di Laura Boccanera
(foto di Federico De Marco)
«Il risultato elettorale ampio dato dalle urne mi riempie di orgoglio, ma mi carica anche di una grande responsabilità per non deludere i cittadini. Sarò sindaco secondo l’etimologia della parola, ovvero amministratore di giustizia». Queste le parole che il sindaco Fabrizio Ciarapica ha espresso nel suo primo discorso in consiglio comunale che ha preceduto il giuramento. Un’aula consiliare strabordante, con temperature bollenti ha fatto da cornice alla proclamazione degli eletti e al giuramento. Non sono mancati dei piccoli colpi di scena come la richiesta di verifica delle condizioni di eleggibilità e incompatibilità per quanto riguarda il consigliere comunale Stefano Mei del Movimento 5 stelle. A porre la questione Pier Paolo Rossi di Civitanova cambia che ha chiesto il voto dell’assemblea su Mei in quanto titolare di un’attività che affitta un locale (la cucina dell’hotel Velus) ad un privato che ha un appalto con il comune. E poi qualche sbalzo di pressione per Claudio Morresi, eletto presidente del consiglio, ma con uno sgambetto nel consiglio che stava per preferirgli il consigliere Baioni. La seduta si è aperta presieduta da Giulio Silenzi, consigliere comunale anziano, ovvero il più votato del Consiglio comunale. Rossi pone subito la contestazione dell’eleggibilità di Mei e per qualche minuto i lavori del Consiglio si fermano prima di capire come procedere. Si passa alla votazione con 15 voti favorevoli e 3 astenuti sull’incompatibilità di Mei che si riserva 10 giorni di tempo per presentare agli uffici le sue controdeduzioni. L’assise passa poi alla votazione del presidente del consiglio. Un’elezione che appariva scontata dal momento che dopo il primo turno Claudio Morresi di Insieme per Civitanova si è schierata al fianco di Fabrizio Ciarapica chiedendo in cambio la presidenza del consiglio. Alla prima votazione (necessari i due terzi dei voti) l’urna, con voto anonimo si è così espressa: 11 voti per Morresi, 4 per Baioni, 8 schede bianche e 1 per Brini annullata. Nella seconda votazione, quando bastava la metà dei votanti l’esito ha dato 10 voti per Morresi, 8 per Baioni, 1 Nori e 5 bianche. A questo punto si è andati al ballottaggio con 15 voti per Morresi e 9 per Baioni.
Uno “scherzetto” che non è piaciuto molto a Morresi che nel suo discorso di insediamento l’ha ricordato: «Me lo aspettavo più in discesa questo primo Consiglio comunale. Immaginavo che nulla andava dato per scontato e questa ne è la dimostrazione. Ho stati d’animo contrastanti in questo momento anche per quanto successo poco fa, ma sicuramente il primo sentimento è l’emozione, anche se abituato a questa aula. Il secondo è la nostalgia per dei consiglieri che non vedo più, ma anche la felicità di vedere facce nuove e nuove energie». Vicepresidenti sono stati eletti Paolo Nori e Yuri Rosati per la minoranza.
