Il sindaco di Macerata Romano Carancini ha votato intorno alle 17 al seggio della scuola Dante Alighieri
RISULTATI FINALI – Non va oltre il 33% la quota dei votanti al referendum in provincia di Macerata. La soglia si ferma al 32,57% in linea con il dato nazionale del 32,16% (quota di 7887 su 8000 Comuni). La cifra, ben lontana dal quorum del 50% più un voto da raggiungere per la validità della consultazione, rispetta le previsioni dopo che nel corso della giornata le percentuali avevano lasciato intendere da subito una scarsa affluenza con 7,2% alle 12 e il 22,46% alle 19.
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AGGIORNAMENTO – Alle 19, a quattro ore dalla chiusura dei seggi, in provincia di Macerata ha votato il 22,46% degli elettori mentre il dato nazionale si ferma al 23%. Si accorcia dunque la forbice registrata al giro di boa delle 12 quando l’affluenza della provincia era di 1,2 punti inferiore a quella nazionale.
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Urne aperte per il referendum abrogativo sulla durata delle trivellazioni in mare, dalle 7 di stamattina. Alle 12 in provincia ha votato il 7,2% degli aventi diritto. Il dato nazionale è invece del 8,4%. Nel capoluogo i votanti sono stati il 7,9%, alta affluenza a Civitanova (8,6%), bassa a Tolentino (6,4%). A Recanati al 7%, a Porto Recanati con il 10,5 % si raggiunge il massimo risultato di tutti i comuni maceratesi. Nelle Marche il dato è del 8%, in linea con la media la provincia di Pesaro-Urbino (8,4%) e record ad Ancona (9,3%). A Fermo percentuale ferma al 6,5%, 7,4% invece ad Ascoli. Perché il referendum sia valido, deve recarsi alle urne il 50 per cento più uno degli elettori. Una seconda rilevazione sull’affluenza sarà effettuata alle 19.
(foto di Andrea Petinari)
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povera Italia..
Speriamo che si sveglino verso la sera!
Che vergogna… Ma è comprensibile… Anche nonna mi ha detto: “ma in televisione hanno detto di non andarci”.
chi veramente capisce il senso di questo referendum,sa’ perfettamente che nn ha senso .. inoltre il fatto che il governo chiami a decidere il popolo e’ la conferma che non cambiera’ nulla .. FACESSERO UN REFERENDUM SULL EUROPA,SUGLI STIPENDI DEI POLITICI E SU TUTTE QUELLE COSE CHE HANNO RIEMPITO LE PALLE AGLI ITALIANI .. NO CON QUESTI SPECCHIETTI PER L ALLODOLE ..
@Porfiri
Ma vergogna di cosa? ! Ogni cittadino ha la libertà di decidere se andare a votare o meno; poi ci si adeguerà ai risulati. …
PS si chiama democrazia questa…alla faccia dei soliti “bla bla tori ” che vogliono convincere gli altri che loro opinioni sono quelle giuste. …
In ogni caso siamo un popolo veramente triste e ci meritiamo quello che abbiamo…
speriamo che ce la fanno il si :
dedico questo video a l ignoranza di coloro che credono di cambiare qualcosa con questa buffonata di referendum ..
https://m.youtube.com/watch?v=gK3c4tNv3lk
Il primo che si lamenta dopo questa tornata elettorale, merita solo sputi in faccia….. Le trivelle piano piano ve le ritroverete anche nel buco del c…..
pienamente d’accordo !!! poi i soli piagnucoloni democristiani !!!!
Sig. Fantoni il referendum non lo ha convocato il governo che anzi era contrario .
Anche troppi, un popolo di vip non si scomoda per così poco.
Avere racione Fräulein Boldrini! Immigrati Fare lavori ke italici no vuolere più fare! Tipo andare a votare..
Beh, dovrebbero essere contenti tutti: Chi ha votato Si’, chi ha votato No e chi si è astenuto. Il referendum come strumento democratico ha funzionato. Giorgio Gaber, in un suo famoso testo ” La Democrazia “, così recitava: ” Il referendum, per esempio, è una pratica di “Democrazia diretta”… non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo “Sì” se vuol dire no, e “No” se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega”.
Mi chiedo se i cittadini si erano informati sul quesito referendario, ad esempio se sapevano che si è trattato del primo referendum voluto dalle regioni e se sapevano che in origine i quesiti referendari erano 6.
risultato atteso.Dovrebbe essere un monito per i futuri referendum da proporre su cose inutili e senza senso.Se consideriamo poi che nella bassa affluenza alle urne ben il 14,6 % ha votato no…bisognerebbe far causa ai promotori del referendum per spreco di denaro pubblico..480 milioni che potevano e dovevano essere usati in altro modo!!!
Stavolta abbiamo capito la beffa
Perche’ non proporre allora un referendum sulla distribuzione a macchia di leopardo del fotovoltaico??? oppure sull’eolico che nessuno vuole??? Legambiente parla di biogas che tantissimi studi danno per le emissioni piu’ inquinante degli idrocarburi! E poi no Nuke…ma la corrente generata dalle centrali comunque la compriamo ovviamente..Oppure piu’ dighe…che modificano scelleratamente il territorio e che possono provodare origine a fenomeni difficilmente quantificbilli nel tempo al pari dei porti che generano cambiamenti nelle correnti e nel flusso della fauna marina??
Italiani pecoroni. Avete ascoltato il consiglio di Renzi, una persona insopportabile non votata da nessuno che vuole fare re riforme costituzionali con un Parlamento illegittimo. Al prossimo referendum comportatevi da lupi.
Matteucci se uno aveva un po’ di sale in zucca.guardava il quadro generale delle cose,si faceva un esame di cosciienza sul green e sul fatto che tutti vogliamo sempre piu energia pagandola meno…o non andava a votare o votava no!
