di Giancarlo Liuti
Il mondo intero è rimasto impressionato dalle atrocità (sedici morti, nella sede di un settimanale satirico “reo” di aver pubblicato vignette su Maometto e in un supermercato di alimenti ebraici) perpetrate a Parigi da tre terroristi di fede islamica, poi uccisi anche loro, che s’erano dichiarati militanti di Al Qaeda o dell’Isis, il Califfato tagliatore di teste. Ma c’è stato un particolare sul quale i media non solo italiani non hanno riflettuto abbastanza. Nel primo caso l’agente di polizia Ahmed Merabet, 42 anni, cittadino francese di fede islamica e nato a Lione da genitori di origine tunisina, giaceva ferito su un marciapiede e Said Kouachi, 34 anni, cittadino francese di fede islamica e nato a Parigi da genitori di origine algerina, lo ha freddato, fuggendo, con un colpo di kalashnikov ormai superfluo e per questo ancora più orrendo. Nel caso del supermercato, il commesso Lassana Bathily, 24 anni, proveniente dal Mali, di fede islamica e da ieri cittadino francese, ha rischiato la vita contro il terrorista Amedy Coulibany, 32 anni, nato nei pressi di Parigi, cittadino francese e anch’egli di fede islamica, riuscendo a salvare sedici avventori, tanto che la comunità israelitica l’ha definito un eroe. Nei terribili fatti di Parigi, dunque, i carnefici e coloro che si sono opposti ai carnefici avevano la stessa fede, credevano tutti in Allah, in Maometto e nel Corano. E questo dimostra che nella “guerra di religione” dell’Islam contro l’Occidente cristiano ed ebraico c’è un aspetto da non sottovalutare: la frattura, e non solo in Europa, all’interno dell’Islam.
Nell’Unione Europea i cittadini di fede musulmana sono circa sedici milioni. E limitandoci ai paesi più importanti , la Francia ne conta cinque milioni in gran parte di origini algerine, la Germania cinque milioni in gran parte di origini turche, la Spagna quattro milioni in qualche modo collegabili alla dominazione araba dei secoli passati, l’Inghilterra tre milioni in buona parte di origini asiatiche e l’Italia due milioni e mezzo. I fenomeni migratori degli ultimi anni c’entrano poco giacché prevalgono ragioni che risalgono all’epoca coloniale. E questo, ma in misura minore, anche in Italia, se pensiamo al nostro “impero” che comprendeva l’Eritrea, l’Etiopia, la Somalia e la Libia. Da noi, comunque, la percentuale attribuibile all’immigrazione in atto dall’inizio del Duemila è più alta che altrove.
Sedici milioni, dunque, che con giovani di seconda o terza generazione sono “quasi perfettamente integrati” nelle varie società nazionali, dove lavorano, producono reddito, pagano le tasse e a prescindere dalla loro fede religiosa e dai loro costumi familiari rispettano le leggi. Credere che fra questi sedici milioni trovino grande spazio i fondamentalisti in guerra con l’Occidente può essere un grave errore soprattutto per noi. I fondamentalisti ci sono, sciocco negarlo, e fra i fondamentalisti ci sono i simpatizzanti del terrorismo, e fra questi ultimi ci sono coloro che il terrorismo lo fanno sul serio, più o meno isolati, più o meno organizzati, più o meno finanziati dall’estero. Gli stessi islamici lo sanno. E allora, consapevoli che ciò rappresenta un pericolo pure per loro, dovrebbero più energicamente dissociarsene in pubblico e collaborare con le forze dell’ordine. Il che, purtroppo, non avviene. Perché? Il motivo sta nel “quasi perfettamente integrati”.
Un “quasi” che nella stessa misura dipende da noi e da loro. Dipende da noi per la perdurante fobia razziale e religiosa verso gli stranieri (troppa nostra politica si ostina masochisticamente a rifiutare il mondo moderno) , dipende da noi per i pregiudizi con cui ostacoliamo il sorgere di nuove moschee e costringiamo gli islamici a praticare il loro culto negli scantinati, dipende da noi per le condizioni miserevoli in cui si trovano le periferie delle metropoli dove le comunità anche islamiche sono costrette a vivere come nei ghetti. Ma dipende anche da loro perché continuano a diffidare della laicità – rispettando tutte le religioni essa non è antireligiosa – delle istituzioni civili dell’Occidente, dipende anche da loro perché pur non approvando le violenze del fanatismo islamico si comportano come facevano un tempo i nostri comunisti nei confronti dei brigatisti rossi nel limitarsi a definirli bonariamente “compagni che sbagliano”, e fanno fatica a compiere una netta scelta di campo che non pregiudica la loro fede ma gli insinua nei cuori il timore di cadere in peccato e la vergogna dell’apostasia (va detto però che noi questa scelta gliela proponiamo con toni a volte intimidatori e provocatori), dipende anche dai loro non pochi “iman”, cui compete l’interpretazione quotidiana del Corano, che indulgono su posizioni assai rigide. E allora? Il “quasi” non basta. Ci vuole più integrazione, da una parte e dall’altra.
Una vera guerra sta divampando nel Medio Oriente, una guerra che con migliaia di vittime si combatte, attenzione, fra paesi di fede islamica e, al loro interno, fra sunniti e sciiti. L’Occidente vi partecipa come si partecipa a vere guerre, con aerei, bombe, soldati. Ma l’ipotetica guerra che sarebbe in atto in Europa la si può affrontare solo con altri mezzi, quelli dell’’intelligence, dei servizi segreti, degli infiltrati, delle schedature di individui sospetti, del controllo dei siti internet. Il che avviene, ma con dei limiti difficilissimi da superare (il Web, ad esempio, è un universo contraddittorio e ingannevole). Come infatti è accaduto a Parigi, basta che tre soli individui (oltretutto un po’ sprovveduti al punto di sbagliare i numeri civici dei loro bersagli) compiano carneficine al grido di “Allah è grande” e un’ intera nazione cada in preda al panico e si senta sull’orlo della sconfitta. Ciò può succedere in qualsiasi giorno, oggi, domani, fra un mese. E dovunque, in Germania, in Inghilterra, in Italia, a Roma e a Macerata, magari col pretesto della “Civitas Mariae”. E questo minaccia anche le comunità degli islamici. Ben vengano dunque migliori controlli preventivi, che tuttavia sarebbero più efficaci se vi contribuissero pure i musulmani denunciando per primi quei pochi che nelle loro famiglie mostrano simpatia per i massacri nel nome di Dio. Ecco perché ci vuole più integrazione fra noi e loro, e che sia più reciproca. Altrimenti non se ne esce.
Fatta questa lunga premessa, forse superflua ma che aiuta a rendersi conto anche della situazione di Macerata e della sua provincia, tento di calcolare quante sono, da noi, le persone di fede islamica. Un censimento locale delle professioni religiose non esiste, ma ci si può avvicinare coi dati sulla presenza degli stranieri, molti dei quali hanno la cittadinanza italiana (i richiedenti asilo politico sono una categoria del tutto diversa). Con 4.100 persone gli stranieri residenti a Macerata rappresentano il 10,2 per cento della popolazione, ma solo cinquecento hanno origini, lontane o recenti, in paesi di religione islamica. Idem in provincia, dove gli stranieri sono 15mila (10,5 per cento) ma quelli che provengono, in tempi lontani o recenti, da paesi islamici sono poco più di tremila. E’ sufficiente, quest’operazione, per quantificare i nostri fedeli a Maometto? Non lo è. Sono soltanto opinabili approssimazioni. Ma aiutano, ripeto, a farsi un’idea.
