Divieto di balneazione, l’Abat insorge:
“Manca il buonsenso”

MARE INQUINATO - Dopo le ordinanze emesse a Civitanova, Porto Recanati e Porto Potenza, il presidente dell'Associazione balneare, Claudio Pini, critica il punto e il momento del prelievo dell'Arpam: "Cosa si aspettavano di trovare facendolo dopo una tempesta e vicino alla foce dei fossi?". L'ente si difende spiegando che le date sono scelte sulla base del calendario che non tiene conto del meteo

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Il divieto di balneazione (foto De Marco)

Il presidente Abat Claudio Pini

Il presidente Abat Claudio Pini

 

di Laura Boccanera

«La prossima volta l’Arpam i prelievi può farli direttamente durante la tempesta». E’ con un’ironia pungente e un po’ caustica che il presidente provinciale dell’Abat (Associazione balnerare aziende turistiche) Claudio Pini commenta i risultati dei prelievi effettuati dall’Arpam e che ha riscontrato la presenza di eschirichia coli, il microrganismo di origine batteria che è costato il divieto di balneazione a Civitanova, Porto Recanati (lugomare sud) e a un tratto di Porto Potenza (leggi l’articolo). La notizia ha scocciato parecchio i concessionari di spiaggia che quest’anno non hanno fin qui beneficiato di una stagione positiva. Pini contesta l’assenza di buon senso: «è evidente a tutti che se facciamo dei prelievi dopo una pioggia battente che dalle 13 di domenica ha funestato la provincia fino al mattino del lunedì, e li facciamo vicino alla foce dei fossi è inevitabile trovare parametri non a norma».

divieto balneazione cartelli4Critico anche per il punto di prelievo, fatto a terra e non a largo: «l’imbarcazione non era disponibile e gli operatori hanno preso i campioni direttamente da terra, a pochi metri dagli scarichi, cosa si aspettavano? A riprova di questo è il fatto che sul lungomare sud, dove non ci sono sbocchi a mare non ci sono stati problemi, eccezion fatta per la zona in prossimità del porto dove probabilmente le correnti hanno portato le acque contaminate». L’Arpam da parte sua si difende e afferma che le date sono scelte ogni anno sulla base di un calendario e che non tiene conto delle previsioni meteo, ma secondo Pini è una logica folle: «abbiamo provato lo scorso anno, quando si manifestò la stessa identica situazione, con prelievi effettuati dopo una pioggia battente, a chiedere di evitare di fare prelievi dopo condizioni meteo che compromettono i risultati, ma visto che anche quest’anno si è ripetuta la stessa vicenda credo che lo spunto non sia neanche stato preso in considerazione». Intanto sono attesi per domani i risultati dei nuovi campionamenti effettuati ieri. Se i parametri saranno tornati nella norma l’ordinanza verrà revocata altrimenti si procederà ad una proroga.



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