17 APRILE 2016 , GENOVA
SI ROMPE TUBO DELLA RAFFINERIA IPLOM: PETROLIO NEL CORRENTE POLCEVERA Il torrente è diventato bianco per la schiuma gettata nell’acqua nel tentativo di evitare che la sostanza infiammabile prendesse fuoco, mentre correva tra le case. Difficile, in piena notte, nel buio, valutare l’entità della perdita e dell’inquinamento. Impossibile capire quanto petrolio sia arrivato fino in mare.
L’allarme alle 20 di domenica 17 aprile. Gli abitanti di Borzoli hanno sentito un boato, poi hanno visto l’acqua diventare scura. Dalle finestre dei palazzi decine di persone assistevano alle operazioni. “Basta”, urlava qualcuno, perché questo non è il primo incidente.
“Petrolio nel fiume, petrolio nel fiume! Erano le 20 di domenica 17 aprile quando nella sala operativa dei vigili del fuoco di Genova è scattato l’allarme. L’acqua del rio Fegino in pochi minuti si è colorata di nero. L’odore acre in pochi istanti si è diffuso tra le case, mentre il greggio ha cominciato a correre veloce verso il mare.
A cedere è stato un tubo dell’oleodotto della raffineria Iplom che si trova a poca distanza dal Fegino. Gli abitanti di Borzoli hanno sentito un boato, poi hanno visto l’acqua del torrente diventare scura. L’allarme è stato dato subito, i vigili del fuoco sono intervenuti immediatamente per tamponare la perdita. Ma a Genova sabato 16 aprile ha piovuto tanto, i rivi – sempre loro, quelli che si gonfiano in pochi minuti quando ci sono le alluvioni – erano pieni d’acqua. Così, nonostante il rapido intervento, il petrolio era già arrivato al torrente Polcevera (nel Ponente cittadino).
Subito i vigili del fuoco hanno impegnato tutte le squadre in servizio. Con loro anche vigili urbani, carabinieri, polizia. Sono state sistemate barriere per bloccare la macchia scura. A mezzanotte tutte le squadre erano al lavoro. La centrale operativa era ancora in emergenza. Lo sversamento pare bloccato, le panne sistemate lungo il fiume stanno trattenendo una parte del greggio. Ma bisognerà aspettare domani mattina per valutare la consistenza della perdita. Per capire quanto petrolio è arrivato fino al mare.
Tamara succede con tutte le cose.Non e’ la notizia del giorno e’ solo una notizia.Allora tutti gli scarichi delle industrie riversati nei torrenti anche in un passato recente? (abruzzo lo scorso anno ad esempio??) e l’inquinamento del territorio con possibile inflitrazione nelle falde aquifere nei sistemi forovoltaici??’ mi riferisco ai diserbanti dati per non far crescere le erbacce ed ai reagenti utili per pulire i pannelli stessi che secondo stime uccidono migliaia di animali l’anno e contaminano profondamente il territorio??? etc…etc.
Peraltro secondo stime date quest oggi da radio rai il nostro paese ‘e RICCO di petrolio da estrarre per piu’ di 700 milioni di barili e tanto altro ce ne sarebbe ma i dati di ricerca sono fermi a 6 anni fa’…quantitativo ancora maggiore da estrarre per il metano!!!
Estratto da Italian Offshore, Piazza Pulita 11 Aprile 20116.
Video inchiesta sul mondo dell’estrazione di idrocarburi nei mari italiani a cura di Marcello Brecciaroli, Manuele Bonaccorsi, e Salvatore Altiero.
Da studio: “Questa scena, tra le più forti, perché siamo riusciti a violare la zona d’interdizione ad andare sotto le piattaforme, è solo un estratto di un documentario che si intitola “ Italian Off shore” che stiamo girando da un anno e in cui ne abbiamo viste veramente di cotte e di crude avendo girato tutti i mari dalla Sicilia al Veneto, e le situazioni che abbiamo trovato sia in mare che lungo la costa sono preoccupanti sono vari aspetti. Questa particolare scena è stata molto difficile da preparare perché abbiamo dovuto raccogliere molte informazioni di cui molte riservate, però alla fine grazie anche all’appoggio delle persone presenti sul territorio siamo riusciti a farlo. Per la prima volta si è andati sotto una piattaforma metanifera.”
:Dal video trasmesso:
“ Sono le 7 di mattina. Siamo al porto di Fano. Vogliamo raggiungere la piattaforma BRENDA, gestita da ENI, a 13 miglia dalla costa. Secondo dati inediti del Ministero dell’Ambiente ,di cui siamo entrati in possesso, nel 2015 questa piattaforma ha scaricato in mare 54.000.000 di litri di rifiuti industriali. Noi vogliamo testimoniarlo e per farlo dobbiamo andare proprio sotto la piattaforma.
A mezzo miglio dalla piattaforma c’è zona d’interdizione. Normalmente la piattaforma non è presidiata ma oggi c’è gente, probabilmente ci sono lavori di manutenzione ed è presidiata, quindi andiamo nella vicina piattaforma Basil (La piattaforma Brenda ha concessione attiva da oltre 36 anni, mai rinnovata, al 100% in quota ad Eni che scadrà il 23 ottobre 2019 proprio come Basil altezza 36 metri, profondità 45 metri, dimensione 47×23 metri a 25km ndr) magari ci mettiamo da un lato così non ci vedono.
Immersione.
Secondo le nostre informazioni, il tubo che scarica a mare le acque di strato si trova a 19 metri di profondità ma nell’acqua torbida non è facile distinguerlo dall’intreccio di piloni della piattaforma. Ed eccolo lo scarico che cercavamo. Questo flusso giallognolo non si ferma mai, è ininterrotto 365 giorni l’anno. DA TUBI COME QUESTO 36 PIATTAFORME ENI NELL’ADRIATICO NEL 2014 HANNO GETTATO IN MARE CIRCA 1, 2 MILIARDI DI LITRI DI ACQUE DI PRODUZIONE CHE POSSONO CONTENERE METALLI PESANT I, IDROCARBURI, PERSINO MATERIALE RADIOATTIVO.
