di Maria Stefania Gelsomini
Sulla polemica tra Sferisterio del presente e del passato interviene anche l’avvocato Paolo Micozzi, segretario comunale del Pd, che già lo scorso anno aveva elogiato Micheli ma aveva anche sottolineato il rilancio dello Sferisterio operato in passato da Orazi. Senza negare i meriti della direzione artistica di Micheli, Micozzi ricorda il valore artistico delle stagioni liriche sotto la guida Orazi e respingere i paragoni, impossibili in epoche e situazioni economiche così diverse.
Che ne pensa di questa recente lettera di Orazi su CM?
Ho letto la lettera di Claudio e ho percepito un po’ di risentimento per l’atteggiamento che gli è stato riservato. Sono convinto che lui l’abbia scritta perché, da maceratese, gli ha dato giustamente fastidio essere richiamato, è vero indirettamente, ma i vari interventi che ci sono stati hanno fatto riferimento al suo periodo. Rimango dell’idea che Micheli a Macerata ha avuto il grande merito, indiscusso, di aver portato lo Sferisterio in città e di aver coinvolto tante persone che prima erano ai margini. Prima lo Sferisterio consisteva nella serata dello spettacolo e finiva lì, invece adesso c’è un coinvolgimento maggiore con tante altre iniziative collaterali. Ma avevo già espresso delle riserve, e le confermo adesso, sul fatto che vengano fatti paragoni con altri momenti e con altre persone, è un metodo che a me non piace a prescindere da Orazi: confrontarsi con chi c’era prima e dire che era peggiore. Gli deve essere riconosciuto quello che lui ha fatto per il teatro maceratese.
Lei in quegli anni c’era?
Sì dentro allo Sferisterio ci sono stato per tanto tempo, anche come comparsa e poi capo comparsa, mi ricordo la qualità che veniva riconosciuta alle stagioni liriche in cui Orazi ricopriva questo incarico di vertice. È evidente che sono tempi diversi, probabilmente in quell’epoca le necessità di un’attenzione così stringente al bilancio non erano come quelle attuali, quindi magari si puntava molto di più sulla qualità dello spettacolo, su registi di altissimo livello, su scenografi di fama mondiale, e tutto questo gli va riconosciuto, altrimenti finiremmo per negare quelle che sono state le nostre origini, le nostre radici. Un lavoro importante che aveva chiaramente anche dei costi, mi ricordo perché all’epoca ero consigliere provinciale (dal 1999 al 2004) e feci parte di quella commissione mista Comune-Provincia che fece un lavoro certosino per verificare se effettivamente c’erano stati sprechi e una gestione non oculata. Lo stesso Orazi fece una ricerca, presentò una relazione alla commissione in cui mise in evidenza che effettivamente non c’erano stati sprechi. I costi sì c’erano stati, ma lo Sferisterio prima funzionava così, c’era un grosso impegno di spesa in un periodo di tempo molto limitato, cioè durante il periodo della stagione lirica e della sua preparazione, e quindi magari le spese finivano per essere anche importanti in relazione alla qualità degli spettacoli.
E il famoso mutuo?
Come ha detto bene Orazi, questo mutuo doveva servire anche per permettere allo Sferisterio di avere un fondo di dotazione, doveva essere una riserva di sicurezza, che permettesse di lavorare con serenità perché in quegli anni c’era sempre il punto interrogativo se la stagione successiva si potesse o non si potesse fare.
Antonio Pettinari, Francesco Micheli e Romano Carancini alla conferenza finale della stagione lirica 2015
La mancanza di risorse condiziona la qualità inutile negarlo. Se non si possono chiamare i grandi cantanti, i grandi registi, si fa quel che si può con quello che c’è. Dunque nessuna critica a Micheli da parte sua ma un dovuto riconoscimento del lavoro di Orazi.
A mio avviso Micheli sta facendo benissimo, un risultato eccellente per le difficoltà finanziarie che ci sono, un lavoro che va apprezzato per il momento attuale. Quando però, ripeto, questo finisce per creare paragoni con chi precedentemente ha gestito il teatro, secondo me anche con grande intelligenza e capacità tant’è vero che dopo Macerata Orazi è diventato sovrintendente all’Arena di Verona, credo ci vorrebbe maggiore cautela. I momenti storici sono diversi e la qualità degli spettacoli nel periodo di Orazi è stata riconosciuta unanimemente, ha anche vinto per diversi anni il premio Abbiati della critica (1992, 1996, 2000, 2001) e ha portato Macerata nel mondo. È chiaro che se all’epoca ci fosse stata la situazione di difficoltà attuale, con la necessità di un’attenzione stringente anche all’ultimo centesimo, probabilmente sarebbero state fatte scelte diverse e anche con qualità diverse.
