Il vice ministro dell’Economia Enrico Morando, il senatore Mario Morgoni e il segretario Pd di Potenza Picena Enrico Garofolo durante il convegno all’Antico Uliveto di Porto Potenza
di Maurizio Verdenelli
(foto di Federico De Marco)
Kramer contro Kramer. Va in scena sul far della mezzanotte nella sala sold out di un magnifico resort (‘L’Antico Uliveto) vista mare a Potenza Picena l’ennesimo dramma da “separati in casa”. La casa è quella del Pd, i duellanti si chiamano ancora “compagni” ed appartengono, puri e duri, alla storia antica del Partito comunista. Lui è il sen. Enrico Morando, vice di Padoan al ministero-chiave di Economia e Finanze, ‘migliorista’ storico, ‘delfino’ di Giorgio Napolitano, ex giornalista de L’Unità, già segretario provinciale del Pci ad Alessandria, senatore Pds e Ds prima di approdare nel Pd, protagonista dell’ascesa al potere di Matteo Renzi. Dall’altra parte Aldo Benfatto, segretario per anni della Cgil provinciale fino all’aprile 2014 quando gli è succeduto Daniel Taddei.
«Da un anno e mezzo ho rinunciato alla tessera del partito» rivela Aldo ammutolendo l’assemblea fin lì un po’ sonnacchiosa considerati l’ora notturna e pure il ritardo di Morando e il senatore Mario Morgoni: tuttavia la cena oltre ai problemi dei calzaturieri di una riunione precedente, ha pur sempre i suoi diritti. Kramer contro Kramer, dunque. Al centro un “figlio” che Benfatto disconosce e il ministro rivendica proprio: il job acts. «E’ stato scritto da Confindustria, è chiaro, lo si desume da tanti documenti prodotti da Squinzi e compagnia» fa il sindacalista sul quale comincia a piovere il dissenso del popolo Pd e la difesa d’ufficio di Morgoni («Ma …Mario, ma Mario…», si stupisce Aldo, ma l’ex compagno senatore non recepisce l’appello). “
«No!» contesta Morando non rinunciando ogni volta, ieraticamente a sottolineare «Se noi uomini della sinistra siamo al mondo è per le pari opportunità, l’uguaglianza». «Il Job acts – sottolinea con improvvisa forza verbale, il viceministro – l’ho scritto proprio io e Pietro Ichino e tantissime altre persone di sinistra. Se c’è un colpevole, questo sono dunque io (applausi ndr). Tuttavia non mi sento triste, anzi sono fiero se grazie al job acts ci sono ora trecentomila italiani che hanno visto il loro contratto trasformato a tempo indeterminato». Il moderatore, Enrico Garofalo, segretario potentino del Pd, ha concesso tre minuti per gli interventi: Benfatto sfora alla grande. Ma nessuno s’oppone alla tracimazione del “vecchio compagno” che butta cuore e rabbia anche sul manifesto ottimistico della serata: “L’Italia che riparte. Meno tasse, più occupazione, più imprese, più efficienza nella spesa pubblica”.
«Il paese non riparte per niente – fa l’ex segretario – esiste invece un clima generale di preoccupazione, sofferenza, paura. C’è gente che rinuncia alla propria dignità pur di lavorare. L’aumento a dismisura del ricorso ai voucher (leggi l’articolo) e dunque del lavoro precario lo stanno a dimostrare. Molti se ne vanno all’estero, subito assunti con dignità. Non è vero dunque che la scuola italiana non funzionava (contestando così l’affermazione del ministro secondo cui “il governo aveva rischiato l’osso del collo per imporre una riforma che poteva dribblare politicamente come sempre era successo in passato” ndr). In realtà stiamo fallendo un’occasione storica, mentre gli altri paesi corrono, noi cresciamo solo dello zero-virgola, siamo in una condizione di declino, ancora immersi nella stagnazione. Allora mettiamo insieme le forze, salviamoci con la concertazione, cambiando metodo. Pensiamo alla lezione dell’allora premier Ciampi. La collaborazione premia. Basta pensare allo smaltimento dei rifiuti: chiedendo a tutti uno sforzo come ha fatto ad esempio il Cosmari, qui nel Maceratese dove siamo passati al 75% della raccolta differenziata».