A proposito di integrazione non mi pare che il comune sentire dei maceratesi, per loro natura un po’ chiusi in se stessi e un po’ scettici su tutto, sia l’ideale per farla crescere, l’integrazione, e rafforzarla. Vero è tuttavia che a Macerata operano varie associazioni di volontariato solidale, fra le quali assume un significato particolare la Caritas della Diocesi, che pur essendo cattolicissima per istituzione non lesina aiuti a chiunque ne abbia bisogno, anche ai fedeli di altre religioni, compresa quella che nei suoi estremisti sta dichiarando “guerra santa” al cattolicesimo. Dai dati in possesso della Caritas, infatti, risulta che il 54 per cento di chi chiede e ottiene soccorso è cattolico, sì, ma il 23 per cento è islamico. Se ne deve dedurre che a Macerata i musulmani sono a tal punto numerosi? No. Ciò dimostra che rispetto agli altri stranieri loro sono più poveri. Un plauso, allora, alla Caritas: la solidarietà fra tutti gli esseri umani è, per essa, un valore universale.
Chiudo con un curioso episodio verificatosi a Civitanova (LEGGI L’ARTICOLO) in una processione di islamici provenienti da varie regioni per celebrare la nascita di Maometto, un po’come si usa da noi a Natale, nel giorno della nascita di Gesù. Una manifestazione nel corso della quale loro stessi hanno condannato i terroristi di Parigi dicendo che non si comportano da “veri musulmani”. Una manifestazione che si è snodata fra due ali di civitanovesi silenziosi e rispettosi. Buon segno, che contraddice la demagogica xenofobia di alcuni politici locali. Contro quegli islamici c’è stato un unico gesto aggressivo e l’ha compiuto un tale giunto da fuori che ha fermato l’auto davanti al corteo per impedirgli di muoversi e poi, sceso in strada, ha gridato frasi insultanti implicitamente inneggiando alla nostra superiore civiltà. Ebbene, bloccato dalla polizia e condotto in commissariato, è saltato fuori che questo signore ha una fedina penale non propriamente immacolata ed è stato denunciato per guida senza patente, che gli era stata da tempo ritirata. Senza alcuna intenzione di generalizzare – sarebbe assurdo – sarcasticamente mi chiedo se la nostra superiore civiltà sia la sua.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
disamina eccellente.
@ …integrazione.
https://www.cronachemaceratesi.it/2014/07/03/scatta-foto-al-mercato-aggredito-e-picchiato-hai-ripreso-mia-moglie/547441/
Io credo che il sistema migliore per l’integrazione, sia quello di dire la verità su tutte le religioni. Studiandone la storia, incominciando dalle scuole elementari.
Non sempre, ho opinioni del tutto convergenti col Dott. Liuti, ma stavolta abbraccio totalmente il suo punto di vista, al 200%. “Serve più integrazione da entrambe le parti” , il che equivale a dire, serve più conoscenza, più tolleranza. Ma se il conoscere, l’ avvicinarsi ad altre culture e fedi religiose , per noi europei che siamo loro ospiti in questo mondo così globalizzato e senza più frontiere , tutto passa attraverso quel pensiero aristotelico diviso fra i due piani di “volontà e potenza” , occorre precisare che per il mondo islamico , per chi più chi meno, la volontà si arresta ineluttabilmente di fronte alla stretta osservanza di precetti religiosi che non lasciano arbitrio a criteri di volontà e interpretazione personale. Reato e peccato, per i seguaci dell’Islam, sono una cosa sola. Ed è qui , in questi termini, che troviamo il nostro limite di pensiero occidentale, anche se per noi ormai superato da secoli di storia e rivoluzioni . Sta a noi, quindi, la maggiore comprensione e tolleranza. D’altra parte siamo noi ad averli accolti , e pertanto, sempre noi siamo responsabili verso loro, i loro costumi, il loro credo. Non c’è ” libera espressione di pensiero ” che tenga, se il nostro obiettivo è la pacifica convivenza fra uomini di diversa fede e cultura , sia essa derivi da una visione laica oppure cristiana e cattolica. Per una religione che vieta l’iconoclastia, la sola rappresentazione del loro Profeta Maometto è già un oltraggio, una blasfemia; figurarsi vederlo ridicolizzato come avvenuto nelle vignette di Charlie Hebdo. Facile comprendere a questo solo punto, che tanto basta ed avanza per le teste calde – leggi integralisti, fondamentalisti, fanatici- che ovunque si trovano in ogni religione, ad imbracciare le armi e fare vendetta a difesa del loro Dio, con tanto di guadagno certo d’ingresso in Paradiso.
Porre sullo stesso piatto della bilancia le regole di una visione laica dello Stato improntata ad altri valori , con quelle derivanti dall’osservanza ad una fede, è di per sè errato e perciò inutile ogni altra prova di forza. “Chi ha più giudizio l’adopri”, per non mettere a rischio in questa lotta impari un nteresse più alto, ovvero quello della sicurezza nazionale, collettiva . C’è un momento in cui sapere dov’è giusto fermarsi per tutelare un interesse ancora maggiore a quello di cui si fa bandiera. Il fondatore di Charlie Hebdo, proprio ieri ha dato lezione in questo senso col suo dissociarsi dalla linea tenuta dal giornale ” Irresponsable” per definizione , dicendo: ” a cosa serviva spingersi tanto oltre con la provocazione ” ? Ha ragione, per me; anche la nostra Santa Trinità è stata oggetto di pesante satira sullo stesso giornale, e certo non fa piacere a noi cristiani, ma il nostro Dio insegna ad amare i nemici, coloro che non credono, a porgere loro l’altra guancia ,e anche quando offesi a non fare carneficine in suo nome. Ma questo non vale per l’Islam, tutto, e occorre prenderne atto.
E’ vero ,come dice Liuti , che esistono differenze fra sciiti e sunniti, ma la fede nel loro Profeta Maometto è una sorta di cemento armato che li unisce pur nelle differenze, dallo svolgersi della loro vita quotidiana con lo scandire i tempi della preghiera, all’ ossevanza alle poche regole che fanno di loro un buon islamico, fra cui quella di andare almeno una volta nella loro vita alla Mecca, fino alla massima aspirazione per un musulmano di convertire un cristiano all’Islam, e insieme , e sopra ancora a tutte queste, quella di essere uniti contro il popolo ebraico. E’ una questione storicamente complessa , difficilmente riducibile ad una pura e semplice questione di vignette e libera espressione di pensiero ( concetto esclusivamente nostro, occidentale e laico , conquistato nelle piazze e con le armi) .
Quanto, infine,al carattere dei maceratesi cui fa cenno Liuti circa la difficoltà nel partecipare al processo d’integrazione, vorrei ricordare un fatto storico che rimanda ad altro , più cioè ad aspetti psicosociali che di credo, nella diffidenza verso lo straniero, verso ” l’altro” , anche quando di stesso colore di pelle e fede , come in questo caso cristiano-cattolica.