Per chi ancora non lo avesse capito TAMARA MORONI il referendum non era un referendum si o no trivelle nel mare adriatico o si o no petrolio.
Occorre ancora spiegare che si votava per un tratto di mare e solo per quello ?!!! no tubi in terra , no trivelle su suolo, no raffinerie, no piattaforme offshore ma SOLO piattaforme da 0 a 12 miglia marine ?!!!
non era un referendum si o no ecologia , si o no rispetto per l’ambiente , si o no forze del bene contro forze del male!!!
Postare articoli su problemi legati a tutto il resto che poco ha a che fare con il referendum dà solo l’idea che il referendum in questione non serviva ad una ceppa di organo riproduttivo maschile che piaccia o meno e che piaccia o meno.
sono sempre scettico sull’obiettivita’ di tali filmati perdipiu’ se ne vengono estrapolati solo dei frammenti e se non danno la possibilita’ di comparare dati e posizioni.Un esempio pratico..
http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/49173/eni-dopo-il-blitz-sulla-sua-piattaformanoi-operiamo-nel-rispetto-delle-leggi.html
facciamo solo energie alternative??? ok ma il problema fondamentale e’ che allo stato attuale delle cose anche queste sono inquinanti: si va’ dal metano,al fotovoltaico,all’eolico al biogas .Non ve ne e’ uno che sia pulito.Sempre che non si voglia tornare all eta’ della pietra ovviamente,,,
Ceresani, e basta,! ma non ti rendi conto del ridicolo di cui ti stai rivestendo, tu e tutti i bla bla bla come te, che hanno spostato il discorso su altro, le energie rinnovabili, la politicizzazione del referendum come ha fatto quel ciarlatano di Renzi, decisamente fuori tema rispetto al preciso requisito referandario sulla DURATA delle concessioni per mettere uno stop, una fine, a questo scempio delle trivellazioni in mare, di cui le società petrolifere sono protagoniste assolute? E basta, no? Basta!
12 milioni di italiani che hanno votato SI ieri, non sono così cretini e arroganti come voi, senza sostanza di argomenti come ci credete. Anzi, tuttaltro! Se sei così scettico di fronte ad un girato di giornalisti, per conto di una etlevisione. privata, perchè non ci vai tu a fare un ‘immersione sotto una delle tante piattaforme Eni, e ci dici poi che hai trovato? Ma andiamo , và.!
Scaldarsi non serve tu mantieni il tuo punto ed io e la maggioranza degli italiani il nostro questo giova ricordarlo.Io non politicizzo nulla sancisco solo l’ovvieta’ di un referendum assurdo ed inutile stop.Il referendum non e’ passato chiuso il discorso.stop.
Se non è passato, è perchè ci sono troppi italiani co. joni come te. Ti saluto.
una vera dimostrazione di stile da vera signora…tanto di cappello…quando uno non la spunta in nessun modo rimane solo un arma..peraltro spuntata per chi la usa..buona serata
E cocco mio, Ceresani,mi adeguo: che vuoi fare? Tagliamo a corto, vistio che neanche di fronte all’evidenza vi persuadete. Ciao ciao.
goodbye so long and prosper my friend!
E sarà uno spettacolo imperdibile, andando verso il referendum d’ottobre, vedere un popolo di schifiltosi astenuti snob trasformarsi come d’incanto in un popolo di partecipativi e professorali costituzionalisti democratici.
Ben detto, Massimo Giorgi. Specialmente se uno pensa che non si è riusciti comprendere 5 righe di un testo referendario che era chiarissimo nel suo quesito. Bastava prendersi autonomamente la briga di andare a vedere che dice l’art. 6 al comma 17 del decreto legislativo 152/2006 ” Codice dell’ambiente” con le sue finalità, e chiedersi se quella modifica apportata al terzo periodo ” “per la durata di vita utile del giacimento” – introdotta in tutt’altra legge ” Legge di stabilità” – che ci è stato chiesto di voler o no abrogare , era sostanziale o meno nel contesto della parte seconda delle norme in materia ambientale che disciplina le PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS), PER LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E PER L’AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA (IPPC), e quindi vedere se tale modifica comporta il venir meno delle disposizioni contenute al’lart. 6 aventi ad oggetto la valutazione ambientale strategica per tutti i piani e i programmi che possono avere impatti significativi e negativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale.
Per chi non lo avesse letto per intero, questo dice il comma 17 dell’art. 6:
” Ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonchè di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9. Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale. Per la baia storica del Golfo di Taranto di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1977, n. 816, il divieto relativo agli idrocarburi liquidi è stabilito entro le cinque miglia dalla linea di costa. Al di fuori delle medesime aree, le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo. LE DISPOSIZIONI DI CUI AL PRESENTE COMMA SI APPLICANO AI PROCEDIMENTI AUTORIZZATORI IN CORSO ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE COMMA. RESTA FERMA L’EFFICACIA DEI TITOLI ABILITATIVI GIA’ RILASCIATI ALLA STESSA DATA. .Dall’entrata in vigore delle disposizioni di cui al presente comma è abrogato il comma 81 dell’articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 239. (10)
e questo dice invece,
il comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato:
” All’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il secondo e il terzo periodo sono sostituiti dai seguenti: «Il divieto e’ altresi’ stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette.I TITOLI ABILITATIVI GIA’ RILASCIATI SONO FATTI SALVI PER LA DURATA DI VITA UTILE DEL GIACIMENTO nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Sono sempre assicurate le attivita’ di manutenzione finalizzate all’adeguamento tecnologico necessario alla sicurezza degli impianti e alla tutela dell’ambiente, nonche’ le operazioni finali di ripristino ambientale».
Una volta letto tutto quanto, infine porsi le seguenti domande:
– se le concessioni vengono ora rinnovate automaticamente , verrà fatta o no una valutazione di impatto ambientale?
