Lo stabilimento del Cosmari
di Monia Orazi
Il Cosmari potrà produrre sino a 30mila tonnellate l’anno di combustibile solido secondario (Css) dalla trasformazione di rifiuti indifferenziati. L’autorizzazione integrata ambientale (Aia), della durata di 12 anni, come rinnovo di quella esistente, è arrivata dalla Provincia lo scorso 12 aprile, al termine della procedura di valutazione di impatto ambientale. Tra quattro anni l’Aia subirà un riesame, alla luce della pubblicazione delle Bat, best avalaible tecniques, vale a dire le migliori tecniche disponibili da parte dell’Unione europea, per vedere se sono state applicate agli impianti. Il dirigente del settore ambiente ha rilasciato parere favorevole di compatibilità ambientale, insieme all’autorizzazione paesaggistica, che prevede la realizzazione di nuovi impianti, tra cui quello per produrre combustibile solido secondario che può essere usato come combustibile in forni ed impianti di combustione. Nel 2014 sono già stati realizzati un impianto di pressatura e filmatura di ecoballe e l’installazione di un impianto fotovoltaico.
L’incendio del luglio dell’anno scorso (leggi l’articolo) ha distrutto il capannone che ospita la linea di selezione dei materiali della raccolta differenziata ed un nuovo impianto adiacente, in fase di avvio. Il Cosmari sta progettando la demolizione del capannone distrutto e la sua integrazione con un nuovo di zecca, come si legge nel documento provinciale. Il Cosmari sarà autorizzato a trattare 224mila tonnellate annue di rifiuti e a produrre 30mila tonnellate l’anno di combustibile solido secondario da rifiuti, oltre ad altre tipologie di attività già previste. Il combustibile solido secondario, che a seconda della situazione può assumere o meno la qualifica di rifiuto, si ricava dalla frazione secca separata della raccolta indifferenziata. Può essere composto da carta-cartone, plastica, vetro e inerti, tessili, metalli, organico e legno. I rifiuti saranno trattati in un impianto che all’interno del Cosmari già esiste, ma che necessita di opere di manutenzione ordinaria e dell’avviamento. I rifiuti destinati a diventare combustibile solido secondario, passano tramite un trituratore, poi essiccatore, generatore di gas caldi, infine tramite una pressa apposita diventano pellet. A quel punto le norme esistenti consentono di far cessare la qualifica di rifiuto e può essere bruciato, se rispondente alle caratteristiche di legge. Il Cosmari dovrà garantire alla Provincia una fidejussione di 490mila euro.
Sempre sul fronte Cosmari, riguardo la Fondazione Giustiniani Bandini, ha rinunciato ad un procedimento di esproprio, per giungere ad un accordo extragiudiziale con la Fondazione, da cui ha preso in affitto alcuni terreni per le opere di mitigazione ambientale. Già nel bilancio preventivo del Cosmari 2015 si leggeva la possibilità di “Riprogettazione e realizzazione del nuovo impianto di selezione automatica dei rifiuti da raccolta differenziata. Si tratta della completa ricostruzione dell’impianto andato distrutto a seguito dell’incendio dell’estate 2015. La volontà è di procedere anche alla totale riprogettazione dell’opere per rendere la stessa il più possibile moderna e adeguata alle necessità di divenire centro combustibile solido secondario”.
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Chiamatelo pure combustibile, ma per me sono sempre rifiuti indifferenziati. Non credo che triturare, essiccare e pressare plastica e altri rifiuti sia sufficiente a trasformarli e renderli “sicuri”. E’ solo una fantasia dei nostri politici, con l’ex ministro Clini in testa, che serve solo a far aumentare gli impianti di incenerimento camuffati in centrali termoelettriche e cementifici. Io già immagino dove verranno bruciati visto che, come dice il titolo dell’articolo, un impianto già c’è.
Non era la nostra una provincia virtuosa con una alta percentuale nella Raccolta Differenziata? Se questo é perché puntare alla produzione di combustibile da rifiuti e non sullo sviluppo e l’intensificazione della RD? Lo spegnimento dell’inceneritore del Consorzio era una occasione affinchè si puntasse ad obbiettivi alternativi piuttosto che la produzione di combustibile da rifiuti seppur della frazione secca che comunque sarà destinata ad alimentare inceneritori comunque denominati.Non aver puntato ad obbiettivi più ambiziosi della RD con obbiettivo Rifiuti Zero é una scelta sbagliata ,non condivisibile.Dove verranno smaltiti i rifiutitrasformati a combustibile prodotti dal Cosmar ?In qualche forno del mostro territorio? L’unica certa é che quello che si brucia si trasforma ma non sparisce.
Bruciare la monnezza è in antitesi alla sviluppo della raccolta differenziata perché più si sviluppa la seconda e più cala la prima.
Ma la prima è incentivata monetariamente, se non erro, mentre la seconda no.
Pessima notizia!
Avrei voluto leggere dell’adozione dell’iniziativa Zero Waste 2020 (Rifiuti Zero 2020), non di questa.
Qual’è il momento esatto che la monnezza diventa anche legalmente combustibile solido? Di certo la scoperta scientifica più importante dopo la ruota. C’è forse una relazione con gli studi al Cern di Ginevra sul Bosone di Higgs? Quando è stata importante la relazione con il teorema di Antoine Lavoisier : ” Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma? “.
Quindi trituro, impasto, essicco, presso, amalgamo e riciclo….
Per essere sicuro aggiungerei anche 1 cucchiaino d’olio (per autovetture, ovviamente) e 2 pugnette di sale et voilà il pranzo è servito….
E già che ci siamo, in zona, c’è addirittura un forno dove cuocere questa bellissima pietanza….
