Fanno il pieno di preferenze i candidati Pd in provincia di Macerata. Il più votato è il consigliere uscente maceratese Angelo Sciapichetti che raccoglie 3.062 consensi, segue il civitanovese Francesco Micucci (2.708) e Teresa Lambertucci (2.285), segretaria provinciale dimissionaria. Sopra quota duemila anche Daniele Salvi (2.248) e Alessandro Biagiola (2.118). Luca Marconi con i Popolari Udc (1664) supera il presidente della provincia Antonio Pettinari (1569). Buon risultato anche per Massimiliano Bianchini più votato nella lista Uniti per le Marche (1.252).
Barbara Cacciolari e Francesco Massi
Testa a testa per il più votato nei partiti di opposizione tra Barbara Cacciolari di Forza Italia (1.906) e Francesco Massi di Marche 2020 -Area Popolare (1857). Il settempedano Luigi Zura Puntaroni raccoglie le maggiori preferenze (1.821) nella Lega Nord, secondo partito in provincia davanti al Movimento Cinque Stelle (Sandro Bisonni, con 1.336 consensi è il più votato).
Tutte le preferenze ai candidati della circoscrizione di Macerata:
Candidato presidente Francesco Acquaroli 29.961.
Fratelli d’Italia (7,17%): Elena Leonardi 958; Francesco Pio Colosi 749; Claudio Carbonari 709; Elisabetta Roscioni 307; Gianni Antonelli 301; Roberto Ricci 291.
Lega Nord (17,16%): Luigi Zura Puntaroni 1821; Andrea Lattanzi 664; Giuseppe Cicconi 452; Luigi Baldassarri 370; Maria Letizia Marino 220; Lucrezia Dignani 118.
Candidato presidente Luca Ceriscioli 46.014.
Partito Democratico (29,87%): Angelo Sciapichetti 3.062; Francesco Micucci 2.708; Teresa Lambertucci 2.285; Daniele Salvi 2.248; Alessandro Biagiola 2.118; Francesca Magni 754.
Uniti per le Marche (4,93%): Massimiliano Bianchini 1.252; Piero Gismondi 847; Massimo Marco Seri 492; Piera Debora Mancini 284; Vania Longhi 171; Giovanni Pierini 99.
Popolari Marche -Udc (5,13%): Luca Marconi 1.664; Antonio Pettinari 1.569; Giacomino Piergentili 605; Pasquale Prudenzano 186; Rosalba Catarini 37; Nives Petrarelli 8.
Giovanni Maggi
Candidato presidente Giovanni Maggi 23.799.
Movimento 5 Stelle (16,09%): Sandro Bisonni 1.336; Michela Carota 1.049; Fabio Bottiglieri 796, Stefano Gurini 635; Maria Agordati 500; Roberto Verdenelli 293.
Candidato presidente Edoardo Mentrasti 4.263
Altre Marche-Sinistra Unita (3,38%): Roberto Mancini 806; Ambra Ruggeri 491; Alessandra Aronne 390; Claudio Mazzalupi 341; Gianfranco Borgani 281; Luigi Gentili 61.
Candidato presidente Gian Mario Spacca 19.481
Area Popolare-Marche 2020 (4,50%): Francesco Massi 1857; Paola Giorgi 742; Nazareno Agostini 655; Augusto Ciampechini 473; Massimo Giulietti 262; Chiara Frattani 30.
Forza Italia (9,93%): Barbara Cacciolari 1906; Fabio Pistarelli 1257; Simone Livi 543; Ottavio Brini 537; Enzo Marangoni 406; Francesca Falchi 80.
Nuova Democrazia Cristiana (1,83%): Lidio Palumbo 22, Stefania Angelini 13, Nicola Lucentini 12.
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Un leggero godimento nel vedere che da domani molti politicanti andranno a casa. Sarà dura per Spacca, Massi, Giorgi e Marangoni ingurgitare la cocente sconfitta. I Marchigiani hanno capito che il volta gabbana di questi ultimi aveva il solo scopo di restare attaccati alla poltrona! Ora li attende un futuro in cui potranno godere il lauto vitalizio che da privilegiati della casta spetta loro! Una desolazione anche per chi si vede trombato per la quarta volta come Bottiglieri. Una sconfitta per tutto il M5S in provincia di macerata che si vede superato addirittura dalla Lega….
Evidentemente a certi elettori non interessano le vicende di Beslito, famiglia Bossi ecc, o più recentemente l’elezione del CDA di Ferrovie Nord Milano dove la Lega si è rifiutata di fare rivalsa all’ex Presidente Norberto Achille coinvolto dai soliti scandali e nominando al suo posto un indagato Andrea Gibelli. Queste storie a certi elettori non interessano……….
Troppi cmq i voti x Spacca!!!