Il lungo sfogo del compagno Aldo raccoglie nell’assemblea del Pd ormai piena di umori, solo l’applauso del “bersaglio”: il viceministro. Tuttavia solo quello, perché per il resto Morando fa muro. Anche sulla concertazione, dichiarata «fallita a suo tempo» da precedenti governi e leader di sinistra. In sala c’è il deputato Piergiorgio Carrescia e il sindaco di Appignano, Osvaldo Messi. Ad intervenire dopo l’uragano Aldo sono però la presidente della Cia (Agricoltori) Mirella Gattari (embargo Russia, olio dalla Tunisia, arance dalla Turchia senza oneri doganali, i tasti dolenti), il commercialista Mimmo Mucci (l’insostenibilità del debito pubblico) e il rettore di Unicam, Flavio Corradini. In attesa della riforma delle università Corradini guarda all’Europa. In attesa della «riforma culturale complessiva» racconta di un viaggio a Zagabria dove ha assistito a condizioni di lavoro «disumane». «In un’area limitatissima – continua il rettore – ho visto 280 operaie: non avevano spazio nemmeno per i movimenti più semplici. Nell’Europa unita i controlli dovrebbero essere uguali per tutti i paesi al fine anche di un’onesta competizione».
Morando, europeista storico, offre volentieri segnali d’assenso: «La tutela del lavoro, al di là di tante c… (il termine gergale gli sfugge, subito chiedendo venia ndr) di cui si parla, è la cosa più seria, anche a rischio disoccupazione. C’è infine, prima del rompete le righe a mezzanotte e mezzo, spazio per Banca Marche. Il viceministro dell’economia e delle finanze, tiene a dire che i crac certamente non sono addebitabili al governo che da parte sua a giorni si appresta a varare un decreto importante per il ristoro dei tanti che hanno subito danni. Il decreto stabilirà la regolamentazione concreta di accesso al fondo da 100 milioni di euro, le priorità e quindi la graduatoria degli aventi diritto, nella cornice fatta delle slealtà da parte dei precedenti gestori ma pure del grado di un’eventuale consapevolezza di chi sottoscrivendo le obbligazioni subordinate sapeva dei rischi cui andava incontro.
«Avendo salvato posti di lavoro e pure correntisti, lo sforzo concreto attraverso l’operazione del ristoro dei danni subiti dagli obbligazionisti è quello di ricomprendere vecchi e nuovi clienti sul territorio di cui Banca Marche e gli altri istituti sono espressione, un nuovo patto di fiducia», ha detto Morando mentre il popolo del Pd cominciava a sciamare lungo le splendide scalinate del resort tra ulivi, giardini digradanti, belle auto e commenti senza soggetto «Ecco: c’è stato chi non ha voluto perdere l’occasione per far fare cattiva figura al partito».
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il giornalista Verdenelli ha posto in luce l’unico intervento fortemente critico della serata, dedicandogli i tre quarti dell’articolo. Le posizioni delle CGIL sono note a tutti. L’ottimo cronista, per il resto distratto, tratteggiato molto pittorescamente lo scontro “interno” al partito democratico e ha fatto riferimento al caso banca marche. Dal momento che Morando ha parlato per un’oretta l’ottimo Verdenelli avrebbe anche potuto sforzarsi di scrivere due righe su quello che ha detto il vice ministro o no? Magari due paroline sulla legge di stabilità il buon cronista avrebbe potuto anche riferirle o no?