Al di là della differenza di vedute, sulla necessità di salvare lo Sferisterio però anche lei non ha dubbi.
Per Macerata lo Sferisterio rappresenta una risorsa fondamentale, sia in termini di cultura, di turismo, ma anche in termini economici, per cui va salvato assolutamente.
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Bravo, ben detto.
Classico esempio di cerchiobottismo italico: uno non ha torto, ma l’altro non ha ragione, ed entrambi sono bravi…
L’importante è non prendere posizione e non dare torto a nessuno…
Una cosa che non emerge mai in queste querelle è la ricaduta della stagione sul territorio. Non mi riferisco alle feste, a mio avviso evento separato dalla stagione lirica, ma al ritorno di lavoro, professionalità, indotto. Scene, sartoria, luci, sono prodotte dal lavoro locale, o da maestranze chiamate da fuori? Il rapporto con l’Accademia di Belle Arti prosegue? Mancando sia a Macerata che ad Urbino una facoltà di musicologia, che rapporti ci sono con il mondo della ricerca? Quante sono le presenze negli alberghi e nei ristoranti della città, considerato che il pubblico sembra sempre più locale? È possibile confrontare i dati per l’epoca Orazi, l’epoca Pizzi e l’attuale?
Orazi dopo Macerata è passato a Verona, Micheli dopo Macerata, se la Gallina d’oro, poco esperta in faccende musicali liriche e più invischiata con Piddì che vende giuggiole a Chiarì, decide di lasciarlo libero di accettare altri incarichi per un eventuale chiusura rubinetti,o per innovazione carrieristica sicuramente d’avanguardia come lo Sparafucile che vende Wurstel salsicce e spuntature d’agnello, quali enti lirici se lo contenderanno? Ah, vorrei ricordare che solo un pubblico internazionale, come fa notare Tramannoni, da il senso di notorietà legata alla spettacolarità e alla scelta di cast che rimangono nella memoria.
Micheli è stato chiamato a dirigere lo Sferisterio quando la banca di famiglia era uno dei principali azionisti privati di Banca Marche, a sua volta principale sponsor della stagione. Uscita Banca Marche dalla lista degli sponsor, uscita la banca di famiglia da Banca Marche, ha ancora senso la presenza di Micheli a Macerata, al posto di un vero direttore artistico (non so, un Giancarlo del Monaco)? È una riflessione che può fare solo la politica locale, perché Micheli per il momento è impantanato a Macerata. Ha provato a spostarsi al Maggio Musicale, dove regnava una parente acquisita, ma licenziata la parente la prospettiva di un incarico più prestigioso è, per il momento, sfumata.
@ Paolo Tramannoni
Se ho ben capito la scelta venne fatta non sul curriculum o sulle capacità, ma per altri motivi?
Potrebbe essere più chiaro?
@Cerasi: I retroscena nelle sale della giunta comunale non li conosco. So che Micheli appartiene alla famiglia di banchieri che all’epoca comandava su Banca Intesa, all’epoca un importante azionista privato di Banca Marche (di fatto comproprietaria storica della stagione maceratese, in quanto sponsor e depositaria dei suoi debiti). Pur avendo un curriculum modesto, Micheli fu preferito a persone dal curriculum più interessante (mi sembra che ci fossero in lizza Del Monaco e Vlad, oltre allo stesso Orazi). La direzione degli enti musicali è del resto passione di famiglia, se un altro membro della famiglia (Francesca Colombo) ha sovrinteso al Maggio Musicale Fiorentino, e se Francesco Micheli Sr ha presieduto il conservatorio di Milano. Può darsi che la decisione di affidare al Micheli Jr la direzione della stagione sia stata motivata da considerazioni puramente artistiche, ma visto che lo Sferisterio è un bene pubblico sarebbe bene conoscere ogni dettaglio della storia.
Il problema vero è che Micozzi non ha ancora digerito il fatto che Carancini abbia vinto le primarie prima e le elezioni poi.Più in generale mi chiedo chi rappresenti il PD,ma nello specifico Micozzi cosa mi rappresenta?