Rammento infatti che nel 1500 alle Casette , allora Borgo San Giovanni Battista , oggi Borgo Cairoli, quartiere periferico fino allora riservato agli ammalati di peste, fu avviato un piano di riqualificazione urbana, e che lì in mezzo ad un popolo di contadini locali, venne quindi ad insediarsi una comunità di albanesi di fede cristiana e osservanza cattolica, e che malgrado questo, venivano visti in maniera ostile dagli altri abitanti della città.
Questo solo per dire che, cambiano i tempi, cambiamo i modi, cambiano le motivazioni, ma in buona sostanza, non cambiano gli uomini nelle loro paure e nel loro istinto di affermazione più profondi .
Non è mia intenzione confutare le idee, il convincimento di Giancarlo Liuti e di tutti quelli che con lui convengono.
Io dico soltanto bisogna leggere il Corano, leggerlo attentamente perché nel Corano è la risposta ai nostri interrogativi, ai nostri dubbi, alle nostre speranze.
Detto questo, bisogna conoscere bene i mussulmani i quali, diversamente da noi cristiani, hanno il rispetto massimo della fede, di Maometto, suo profeta, e di tutti i credenti nell’islam.
Non esistono mussulmani moderati, quelli che dicono di esserlo, lo dicono per pura convenienza, di fronte all’orrore che sconvolge noi cristiani. Per moltissimi islamici è la vendetta per le guerre condotte contro
di loro, non dimentichi nemmeno delle crociate.
Illudersi del dialogo con l’Islam, è follia suicida.
Fra qualche secolo, saranno una maggioranza che cancellerà la nostra civiltà
Una religione che ammette il martirio in cambio del paradiso e per martirio si intende uccidere ,,,SDI QUALIFICA DA SOLA COME PERICOLOSA E NOCIVA non ci puo essere nessuna integrazione con i mussulmani se non lo avete ancora capito,,,, E ANCORA CHE SCRIVE QUESTO ,,,,mah
Sicuramente bisogna vedere il periodo storico e le motivazioni, però queste dichiarazioni, a tutt’oggi che valenza hanno?
“«Un giorno, in milioni abbandoneremo il Sud del mondo per fare irruzione negli spazi accessibili dell’emisfero del Nord, alla ricerca della propria sopravvivenza; e non verremo da amici. Ma non avremo bisogno di combattere: saranno i ventri delle nostre donne a darci la vittoria».
Huari Bumedièn, Presidente dell’Algeria ll’ONU 1974
leggendo i vari interventi si ha l’impressione che le religioni più che unire divide, ancora una volta si riconferma che ogni essere umano responsabile delle sue azioni può dare svolte diverse alla vita sociale . quelli che si sono presentati x gestire le varie società hanno il dovere di garantire pari rispetto e dignità a tutti.L’istruzione è una componebte basilare x contrastare dei dogmi assurdi fatti passare dalle religioni tutte come leggi, altrettanto urgente la società civile deve dettare dei dogmi da seguire, in primis da quelli uomini e donne che LEGIFERANO……è quì il cane si morde la coda…siamo sempre noi che eleggiamo chi ci deve guidare e quando si scopre che essi sono i primi a non rispettare siano civili che religiosi vanno destituiti resi innoqui, mandati in esilio………..
Angelo Arcangeli,
” non ci può essere alcuna integrazione con i mussulmani se ancora non l’avete capito”
è un’affermazione assoluta , mentre su questo terreno sarebbe più prudente parlare a titolo personale, dal momento che, sì è un fenomeno sociale , ma che riguarda in primo luogo la sfera individuale nei rapporti interpersonali. Io ad esempio, mi sono sempre “integrata” ,e ne conosco di musulmani , da tanti anni, ma non ho mai preteso che loro rispettassero me senza che io rispettassi loro, o viceversa. E’ possibilissima, l’integrazione, a condizione che nessuno la viva come con-fusione, come imposizione o come cedimento culturale, e per questo debba rinunciare alla propria connotazione , alla propria fede, ai propri valori; al contrario, è tanto più possibile quanto più ognuno è saldamente fermo nei suoi principi e convincimenti . Il primo passo necessario è non mettersi in posizione di giudizio nei confronti della loro religione, come di altre, e ci si può benissimo incontrare a metà strada su un piano più universale, quello spirituale, che accomuna tutti , credenti e non credenti.
Voglio infine dire che, anche ad esempio il fatto di giudicare noi – e giustamente con infinito orrore, definendolo una barbarie nel XXI° secolo- per come viene punito con la pena di morte il peccato di adulterio per la Sharia, il codice di diritto islamico, non tiene conto però, per dimenticanza o per ignoranza , non lo so, che nel nostro civilissimo Paese, in Italia, solo nel 1981 , con legge 442, è stato abrogato il delitto d’onore , che prevedeva una pena ridotta in virtù della giustificazione del reato perchè in risposta ad una provocazione , commesso in stato d’ira, e come riparazione all’offesa per l’onta sociale subita. L’uccisione ,in parte legittimata con pene attenuate , da 3 a 7 anni, dal nostro codice penale fino a soli 30 anni fa, dunque prevedeva che potesse riguardare il coniuge, l’amante, o entrambi, fino alle parentele più strette, la sorella o la figlia.
@ Tamara
http://magna-carta.it/content/superamento-del-multiculturalismo Da più parti si prende atto della fine del multiculturalismo. Recentemente sia Angela Merkel sia David Cameron hanno ricordato come il multiculturalismo abbia sostanzialmente fallito. I due leader europei, seppur in momenti diversi, hanno manifestato l’importanza e la necessità di una reale e profonda integrazione dei giovani immigrati musulmani nelle rispettive società nazionali europee.
Tuttavia il fallimento del multiculturalismo è dimostrato, in modo evidente, dal caso olandese, che a lungo e’ stato visto come un modello di riferimento. In Olanda, l’idea che fosse sufficiente concedere la libertà a tutte le etnie e a tutte le religioni in nome del relativismo culturale si è rivelata essere un’utopia.
La conseguenza di questa impostazione sono stati gli assassini del leader olandese Pim Fortuyn nel 2002 e del regista Theo van Gogh nel 2004.
Preso atto, dunque, del fallimento dell’esperimento multiculturalista, è indispensabile pensare e riflettere ad un nuovo modello che ne possa rappresentare il superamento…
Ho letto in ambiente mussulmano una frase eloquente, ovviamente contestata:
L’Islam è uno dei mali del mondo, senza l’Islam il mondo sarebbe più felice.
paoolo,
non vedo perchè fai presente a me l’autodenuncia delle autorità europee, visto che non mi pare siamo in disaccordo nella sostanza, se io ho scritto di mio pugno ” E’ possibilissima, l’integrazione, a condizione che nessuno la viva come con-fusione, come imposizione o come cedimento culturale, e per questo debba rinunciare alla propria connotazione , alla propria fede, ai propri valori; al contrario, è tanto più possibile quanto più ognuno è saldamente fermo nei suoi principi e convincimenti “.