in quanto all’avverbio IERATICAMENTE, usato del tutto a sproposito, vista l’indole e il modo di porsi di Morando riporto ad uso del bravissimo cronista la definizione che dà del lemma IERATICO il dizionario Treccani:
ieràtico (raro geràtico) agg. [dal lat. hieratĭcus, gr. ἱερατικός, der. di ἱεράομαι «esercitare il sacerdozio», da ἱερός «sacro»] (pl. m. -ci), letter. –
1.
a. Sacerdotale, per lo più con riferimento ai sacerdoti di popoli antichi: Etruria militare e i. (Gioberti), organizzata cioè su base militare e religiosa.
b. Scrittura i.: tipo di scrittura geroglifica egiziana, in cui la forma corsiva è così accentuata da non permettere di riconoscervi la forma pittografica originaria, abitualmente usata dai sacerdoti (donde il nome) in epoca tolemaica romana.
2. Per estens., di cosa (soprattutto di atto, aspetto, gesto, parola) improntata a una compostezza sacerdotale, solenne: i cipressi, acuti ed oscuri, più i. delle piramidi (D’Annunzio); atteggiamento i., attitudine i., gesto i.; gravità i.; parlare con tono ieratico. È usato anche con intonazione ironica, per indicare una gravità e solennità ostentata, caricata, sproporzionata al luogo o alla circostanza. ◆ Avv. ieraticaménte, con sacerdotale gravità e solennità: atteggiarsi, incedere ieraticamente.
Un minimo di onestà intellettuale non guasterebbe. ad majora Verdenelli. controlla le tue aggettivazioni. cordialità.
Lo dice l’Istat, rispetto al 2014 (quando non c’era questo coso ) l’occupazione era più o meno la stessa che a fine 2015. L’aumento degli occupati a tempo indeterminato non rappresenta nuova occupazione, ma una forma di stabilizzazione. Costerà poco alle imprese disfarsi di questi lavoratori, che di fatto da disoccupati non avranno nessun diritto in più…http://ilmanifesto.info/jobs-act-una-ripresina-pavida-e-anemica/
E dell’intervento di Morando nulla ? Capisco la passione sociale di chi ha vissuto sempre sulle miserie di un paese cercando, ora, un palcoscenico magari a sostegno del no referendario …. ma per onestà intellettuale sarebbe utile riportare le posizioni di tutti. Altrimenti siamo alla partigianeria nuda e cruda. E fare giornalismo significa altro, conoscendo bene le due parti in causa (anzitutto l’amico Morando di cui mi fido).
Bravo Aldo, hanno distrutto un partito che solo dopo 25 anni qualcuno se ne sta accorgendo. vedi l’avanzamento dell’estreme destre in questo nostro paese. Niente di personale! ricordo Mario che ci strappavamo le vesti per sostenere la mozione Ingrao con il 36% del famoso congresso, della distruzione della sinistra, perché, siamo chiari fu li la fine della sinistra. Morando, credevo che dopo quel Congresso (91) sarebbe sparito insieme al Compagno Napolitano considerando la bassa percentuale di consensi ottenuti.
Di Occhetto non ne parlo considerando che non se ne accorto che gli facevano la garba. Tutto era funzionale alle proprie carriere politiche, vediamo in provincia, non di più.
Abbiamo perso le nostre garanzie lavorative per 200000/300000 mila posti di lavoro, che poi sono posti a tempo determinato a indeterminato pagati a peso d’oro Ora si preparano a distruggere la nostra Costituzione pur di trovare in futuro un altra occasione.
Ma quando vi da fastidio chiamarvi compagni?
