto inoppugnabile in tal senso. Circa un mese fa la Polizia ha effettuato per la prima volta una massiccia azione di accertamento fuori dalle discoteche della zona, finalizzata, grazie a nuove tecniche di prelievo e a specifici laboratori mobili, non solo a verificare il consumo di alcol tra chi guida, ma anche l’assunzione di droghe. Ebbene, oltre la metà (il 23 per cento in un controllo similare effettuato nel 2017) dei guidatori, gli unici ad essere verificati e quindi gli unici che nel corso della serata potevano aver cercato di trattenersi, è risultata positiva al consumo di stupefacenti. Insomma, tra mancata prevenzione e finta repressione, questa immane tragedia giovanile, questa vera e propria peste, sta letteralmente e inesorabilmente deflagrando nel disinteresse di chi dovrebbe invece aiutare i giovani a costruire il loro futuro.
*Avv. Giuseppe Bommarito, presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Povera ragazza. E poveri i tanti che utilizzano droghe pensando possano aiutare.
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Come sempre l’analisi del mio fratello di sventura Bommarito non fa una piega. Sia lui che noi della Rondinella (di cui Peppe fa parte), nonchè il dott. Giubileo, cerchiamo di darci da fare presso scuole, sale parrocchiali, sedi comunali, ma troviamo scarsa collaborazione. Sembra un tema da scansare o, al massimo, da affrontare solo quando ci scappa il morto oppure quando in qualche scuola viene trovata droga. Ma è solo l’emozione del momento poi tutto torna nell’apatia generale come se fosse un problema che riguarda altri. Ma questi che muoiono o che vivono una vita allo sbando non sono i nostri giovani? Non sono quelli che devono dare il ricambio generazionale a noi anziani? E come fanno a darlo se sono cotti dalla mattina alla sera! Quando si parla con i genitori del pericolo droga e in special modo anche della cannabis (sì, perchè anche questa è droga che devasta i cervelli) ci viene ancora risposto “ma che vuoi che sia una canna!” Cadono le braccia a sentire certe risposte. Comunque forza Peppe, noi non demordiamo, seguiteremo a cercare di vuotare l’oceano col nostro cucchiaio e, anche se ne salviamo uno solo ogni tanto, è sempre valsa la pena
Ancora una volta l’Avv. Bommarito si trova a dover analizzare sapientemente cosa si fa , cosa non si fa e cosa si dovrebbe fare , credo che solo chi ha come solo scopo di vita cercare di informare sui danni che le droghe producono nei ragazzi che al solo scopo di trasgredire ne iniziano irresponsabilmente il consumo. L’operato delle forze dell’ordine encomiabile non basta deve esserci una coscienza delle famiglie che debbono seguire i propri figli adolescenti e se serve perquisire i panni e la cameretta periodicamente onde evitare che poi si pianga per il peggio, io sono padre di due figli e non mi vergogno di dire che quando erano piccoli ero molto attento nel verificare nelle tasche e nella camera , senza aver mai avuto sentore ma solo perchè quando stanno a casa sono i figli che ognuno vuole , nel momento che sono in gruppo cambiano e possono fare ciò che mai un genitore vorrebbe scoprire. Quanto sta facendo Giuseppe ha veramente dell’incredibile sarebbe da ringraziarlo ogni giorno, sicuramente ne avrebbe fatto a meno e il suo darsi da fare per cercare di salvare i figli degli altri lo gratifica nel suo intimo, forza Giuseppe Bommarito prosegui in questa opera di sensibilizzazione su una piaga che rovina i nostri figli e le famiglie.
Penso che mentre nel lungo periodo (anni) abbia senso parlare di tasso di mortalità, in un periodo di soli sei mesi sarebbe meglio indicare il numero ‘assoluto’ di decessi. Se non altro per dare un riconoscimento al lavoro della questura.
Ma si facciamo gli aperitivi a colori mentre i ragazzi muoino!!!!
Il problema va sradicato a monte! Chi permette di far entrare l’eroina e altre droghe in Italia????
Per FLAMINI quelli che fanno gli aperitivi a colori!!!!
Penso che con l’azione straordinaria e metodica del questore si siano salvate tutte quelle persone che si stavano avvicinando alla droga. Sono state le prime a essere lasciate, grazie a Dio, a secco affinché fosse in ogni caso ‘assicurata’ – purtroppo – la droga agli assuntori cronici. Però per avere dati meno nebulosi occorre fare riferimento a statistiche ben realizzate.