Il che è l’esatto opposto del relativismo culturale che ha portato al fallimento che richiami. Ma , non è il multiculturalismo in sè che ha fallito ( dovremo altrimenti dire altrettanto dell’America? ) sono le politiche a riguardo attuate in Europa ad aver fallito. Politiche schizofreniche, se da un lato del Mediterraneo accogli a man bassa e dall’altro respingi, o accogli e poi emargini nelle periferie più degradate , se da una parte cedi in tutto intere porzioni della tua secolare cultura e tradizione, e dall’altra rivendichi i tuoi valori , che però, in realtà non sappiamo più bene neanche noi quali siano. Questi sì, sono per noi relativi. E’ questo il nostro vero problema, non quello di ricercare un nuovo modello di convivenza multiculturale, ma di definire finalmente quale sia il ruolo politico comune dell’Europa finora subordinato a quello economico, di mercato ( di merci e persone) . Vogliamo ricordare il funesto ministero dell’integrazione istituito dal Governo Letta, dove a momenti eravamo noi italiani a doverci scusare di esistere? Quello , sicuramente, non è stato un modello di multiculturalismo. Ed è fallito anche quello , infatti. Sparito.
In Italia, rifarsi all’art.3 della nostra Costituzione, sarebbe già un notevole progresso in questo senso. Tutti abbiamo pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, razza, religione. Ma tutti, italiani e stranieri, senza che uno prevalga sull’altro nel nome , appunto, di un fraintendimento totale del termine ” integrazione” come processo unidirezionale: da noi verso altri.
La gentile Tamara Moroni, chieda ad un padre mussulmano di concedere alla sua figlia, in nome della intergrazione fra i nostri popoli, la possibilità di sposare un ragazzo cristiano, poi mi venga a riferire la risposta.
Sarei ben lieto di essere contradetto.
Il modello classico di integrazione è fallito in Francia ben prima dei recenti eventi parigini; quello britannico delle isole di convivenza idem, per non parlare di quello olandese ricordato da paoolo. Al di là dei modelli, dire “integrazione”, comunque, vuol dire tutto e niente. Non è per nulla pacifico che l’integrazione, come valore e come metodo, debba prevedere una divisione uguale degli sforzi e delle responsabilità, come mi pare proponga invece Liuti. Chi si inserisce nella società occidentale ha l’onere maggiore e deve anche in qualche modo adeguarsi sul piano culturale e su quello giuridico-sociale. Le ricette facili non esistono, visto pure che i processi in corso hanno sensi e rimandi profondi. Ebbe una visione chiara delle cose, credo, papa Ratzinger, nel 2006, in alcune dichiarazioni successive al discorso di Ratisbona: “Il mondo musulmano si trova oggi con grande urgenza davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo. (…) Da una parte, ci si deve contrapporre a una dittatura della ragione positivista che esclude Dio dalla vita della comunità e dagli ordinamenti pubblici, privando così l’uomo di suoi specifici criteri di misura. D’altra parte, è necessario accogliere le vere conquiste dell’illuminismo, i diritti dell’uomo e specialmente la libertà della fede e del suo esercizio, riconoscendo in essi elementi essenziali anche per l’autenticità della religione. Come nella comunità crisitiana c’è stata una lunga ricerca circa la giusta posizione della fede di fronte a queste convinzioni – una ricerca che certamente non sarà mai conclusa definitivamente – così anche il mondo islamico con la propria tradizione sta davanti al grande compito di trovare a questo riguardo le soluzioni adatte”.
Signor Ginobili, vorrei veramente soddisfare la sua richiesta ma non posso portarle io tutta la casistica a riguardo. Di norma nei matrimoni misti un cristiano per sposare un islamico deve convertirsi, e comunque entrambi osservare le leggi che regolano il matrimonio dei rispettivi paesi , ma basta solo che faccia un giro nel web per trovare prove contrarie. Vi sono coppie in cui, lui musulmano ma aperto di mentalità , non fa ossequio dei suoi precetti né nei confronti della coniuge, né nell’imporre l’Islam ai propri figli ; vi sono coppie che , lui cristiano lei islamica, nessuno dei due si è convertito alla religione dell’altro e si sono uniti in matrimonio facendo ricorso ai tribunali per ottenere il solo nulla osta necessario.
Che poi vi siano dei padri di giovani musulmane, rigidi a tal punto nell’osservanza dei loro dogmi,e contro ogni costume occidentale , da finire nelle cronache come purtroppo sappiamo , è un dato di fatto, ma non saprei darle i numeri , non saprei dirle se questi siano casi estremi, siano la norma o l’eccezione nella totalità delle situazioni.
se fosse stato tra le fila dei “civitanovesi”, avrebbe sentito commenti tutt’altro che silenziosi: la sfilata veniva commentata come (uso termini educati) “inopportuna e sfacciata” proprio in concomitanza con i funerali di Parigi. Sia da parte dei soggetti sfilanti, una volta lasciate le donne a casa nel rispetto della loro concezione della vita sociale, e sia da parte della nostra dis-amministrazione che ha autorizzato la sfilata per le vie centrali della città. Ma alla “estemporaneita” dell’ amministrazione comunale purtroppo ormai ci siamo abituati, c’è solo da aspettare le prossime elezioni.
Nel computo degli extracomunitari non mi sembra vengono mai contati gli “irregolari”, altrimenti la cifra ufficiale (2 milioni e mezzo) sarebbe probabilmente il doppio.
Festeggiare la nascita di Maometto e, come ho letto, equipararla alla festa del Natale crtistiano (cioè la nascita di Gesu) non credo sia corretto perchè (per chi ci crede), nel primo caso, si festeggia la nascita di un profeta, dall’altra il fatto che dio si è fatto uomo.
Cose antiche
Propio bbisoggna dí cc’all’Angeletto,
ar Moro, ar Gallo, e in quarc’antra ostaria
m’abbino bbattezzato pe ’na spia
che ttiè oggni cosa ariservat’in petto.
Che ccosa m’ho da intenne io si er Messía
è nnato prima o ddoppo de Maometto,
oppuro de Mosè? Vvadino in Ghetto
a ffà ste sciarle: vadino in Turchia.
Sò impicci da sbrojjà ddoppo tant’anni?
L’omo nun pò ssapé cche cquer c’ha vvisto:
ma eh? nun dico bbene, sor Giuvanni?
Prima o ddoppo, cchi vvòi che jje n’importi?
Bbasta, o Mmosè, o Mmaometto, o Ggesucristo,
quello ch’è ccerto è cche ssò ttutti morti.
Caro dottor LIuti e signora Moroni…parliamo di integrazione ??? benissimo….e’ vero che non bisogna fare di tutt’erba un fascio ma…giova ricordare che tantissimi di questi signori giunti su suolo italico o comunque occidentale “PRETENDONO” di continuare a vivere nello stesso medesimo modo nel quale vivevano nei ‘paesi di appartenenza,rifiutando l’ìntegrazione e la cultura dei paesi dove vanno a risiedere.Se la cosa a lor signori non aggrada potrebbero sempre tornare a casa loro.Si agitano se nelle nostre scuole e’ appeso un crocifisso….contestando la religione di STATO….etc,,,etc…continuiamo???? Purtroppo peraltro questi signori ledono anche chi,si comporta onestamente,rispetta le leggi e cerca di integrarsi nel nuovo tessuto sociale.
Caro Ceresani,
se la sua comprensione di quanto ho scritto io è quella che ha esternato, allora per quanto riguarda me, o lei ha letto superficialmente , troppo fugacemente i miei interventi, oppure non mi sono bene spiegata io, perchè non è possibile che io abbia detto il contrario di quello che penso; anche perchè è quanto ho sempre pensato e detto , non qui ma sul mio fb, prima ancora dei fatti di Parigi. “Detto” perfino attraverso un video ad hoc realizzato e mostrato poco più di un anno fa. Perciò non può essere che la seconda ipotesi in questo caso, e allora devo ripetermi con altre parole e il più chiaro possibili. Questo, non perchè m’interessa certo che la pensiate come me, non devo convincere nessuno a pensarla come me, ma perchè in genere non mi piace essere fraintesa, visti anche gli sforzi che faccio nel comunicare un pensiero un tantino più complesso dei vari ” vergogna!” ” rispediamoli tutti a casa loro! ” e simili, che spesso si leggono in questo forum.