Evocherei piuttosto certe atmosfere del grande romanzo ottocentesco, penso per esempio a quella che si respira in casa Oblonskij nell’incipit di Anna Karenina:
«Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Tutto era sottosopra in casa Oblonskij. La moglie era venuta a sapere che il marito aveva una relazione con la governante francese che era stata presso di loro, e aveva dichiarato al marito di non poter più vivere con lui nella stessa casa. Questa situazione durava già da tre giorni ed era sentita tormentosamente dagli stessi coniugi e da tutti i membri della famiglia e dai domestici. Tutti i membri della famiglia e i domestici sentivano che non c’era senso nella loro convivenza, e che della gente incontratasi per caso in una qualsiasi locanda sarebbe stata più legata fra di sé che non loro, membri della famiglia e domestici degli Oblonskij. La moglie non usciva dalle sue stanze; il marito era già il terzo giorno che non rincasava. I bambini correvano per la casa abbandonati a loro stessi; la governante inglese si era bisticciata con la dispensiera e aveva scritto un biglietto ad un’amica chiedendo che le cercasse un posto; il cuoco se n’era già andato via il giorno prima durante il pranzo; sguattera e cocchiere avevano chiesto di essere liquidati.»
Finalmente ho capito perché li chiamano pidioti. L’applauso a Morando dichiaratosi orgogliosamente padre del Job act, spiega benissimo la confusione mentale dei soggetti. Se poi partono da una premessa sbagliata o meglio, del tutto falsa, che giustamente Benfatto fa rilevare ossia : “ L’ Italia che riparte. Meno tasse, più occupazione, più impresa, più efficienza nelle spesa pubblica “, è chiaro che non vanno da nessuna parte. Chiaro se non sei appunto un pidiota.
Aldo Benfatto ha ragione piena di affermare che il nostro Paese non riparte affatto ed è invece in una durissima fase di stagnazione dalla quale non uscirà certamente per opera del Job(s) Act (usano l’inglese perchè dà un valore altisonante e solenne a qualcosa che si potrebbe più chiamare semplicemente piano-lavoro).
Tale strumento non ha prodotto che risultati miserrimi rispetto alla spesa sostenuta fino ad oggi dal Governo.
Non c’è stato assolutamente incremento di occupazione ma solo “trasformazione” di rapporto di lavoro tanto che, complessivamente, nel 2014 ci sono stati più occupati che nel corso del 2015.
Chi ha qualche anno come me ricorda che c’è stata una normativa veramente efficace sul piano dell’occupazione (la legge n. 223/1991). Con quella legge gli imprenditori avevano benefici fiscali e contributivi se effetuavano VERE occupazioni che dovevano essere nuove ed in soprannumero rispetto alla forza lavoro precedente la data di richiesta del beneficio. Era sufficiente copiare o ripristinare quella normativaA.
Con il Job(s) act si erogano soldi agli imprenditori sulla fiducia! Vedremo se tale “moto occupazionale” ci sarà ancora tra tre anni al termine dell’efficacia ella legge.
La vera notizia mi pare quella che oltre 100 persone si riuniscono a Porto Potenza per discutere delle scelte di politica economica del governo, con un confronto di diversi punti di vista emersi nella discussione. Alcuni commentatori sembrano avere una vera vocazione per la denigrazione che li porta a disprezzare anche la partecipazione che pure è un elemento fondante della democrazia. E la nostra democrazia avrebbe molto più bisogno di protagonisti attivi che di passivi osservatori critici.
Per Morgoni. Chi è osservatore, per di più critico, non mi sembra proprio che possa essere considerato passivo.
Per Iacobini : chi parla di pidioti o evoca il grande romanzo ottocentesco non è osservatore critico ma un denigratore a prescindere. Noi abbiamo organizzato una iniziativa dove e’ stata presentata la politica economica del governo e dove le voci critiche si sono potute liberamente esprimere. Credo che una iniziativa di questo genere vada rispettata anche da chi si sente avversario irriducibile del PD. Viceversa, denigrare l’ iniziativa in quanto tale mi pare espressione di scarsa intelligenza e maturità .
Per Morgoni. Ho segnalato solamente che l’espressione ‘passivi osservatori critici’ è un ossimoro, così come lo è l’espressione ‘ghiaccio bollente’.
gia’ peraltro gli assunti a tempo indeterminato con il job act non prendono consensi neanche presso le banche infatti non rilasciano alcun mutuo se sei stato assunto con il nuovo contratto dato che nei primi tre anni puoi comunque essere licenziato in qualsivoglia momento.L?italia non riparte anzi….si e’ data la possibilita’ di fare della forza lavoro qualsivoglia cosa pur di guadagnare!!!
