Carlo Ciccioli e l’occasione sprecata:
“Complesso di inferiorità e di stupidità”

POST VOTO - Il portavoce regionale FdI-An critico sulla scelta di Forza Italia su Spacca, invita il centrodestra a riflettere sui risultati elettorali se vuole candidarsi a governare
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Carlo Ciccioli portavoce regionale Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale

Carlo Ciccioli portavoce regionale Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale

Riceviamo da Carlo Ciccioli, portavoce regionale FdI-An:

«Quello che balza agli occhi ormai da vent’anni (1995-2015) è che il centrodestra nelle Marche non riesce a candidarsi come coalizione competitiva alla sinistra per governare la regione. Anche quando ci sono condizioni elettorali nazionali favorevoli (nel 1995 e nel 2010) o regionali favorevoli (2015), il centrodestra non riesce a mettere a punto una alleanza elettorale davvero alternativa alla sinistra. Certamente Fratelli d’Italia-An e Lega hanno avuto un risultato eccezionale ed inaspettato, il 19% dei voti contro un 12% rilevato dai sondaggisti, segno di essere riusciti a cogliere le aspettative dell’elettorato di centrodestra. Il raggruppamento Marche 2020-Area Popolare-Forza Italia ha avuto un flop esagerato registrando un 14% a fronte di presunti sondaggi realistici intorno al 17-19% e irreali del 27%. Una debacle inimmaginabile. Ma resta il nodo che il centrodestra ha preparato un’autostrada al Pd che ha vinto facile con l’aiuto di tutti gli opportunisti del caso che sono immediatamente saliti sul carro del preannunciato vincitore. Quel 41% sarebbe stato molto inferiore (un 34%?) se non fosse stato un successo annunciato. Questo è il nodo, perché poi chi governa, governa, chi sta all’opposizione, fa battaglie di principio ma il più delle volte inefficaci.

Il tema del futuro è: come mandare all’opposizione il centrosinistra, far crescere le Marche, far vincere le forze che si richiamano al centrodestra e questo deve essere da questo momento il nostro obiettivo. Facciamo l’analisi degli errori: Spacca rompe con i vertici del Pd e, almeno in teoria, vuole essere alternativo al Pd. Che fa? Temporeggia in una trattativa di oltre tre mesi con i vertici del Pd per ricandidarsi comunque, poi indugia nel correre dietro a un pezzo di Udc di Pettinari, Marconi e Viventi che erano già collocati indissolubilmente con il Pd. Poi non promuove un tavolo alternativo al centrosinistra mettendosi a disposizione del centrodestra per vincere le elezioni, facendo imbestialire tutto l’elettorato di centrodestra che rilevava solo un atteggiamento opportunistico e non uno schieramento alternativo al Pd. Che fa Forza Italia? Allora, ora non più, forza maggioritaria del centrodestra corre dietro a Spacca invece di imporre una linea competitiva. Quindi Pd e centrosinistra a pezzi, centrodestra potenzialmente competitivo e stavolta veramente vincente, ma qual è la conclusione? Il Pd, in qualche modo ristrutturato dopo primarie fratricide, mezza Udc e un raggruppamento di cespugli di centrosinistra inconsistenti, con un candidato Ceriscioli, sbiadito e mezzo ammaccato, vince al 41%. Un capolavoro di inettitudine. Ma come si può fare!

Io ritengo che esista un vero e proprio complesso di inferiorità e di stupidità, un’assoluta mancanza di lungimiranza della classe dirigente del centrodestra delle Marche, che si gioca sempre il proprio destino sull’interesse personale di qualche esponente locale invece di correre per vincere. Così è stato il più delle volte nella scelta delle candidature alla presidenza della Regione, per sindaco nelle città e nei paesi, alle candidature delle elezioni politiche. Questa volta se Spacca avesse fatto un passo indietro, se avessimo scelto un candidato degno di consenso e condiviso, se fossero prevalsi gli interessi comuni sugli egoismi, il Pd questa volta sarebbe stato mandato all’opposizione poiché anche tutti gli opportunisti si sarebbero posizionati sul carro del nuovo vincitore ed i vari Pettinari, Marconi, Viventi, Pieroni e buona compagnia sarebbero rimasti tutti in panchina con gli sconfitti. Tutto ciò mi fa veramente tanta tristezza ed è un danno per le Marche.»



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