Nel merito alle sue osservazioni.
Integrazione così come lei ne ha portato l’esempio ( ho già detto in proposito facendo riferimento al ministero per l’integrazione della Kyenge ,che secondo me ha fatto più danno che guadagno) non è integrazione è sottomissione, è calarsi le braghe, è un trattamento di disuguaglianza al contrario, e su questo la sinistra italiana , e chi con essa governa, deve addossarsi tutte le sue dirette responsabilità per avere alimentato un falso concetto di integrazione , e soprattutto le fila dei disperati senza distinzione tra immigrati regolari, rifugiati politici, clandestini, che sbarcano continuamente in Italia, fra cui c’è di tutto, compresi terroristi – che non finirò mai di dirlo ,sono una parte minoritaria dell’loltre un miliardo di musulmani – cioè degli esaltati, facinorosi, criminali, che in nome di una lettura del Corano alla pari dei Testimoni di Geova ,prendono alla lettera ( così come questi non festeggiano il Natale, i compleanni, non si fanno fare trasfusioni di sangue , non venerano la Madonna, non credono alla Croce, all’ Immacolata concezione, alla S.S. Trinità, ai miracoli, e chi più ne ha più ne metta, anche se certamente non paragonabili quanto ad offensività sociale, spero che sia più che chiaro questo mio confronto fatto solo rispetto alla stretta interpretazione che danno anche loro delle Sacre Scritture, Antico Testamento ) terroristi, dicevo, che usano la religione a puri scopi politici per instaurare una supremazia sunnita in quei paesi come la Siria, più laici e moderati.
Pertanto, se noi caliamo il Crocifisso dalle nostre aule scolastiche , se smantelliamo il nostro presepe, è per nostra arrendevolezza, per buonismo scriteriato – più nobilmente detto ” relativismo”- e non perchè i musulmani facciano la voce grossa ; se noi siamo in stato d’assedio delle nostra cultura e delle nostre tradizioni secolari, e vacilliamo nella nostra Fede, è perchè noi occidentali siamo disorientati nei nostri valori, sia di fede, che di morale, che di diritto, perchè siamo mollicci, persi nei dibattiti politici ,filosofici, da spettatori televisi , lettori e utenti della rete, mentre loro, gli islamici, sono saldi ai loro principi e precetti , sia che vivano nei loro Paesi d’origine sia qui, in Europa.
L’essere aderenti al proprio credo in ogni condizione e latitudine geografica, non dovrebbe essere per un qualsiasi fedele di una qualsiasi religione, una virtù? Sì o no? Cresciuti in una fede, trasferitisi in altro contesto ,dovrebbero secondo lei abbandonare i loro riti e quindi il loro Dio? Come già detto, infatti, gli islamici non vivono la loro fede all’acqua di rose come noi cristiani, che una volta battezzati , comunicati, cresimati , e andati a Messa la domenica siamo a posto con la coscienza per tutta la settimana e la vita intera, e lì finisce anche la domenica mattina la nostra testimonianza cristiana col recitare il Credo; la loro religione , non superfluo ricordare su cui si fondano per la maggior parte anche le loro regole di diritto, per cui tra peccato e reato il confine non c’è, scandisce ogni momento della loro vita e quotidianità : dal saluto ,as-salam ‘alaykum ” pace su di te” , e non buongiorno o buonasera come ci diciamo noi, alla preghiera canonica o volontaria più volte al giorno rivolti alla Mecca, al non bere alcolici, non mangiare carne di maiale, al non bestemmiare , al rispettare il Ramadhan , al non percepire interessi bancari dai loro conti correnti, etc.etc.
Secondo lei , Ceresani, quindi, per ” integrarsi” dove per cause diverse hanno deciso di andare a vivere, dovrebbero a questo punto cambiare la loro religione? Ma si rende conto di quello che dice, che pretende, da dei fedeli di un’altra religione dalla nostra ? Chi siamo noi, per ordinare loro quello che dovrebbero fare o non fare come fedeli ? Senza contare che, tutto questo loro mantenere la fede e le usanze, lo fanno sicuramente con maggiore fatica qui che nei loro paesi . A mio modo di vedere, tanto più per questo sono da ammirare. Sto parlando ovviamente della stragrande maggioranza di musulmani, gente perbene, gente mite, di spessa cultura, e credenti in una religione che ,checché se ne voglia dire , di pace. Parlo quindi dei tanti arabi che sono venuti a frequentare le nostre università italiane ed europee, si sono laureati qui, esercitano la loro professione, hanno messo su famiglia, danno lavoro, mandano i loro figli nelle nostre scuole, e di tutti i musulmani che lavorano onestamente, che sono a tutti gli effetti dei buoni cittadini, anche se loro case sono diversamente arredate , le loro donne diversamente vestite, le loro consuetudini e il loro credo religioso pure, pur vivendo in mezzo ad una diversissima cultura dalla loro.
Non scambiamo dunque la nostra debolezza valoriale per la loro forza, perchè è questa nostra debolezza , fuori della Nato, la loro unica forza.
Per me, comunque, siete tutti quanti liberi di radicalizzare il vostro pensiero nelle convinzioni che avete espresso , come ” non esiste un Islam moderato” ” impossibile il dialogo con l’Islam”, ” fra qualche secolo saranno una maggioranza che cancellerà la nostra” , con ciò sottendendo che tutti i musulmani sono dei potenziali terroristi, attraverso un insieme di generalizzazioni e di asserzioni verbalmente bombarole su un terreno estremamente minato e in un clima già infuocato e di difficile gestione della situazione internazionale che si è venuta a creare col mondo arabo fin dal gennaio ’91 con la prima guerra del golfo , finendo così col fiancheggiare , voi, proprio quei terroristi che non aspettano altro che creare fratture e divisioni anche nel mondo occidentale, che hanno nel mirino tanto noi che i musulmani non integralisti come loro. Chi ha visto il servizio alla Gabbia ieri sera , che ha mandato in onda un’intervista ad un ex combattente , pentito, dell’Isis, non può darmi torto nel dire che sono una setta di folli omicidi. Basti solo dire che fanno uso di sostanze stupefacenti, di farmaci, per poter sgozzare esseri umani a sangue freddo, e per come reclutano i bambini per strada facendogli il lavaggio del cervello, ben sapendo che sono facilmente suggestionabili e manipolabili.
” Mi creda, signore” ha detto al giornalista quell’ex combattente Isis” se potessi tornare indietro lo farei, e ora che sono fuori, a costo della vita perchè mi uccideranno, non tornerò più a farne parte”.