@Morgoni, non bisognerebbe neanche denigrarvi, perché ne potreste approfittare per capire dove sbagliate.
il job act è una delle tante pseudo riforme del pifferaio magico Frottolo Renzi,non ci crede più nessuno se non i Pidioti col paraocchi.
Votiamo tutti NO al referendum di ottobre,per favore!
Mario Morgoni Lei ha perfettamente ragione, per trattare una “vera notizia” così in maniera consona al bisogno della “nostra democrazia” avrei dovuto richiamarmi non a certe atmosfere del grande romanzo ottocentesco ma piuttosto a quelle del grande giornalismo novecentesco della Pravda.
Sig. Giorgi, mi sento di suggerirle di coltivare la sua vocazione per la narrativa e di abbandonare le velleità di occuparsi di politica . Non mi sembra francamente la materia a Lei più congeniale.
Sig. Micucci, nonostante i tanti difetti ( ed anch’ io ne riconosco molti ), il fatto che il PD sia il primo Partito in Italia Le può forse suggerire la riflessione che il panorama politico fuori dal PD e’ una vera desolazione e non riesce a proporre niente , non dico di meglio, ma neanche di meno peggio .
Ad altri commentatori suggerirei di informarsi meglio sui provvedimenti del governo, perché dimostrano di non sapere di cosa parlano.
Mario Morgoni, tante grazie per il suggerimento ma al momento, col Suo permesso, per coltivare le mie vocazioni ho bisogno d’occuparmi di materie per cosi dire fertilizzanti, anche se esse mi sono poco congeniali.
Per il sen. Morgoni. Occuparsi di politica è un diritto/dovere di ogni cittadino. Infatti l’art. 3 Cost. recita:
” Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Che pertanto il cittadino secondo qualcuno sbagli non è (come lo era ai tempi del ventennio) motivo di ostracismo e/o esilio.
Talvolta penso che, nella foga dialettica, si dimentichi molto presto una verità rivelata che ogni spirito libero che fa/segue/siinteressa di politica apprende dopo un pò che la vive…
Il partito, il movimento, il sindacato, il club, l’associazione NON fa gliinteressi GENERALI del Paese, della città, del quartiere, della bocciofila ma solo ed esclusivamente gliinteressi dei propri soci, affiliati, iscritti
Non c’è nessuno che fa gli interessi di tutti, lo dicono che si interessano di tutti, ma alla fine fanno SOLO ed ESCLUSIVAMENTE gli interessi di chi li vota o di chi è iscritto.
Facciamo un esempio: negli ultimi 20 anni il Sindacalismo italiano ha “curato” solo determinati interessi, NON gli interessi dei lavoratori in generale ma solo di alcune categorie (pubblico impiego e pensionati) in quanto quele categorie sono la maggioranza dei tesserati.
Stop.
Stesso dicasi dei partiti: ogni partito ha un suo bacino elettorale è “coltiva il proprio orticello; il Paese può andare anche allo sfacio, basta che il mio orticello rimane intatto o aumenti uno zero-virgola-qualcosa alla successiva elezione.
Fingere di interessarsi di tutti è appunto fingere a scopi elettorali o propagandistici….
il problema dei politici pensano che gli italiani siano tutti culturalmente e mentalmente sottosviluppati specialmente chi non riconosce i merito del renzi-furetto -combina-guai…..sta’ facendo danni con un partito, che risulta essere come orientamento politico quanto di piu’ simile alla dc esista, come nessun altro ha fatto,a parte Monti e Letta nella storia recente d’Italia,e dire che prima avevamo Berlusconi.Il job act…non funziona se non per illudere le persone di avere un contratto a tempo indeterminato che in realta’ per un lungo arco di tempo e’ un determinato,anzi peggio potendo il dipendente essere mandato via in qualsivoglia momento e senza motivazione alcuna,tanto fumo ma l’arrosto non e’ per i poveri mortali.
