Dall’avvocato Gianfranco Formica, riceviamo:
Solo di recente, per ragioni di carattere professionale, mi sono occupato del signor Alfio Caccamo, socio della Alba Srl, realizzatrice, a suo tempo, di Corridomnia Shopping Park. L’ho dovuto fare perché, a seguito di una intervista del 7 luglio scorso rilasciata a un quotidiano dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona, Vincenzo Macrì, nella quale, tra l’altro, si denunciava attività di riciclaggio di denaro proveniente dalla vendita di droga ( …”si cerca di investire nei grandi centri commerciali, come ad esempio in una cittadina vicino a Macerata…”), un blog dell’area Anconetana ipotizzava che il riferimento riguardasse proprio il parco commerciale suddetto. Tale accostamento é stato, quindi, rilanciato con maggior forza e questa volta senza incertezze sulle pagine di codesto giornale dall’avvocato Bommarito, che io stimo per le battaglie che conduce, in sede di commento ad un articolo a sua stessa firma, pubblicato il 22 luglio successivo, dal titolo “Criminalità economica. Cerolini e Melillo complici mentre la politica tace” (leggi l’articolo).
Da qui la necessità della presente puntualizzazione. Il signor Caccamo, con riferimento a detta intervista, già dal 13 luglio precedente si era rivolto, mio tramite, allo stesso dottor Macrì per chiedere di incontrarlo, “nella speranza che il circostanziato riferimento da lei fatto nulla abbia a che fare con l’iniziativa imprenditoriale suddetta – Corridomnia Shopping Park, appunto – e, comunque, per rendersi incondizionatamente disponibile ad ogni possibile chiarimento al riguardo”. Questi, risollecitato in tal senso il 27 luglio, con e-mail del giorno successivo indirizzata al mio studio precisava, infatti, quanto segue: “Rispondo alla richiesta di incontro con lei ed il suo assistito. Se non l’ho fatto prima non é per scortesia ma semplicemente perché nessun riferimento diretto al suo assistito é rinvenibile nella mia intervista. Se ha precisazioni da fare può inviarle alla stampa come è sua facoltà, ma non vedo l’utilità di un incontro con lei e tanto meno con il signor Caccamo”. Pertanto, oltre a sottolineare la dimostrata piena disponibilità del mio assistito ad un eventuale confronto con la massima autorità inquirente della Regione circa la correttezza della propria storia imprenditoriale, mi è sembrato indispensabile portare a conoscenza dei lettori di codesto giornale tale dichiarazione del Procuratore Generale, che lo risarcisce, sia pure solo in parte, di talune malevole illazioni mosse nei suoi confronti, compresa quella sopra richiamata.
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Se il procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona non ha fatto riferimento diretto ad Alfio Caccamo, ne ha fatto però la fotografia, molto nitida e precisa, parlando di una notevole attività di riciclaggio in un centro commerciale sito in una cittadina vicino a Macerata.
D’altra parte, nella richiesta di archiviazione del Sostituto Procuratore della Repubblica Stefania Ciccioli relativa alla querela per diffamazione aggravata presentata a suo tempo da Caccamo nei riguardi del sottoscritto e del direttore di questo giornale, Matteo Zallocco (che è riportata negli articoli richiamati in calce), è dato leggere quanto segue: “… le opinioni critiche e le valutazioni sollevate dal Bommarito …paiono perfettamente legittime. Anche le domande che l’articolista pone circa le modalità con cui il Caccamo avrebbe reperito parte dei finanziamenti sembrano legittime e doverose … le domande che il Bommarito si pone e propone al pubblico, pure sul piano delle implicazioni che notoriamente la provenienza opaca dei soldi comporta anche sul piano criminale, paiono più che lecite, anzi doverose”.
A sua volta, il Giudice per le Indagini Preliminari Enrico Pannaggi, chiamato a pronunziarsi in quanto il Caccamo si era opposto alla richiesta di archiviazione, nell’ordinanza definitiva di archiviazione (che pure è rinvenibile nell’articolo in calce) ha riconosciuto che è stata effettuata “con competenza ed equilibrio” la trattazione da parte di Giuseppe Bommarito di temi quali la criminalità organizzata, l’infiltrazione della mafia imprenditrice nel tessuto economico di regioni (come le Marche) erroneamente ritenute al riparo da tali fenomeni, il riciclaggio di soldi sporchi derivanti dal traffico di droga e da estorsione; ha ulteriormente evidenziato “il deficit di trasparenza circa la provenienza di parte delle somme investite dagli opponenti per la realizzazione del centro commerciale Corridomnia”, qualificate come prestiti personali infruttiferi.
Inoltre il GIP ha affermato che “la circostanza che parte rilevante della provvista monetaria investita nella realizzazione dell’opera fosse scudata; non vale di per sé ad attestarne la lecita provenienza”, sicchè non appare fondata la pretesa di Caccamo e soci “di impedire che venga pubblicamente denunciata l’opacità della complessiva operazione finanziaria che, dell’imponente edificazione in commento, costituisce presupposto”.
In definitiva, l’unica cosa veramente assurda è che a suo tempo, a fronte di circa 3 milioni di euro di cui il Caccamo non sapeva (o, meglio, non poteva precisare la legittima provenienza) il cantiere ove oggi sorge Corridomnia non sia stato immediatamente sequestrato dall’autorità giudiziaria, come imponeva la legge finalizzata a contrastare il riciclaggio.
E che il procedimento in corso presso la Direzione Distrettuale Antimafia delle Marche (che probabilmente il dott. Macrì intendeva con forza sollecitare con la sua intervista) non abbia ancora avuto uno sbocco giudiziario.
Nel frattempo dobbiamo assistere alle sceneggiate del Caccamo che gioca a fare il grande imprenditore, il benefattore del Terzo Mondo, il major sponsor dello Sferisterio e che riesce pure a piazzare suoi uomini nella segreteria prov.le del PD (!!!). Insomma, è uno schifo.
Premessa: non ho nulla a che fare con il Sig. Caccamo!!! Detto ciò per evitare malintesi, mi chiedo se in un Paese normale sia più giusto gettare fango sopra la gente tramite la stampa o se, si hanno prove di qualche malefatta, recarsi dai carabinieri a sporgere denuncia verso coloro che l’hanno commessa! Oggi accade che presunti servitori dello Stato (magistrati, pubblici ministeri, ecc.) divenuti oramai consumati attori, comici, politici e chissà cosa altro, si sentano in dovere di intimorire la gente che lavora rilasciando interviste tramite televisione, radio o stampa! un suggerimento: ritornate nelle aule di tribunale a guadagnare i vostri 20.000,00 euro al mese! Se poi commetterete un errore tranquilli! ……sarà lo Stato a pagare per voi!!!
Poiché nell’intervento dell’Avvocato Bommarito viene ricordata l’archiviazione della denuncia per diffamazione aggravata contro di lui e CM, voglio fare sapere CHE E’ STATO ARCHIVIATO L’ESPOSTO A CARICO DA PARTE DEL SINDACO CALVIGIONI CONTRO DI ME ALL’EPOCA DELLA ROVENTE POLEMICA APPARSA SU CRONACHE MACERATESE, CON LA PARTECIPAZIONE SIA DI BOMMARITO, SIA DA PARTE MIA,
….e se, invece, Macrí avesse evitato di fare riferimenti “obliqui” che ognuno puó interpretare come meglio gli fa comodo ?
In riferimento a quanto sopra,mi vergogno di essere italiano.
Apperò(l)!!!