Per me, infine, che non sto con Charlie, perchè prima della libertà di espressione per me viene il rispetto del prossimo e di tutte le religioni, e ancor prima l’esigenza di stabilire quale sia il limite alla libertà di espressione, se valore assoluto o relativo a seconda dei contenuti e del destinatario all’esercizio della libertà di pensiero ( qui si è già pronunciato autorevolmente il Papa, inutile che ribadisca io che c’è una differenza enorme tra libertà di pensiero e libertà di offesa, tra libertà di espressione e libertà di provocazione ) nè che tantomeno ancora sto dall’altra parte dei criminali , siano essi islamici o di qualsiasi altra fede., credo che l’integrazione sia nelle nostre mani, di noi semplici cittadini , che ci troviamo a vivere fianco a fianco ogni giorno con tanti musulmani, sia di tipo ” molecolare” per dirla come si dice a proposito delle cellule terroristiche.
Io sto con loro, con la gente perbene, rspettosa di me e io di loro, fregandomene altamente se credono nel nostro Dio o in Allah.
Desidero concludere i miei commenti con un ultimo.
Chi viene a casa nostra deve rispettare in toto le leggi che la regolano; guarda caso, però , i mussulmani,
per la religione che professano, intendono imporci alcune regole che non fanno parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni e che non facilitano affatto alcuna integrazione.
Io sarei felice, proprio nel non poter accettare le loro imposizioni, che questi signori, che nessuno a chiamato, se ne tornassero da dove sono partiti: Li saluterei con vera felicità augurando loro ogni bene.
L’islam è un monolite che non è mai cambiato nei secoli, e sempre ha teso alla conquista dell’occidente infedele.
Oriana Fallaci dice: è l’immigrazione, non il terrorismo, il cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente ed ha trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia.
Con buona pace per tutti i fautori dell’integrazione razziale.
Anch’io ,come Ginobili , desidero concludere i miei interventi col dire che:
!) Non si credano superiori in qualcosa , e meno integralisti di alcuni islamici , quanti , ignorantemente, rifiutano conoscere la cultura islamica e convivere con essa. Personalmente, ho avuto più arricchimento culturale, e non solo, da essi che da un qualsiasi italiano. Il mio primo datore di lavoro era arabo, e prima ancora che mettessi piede in ufficio ero già assunta, in piena regola, con tanti benefit , premure non dovute, e trattata veramente da persona, benchè alle prime armi come esperienza lavorativa. Mai più successo da allora con un italiano! Mai trovate persone più corrette dei musulmani. Gli Italiani? Sanno solo ciarlare e sfruttare. Vizi privati e pubbliche virtù.
Il mio medico è musulmano, così come quello prima. Per nessuno al mondo lo scambierei con uno italiano, sia per scienza che per coscienza.
Ma quando mai, Ginobili, i musulmani vengono ad imporci? Allora non ha compreso bene i termini della questione ,e chi in questo fa difetto!
Bah….Mi sa che ormai nessuno lo smuove più , fossilizzato com’è nella sua grammatica latina.
Chiudo qui.
Da un articolo del Foflio del 2010 che descrive la situazione olandese ma non solo visto i fatti successi ultimamente anche in Francia.
Fuga da Amsterdam. http://www.ilfoglio.it/articoli/v/110732/rubriche/2011-fuga-da-amsterdam.htm
Quest’estate ad Amsterdam è crollato un tronco monumentale. Ne resta un ceppo alto poco più di un metro, macero.
Si tratta del vecchio ippocastano che Anne Frank vedeva dal nascondiglio dove era confinata con la famiglia. I media di tutto il mondo erano concentrati su questa notizia per annotarsi la denuncia del giornalista olandese Paul Andersson Toussaint: “L’antisemitismo in Olanda è tornato a essere salonfähig”. Significa socialmente accettabile.
Non si tratta più di incidenti isolati, è ormai la norma in grandi città come Rotterdam e Amsterdam. Il leader della Dutch Jewish Federation, Herman Loonstein, annuncia che “molti ebrei stanno emigrando in Israele e Gran Bretagna. Anche nei servizi pubblici i nostri figli non sono al sicuro”. Il sessanta per cento degli ebrei olandesi avrebbe le valigie pronte.
Mentre l’ippocastano di Anne veniva giù, un gruppo di ragazzine ebree della stessa età dell’autrice del “Diario” dichiarava al quotidiano Het Parool che non sarebbe più uscito di casa con al collo la stella di David: erano state picchiate per strada da una banda di islamisti. E tanto per fare un esempio, non ci sono più segni o nomi ebraici nella sinagoga a De Baarsjes, il quartiere di Amsterdam ovest.
Lo aveva previsto l’ex eurocommissario sotto Romano Prodi, Frits Bolkestein. Una ventina d’anni fa, quando sul giornale Volkskrant uscì un suo articolo sull’islam, il guru dei liberali fu accusato di essere un “mercante di paure”… continua http://www.ilfoglio.it/articoli/v/110732/rubriche/2011-fuga-da-amsterdam.htm
all’inferno ci va chi ci crede
io non intendo dire che i mussulmani devono cambiare la loro fede ma che si devono integrare con usi e costumi di dove vanno ad abitare questo si.Ed il fatto che noi si tolga i crocifissi non e’ perche’ siamo mollicci come dice lei signora Moroni ma perche’ da molte parti e’ vista come una cosa logica in quanto non tutti i frequeuntati hli istituti scolastici sono cattolici e poi va’ sempre considerato che noi per il quieto vivere cerchiamo sempre di venire a patti con il prossimo anche quando quel prossimo ci vuole imporre delle cose.Siamo ospitalieri di nome e di fatto e ne pagheremo presto dazio.
Mi dispiace tornare sull’argomento, ma questa volta , mi duole davvero, per confutare una conclusione affrettata, irrispettosa, di bassa lega che la Moroni usa nei miei riguardi, definendomi un fossilizzato nella grammatica latina.
Signora Moroni, Lei è in errore, in grave errore, perché, alla cultura classica ho saputo aggiungere, negli anni, anche una cultura scientifica, seppure come autodidatta, in una materia molto moderna ed affascinante, l’elettronica.
Io sono radioamatore da oltre mezzo secolo e posso assicurarLe , ho sempre messo a disposizione della società, la mia passione sia con l’insegnamento, sia con la partecipazione ad eventi di vario genere.
Oggi sono il dirigente responsabile del Centro Sperimentale Radiocomunicazioni della Protezione Civile
con sede a Camerano, in provincia di Ancona.
Ginobili
Dispiace a me che lei si sia sentito offeso per nulla. Io non la conosco, se non per la forma e il modo in cui si esprime qui. Leggendo nel tempo i suoi vari commenti , ho notato che lei molto spesso si avvale di citazioni latine , e questo fatto non denota soltanto una formazione classica, ma anche uno schema di pensiero dettato, appunto, dalla grammatica latina. Se per lei ha accezione negativa, per me no. Tutt’altro.
Il mio riferimento era rivolto essenzialmente al fatto che, nella sequela dei suoi commenti in cui mi chiama anche a risponderle, ed io ho risposto, mi è parso che non solo lei non abbia alcun desiderio di integrazione, ma anche di interazione, senza la g.
Nonostante il dibattito in corso, infatti, ha continuato imperterrito a parlare da solo rivolto al muro come il prete sull’altare prima della riforma, per niente interessato al confronto di idee , ma unicamente , commento dopo suo commento , per ribadire la sua avversità contro ogni integrazione ricorrendo a citazioni diverse: da un non precisato ambiente musulmano ad Oriana Fallaci. Mentre io rispondevo alla sua domanda, lei in sostanza proseguiva per la sua strada fino alla fine, finchè cioè ha deciso di chiudere coi suoi commenti.