– se la durata delle concessioni diventa a babbo morto , quando, verranno fatte LE OPERAZIONI FINALI di ripristino ambientale considerato che solo 1 terzo delle piattaforme interessate sono operative ed eroganti?
– il rinnovo automatico alla scadenza delle concessioni, è in linea con la normativa europea della concorrenza sul libero mercato?
– verranno mantenute le stesse percentuali di royaltes, la stessa franchigia?
Poi, ognuno libero di votare Si, NO, ASTENERSI ma non di deridere o insultare chi si è recato a votare per il SI col dire che ” non ha sale in zucca”, è disinformato, beccaccione, che, crede alle bufale , comprese quelle che circolano nei social , e quanto altro ci è stato detto, perchè allora ti dico che per me, che ho formato la mia opinione con l’impegno di volerci capire qualcosa , è l’esatto opposto.
Nel caso che la norma non abrogata dovesse costare all’Italia una procedura d’infrazione per violazione della normativa Ue sulla concorrenza l’eventuale sanzione la si potrà magari pagare in natura, cioè con tutto quel sale che hanno in zucca quelli che si sono astenuti dal referendum.
Se uno dovesse analizzare, senza fare il fanatico di calcio, gli esiti degli ultimi referedum ci sarebbero alcune cose da sottolineare che sono passate quasi inosservate…
Ai penultimi referedum, a gamba tesa, “Oltretevere” (che da qualche centinaia di anni sempre si intromette su affari che non li riguardano) disse di NON andare a votare: ma siccome a parlava era la cupola di santaromanachiesa nessuno, dei costituzionalisti esimi, disse nulla a proposito dei “doveri” del cittadino al voto (e del NON etico invitare al NON voto).
Dopo mesi di letargo i referendari si sono svegliati improvvisamente (gli ultimi 15 giorni) e hanno acceso confusione su confusione introducendo, nel dibattito, argomenti che forse ci entravano poco, causando più intorbidimento della discussione che altro.
Anche il quesito, nonostante fosse breve (ricordo che altri quesiti referedari erano lunghi e complessi come una lezione dei Promessi Sposi!!), non era chiarissimo: si abrogava cosa? come? quando? perchè?
Togliere una mezza riga, ad una legge, non sapendo (senza quella mezza riga) precisamente cosa cambiasse e buttandolo solo sul “basta trivelle” -come sopra- ha creato confusione, probabilmente soprattutto in quella parte dell’elettorato da anni poco incline al voto.
Per ultimo, dopo l’uscita di Renzi (invito a restarsene a casa, invito già fatto da altri, in occasione di altri referedum), il dibattito si è trasformato su una sorta di voto a favore o contrario al Governo…
Quindi negli ultimi giorni NON si è più parlato del futuro, e di cosa cambiava con il referedum, ma moltssimi esponenti politici hanno lanciato la battaglia del: “il quorum raggiunto sarà un voto contro il Governo e Renzi” (ed il sottointeso NON detto: se si arriva al quorum Renzi deve dimettersi)
Si è voluto, per così dire, cercare di forzare la mano (trasformare il referendum in una sorta di ostracismo contro Renzi) avendo pochi assi in mano, probabilmente facendo male i conti, credendo forse che “l’accozzaglia” del SI (partiti e movimenti politicamente distanti tra loro -alcuni anche in antitesi-, ma accomunati solo dall’essere contro Renzi) bastasse da sola a raggiungere il 50% degli aventi diritto al voto….
Renzi, dal canto suo, ha avuto gioco facile contro l’armata brancaleone, fortemente aiutato da 2 fattori:
1) Gli italiani avevano già dimostrato, in altre occasioni, di essere “stanchi” di referedum che poi, anche se vincenti, NON cambiavano nulla…
2) Avendo (l’armata brancaleone) volutamente e insistentemente trasformasto il Referedum in un voto “pro” o “contro” Renzi hanno fatto si che MOLTI elettori favorevoli a Renzi (ma anche favorevoli al Referedum) restassero a casa
Gianfranco, vero, gran parte di quello che dici, per come sono andate le cose stavolta e altre volte nella disaffezione ai referendum abrogativi e l’invito anche di altri all’astensionismo. Voglio però allargare un po’ il tuo percorso. Un altro elemento che ha nuociuto, è stato che questo referendum ,per la prima volta nella storia repubblicana, non è stato promosso dai cittadini ma da 9 Regioni – tra cui la nostra- capofila la Puglia col Governatore Emiliano, che alla fine è stato lasciato solo a fare il paladino del referendum, e quindi s’è visto facilmente attaccato come quello che vuole salire di livello nel suo Partito, come fosse stata quindi la sua battaglia personale contro il Segretario Renzi, anziché quella per cui si era mosso nsieme agli altri i Presidenti.
Se hai seguito dall’inizio la storia, infatti, Emiliano ha cominciato a puntare i piedi insieme ad altri Presidenti di Regione, quando, viste le scelte di Governo in materia ambientale che interessava i loro territori, hanno prima chiesto un incontro Regioni – Governo , che però non c’è mai stato. Questo è quanto ha sempre affermato Emiliano, mentre Renzi dice che ci sono stati tavoli. Allora le Regioni , si sono attivate per la modifica di 6 norme contenute in vari decreti, attraverso un referendum coi 6 quesiti che la Cassazione ritiene tutti conformi; ma nel frattempo il Governo attua le sue 5 su 6 modifiche per evitare il referendum, tranne quella dell’art. 6 comma 17 terzo periodo, che già nello stesso terzo periodo del comma in oggetto, non significava affatto cessazione dell’attività estrattiva alla scadenza delle autorizzazioni, e questo era chiaro a tutti noi sostenitori del SI, ma rinnovo secondo i tempi di proroga previsti per tutte le concessioni che avevano titolo abilitativo- cioè operavano- alla data in cui è entrato in vigore il Decreto Legislativo sulle norme in materia ambientale n. 152/2006.