Per Cerasi. Qualche politico non fa gli interessi degli iscritti, ma quelli del ‘capo’ che a suo tempo gli predispose la poltrona. Poco conta che non conosca la Costituzione. Ciambellano h24.
Pelché senatole Manlio Molgoni illitato con Massimo Giolgi e altli commentatoli? Palagone di Giolgi fla polemica intelna a PD e atmosfela glande casino di casa Oblonskij non piaciuto? Folse vela lagione pizzicole sedelone senatole Molgoni ela alticolo giolnalista Veldenelli: e infatti Linaldelli fatto clitica diletta a Veldenelli, pelché cledo Linaldelli e Molgoni piaceva Veldenelli sclivele più lodi e leccale più culo a PD; ma Molgoni non voleva fale clitica apelta a blavo Veldenelli, e allola sclitto clitiche a comuni commentatoli.
Ma senatole Molgoni non si pleoccupi di questi beceli qualunquisti detlattoli: lui e PD vadano avanti pel lolo stlada, che noi “nuovi Italiani” da vecchio Celeste Impelo semple sostellemo nuovo PD, pelché elezioni plimalie di PD unico posto in mondo dove noi Cinesi, e alabi come Khalid Chaouki, e aflicani come signola Kyenge potele plovale glande gioia di votale! E PD dovlà licoldale questo sostegno e fale plesto a fale diventale tutti noi cittadini Italiani, così potlemo aiutale PD anche a glandi elezioni politiche genelali, quando ltaliani non nuovi tolnelanno svegli e mandelanno PD a fale in 屁股.
Un glande e ploficuo Nuovo Anno Cinese a tutti, a senatole Molgoni, a dottol Sala glazie a noi nuovo candidato PD a sindaco Milano, e a glandissimo Plimo Ministlo Lenzi!
Il sig. Iacobini mi ricorda che è diritto dovere di ogni cittadino occuparsi di politica. E’ esattamente quello che un centinaio di persone ha fatto l’ altra sera all’ incontro di Porto Potenza. Rispettando il dettato della Cistituzione molto più di chi si limita ad atteggiarsi a censore – commentatore e spesso denigratore dell’ impegno altrui. Il sig. Bonfranceschi sostiene che io sia irritato con i commentatori e invece si sbaglia perché io sono solo incredulo per la pochezza di tanti commenti . Inoltre , se avessi voluto rivolgere una critica a Verdenelli, l’ avrei fatto apertamente , sia perché non soffro di alcuna sudditanza nei confronti di Verdenelli, ma sopratutto perché non sono abituato a ripiegare su ipocrisie che non fanno parte del mio costume . Per il resto sono pienamente soddisfatto,dell’ iniziativa pubblica con il vice ministro Morando e spero presto di promuovere nuovi appuntamenti.
Giandorico Bonfranceschi, la famiglia Oblonskij non è considerata termine di paragone ortodosso per il Pd perché al Pd piace fa’ l’americano (primarie, jobs act, ecc.). Invece finché a proposito degli screzi in casa Pd evochi un film americano come Kramer contro Kramer ancora te la cavi senza ricevere il marchio di denigratore a prescindere.
https://www.youtube.com/watch?v=dnYX5yIJfd
Il video che mi pare che non si veda nel mio commento 23 è un Renato Carosone che canta Tu vuo’ fa’ l’americano.
Mario Morgoni, un fenomeno davvero grandioso quel centinaio di persone dell’incontro di Porto Potenza, ed una narrazione, la Sua, davvero all’altezza dell’Ėjzenštejn della corazzata Potëmkin, ci faccia sapere al più presto quali saranno i prossimi porti d’attracco.
Per il sen. Morgoni. Premesso che un conto è la censura e un conto la critica, il dissenso ed eventualmente la satira, mi piace citare questa frase del filosofo Bertrand Russel:
“Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi.
Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma.
Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma.
Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.”