di Laura Boccanera
E’ partito ieri sera il primo carico di beni di prima necessità alimentari e per l’igiene personale raccolti in poche ore grazie alla solidarietà dei civitanovesi. L’amministrazione comunale ha messo a disposizione gli spazi del primo piano per lo stoccaggio e la raccolta di tutto ciò che può essere necessario agli sfollati del terremoto e nella notte il furgone della protezione civile ha raggiunto San Benedetto del Tronto, il punto di raccordo regionale per far arrivare gli aiuti alle popolazioni colpite dal sisma. Tramite l’ufficio turismo sono state raccolte anche le disponibilità di alloggi per le famiglie in difficoltà: a Civitanova sono disponibili 5 appartamenti e 11 famiglie sono pronte ad ospitare chi ha bisogno.
Ad Arquata del Tronto sono presenti 4 volontari della protezione civile comunale coordinati da Aurelio Del Medico e due ambulanze e il camper della Croce verde. Probabilmente però le ambulanze faranno ritorno già in serata. Il coordinamento nazionale ha fatto sapere che hanno ormai pochissime speranze di ritrovare persone vive sotto le macerie. La notte è passata con la paura, tra nuove scosse e l’angoscia nel cuore per le vite spezzate nel campo base di Pescara del Tronto dove i volontari della protezione civile hanno allestito 30 tende. 102 gli sfollati che hanno trovato un posto per la notte. La logistica dopo le fasi concitate si sta normalizzando. «I vigili del fuoco stanno terminando di recuperare i dispersi – afferma Aurelio Del Medico – noi abbiamo allestito il campo e preparato bagni, gruppi elettrogeni e cucina. Siamo in contatto con Civitanova anche per gli aiuti da portare, serve carne macinata, pollo, viveri. Tre dei nostri volontari sono andati anche a Castelsant’angelo sul Nera per montare 12 tende e stanotte siamo stati di ronda. Qui ci sono soprattutto anziani, alcuni hanno anche bisogno di assistenza, ci sono anche dei bambini». Del Medico ha alle spalle una lunga esperienza di terremoti come Vigili del fuoco prima e come protezione civile poi. Era tra gli angeli del fango di Firenze, nel terremoto del Friuli e ovviamente Colfiorito e L’Aquila. Ma ogni volta le storie delle persone che hanno perso tutto toccano il cuore: «E’ venuto da me un uomo che voleva assistere al recupero dei suoi cari. I suoi bambini erano ancora sotto le macerie».
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