A questo punto, dopo ricorso in Cassazione perché ormai erano caduti gli altri 5 quesiti, la Cassazione ammette questo unico quesito . Non resta quindi che fissare la data, e gli stessi comitati NO TRIV vedevano bene, per risparmiare ma anche per un ovvio vantaggio ricavato nell’avere più possibilità di raggiungere il quorum col traino delle elezioni, UN ELECTION DAY con le prossime amministrative. Il Governo non la vede allo stesso modo, e Mattarella fissa il giorno al 17 Aprile. E allora. Perché, però, era così importante per i promotori eliminare quella modifica apportata nella Legge di stabilità? Perché il cambiamento per loro non è di poco conto. Con l’inserimento della dicitura “ per la durata di vita utile dei giacimenti “ , infatti, si toglie di fatto la possibilità di applicazione della VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA prevista per tutti i nuovi piani e i programmi che impattano significativamente sull’ambiente a far data dall’entrata in vigore del Codice ambientale nel 2006 , e che invece ,se il terzo periodo fosse stato lasciato com’era, allo scadere delle concessioni , PRIMA sarebbe stata fatta ex lege una valutazione di impatto ambientale necessaria per concedere una nuova autorizzazione, con tutto quello che avrebbe comportato in termini di ricontrattazione e di cosati economici per le concessioni già scadute, e sono 5 senza più autorizzazione, e per tutte quella a scadere da qui ai prossimi 10 o 12 anni, ( in questo senso Emiliano ha parlato di regalo ai petrolieri di circa 800 milioni) compreso il fatto che il rinnovo sarebbe stato subordinato al rispetto avuto finora delle norme ambientali già in atto. Credo di non sbagliare , aggiungendo anche nel quadro più generale in materia ambientale , che tra il 2006 e il 2011, c’è stata l’introduzione della Tutela penale dell’ambiente , di cui i reati per distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto.
Questo è quanto , con la massima oggettività , ho capito io, e credo , quelli che come me erano per il SI nel merito del quesito.
Detto questo, non raggiunto il quorum e vinto il SI , resta aperta
1) la questione se la non abrogazione è compatibile con le norme europee sulla libera concorrenza ( è stato assurdo infatti sentire dire da alcuni ,che è bene che le autorizzazioni siano diventate di durata indefinita, perché altrimenti alla scadenza naturale del contratto di concessione avrebbero potuto partecipare e ottenere autorizzazioni società estere, quando invece per la UE è un loro diritto)
2) la possibilità , forse, di violazione anche della Convenzione di Arhus “SULL’ACCESSO ALLE INFORMAZIONI, LA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO AI PROCESSI DECISIONALI E L’ACCESSO ALLA GIUSTIZIA IN MATERIA AMBIENTALE, NELLA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO A PIANI, PROGRAMMI E POLITICHE IN MATERIA AMBIENTALE da noi sottoscritta , proprio per il fatto che la promozione del referendum sia stato da parte delle Regioni , soggetto pubblico interessato che “ subisce o può subire gli effetti dei processi decisionali in materia ambientale o che ha un interesse da far valere al riguardo” , e che ogni partecipazione del pubblico deve avvenire in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva”
Finalità della Convenzione , che prevede anche l’assoggettamento dell’attività in questione ad un procedura di valutazione d’ impatto ambientale a livello nazionale o transfrontaliero, è in sostanza,rivolta a uno sviluppo sostenibile” Per contribuire a tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere, ciascuna Parte garantisce il diritto di accesso alle informazioni, di partecipazione del pubblico ai processi decisionali e di accesso alla giustizia in materia ambientale in conformità delle disposizioni della presente convenzione.”
Ecco. Quanto scritto, è tutto quello che possa saperne io nel merito del referendum,e che chiaramente, da persona convinta della mia posizione, da cittadina anch’io interessata che vincessero i SI, ho fatto la mia piccola parte nell’esprimere le nostre ragioni . Non ci sono riuscita, non ci siamo riuscti a farci capire. Avremo capito male o avremo capito bene, non si sa, si sa solo che il risultato del referendum è quello che è stato.
Ho finito, e risaluto.
Gli errori evidenziati da Gianfranco sono legittime e ne aggiungerei altri:
1 sono statigli stessi governatori delle regioni a creare caos in particolar modo quello della Basilicata che in in piu’ di un intervento addirittura parlava del ramo estrattivo su terraferma,quindi che nulla c’azzeccava con il referendum,come dannoso e pericoloso e quindi da fermare…come se questo referendum fosse una prima mossa per togliere del tutto di mezzo il ramo estrattivo…ovviamente senza considerare il lavoro altrui,e’ di oggi la notizia che i lavoratori eni di viggiano sono finiti in cassa integrazione per l’indagine che si sta’ conducendo e lo stop dell’impianto ha fatto si’ che altre 3000 persone dell’indotto subissero la stessa sorte per un totale solo per lo stop di un singolo impianto di 3430 lavoratori in cassa integrazione.
2 tutti l’hanno buttato sul politico anche perche’ se uno ci ragiona bene le dodici miglia sono un falso problema dato che non esiste una barriera invisibile che permette in caso di incidente di bloccare gli effetti entro tale quota.Perlatro le piattaforme secondo svariati test e documenti rtintracciabili anche in rete sono meno inquinanti di natanti e scarichi che si riversano in mare.
3 di fatto era un referendum strutturato male su di un quesito che per la stessa ammissione di emiliano e di altri governatori faceva addirittura supporre che fosse un problema strettamente territoriale e non a llivello nazionale ma perche’ gli stessi governatori e le varie associazioni ecologiche non hanno fatto avvertire il problema come tale e di questo emiliano faceva mia culpa su radiorai l’altro ieri.
