Nazzareno Strampelli
di Marco Ribechi
Nazzareno Strampelli sbarca nelle università americane. Il mondo accademico a stelle e strisce, a differenza di quello italiano, ha messo gli occhi sul lavoro dell’insigne agronomo genetista maceratese tanto da farne oggetto di attenzione e di studio persino nelle università. Alcuni studiosi d’oltreoceano sono entrati in contatto con Sergio Salvi, biologo che da ormai dieci anni è attivo nella ricerca e divulgazione delle attività di Strampelli. Oggi Strampelli appare portatore di messaggi di estrema attualità nelle scienze agrarie. «Da alcuni mesi – dice Salvi – ho in corso una collaborazione con il ricercatore Mark Tauger, professore di storia alla West Virginia University ed attualmente aggregato all’Institute for Advanced Study di Princeton, relativamente ad uno studio sulla “rivoluzione verde sovietica”, la cui parte introduttiva è imperniata sul ruolo di Strampelli quale anticipatore della Rivoluzione verde degli anni ’60».
Mark Tauger
Il ricercatore americano sta infatti dedicando una cospicua parte del suo nuovo lavoro proprio al genetista di Castelraimondo. Una copia dell’ultimo libro di Salvi, “L’uomo che voleva nutrire il mondo”, pubblicato dall’Accademia Georgica di Treia (leggi l’articolo) in occasione del 150° anniversario della nascita di Strampelli, è stata richiesta lo scorso ottobre dal noto scrittore Charles C. Mann, autore di bestseller come “1493”, edito in Italia da Mondadori, che tratta delle rivoluzionarie conseguenze della scoperta dell’America sull’umanità. Tale richiesta non fa escludere la possibilità che lo scrittore stia pensando ad un libro sul nostro genetista rivolto al pubblico americano.
Sergio Salvi
Inoltre, sempre alla fine del 2016 è uscito il libro “Fascist pigs – Technoscientific organisms and the history of fascism” di Tiago Saraiva, storico di origine portoghese che lavora presso la Drexel University di Philadelphia. Il volume analizza i rapporti tra ricerca scientifico-tecnologica e fascismo ponendo a confronto la “Battaglia del grano” italiana con l’omologa “Campanha do trigo” portoghese e la “Nahrungsfreiheit” (indipendenza alimentare) tedesca del periodo pre-bellico. In questo studio, nella parte relativa a Strampelli e alla “Battaglia del grano” sono citati alcuni lavori di Salvi. Un paio di anni fa invece la biblioteca più grande del mondo, quella del Congresso degli Stati Uniti d’America, si era dotata di una copia del libro “Sulle tracce di Nazareno Strampelli”, scritto dal ricercatore Sergio Salvi e pubblicato sempre dall’Accademia Georgica di Treia. «La cosa che oggi trovo più sorprendente – dichiara Salvi – è che all’estero c’è chi sta facendo su Strampelli quello che dovrebbero fare in Italia gli storici di professione nostrani, le cui ricerche “istituzionali” sull’argomento sono ferme all’anno 2000, ben 17 anni fa. Essere stato l’unico, da storico non professionista, ad aver svolto in modo assiduo e sistematico le ricerche su Strampelli negli ultimi dieci anni, colmando le lacune del mondo accademico nazionale su un argomento che oggi è invece considerato fondamentale nelle ricerche storiche svolte all’estero, è una soddisfazione non da poco ma allo stesso tempo denota quanto siamo bloccati nel campo della ricerca».
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