Ecco. Forse per lei non lo è, ma per me è uno sgarbo, una scorrettezza, quella di ignorare il proprio interlocutore quando ci si avvale di un forum pubblico,dove la prima cosa dovrebbe essere il confronto nel merito delle osservazioni che vengono fatte l’uno all’altro. Specie quando ci si rivolge a qualcuno chiamandolo in causa per nome e cognome, come ha fatto lei con me.
In altro senso, quindi, ho voluto dirle che lei è molto legato al pensiero occidentale, sia esso classico o scientifico, su cui ci siamo formati tutti, ma che non è “il tutto”. Esistono anche altre civiltà e dimensioni culturali, e anche molto distanti dalla mia , ma che io ,a differenza sua, mi sento di voler avvicinare per conoscere ed approfondire .
@ Ceresani
Sempre perchè se chiamata al dibattito rispondo fino ad esaurimento, non posso che dire , è colpa mia. Sono io che non riesco a farmi capire se ancora scrive : io non intendo dire che i mussulmani devono cambiare la loro fede ma che si devono integrare con usi e costumi di dove vanno ad abitare questo si.
Vuol dire che non è ancora chiaro che , usanze, vestiario, alimentazione, non sono dettati da scelte ma strettamente dipendenti dalla loro appartenenza religiosa. Prendiamo il famoso velo che portano in testa le loro donne. Chiedere di toglierlo per adattarsi ai nostri costumi equivale a chiedere a noi donne occidentali di andare in giro con le parti intime scoperte. Alla pari, i capelli per la donna araba rappresentano una parte pudica del corpo, un elemento di massima seduzione, e quindi da coprire in pubblico. Ma poi scusate.
Con le dovute differenze in tutto e per tutto, tranne che anche loro hanno una diversa religione dalla nostra, agli ebrei viene chiesto forse di cambiare i loro costumi, di non celebrare le loro feste, i loro riti in casa loro , agli uomini di tagliare le loro barbe ? Nessuno , mi pare, abbia nemmeno mai protestato per la presenza di sinagoghe. Vediamo perciò di non cadere oggi in una diversa stigmatizzazione già consumata in Europa, quando erano gli ebrei ad essere accusati di tutto, di ogni male del mondo, e poi sappiamo come è andata.
Però, Ceresani, se lei stesso conclude col dire “ siamo ospitalieri di nome e di fatto e ne pagheremo presto dazio” non crede che c’è qualcosa che non va, che non funziona in questo nostro modo di intendere l’accoglienza ? Non potrebbe essere invece il problema, il come, viene gestita, insieme alla grandezza assunta dal fenomeno immigratorio? Perché non dovremmo metterci noi in discussione su questo e rivedere i nostri parametri ? Se lei ospita qualcuno a casa sua, lo fa aprendo la porta a tutti, si stende a tappetino, gli consegna le chiavi di casa, cambia arredamento, fa qualsiasi cosa pur di mostrare riguardo al suo ospite? Non credo. Come altrettanto penso, sia nel senso della misura dei suoi ospiti non abusare della sua ospitalità. Io non credo sia affatto giusto che in virtù di un’accoglienza si debba perdere la propria identità, semmai , andrebbe dato spazio a quella di tutti, nessuno escluso. E qui torniamo al punto di partenza che io condivido con Liuti: serve più integrazione e da entrambe le parti. Già il farsi carico di voler conoscere i loro usi, costumi e tradizioni, aiuta, rende più comprensibile anche se non condivisibile, il loro modo di vivere.
Nel caso del presepe. Non capisco ad esempio perché rinunciare da parte di alcuni dirigenti scolastici, in cosa dovrebbe offendere i musulmani, i quali credono nella nascita del Profeta Gesù, così come nella Madonna . Non credono invece alla morte e risurrezione di Gesù in quanto sceso dalla croce, sempre secondo il loro credo.
Per poter capire io che cosa dovrebbero cambiare secondo lei delle loro usanze, dovrebbe fare lei qualche esempio concreto , altrimenti si continua a parlare per principio astratto.
Ad ogni modo, tanto per ribadire che l’islam non sia un blocco monolitico come si vuol far credere, che non viene ad imporci nessun cambiamento culturale che non si voglia accordare noi , riporto questa recente notizia che dovrebbe far discutere in positivo , ma che purtroppo non succede mai perchè nella cronaca finiscono sempre i casi contrari.
http://www.tempi.it/francia-fatma-musulmana-contro-il-tribunale-che-vieta-il-presepe-la-nativita-rappresenta-il-natale-e-adorabile#.VL6ZFizpxbU
E della notizia, io mi soffermerei a riflettere soprattuto su questo capoverso «AYATOLLAH DEL LAICISMO».
La famosa “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, risalente al 1948, non è poi tanto “universale” poiché non è stata mai firmata e sottoscritta dai Paesi islamici.
Perché i principi in essa contenuti sono incompatibili con la concezione islamica della persona e dei suoi diritti che sono visti solo ed esclusivamente in funzione del Corano, e le norme di comportamento, ed i diritti, sono valutate solo alla luce della legge islamica.
Tanto è vero che i Paesi islamici hanno proclamato una loro “Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo” in data 19 settembre 1981.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_islamica_dei_diritti_dell'uomo
Jacques Prévert “Tutte le opinioni sono rispettabili. Benissimo. E’ lei a dirlo. Io, invece, dico il contrario. E’ la mia opinione: la rispetti, dunque.”
(da Google )
Citazioni per citazioni : ” A lavari la testa a lu sceccu si perdi acqua, sapuni e tempu.”
Ferma per me restando la sintesi del proverbio siciliano sopra, inutile aspettarsi una discussione leale sull’argomento, temo che paoolo ,nel riportare ai suoi fini il link ai diritti universali dell’uomo, prima non abbia letto tutti i 30 articoli , di pari peso, che lo compongono, e non abbia tenuto in considerazione la motivazione che ha portato ad una successiva parallela stesura dei diritti universali islamici : “Essa è stata preceduta da un intervento presso le Nazioni Unite da parte del rappresentante iraniano Saʿid Rajaie Khorasani, secondo il quale la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo rappresentava “una interpretazione laica della tradizione giudaico-cristiana” che non avrebbe potuto essere attuata dai musulmani senza violare la legge del’Islam.”
Caro paoolo, il suo riferimento ai diritti universali è un vero boomerang per chi sostiene che i musulmani dovrebbero cambiare i loro usi e costumi col vivere in altri contesti sociali . l’art. 18 recita infatti :
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti. ”
E infine, a puro titolo di profonda riflessione sulla reale applicazione dei diritti universali e del mancato rispetto che ne fanno alcuni Stati aderenti, cito Cina, America, solo facendo riferimento alla pena di morte, allo sfruttamento del capitale umano,porto particolare attenzione al contenuto dell’art. articolo 23:
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavo
ro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui
stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da
altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
e Articolo 25:
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e del
la sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure
mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, in
validità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze
indipendenti dalla sua volontà.
Può piacere o non piacere, ma qui siamo nettamente fuori dal campo delle opinioni personali , e su questi principi occorre confrontarsi.
@ Tamara Moroni………..ho ” provato ” a leggere qualcosa di quello che ha scritto………ma questo è un Forum……..gli interventi dovrebbero essere veloci……..MA in ogni caso 2 COSINE VELOCI
primo) Qui in Italia ( e qui in europa ) dovremmo PRETENDERE un rapporto di RECIPROCITA’
con le altre religioni e i paesi di provenienza delle medesime.