4 se poi vi era la possibilita’ da parte di chi ha richiesto il referendum di passare per altre vie per ottenere quello che il popolo non ha concesso non ci si spiega, a meno che non ci troviamo veramente di fronte ad un voto politico.perche’ sprecare tempo e milioni pubblici per mettere su tale baraccone.
Tamara in merito alle tue domande ti giro le risposte date l’altro ieri da un docente di diritto amministrativo al giornalista rai che le poneva:
se le concessioni verranno rinnovate non si potra’ procedere ad una valutazione ulteriore di impatto ambientale rispetto alla prima effettuata cosi’ come le royaltes non potranno essere alzate.
Per la questione della concorrenza secondo lui non ci dovrebbero essere problemi in quanto si tratterebbe di prolungare un contratto gia’ in essere e non di stipularne un altro con la possibilita’ di ledere eventualmente i diritti di altri soggetti.sarebbe l’equivalente di un rinnovo di un contratto di affitto di una casa.
Le operazioni di ripristino saranno effettuate solo alla scadenza del contratto o all’esaurimento del sito stesso.
Questo quanto esposto.dal docente.POi sara’ chi di dovere a fornire risposte in merito.
Gualtiero,
1) tu dici ” se le concessioni verranno rinnovate non si potrà procedere ad una valutazione impatto ambientale ULTERIORE rispetto alla prima” . Ma quando c’è stata LA PRIMA per le piattaforme interessate dall’art.6 comma 17? Se c’è stata , riguarda solo quelle che al momento dell’entrata in vigore della legge in materia ambientale , la 152, erano in corso di autorizzazione, e quelle dopo il 2006: quante sono queste rispetto alle tutte? E poi. Senza “se” le concessioni in scadenza del titolo abilitativo già rilasciato prima dell’entrata in vigore della 152/2006, sarebbero state rinnovate con una nuova autorizzazione nei tempi di proroga previsti – se non ricordo male( verifica,) prima di 10 anni, poi 5+ 5 – quindi , nessuna perdita di posto di lavoro nelle piattaforme ,eventualmente solo per quelle non in regola perché ripeto per l’ennesima volta, il passaggio necessario a una nuova autorizzazione sarebbe stato, solo dopo valutazione impatto ambientale nel rispetto anche alle convenzioni da noi sottoscritte a livello europeo. L’esempio che porti del contratto d’affitto tra privati non ci azzecca niente ,ma conferma il fatto che non esiste rinnovo o proroga senza avere fissato una nuova scadenza . Non esiste affitto a tempo illimitato, altrimenti non sarebbe un affito ma un altra tipologia di contrato.
Quanto alle 12 miglia non spetta a noi ragionare , è quanto detta lo stesso comma 17 art. 6 , per cui, ” se era un falso problema) come dici, si doveva eventualmente cambiare questo primo periodo e non ill secondo e terzo.
Già questo primo elemento , il rinnovo automatico introdotto nella legge di bilancio 2016 a tempo indefinito, produce un danno potenziale a lievello ambientale perchè sottrae ai controlli previsti in materia ambientalie Secondo punto, altro alto danno a livello erariale delle casse statali con la mancata riscossione dei rinnovi e per la ricontrattazione di royaltes che sappiamo essere fra le più basse, e per l’occasione anche di poter elevare il limite delle franchigie . Tu sai quanto me, che le società petrolifere rallentano l’estrazione per tenersi sotto questa soglia da non versare neanche un solo centesimo allo Stato. Pertanto , a mio avviso, la scelta di non ricontrattare le condizioni con le società petrolifere è una regalia e per di più inserita con quella modifica in una legge di bilancio. Chiediti perchè è stata infilata lì? Qual è la convenienza dunque per il bilancio statale? L’ occupazione no, perchè nessuno avrebbe perso posti di lavoro , o non li avrebbe persi certo per il referendum e neanche nell’immediato da qui a 5 ,10 o 20 anni quando scadranno le attuali concessioni: questa sì, è stata pura demagogia, contro i nostri stessi interessi nazionali per favorire le multinazionali del petrolio. Allora perchè la necessità di modificare quel terzo periodo? Per sfruttare i pozzi fino ad esaurimento per il fabbisogno nazionale energetico?
No, detto da un costituzionalista.
.” Non c’è nessun collegamento diretto tra le attività estrattive e il fabbisogno energetico nazionale. Dopo la scoperta del giacimento, le risorse presenti nel sottosuolo appartengono allo Stato, e cioè a tutti noi. A seguito del rilascio della concessione, però, quello che viene estratto diviene di “proprietà” di chi lo estrae. La società petrolifera, in questo caso, è tenuta a versare alle casse dello Stato solo il 10% del valore degli idrocarburi estratti se l’attività riguarda la terraferma e solo il 7% del petrolio e il 10% del gas estratti se l’attività riguarda il mare. Dunque: il 90-93% degli idrocarburi estratti può essere portato via e venduto altrove oppure rivenduto direttamente allo Stato italiano.”
Gualtiero
2) Diversamente dall’amministrativista che hai ascoltato in Rai, sempre un costituzionalista afferma invece che la norma inserita e non abrogata è palesemente illegittima, in quanto una durata a tempo indeterminato delle concessioni viola le regole sulla libera concorrenza. ponendosi in contrasto con il diritto dell’Unione europea e, segnatamente:
con la direttiva 94/22/CE (recepita dall’Italia con d.lgs. 25 novembre 1996, n. 625), che, al fine di realizzare taluni obiettivi, tra i quali il rafforzamento della competitività economica e la garanzia dell’accesso non discriminatorio alle attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi e al loro esercizio, secondo modalità che favoriscono una maggiore concorrenza nel settore, prescrive che “la durata dell’autorizzazione non superi il periodo necessario per portare a buon fine le attività per le quali essa è stata concessa” e che solo in via eccezionale (e non in via generale e a tempo indeterminato!) il legislatore statale possa prevedere proroghe della durata dei titoli abilitativi, “se la durata stabilita non è sufficiente per completare l’attività in questione e se l’attività è stata condotta conformemente all’autorizzazione”. D’altra parte, il caso della direttiva Bolkestein, e cioè della legittimità delle proroghe delle concessioni balneari (sulla quale la Corte di giustizia si pronuncerà a breve), dovrebbe insegnare qualcosa.