Eppoi dicono che la democrazia cristiana è finita! Almeno 3 eletti su 6 in consiglio regionale, nella provincia di Macerata, provengono da quella esperienza politica. Qualcuno conserva anche i vecchi metodi, ormai estesisi alla sinistra, che evidentemente ancora pagano. A Civitanova si discute di una cena elettorale con 700 commensali circa, in un notissimo ristorante cittadino. E proprio nella partita regionale se ne gioca una tutta interna civitanovese. Il Pd rivierasco, è noto, è gestito dallo stagionato binomio Micucci (padre) e Silenzi. Il primo ha avuto eletto il figlio in Regione (dove era stato lui stesso quale consigliere, assessore e presidente di enti). Per il neoeletto, alla prima esperienza, si parla della futura presidenza della commissione consiliare Sanità: la campagna elettorale, in effetti, è stata indirizzata in tal senso. Ma sembra che per il giovane Micucci quella regionale sia la prova generale per la sua candidatura a sindaco nel 2017, Corvatta infatti non si ricandida. In questo caso si potrebbe prospettare un nuovo caso Acquaroli: consigliere regionale costretto a dimettersi. Ma a Civitanova non c’è questo pericolo, alle prossime comunali il centrosinistra, dopo la prova amministrativa fornita, il sindaco non lo eleggerà mai! Ora resta da soddisfare politicamente il secondo elemento del binomio che guida il Pd locale, che non può uscirne senza nulla in cambio. Al riguardo gira voce di un possibile assessorato regionale alla Giannini, non ricandidata poichè con 2 mandati alle spalle. Molti non sono d’accordo, tra questi sembra anche lo stesso governatore. Sarebbe, in effetti, far rientrare dalla finestra, chi si è fatto uscire dalla porta! Allora si ipotizza una candidatura della stessa Giannini alla Camera, nelle elezioni politiche del 2018. Ma c’è un grosso problema da affrontare: il Pd rivierasco è gestito storicamente sulla linea bersaniana, che ha portato i suoi dirigenti a votare Cuperlo, anzichè Renzi, nelle primarie per il segretario nazionale. Allora è necessario un riavvicinamento alla linea del premier e in questo senso può essere utile il sostegno del nuovo governatore. Quest’ultimo, di fede renziana, è seguito da tempo dal Pd civitanovese che l’ha appoggiato, fino al punto della diserzione dalle urne, dalle primarie per segretario regionale del Pd, contro il candidato ufficiale Comi. Insomma cronache di vecchia politica in cui settori del Pd, refrattari al rinnovamento renziano, sono immersi. Ciò mentre, e su tale dato da quelle parti non si riflette per nulla, una buona metà dell’elettorato non si reca al voto e tra quella che ci va una consistente fetta si divide tra la protesta della Lega e del Movimento Cinque Stelle.
Ma se Corvatta non si ripresenta e Silenzi si dedica esclusivamente al Volley, gli elettori potrebbero ridare fiducia al PD. Se con un convivio di 700 invitati si va in Regione, con una merenda in cantina si va a fare il sindaco. La proporzione sembra accettabile. Stamattina mi chiedevo come lo sconosciuto Micucci avesse preso tanti voti. Sapere che basta una cena, non è certo edificante per chi ha partecipato, però mi da l’esatto significato all’espressione ” morto di fame “, che va ben al di la dal trovarsi in uno stato di denutrizione.
“Tutti hanno un prezzo”, ma vendersi per due scampi o un coscia di pollo o una improbabile promessa è più umiliante che ricevere la carità. Altro che delibera ” anti accattonaggio”, qui ci vuole una delibera antifila alla riscossione false promesse. O siete veramente convinti che basti una croce per raggiungere il Paradiso? Mi complimento per quest’ultima frase, veramente deliziosa.
Spacca è troppo furbo per non sapere che non sarebbe mai stato eletto Presidente. A lui bastava uno stipendiuccio per tirare avanti e una poltrona per riposare le terga. Non so se ci sia riuscito, comunque in un modo o nell’altro vedrete che i casi suoi troverà sempre il modo di farseli, anche se credo che non abbia più bisogno di arrabattarsi. Poi come si dice, morto uno Spacca se ne fanno altri dieci, quindici, uno,nessuno centomila. ( Chiusura pirandelliana ).
Mi permetto una precisazione riguardo all’ampio e completo commento di Aldo Caporaletti. La sua ultima frase è questa: “Ciò mentre, e su tale dato da quelle parti non si riflette per nulla, una buona metà dell’elettorato non si reca al voto e tra quella che ci va una consistente fetta si divide tra la protesta della Lega e del Movimento Cinque Stelle.”
Io vorrei far notare che mentre il voto alla Lega, che a Civitanova Marche non siede in consiglio può essere considerata una protesta, o a limite una speranza(secondo me mal riposta, come da mio commento sopra), il voto al MoVimento 5 Stelle, che oramai siede da 3 anni in Consiglio Comunale a Civitanova Marche, non può essere assolutamente considerato una protesta. La gente ha visto ciò che abbiamo fatto e ci ha confermato. Quindi secondo me il nostro voto è una conferma. Saluti.