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Ma se abbiamo in Provincia una raccolta DIFFERENZIATA ai vertici degli standard planetari vorrei capire da che parte arriveranno i rifiuti INDIFFERENZIATI tipo plastia, carta/cartone, vetro, organico e legno quando questi sono GIA’ RACCOLTA DIFFERENZIATA.
Oppure è un modo, gentile ed educato e politicamente corretto, per dirci che noi DIFFERENZIAMO ma che poi, per produrre questo pellet da rifiuti di scarto, quantro noi DIFFERENZIAMO tornerà ad essere INDIFFERENZIATO ma che, per legge, potrà essere bruciatro nel camino (ora spento)???
PER ANDARE SUL SICURO, E NON AVERE INCOMPRENSIONI DI SORTA (alla luce della prossima realizzazione di questo nuovo sistema di produzione), VISTO CHE IL CAMINO NON E’ PIU’ UTILIZATO PERCHE’ NON LO SI ABBATTE??????????????
Le varie inchieste, approfondimenti, fascicoli aperti a seguito dell’incendio, che fine hanno fatto?????
Cerasi,anch’io mi sono posto la tua stessa domanda, chiedendomi come i rifiuti differenziati potevano dichiararsi indifferenziati se appunto sono differenziati. Non riuscendo a risolvere l’enigma, ho provato con quel che mi ricordo di aver letto sul ” Principio di non contraddizione ” di Aristotele dove più o meno dice che se una cosa è vera non può essere anche non vera. Quindi con questo riferimento sono giunto alla seguente enunciazione da tramandare ai posteri: ” Sia la monnezza differenziata e la monnezza indifferenziata possono coesistere quindi essere se classificate in un’unica definizione ossia Monnezza “.
Per quel che riguarda il camino, non mi meraviglierei di un suo futuro riuso senza dimenticare che fra qualche millennio potrà essere dichiarato patrimonio dell’umanità.
Le varie inchieste?? Siamo in tema quindi… bruciate.
Come Giano bifronte il Cosmari guarda serenamente da una parte al differenziato e dalla parte opposta all’indifferenziato. Empiamente si potrebbe ritenere che si tratti d’un comodo tenere il piede in due scarpe.
@ Sauro Micucci
@ Massimo Giorgi
Già la dicitura “eco-balle” potrebbe far pensare ad una balla-ecologica, anche perchè presumo che per bruciare questo pellet indifferenziato (<em<dove, leggo, ci potrebbe essere vetro e plastica, "inerti" e metalli) saranno necessari degli specifici camini e particolari FILTRI che evitino al 100% la dispersione in area di polveri/fumi pericolosi….
E siccome di FILTRI, che filtravano male, ne abbiamo avuto precedente esperienze “in house” (come va di moda dire oggi) tanto che si spesero (se non ricordo male) -suppongo inutilmente- circa TRECENTOMILA euro e poi si spense il camino….
…..Adesso, dopo questo articolo, io qualeche dubbio, legittimo, l’avrei.
Soprattutto se tutti questi “fiumi di parole” (come la canzone che vinse a Sanremo) poi siano solo una cortina fumogena per riaccendere il camino del Cosmari
Appnto per fugare ogni dubbio proporrei l’abbattimento della canna fumaria del camino del Cosmari e lo smantellamento immediato e completo della linea di incenerimento
Io sono convinto che il COSMARI non riprenderà ad incenerire perché c’è già un altro impianto autorizzato a bruciare CSS.
Incenerimento porta a porta: in cambio dei sacchetti della differenziata il cittadino riceve un sacchetto di combustibile da indifferenziato per la stufa, d’estate lo può usare per il barbecue.
ECOBALLE e IL GIOCO DELLE 3 CARTE
Ecoballe perché pur sventolando l’alta differenziata della provincia di Macerata, ferma oramai da parecchi anni, non si comprende perché continuano a puntare su discariche ed incenerimento.
Ecoballe, perché invece di incrementare la differenziazione ( oltremodo incentivata economicamente), già vi sono progetti presentati al COSMARI per portarla vicino al 100% ma che vengono volutamente ignorati, si investono risorse per fare combustibile solido secondario (Css) dalla trasformazione di rifiuti indifferenziati per poi bruciarli. ( Casualmente accostandosi alla politica del cementificio di Castelraimondo)
Ecoballe sulle analisi dei fumi dell’incenerimento che, secondo l’ARPAM non hanno portato nessuna conseguenza nell’ ambiente e sulle persone. ( guarda caso per poi ed in breve riprendere l’incenerimento…)
Ecoballe, su tuta la filiera all’interno del COSMARI che già nato vecchio dopo un ventennio dalla sua progettazione, continua ancora dopo anni con gli stessi metodi, mentre vi sono sistemi innovativi per un recupero TOTALE dei rifiuti ( basta fare alcuni giri all’ECOMONDO di Rimini in cui vi partecipa anche il COSMARI )
IL GIOCO DELLE 3 CARTE poiché si ignora la salute delle persone, dell’ambiente, per far vincere discariche ed inceneritori.
IL GIOCO DELLE 3 CARTE poiché dopo l’esperienza dolosa dell’incendio al COSMARI, non hanno fatto meditazione sull’accaduto, se non intraprendere una strada ancora più sbagliata che porterà sempre a penalizzare la salute e l’ambiente.
IL GIOCO DELLE 3 CARTE perché non decidono i cittadini, non decidono i comuni, ma poche persone senza nessuna conoscenza specifica ed approfondita del settore e su cosa sia IL MEGLIO.
IL GIOCO DELLE 3 CARTE perché alla fine dei giochi pagano sempre i CITTADINI.