Noi oggi vediamo lo scempio che è stato fatto della Famiglia e lo scempio che si sta consumando sui ruoli che hanno l’uomo e la donna… uno scempio che si riversa inevitabilmente sui giovani, vittime di questa cultura. Il “male” di per sé, da se stesso NON ESISTE, esso è la “mancanza del Bene”. Una società senza Dio, sommo bene, è inevitabilmente destinata ad essere schiava del male ed alla morte.
un grande abbraccio alla famiglia che vive un dramma di dolore indescrivibile. solo chi ha avuto la sventura di vivere situazioni simili può comprendere la sofferenza di un momento del genere. Da quando le Marche sono diventate la principale destinazione di mafiosi pentiti sotto nuova identità, si è avuta una impennata di delinquenza e di fiumi di droga sono approdati nella nostra regione. non è che prima il problema non esistesse, ma nell’ultimo ventennio la situazione si è aggravata pesantemente ed il tutto nel silenzio delle autorità che non hanno saputo combattere questo fenomeno distruttivo. Le bande di nigeriani che oggi imperversano per macerata sono esecutori finali di una catena che ha ben più protagonisti.
Il 29 Giugno 2 nigeriani patteggiano per spaccio di eroina. Guarda caso 2 anni e 9 mesi e 2 anni e 6 mesi.In un anno tra il 2017 e 2018 alla povera Tamara vengono cedute 50 dosi di eroina da parte di Lucky Awelima lo stesso che ha chiesto il risarcimento per ingiusta detenzione per la morte di Pamela. Pene che fanno ridere che finiscono quasi sempre con arresti domiciliari o espulsioni mai avvenute. E di questo ne hanno consapevolezza i piccoli e grandi trafficanti. Il grande lavoro delle forze di polizia viene regolarmente vanificato da condanne ridicole e dal fatto che non vi è certezza della pena. E la politica ? Posso testimoniare che il fenomeno droga già presente fine anni 90 e primi anni 2000 ha avuto un crescendo esponenziale dal 2005 in poi senza destare doverosa attenzione da parte della politica ( vedi la contrarietà a mettere telecamere nei punti sensibili gli stessi che oggi sono al centro delle operazioni di Polizia ). Anzi in alcuni casi, con atteggiamento miope, ha cercato di minimizzare alcuni preoccupanti episodi riducendoli a casi irrilevanti rispetto alla conclamata qualità della vita maceratese. E questo ha contribuito a rendere ancora più passiva la comunità già di per se restia a forme di collaborazione. Ora cosa c’è da aggiungere a quanto da anni Peppe denuncia con ostinata e lucida determinazione. Quasi nulla. Dobbiamo evitare quindi che queste tragedie finiscano, nella totale indifferenza, nel calderone delle statistiche. E allora in questo particolare e grave momento, quel diffuso atteggiamento ” non vedo, non sento, non parlo” deve trovare la parola fine.
Per Aldo Iacobini
I dati statistici a livello nazionale, regionale e provinciali possono essere desunti dal sito GeOverdose, che monitora eventi di overdose mortali e non mortali e segnala in tempo reale i “picchi” delle morti sfiorate e/o avvenute, anche per evidenziare in tempo reale la presenza in una determinata zona di eroina di elevata purezza o tagliata con sostanze particolarmente pericolose.
Quanto all’operato delle forze dell’ordine, personalmente e più volte (anche in questo articolo) ne ho riconosciuto il grande impegno ed i notevoli risultati, ma sinceramente non credo che siano riusciti a “stoppare” lo spaccio verso i neofiti dell’eroina e di altre sostanze.
Purtroppo, come ha ricordato il Questore Pignataro qualche settimana fa, quando uno spacciatore nell’arco di un solo mese viene fermato quattro volte mentre spaccia e, in virtù delle norme di legge vigenti, ogni volta deve essere subito rimesso in libertà, e subito ricomincia a vendere la morte, la via dello spaccio e del traffico di droga, anzichè restringersi, diventa un’autostrada. Ma questa è la evidente e chiara volontà del legislatore.
Anche la morte di questa povera ragazza è colpa di Carancini e degli aperitivi a colori,vero Flamini?
Qui:
http://www.camera.it/leg17/126?tab=1&leg=17&idDocumento=1203&sede=&tipo=
ci sono i lavori preparatori parlamentari relativi alla lotta alla droga .
E cco le vite sce se ggiuca a ppalla,
come quela put.tana de la morte
nun vienissi da lei senza scercalla.
23 maggio 1834
La famiglia è in crisi per mille motivi che non sto a descrivere anche perché non ho un’adeguata preparazione in merito e laddove ella non riesce più ad esser presente, deve farlo la scuola. Occorre fin dalla prima media dedicare almeno due ore mensili sugli effetti delle droghe iniziando dalla cannabis di come brucia alcune parti cerebrali. Vignette, diapositive, video, testimonianze (anche di ex tossici), tutto ciò che possa aiutare il ragazzino a prendere coscienza di quanto possa essere dannoso adentrarsi in quel mondo tetro passivo,remissivo, in contrapposizione a una vita serena e attiva. Io credo se non si parte da questo, se non si percorre un cammino nozionistico e culturale, non si riesce a combattere la droga più di tanto.
Per Ortenzi. Occorre anche dare informazioni precise sugli effetti dell’alcol su chi si mette alla guida.