di Monia Orazi
Destinare per dieci anni i fondi dell’otto per mille alle zone terremotate per una somma di circa 200 milioni di euro l’anno, puntare sulla banda larga e fare dell’entroterra il “prototipo di quello che può investire il sistema paese per far rinascere il cuore dell’Italia”. Parola di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, infrastrutture e trasporti della Camera giunto oggi pomeriggio in visita a Camerino, insieme ad alcuni colleghi della commissione e ai deputati marchigiani Patrizia Terzoni, componente della commissione stessa, Piergiorgio Carrescia ed Irene Manzi. “Vogliamo tornare, per vedere il passaggio dall’emergenza alla ricostruzione – ha aggiunto Realacci – dovete pensare a questi territori come vorreste che fossero in futuro, si deve partire da un pensiero lungo riguardo a ciò che deve accadere. Si deve puntare sulla banda larga, per portare investimenti strategici su questi bellissimi territori che conosco molto bene, per farli diventare attrattivi.
Propongo di dare a queste zone, per i prossimi dieci anni, la quota dello Stato dell’otto per mille, per garantire investimenti strategici e salvaguardia dei beni culturali, dando una sicurezza di lungo periodo all’azione dello Stato”. Sollecitato da diversi interventi degli amministratori locali, sulla lentezza nel recupero dei beni culturali, Realacci ha detto: “Certamente il bioritmo di azione del ministero dei Beni culturali non è quello dell’emergenza, il decreto di riforma della Protezione civile, firmato dalla collega Brega, ora in discussione al Senato, mira a correggere gli errori che possono esserci stati nella fase dell’emergenza e nella gestione dei beni culturali”. Fabrizio Curcio, capo nazionale della Protezione civile ha invitato i sindaci e gli amministratori a trasmettere le loro richieste agli appositi organismi istituzionali, “nei quali vi assicuro che i sindaci possono parlare e le loro discussioni vengono valutate dai diversi livelli. Riguardo alle schede Aedes l’apertura al privato pone problemi di trasparenza e di rischio di infiltrazioni, ma non abbiamo avuto alternative, perché l’ambito dei danni è vastissimo, dunque ne abbiamo condiviso la necessità, sta per essere pubblicata un’apposita ordinanza lunedì prossimo. Riguardo alle casette nei terreni dei privati non c’è una posizione giusta o sbagliata, il confronto si fa nei luoghi istituzionali, dove si presentano le proposte, ognuno può essere convinto che la propria soluzione sia la migliore, ma alla fine c’è chi ha la responsabilità di decidere”. Il prefetto Roberta Preziotti ha sottolineato come già prima del terremoto la provincia di Macerata avesse problemi ad attrarre investimenti per il settore produttivo, sia italiani che stranieri, inoltre sui media c’è una ridotta rappresentazione dei grandi danni che si rilevano sul territorio e nella ricostruzione va salvaguardato l’aspetto economico altrimenti si rischia lo spopolamento. L’assessore regionale Angelo Sciapichetti, ringraziando i sindaci e tutti coloro che sono stati impegnati nella gestione dell’emergenza per l’ottimo lavoro svolto, ha detto: “Stiamo passando alla fase della ricostruzione, il decreto legge dà il via alla ripartenza, è necessario un rifinanziamento del percorso per la strategia delle aree interne. Nella gestione dei beni culturali siamo in una situazione disastrosa ed intollerabile, ce ne sono centinaia ancora sotto le macerie, senza l’aiuto dei volontari di Legambiente saremmo ancora a piangere – ha detto Sciapichetti -. Sono le Marche la regione del terremoto, occorrono forti investimenti per riportare il turismo, noi ricostruiremo piccoli borghi gioielli d’Italia vuoti, se non facciamo ripartire la micro-economia”. Sono seguiti lunghi interventi di altri parlamentari, consiglieri regionali, sindaci ed assessori locali, tra cui il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui e Francesca Pulcini di Legambiente.
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Ma perché tanti convegni, discorsi, cappellate con i passeri ecc.. La cosa è semplicissima. Riportare persone e aziende ( bar, ristoranti, negozi, norcinerie e quant’altro, stalle comprese ) nel più breve tempo possibile e in completa sicurezza con case di legno o moduli. Certo non saranno le case di prima ma intanto si parte. Poi la ricostruzione che certo impiegherà anni se la burocrazia non libera il mercato, cosa che mi sembra non stia già facendo con la costruzione di casette in legno e moduli che ho letto sono sempre state affidate alle stesse ditte.Il terremoto, se pure è stata una grossa disgrazia con tutte le vittime che ha voluto e di cui già sembrano tutti dimentichi, può essere comunque un modo per rilanciare la nostra economia locale. Lo stato, controlli che la ricostruzione avvenga senza le varie ruberie e che siano intanto le imprese piccole o meno piccole del nostro territorio e se non bastano, giustamente anche quelle che vengono da fuori e sopratutto paghi i soldi che sono sì più o meno bene gestiti dallo stato ma sono soldi nostri, dei milanesi, dei crotonesi, insomma di tutti quelli che contribuiscono a mandare avanti questo enorme carrozzone. Chiacchierate di meno che avete proprio stancato, fra poco nevicherà e voi grandi oratori, statisti senza perdere un solo boccone starete al caldo magari collegati con Civitanova Marche il 31 dicembre con la speranza di vedere sul palco il gatto e la volpe. (Corvatta e Silenzi ).
Intanto il terremoto non ha certo interrotto il lavoro delle migliori menti, anzi.
Anche l’otto per mille delle chiese deve essere usato per i terremotati.
Ci sarebbero anche le accise sulla benzina ancora destinate al terremoto in Irpinia, alla guerra in Libia, all’alluvione di Firenze, ecc. magari sarebbe ora, perlomeno, di ridestinarle. Personalmente sarei più sollevato nel fare il pieno alla macchina..