Tanara credo che siano due facce della stessa medaglia e mi spiego meglio.dal punto di vista costituzionale il discorso che riporti credo non faccia una piega allo stesso tempo sembrerebbe essere cosi’ anche per l’iter amministrativo.A questo punto sara’ interessante capire come si procedera’ e oltretutto che peso verra’ dato all’UE ed ai suoi pareri.
Certamentee, Gualtiero. C’è da aspettare- Mi premeva solo approfondire tutti i discorsi fatti finora da qualsiasi punto di vista , il nostro e il vostro, fino a quest’ultime due domande rivolte a te, poi vedremo come va a finire, augurandomi che non toccherà pagare davvero una sanzione perchè allora sarebbe un bel danno economico.
– mettiamo che tu fossi il promotore di un referendum abrogativo di una norma che a tuo avviso è ingiusta. La Cassazione ammette il referendum e il Capo dello Stato ne fissa la data:
domanda: per il raggiungimento del quorum, saresti più felice e soddisfatto se venisse inserito in un election day, accorpandolo alle amministrative che si terranno fra un paio di mesi scarsi, oppure godi nel far spendere soldi dei contribuenti essendo stato fissato NON DA TE, ma a chi compete farlo, in un giorno X, quando gli elettori dovranno andare a votare esclusivamente per il tuo referendum col rischio enorme di non raggiungere il quorum perchè sappiamo tutti che, a chiacchiere ci piace la democrazia diretta e partecipata, ma di fatto, ce ne asteniamo ?
– Per proseguire sul tuo esempio di diritto privato, che non c’entra niente in questo caso, però posto su altro piano per capire se funziona così o no negli interessi particolari:
Poniamo ancora, che tu fossi il proprietario di un’abitazione concessa a una famiglia 30 anni fa e il cui contratto finora ancora non sia scaduto. Alla prima scadenza di contratto, vai a parlare col tuo affittuario e gli dici che d’ora in poi potranno restare in affitto fino a durata utile della tua casa e alle stesse condizioni del vecchio contratto, e glielo offri senza neanche andare a visitare la tua casa per vedere se il tuo inquilino in questi 40 anni ha fatto danni, e quanti ,a casa tua: tu lo faresti?
Per quanto riguarda infine la cassa integrazione agli operai di Viggiano, che posso dire? mi dispiace , ma ciò che accade non è per colpa di altri se non di chi viola le regole , cioè chi gli dà lavoro. D’altra parte, ognuno ha i suoi strumenti per farsi valere, gli operai scioperano per ottenere i loro benefici: mentre i datori di lavoro,agitano la minaccia del licenziamento come un manto rosso davanti al toro; licenziamento, reso ancora più fattibile dal Jobs Act. Non credo perciò sia da riprendere in questo caso la Magistratura , che se ha disposto il sequestro dell’impianto è per la tutela non del profitto , non del lavoro, ma della salute, col fermare il flusso di agenti inquinanti, due in particolare che servono ins ede di lavorazione, in quanto emerso dall’inchiesta di Potenza , tale forte inquinamento va avanti da anni e anni fino a colorare di giallo i bacini d’acqua che dalla Basilicata arrivano in Puglia.
Keynes diceva che in una DEPRESSIONE è OK anche sotterrare soldi e poi pagare la gente per tirarli fuori… non abbassiamoci a ragionare come Renzi per favore…
Gualtiero, attendevo le tue risposte dirette. Nel frattempo non posso che stupirmi che tu, da quanto mi risulta, laureato in Scienze Politiche, non sappia che esista una gerarchia delle fonti del diritto per cui, niente faccia della stessa medaglia. prima viene la Costituzione con le leggi costituzionali, poi i regolamenti dell’Unione Europea, poi tutto il resto.
Negli eventuali sviluppi della faccenda il peso determinante l’avrà senz’altro quel parere espresso dal docente al giornalista rai che c’è stato riportato più sopra, stante il quale una procedura d’infrazione comunitaria risulterebbe fatalmente un buco nell’acqua proprio come il referendum.
Si può quindi dormire tra due guanciali, la Commissione Europea non oserà certo aprire una procedura per il gusto di guadagnarsi anche lei un irridente ciaone da qualche fiero condottiero italico.
Per quanto riguarda la gerarchia delle fonti del diritto non si dimentichi che, prima della Costituzione e dei regolamenti dell’Unione Europea, in questa fattispecie vigono i postulati di Renato Zero, primo fra tutti quello secondo il quale “dice la RAI soltanto il vero”.
giurisprudenza veramente ma oiramai vediamo si sono….23 anni fa’ quindi vado abbastanza a naso per ricordare ad esempio gli studi sul testo di Crisafulli di costituzionale esame dato in realta’ ben 27 anni fa’.Non facendo poi l’avvocato come mestiere…pero’ se ti stupisci di me..figurati il docente di amministrativo intervistato dalla Rai…
devo dire ad onor del vero che ultimamente si ha l’impressione che contino di piu’,i diktat e le leggi dell’unione europea che non le nostre….
per approfondimenti ..http://www.altalex.com/documents/news/2003/06/12/gli-atti-amministrativi-applicativi-di-norme-dichiarate-incostituzionali
Vedremo , che dirà la Commissione Europea. Intanto, sul fronte interno, il più modesto CODACONS
:Lunedì, 18 aprile 2016
REFERENDUM, CODACONS:Soldi sprecati di cui il Premier è il solo ed unico responsabile, e che ora finiranno al vaglio della Corte dei Conti
SU MANCATO ACCORPAMENTO RENZI MENTE: LA LEGGE CONSENTE DI UNIRE REFERENDUM AD ELEZIONI. LO HA AFFERMATO LO STESSO CONSIGLIO DI STATO
IMMANE SPRECO DA 300 MILIONI DI EURO, ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
Un immane spreco di soldi pubblici pari a 300 milioni di euro, che si sarebbe potuto evitare se solo il Governo avesse seguito le regole della Costituzione, e che finirà ora al vaglio della Corte dei Conti. Lo afferma il Codacons in merito al referendum sulle trivelle e alle dichiarazioni rese ieri dal Premier Matteo Renzi, annunciando un esposto alla magistratura contabile.