Tu apri una moschea qui……..benissimo……..anche io non devo incontrare NESSUNA difficolta
ad aprire una chiesa la………..semplice
secondo) Hai citato i TESTIMONI DI GEOVA ( io sono cattolico ) ………solo ti sei dimenticata (dimenticata?)
di dire che saranno anche petulanti ed integralisti anche loro,,,,,,,,,SOLO CHE…….non vanno
in giro a sparare a nessuno……..e non tagliano la gola a nessuno
NESSUNA INTEGRAZIONE E’ POSSIBILE CON I BARBARI …………STATE SOGNANDO…SVEGLIATEVI
LORO ( MODERATI E NON ) VIVONO NEL MEDIOEVO………noi grazie a Dio no
Pasquino, non ho dimenticato proprio niente di quello che mi rimprovera sui Testimoni di Geova, che saranno anche loro petulanti e integralisti come afferma, ma io ascolto e mi confronto anche con loro, non gli sbatto la porta in faccia quando suonano .
Legga meglio, ho precisato infatti (post n.20):
[…anche se certamente non paragonabili quanto ad offensività sociale, spero che sia più che chiaro questo mio confronto fatto solo rispetto alla stretta interpretazione che danno anche loro delle Sacre Scritture, Antico Testamento ) .
– Il concetto di medioevo è alquanto relativo. Dipende da quale livello di civiltà, quali valori e diritti si crede si siano conquistati .
– Sulla lunghezza dei miei interventi, una discussione come questa sollevata dall’articolo per me meritava essere sviluppata. Certo, in un forum, c’è chi porta argomenti, chi fa le sue sparate ma, nessuno è obbligato a leggere nessuno. Però se legge, almeno legga bene. Quanto alla reciprocità nella libertà di culto, se da parte mia rispondessi alla sua giusta osservazione dovrei allungare anche questo intervento. Dico soltanto, che è proprio per questo che serve aumentare l’integrazione ” molecolare” a casa nostra senza cedere terreno qui, e sul piano internazionale non smettere mai il dialogo, che almeno per me, non si costruisce certamente e da entrambe le parti, nè con le bombe sui civili, nè con i missili intelligenti, nè con i kalashnikov.
prendiamo spunto dal suo esempio sul loro copricapo…mi sembra che quando le nostre donne si recano nei paesi arabi debbano coprirsi la testa oppure no? Sembra anche ,per espressa dichiarazione di un dirigente scolastico…il problema sia spesso far socializzare con le famiglie italiane le famiglie di religione musulmana che spesso e volentieri non vogliono avere nulla a che fare con loro e men che mai permettere relazioni affettive tra loro figli ed cattolici….continuiamo???
…continuiamo? e continuiamo!
Ancora non ha afferrato che non si può ridurre ad un unicum il mondo islamico.
Alla sua domanda” mi sembra che quando le nostre donne si recano nei paesi arabi debbano coprirsi la testa oppure no?
Risposta : OPPURE NO.
Infatti in Egitto, popolazione costituita quasi interamente da arabi (99,6%) , per l’ 80-90% di religione musulmana, a Sharm El Sheik, NON MI SEMBRA che tutte noi donne occidentali siamo costrette a stare in spiaggia completamente vestite e col velo in testa.
Lo stesso vale, in termini di generalizzazione, per quanto ha aggiunto sotto riportando quanto detto da UN dirigente scolastico.
continuiamo?
Uno di quelli che sfilava pacificamente a Civitanova è stato espulso.
Era una persona ineccepibile, collaborava alla Croce Verde, tagliava l’ erba del giardino….
perche’ no….se lei mi cita sharm….unico posto forse dove non si deve portare qualcosa in testa se sei donna….ed ovviamente luogo inviso e piu’ volte a rischio attentato dei jihadisti…io le cito vediamo…nigeria…quatar…kuwait….iran….emirati arabi…..siria…etc….per quanto riguarda il problema scolastico….potrei fare nome e cognome di 3 persone che lavorano nella scuola e che mi hanno riproposto la stessa cantilena….e dei rapporti anche sentimentali spesso vietati tra i nostri ragazzi e persone di fede islamica signora Moroni non dice nulla??? eppure spesso se ne sentono e se ne vedono tante anche sui mezzi di informazione…..
Ceresani
ma ancora insiste? e lei , è qui, a criticare gli integralisti? ma è paradossale! le sembra forse da meno il suo atteggiamento di chiusura mentale nell’ostinarsi a non voler capire, a non volere a questo punto, che non si può generalizzare , che non si può ridurre il caleidoscopico mondo musulmano ad unica espressione, che lei può portare tutti gli esempi che vuole ( coi dirigenti scolastici ora siamo saliti a 3, nientemeno!) e che io, conseguentemente, posso portargliene altrettanti e di più, di segno opposto? Uno dei tanti, guardi il Veneto: circa 120.000 musulmani che si sono bene integrati nel tessuto locale. Eppure, non è un ‘operazione di alto concetto sforzarsi di capire almeno il succo di quello che sto ripetendo, replica su replica.
Le sue saranno sempre divagazioni da jazzista sul tema finchè non accetterà che ,se si vuol essere anche noi moderati come si pretende dai musulmani, non si può, non è intellettualmente corretto, ” non è giusto”, mettere indiscriminatamente sullo stesso piano tutto l’Islam, trattare tutti i paesi musulmani alla pari, e tutti gli islamici da islamisti: le chiedo tanto ? E aggiungo, moderato anche nel non abusare del mio tempo e della mia pazienza nei suoi confronti, visto che è lei che ancora mi chiama a questo pseudo-confronto dove il suo unico interesse è restare nella sua ferma opinione. Liberissimo. Ma non si rivolga a me per confermargliela, perchè la mia esperienza, come tale intrasmissibile, insieme al mio bagaglio acquisito di conoscenza del variegato Islam, non potranno mai farle da sponda.
E moderato , infine, anche verso tutti i lettori di questo giornale, se questo dibattito sembra non interessare altri che lei proseguire.
Le consiglio per il futuro, però, di riflettere meglio prima di fare domande come quella che mi ha fatto, nei termini in cui me l’ha fatta, dato che non possono altro che aspettarsi risposte come quella che le ho dato. Se lei mi chiede “mi sembra che quando le nostre donne si recano nei paesi arabi debbano coprirsi la testa oppure no? Io devo risponderle , oppure – cioè anche- NO, perchè l’Egitto E’ UN PAESE ARABO dove , smentendo così anche la sua ultima affermazione ,benchè posta in forse, che proprio in Egitto sempre più donne egiziane indossano il NIQAB, come a Il Cairo. Cosa sia il Niqab e perchè lo indossino, lascio a lei scoprire per non sentirmi poi dire di essere troppo lunga nei miei commenti.
Quanto ai mezzi di informazione, preferisco rimandare a Paul Watzlawick, esperto di Comunicazione su vari piani, ed autore fra gli altri di un testo portante dal titolo ” La realtà della realtà ” , da cui estraggo :
« La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni »
So bene che l’esperienza sia un fatto intrasmissibile , e che quindi potrei portare diversi e infiniti esempi in base alla mia, che è tutt’altro dal pensiero dominante sui musulmani, ma siccome è la mia