E’ stata poi la volta del discorso del sindaco: in platea anche la moglie e i figli. Ciarapica ha scelto un completo classico per la sua prima uscita, vestito con giacca e cravatta nera e camicia bianca sfidando gli oltre 34 gradi della sala consiliare. «Oggi inizia una nuova legislazione e un nuovo corso – ha detto – Abbiamo costruito un programma che parla di accoglienza e sicurezza, di pulizia e cura, capace di creare opportunità di lavoro. Non abbiamo mai alzato i toni, cercato sempre la partecipazione e mai lo scontro, non abbiamo mai cercato vendette personali e non avevamo conti da regolare. Abbiamo voluto recuperare la distanza dell’amministrazione dai cittadini. Sarà sindaco etimologicamente, amministratore di giustizia per compiere le scelte migliori. Non cerchiamo lo scontro, siamo contro la demagogia, l’egoismo e il pessimismo. Siamo per la mediazione e l’ascolto. Porteremo nuovi tesori come l’innovazione, i servizi, il benessere e il lavoro». Ciarapica è poi passato alla presentazione della giunta presente in toto con Fausto Troiani, vicesindaco e assessore all’urbanistica, Giuseppe Cognigni assessore alla sicurezza e all’ambiente, Maika Gabellieri assessore al turismo cultura sport, Enrico Giardini assessore all’innovazione, Barbara Capponi assessore alla famiglia e servizi sociali, Ermanno Carassai assessore ai lavori pubblici e Pierpaolo Borroni assessore al commercio. Emozionati i nuovi consiglieri comunali della maggioranza: fra loro tre donne Maria Cristina Ruffini, la più giovane del consiglio (FdI), Roberta Belletti (Vince Civitanova) Monia Rossi (Vince Civitanova). New entry in consiglio anche Piero Croia (Fi), il 22enne Maicol Pezzola (Lega), il pediatra Paolo Nori (Vince Civitanova), Francesco Caldaroni (FdI) Costantino Cavallo (Noi con Ciarapica), Vincenzo Pizzicara (Noi con Ciarapica). Un ritorno tra i banchi per Alfredo Perugini, Sergio Marzetti, Simone Garbuglia (Noi con Ciarapica), Marino Mercuri (Noi con Ciarapica) che però non era presente al primo consiglio comunale, Giuseppe Baioni (FI) Flavio Rogani (Obiettivo Civitanova). Della minoranza fanno parte per il Pd Giulio Silenzi, Mirella Franco (unica donna dell’opposizione), Yuri Rosati, Marco Poeta (La nuova Città) Pier Paolo Rossi (Civitanova cambia), e i sindaci candidati Tommaso Corvatta, Stefano Massimiliano Ghio e Stefano Mei. Claudio Morresi, prima in minoranza, fa parte della maggioranza come presidente del consiglio.
La prima polemica arriva ai margini del Consiglio. A Pier Paolo Rossi non viene concessa la parola dopo la comunicazione del sindaco sulla giunta e l’omaggio floreale alle consigliere e assessore donne. «Belli i fiori peccato che non ci siano le quote rosa fra gli assessori – commenta Rossi alla fine dell’assise – Lunedì porterò gli atti dal prefetto. La legge Del Rio 2014, poi avvalorata dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2015 afferma che nei comuni superiori a 30mila abitanti la presenza delle donne in giunta deve essere di almeno il 40% e anche il sindaco va conteggiato nella giunta. Per cui Ciarapica avrebbe dovuto nominare almeno 3 donne. Spiacevole inoltre non avermi permesso di parlare da parte del presidente del consiglio. Solo un’ora prima quando era ancora consigliere gli ho espresso la volontà di poter dire questa cosa al consiglio e mi aveva detto di sì, poi diventato presidente se l’è subito rimangiato e non mi ha concesso di parlare».
Da sinistra in alto Francesco Caldaroni, Maria Cristina Ruffini, Maicol Pezzola, Paolo Nori, Monia Rossi, Roberta Belletti, Alfredo Perugini
Da sinistra Simone Garbuglia, Vincenzo Pizzicara, Costantino Cavallo, Flavio Rogani, Piero Croia, Sergio Marzetti, Giuseppe Baioni
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Non più consigli comunali ma giudizi universali, climatizzerei l’aula con un adeguato affresco di scuola michelangiolesca.
Ma la minoranza, quella più numerosa, che ci va a fare ai consigli? Bene che va, saranno trattati come veniva trattata la minoranza ora maggioranza. Però se così fosse sarebbe una prova di altissima democrazia. Io non concederei loro nemmeno la parola, in quanto inutile quando comandavano figuriamoci adesso che continuano a rappresentare soltanto loro stessi e chi li ha votati sa meglio di loro che peso possono avere adesso che se la nuova amministrazione funziona dovranno spiegare ogni volta perché loro non funzionavano. Chiudo ribadendo che nelle nomine dei nuovi assessori non si è tenuto conto dei voti popolari. Io lo vedo come un grosso errore, madornale errore, talmente grande che non può assolutamente permettersi di essere ingigantito da un altro sbaglio.
