di Laura Boccanera
Il Popolo della famiglia abbandona Fabrizio Ciarapica. Il partito che fa capo a Gianfranco Amato ha deciso di distaccarsi dal candidato del centrodestra e di proseguire da soli la corsa alle amministrative: “ha imbarcato tutti per necessità di governo”. Un fulmine a ciel sereno la decisione del nuovo partito, dettata soprattutto dalla scelta di Ciarapica di includere tutto il centrodestra nella coalizione, compresi i partiti tradizionali. «Quando nel mese di dicembre il Popolo della Famiglia ha deciso di correre insieme a Fabrizio Ciarapica, l’intento comune era quello di creare un polo di liste civiche – scrive Paola Gnocchini del Pdf – composte anche da persone con esperienza politica ma moralmente oneste, in quanto eravamo concordi nell’attribuire la responsabilità ai partiti per l’impoverimento e la degenerazione sociale che stanno tutt’oggi attanagliando il Paese, compreso il nostro Comune dove le risorse sono sempre più scarse e i servizi ai cittadini sempre peggiori. Purtroppo però, ad un certo punto del percorso, il candidato Sindaco ha deciso di imbarcare tutti i partiti della coalizione di centro destra con la solita triste, consueta e dichiarata necessità di governo. Non accettiamo tali ripensamenti e restiamo fedeli ai nostri principi cristiani. Pertanto, il Popolo della Famiglia, senza accettare alcun tipo di compromesso, correrà da solo alle prossime elezioni comunali e invitiamo tutti gli elettori delusi ad aderire al nostro progetto per un vero, grande cambiamento basato sulla solidarietà e serietà cristiana». Per presentare la lista e il programma venerdì prossimo alle ore 21.30 al Miramare sarà presente il dirigente nazionale Mirko De Carli.
Rispondono a Piero Gismondi e alla lista La Nuova città i referenti delle liste a sostegno di Stefano Ghio che li ha accusati di aver fatto un accordo di potere all’ultimo minuto. «Per Gismondi e compagnia è stata sempre e solo una questione di numeri – dicono – hanno partecipato per cinque mesi ad incontri con le civiche legate a Ghio e Morresi cercando, spesso anche con caparbietà, una soluzione che accordasse tutti perché con Corvatta non volevano andare e ora parlano di “accordo di potere”? Mentono sapendo di mentire. A loro interessava un accordo tra le civiche esclusivamente per una questione di numeri che garantissero il ballottaggio. Per pochi della lista “La nuova città” è stata sempre ed esclusivamente una questione di opportunismo e non politica. Ora attaccano chi è riuscito a portare a compimento quel progetto civico, a cui forse in qualche modo ambivano, dopo aver trovato, loro, un accordo di potere appoggiando alla fine una coalizione in cui non si crede pur di avere la possibilità di mantenere l’assessorato ai lavori pubblici, la presidenza del “Paolo Ricci” e magari di mettere sul piatto qualche altro incarico».
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Lo sanno pure i sassi di come stanno le cose. Il Pd, non voleva assolutamente ripresentare Corvatta e per due mesi lo hanno tenuto sulla graticola. Poi non trovando nessuno che volesse presentarsi in lizza ( cosa alquanto strana di cui forse un giorno sapremo perché), ha vinto il narcisismo di Corvatta che si ritrova di nuovo a voler fare il sindaco senza che per quello che ha fatto in cinque anni, si possa trovare una sola motivazione per l’affannosa ricerca di un improbabile bis.” La Nuova città “, più degli altri, avversava la candidatura di Corvatta visto che cinque anni a far da scendiletto o da tappezzeria o da numero che tanto è lo stesso, siano stati duri da digerire. Poi ecco la lista Ghio e Morresi che poteva, anzi era una buona occasione per traghettavi i voti che tutti sappiamo Gismondi porta in dote. Però la difficile scelta interna tra chi dei due sarebbe stato candidato sindaco, si è protratta troppo e “ La nuova città “ cominciando a temere di rimanere fuori dai giochi alla fine ha scelto giocoforza Corvatta. Chissà poi quali saranno stati gli accordi per non rimanere a guardare per un altro quinquennio? Quindi dire che mentono è sacrosanto, però se non ci aggiungiamo un avverbiuccio a modo, tipo spudoratamente o che so, vergognosamente o magari disonestamente, non darebbe il senso di questo voler perdere per forza tutta la credibilità che alla luce dei fatti a “ La nuova citta “ non mi sembra né sia rimasta molta.