“Ieri il Presidente del Consiglio ha affermato che “Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perché una legge non ce lo permette”, ma questo non è assolutamente vero – spiega il leader del Codacons, Carlo Rienzi – Non esiste alcuna legge che vieta l’election-day, e lo stesso Ministro dell’Interno Angelino Alfano, in una interrogazione dello scorso febbraio, parla espressamente di “assenza di disposizioni specifiche sull’accorpamento tra referendum ed elezioni amministrative”. Tesi confermata pochi giorni fa dal Consiglio di Stato il quale, pronunciandosi sul ricorso Codacons per l’election-day, ha scritto testualmente: “unicità di data certamente non vietata ma nemmeno imposta dalla legge”.
Al contrario Renzi, posto che nessuna legge vieta l’accorpamento tra elezioni e referendum, avrebbe dovuto attenersi all’art. 97 della Costituzione Italiana, garantendo non solo il buon andamento della P.A., ma anche un risparmio di 300 milioni di euro per la collettività. Soldi sprecati di cui il Premier è il solo ed unico responsabile, e che ora finiranno al vaglio della Corte dei Conti – conclude il Codacons.
@ Massimo Giorgi
Scusa,, vorresti commentare tu per favore? Nessuno megllio di te troverebbe le poche e più adatte parole di circostanza..
RAI 3 , Agorà, il giorno prima del voto con Michele Emiliano ospite esterno
https://www.youtube.com/watch?v=WdCtgdXqk7s
@ Tamara Moroni:
Un capolavoro questo preludio del ciaone, trascinante l’indignazione verso l’ipocrisia di coloro che volevano farci credere che in Lombardia c’è il mare ed altre cose da pazzi, meno male che c’è la RAI che “ci fa crescere sani”.
La politica è l’arte di evitare che la gente si interessi di ciò che la riguarda.
PAUL VALÉRY
Pavoni, e quindi ? Spiegami. Ad esempio: Greco è un politico o un giornalista? Eugenio Scalfari, è un politico o un giornalista? LA RAI ” Di tutto (e) di più” ma anche La Repubblica , a dispetto del nome che porta, si è data un bel da fare per “ben informare” gli italiani su un referendum nazionale ammesso dai massimi Organi Costituzionali, e come tale quindi da trattare tutti come valido per tutto il territorio nazionale.
Ma a parte questo dettaglio per cui mi spiegherai le differenze tra politica e informazione, e a parte le trivelle, una sola domanda banale e pratica vorrei fare a Greco e Scalfari: visto che per loro il referendum non toccava gli abitanti della Val D’Aosta, Piemonte, Lombardia, ,Umbria , e tutte le regioni interne che non hanno il mare, d’estate, valdostani, piemontesi lumbàrd, umbri , si trasformano improvvisamente in italiani che vanno nel loro mare Adriatico , Ionico, Tirreno, oppure , noi che abbiamo il mare li dobbiamo considerare stranieri che si riversano sulle nostre coste?
Eugenio Scalfari, 17 Aprile
. ” In questi giorni il tema numero uno del nostro Paese è il referendum sulle trivelle e quello numero uno in Europa è la sua ri-nazionalizzazione.
[…]l’affluenza ai referendum abrogativi, che prevedono un quorum del 50 più uno per cento dei cittadini con diritto di voto, è crollata a partire dalla fine del secolo scorso. E ancora più in questi ultimi anni.
Aggiungo a questa generale tendenza che ci sono referendum abrogativi su fatti specifici che riguardano soltanto abitanti di alcune zone del Paese mentre non interessano affatto a chi vive su territori diversi. Quello delle trivelle per esempio non riguarda chi vive in terre lontane dal mare e quindi del tutto disinteressate all’esito referendario. Non riguarda per esempio Piemonte e Lombardia.
E neppure gli abitanti dell’intera costa tirrenica visto che i giacimenti petroliferi sono stati individuati soltanto nella costa adriatica e ionica.
In queste condizioni sarebbe molto opportuno non estendere all’intero Paese questo tipo di referendum che ne riguardano soltanto una parte. Ci vorrebbe naturalmente una modifica o meglio una precisazione costituzionale che potrebbe perfino essere anticipata da un’opinione della nostra Consulta. Se invece i referendum del tipo di quello delle trivelle devono valere per tutti, è evidente che chi partecipa a quel voto lo fa per ragioni di politica generale che esulano del tutto dalla domanda referendaria. Si vuole incoraggiare oppure indebolire il leader di turno, Renzi in questo caso. E quindi si dà al referendum un significato ed una funzione del tutto diversa da quella che teoricamente gli è stata assegnata. È corretto tutto questo o è del tutto scorretto?”
E conclude il lungo editoriale,in questo modo :
“Fratellanza e libertà, è questo il vero obiettivo che dobbiamo far nostro.”
Tamara, Scalfari ha 92 anni,,, non infierire… parce sepultino… la riflessione sul lombardo che se ne frega dell’Adriatico è puro Razzi nell’imitazione di Crozza. D’altra parte Vespa ha sempre detto che l’editore di riferimento della Rai è la maggioranza di governo e gli sembra pure la soluzione più giusta e normale del mondo.
D’altra parte chi è il popolo così rozzamente citato dall’articolo 1 della Costituzione? chi sono i cittadini? patetici, insignificanti personaggetti sfig.ati…