?????????????????????????????????????????????????????????????????Io Morresi Presidente del Consiglio nn lo avrei proposto, gli errori si pagano.
Cmq buon lavoro Sindaco !!!
PRIMO CONSIGLIO: “MAL DI PANCIA” E STRUMENTALIZZAZIONI
E’ noto che l’assegnazione delle deleghe di Giunta lasciano sempre “malumori” e “mal di pancia” che perdurano. E’ accaduto puntualmente anche per la Giunta del Sindaco Ciarapica: Forza Italia chiedeva due assessori (come Vince Civitanova, che li ha avuti) e altre liste della coalizione magari speravano in assessori diversi da quelli nominati. Così le prime votazioni del nuovo Consiglio (elezione del suo Presidente) sono state la “cartina di tornasole” del malessere della maggioranza. Nella prima votazione, infatti, Baioni (Forza Italia) ha avuto 4 voti, contro il candidato ufficiale del centrodestra, Morresi (diventate prudentemente 5 schede bianche al secondo turno). La minoranza che nella prima votazione ha votato “in bianco”, invece di presentare un proprio candidato (Rosati, sarà eletto vice-Presidente) ha messo i “piedi nel piatto” delle difficoltà del centrodestra. Alla seconda votazione e al ballottaggio (quando i “dissidenti” della maggioranza sono “tornati all’ovile”) l’opposizione ha riversato i propri voti (i soli) su Baioni. A molti saranno tornati in mente gli “inciuci” di Silenzi (presiedeva la seduta quale “consigliere anziano”, in tutti i sensi!) in sede provinciale con l’altra “sponda politica”. Vedremo quanto riuscirà a rimanere consigliere di opposizione lo stagionato Giulio (a cui tanto “piace comandare”) o cederà alle sirene di incarichi a più alti livelli di cui si parla. Quanto alla Giunta magari i “mal di pancia” manifestati potranno essere curati con nomine nelle partecipate (si parla di Atac e Mercato Ittico), anche se corrono voci di dimissioni per scelte di cui ci si è pentiti. Conferma la “natura battagliera” il consigliere Rossi, che qualche ragione di scontento dovrebbe averla. Presentata una lista a sostegno di un candidato-Sindaco (Ghio) sperando in incarichi di prestigio, si ritrova a fare il consigliere (come prima), per di più di minoranza. Una scelta che non ha prodotto risultati e ipotecato negativante il futuro politico, per il “comportamento ondivago” prima del ballottaggio per l’elezione del Sindaco, non seguito dai propri elettori (solo 500 degli oltre 2000 voti della “coalizione civica” sono andati a Corvatta). Nel primo consiglio Rossi ha posto due questioni, che specie la prima sanno di “strumentale”. La presunta incompatibilità del consiglire Mei (da in uso la cucina dell’albergo ad una ditta che fornisce pasti alle scuole comunali). L’impressione è che il candidato-Sindaco pentastellato possa facilmente smontare il voto negativo del Consiglio. Sulla carente presenza femminile in Giunta (sollevata anche dagli uffici comunali) Rossi ha ragione, ma ci si chiede come mai egli la richiami solo ora. Il rimpasto della Giunta Corvatta è successivo alla Legge Del Rio (a cui egli fa riferimento), di donne ne venne nominata solo una: Cecchetti, il problema politico esisteva. Tornado all’attualità, non sempre “l’ampio consenso” elettorale (spesso rilevato dal Sindaco Ciarapica) si traduce in stabilità politica. Staremo a vedere: una cosa è certa, Civitanova ha bisogno di essere governata (meno propaganda alla Silenzi) e vedere risolti i problemi.