(foto di Lucrezia Benfatto)
Gli studenti scendono in piazza contro il patto scuola varato dal governo Renzi. In concomitanza con la manifestazione nazionale, in più di 60 piazze d’Italia, anche a Macerata la Rete degli Studenti Medi ha protestato stamattina sfilando dal monumento dei Caduti fino ai giardini Diaz con uno striscione su cui era riportato il titolo della manifestazione: “La Grande Bellezza siamo Noi”. La mobilitazione promossa sui social attraverso gli hashtag #grandebellezza e #100 si è svolta in maniera pacifica come hanno confermato gli agenti della questura che hanno scortato il corteo. Con gli studenti hanno sfilato anche alcuni docenti.
«Siamo circa 500 questa mattina a Macerata – commenta Antonio Mosca, studente di Tolentino membro della Rete Studenti Medi provinciale – ma non vogliamo che la nostra iniziativa sia definita sciopero perchè è piuttosto una mobilitazione costruttiva di studenti e professori per ragionare sui contenuti di questa riforma ritenuti nocivi per il sistema scolastico nazionale». Ai Giardini Diaz, il corteo si è diviso in due gruppi. All’intern0 del parco un’assemblea ragiona su come riappropriarsi degli spazi scolastici e urbani (dei vari centri della provincia) attraverso attività formative e ricreative proposte dagli studenti per gli studenti.
Dall’altra, nella Terrazza dei Popoli, un collettivo di studenti e docenti provenienti da tutta la regione (presente anche il coordinatore regionale Rete Studenti Medi Marche Claudio Concas) riflette sulla manovra dell’istruzione proposta da Renzi. «Ci stanno dando il colpo di grazia. Quello che non ci convince sono le modalità di finanziamento ed inserimento nelle scuole dei 150mila precari tanto promossa dal premier. Innanzitutto i 400 milioni di euro necessari vengono tagliati all’università con conseguenze che si possono immaginare. In secondo luogo le modalità di assunzione sono soggette a regole poco chiare. I precari saranno una sorta di merce di scambio all’interno di reti scolastiche che sostituiranno in qualche modo i provveditorati. A questo si aggiungono gli scatti e i conseguenti aumenti di stipendio conferiti ai docenti in base ai cosiddetti obiettivi formativi raggiunti, in una sorta di morbosa logica competitiva ed agonistica per cui i professori penseranno solo a finire, prima dei propri colleghi il piano di studi. In questo modo scompare totalmente il rapporto umano tra studente e docente trascurando completamente le peculiarità di ogni gruppo-classe».
Da qui l’attenzione si sposta su un altro dei nodi centrali della riforma scolastica: l’ingresso dei soggetti privati all’interno degli organi decisionali dei vari istituti. «Anche qui si creerà un nuovo organismo – spiega Mosca – che è alternativo al consiglio d’istituto, (quello che fino ad oggi decideva delle questioni amministrative e gestionali interne) e sarà composto da dirigente scolastico, segretario amministrativo e l’eventuale privato che deciderà di stanziare annualmente un fondo per le attività formative. In questo modo le decisioni determinanti la sorte dell’offerta didattica passeranno tutte attraverso questo nuovo organismo fortemente influenzato dalle sclete dell’imprenditore di turno che deciderà di investire nell’istituto.
Il sospetto è che, in primis gli investimenti riguarderanno piuttosto che i licei, le scuole professionali dove il privato potrà garantirsi dei bacini di professionalità utili per la propria azienda, sfruttando nel frattempo la formazione erogata dall’istituto». Insomma un bel groviglio, quello del patto scuola, che a detta degli studenti andrebbe ripensato per la maggior parte degli aspetti. Ma alla voce dei ragazzi si unisce anche quella dei docenti scesi in strada per fare fronte comune contro una riforma che in primis penalizzerebbe proprio la loro professionalità. «E’ importante unificare le lotte – dice Monica Marchiani, docente dell’infanzia all’istituto Solari di Loreto membro della Rsu Flc – Oggi siamo con gli studenti e pur non facendo parte dei Cobas sono scesa in piazza anche per invitare tutte le rappresentanze ad unirsi alla manifestazione nazionale Fiom Cgil del 25 ottobre a Roma. Protestiamo perchè dai tempi della Gelmini nulla è stato ripristinato anzi le cose sono peggiorate. Con il nuovo metodo competitivo noi siamo ricattabili e la qualità dell’insegnamento e del rapporto con gli studenti viene sacrificata nel nome del raggiungimento degli obiettivi in un’ottica di arrivismo manageriale. Nel frattempo in contratti sono bloccati e gli eventuali aumenti promessi sono solo briciole. Diciamo basta perchè così la conquista di un’educazione pubblica ed equa ottenuta dai nostri padri viene cancellata in nome delle riforme imposte al nostro governo dalla Troika».
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Che fico…alla mia epoca si occupava contro le privatizzazioni (circa 20 anni fa). Come son cambiate le cose negli anni….
La classica salata collettiva di inizio anno scolastico, di cui ero fautore anch’io insieme a tanti sessantottini.
ma andate a studiare branco di comunisti nullafacenti..la classica manifestazione di inizio anno per saltare un giorno di scuola..ma la colpa è anche di chi da risalto a queste cose..
Studiare per cosa? Per diventare disoccupati o precari sfruttati? Fanno bene questi ragazzi ad interessarsi del loro futuro. Chi vuole che i giovani non pongano domande e non cerchino risposte gli augura un futuro da sottomessi.
ci si può interessare, manifestare e fare domande anche di domenica quale scuole sono chiuse..ma guarda caso si preferisce un giorno durante la settimana..è per colpa di questi comunisti nullafacenti figli di papà che noi giovani continuiamo ad essere chiamati bamboccioni
Al di lá delle motivazioni, piú o meno condivisibili, é una buona cosa secondo me che si ricominciano a vedere i ragazzi ai cortei ( quando sono pacifici beninteso!).
La gioventú é ora che si dia una scrollata e si interessi delle problematiche che riguardano il proprio futuro, senza farlo decidere ad altri.
Fa piacere vedere che i nostri giovani non sono stati tutti lobotomizzati dalla cultura televisiva corrente.
A questo deve seguire l’impegno politico e civile, per non lasciare questo paese in mano ai farabutti che lo hanno rovinato in gran parte; e, naturalmente, l’impegno scolastico per essere artefici della costruzione del proprio futuro.
Si studia a scuola non nei parchi
capre capre capre capre capre capre capre capre capre capre capre capre capre
Che tristezza …
Le solite proteste di qualche giorno e tutto finisce come sempre per fare le cose ci vogliono le ….. non la scena o il pretesto per creare disagi o fare casino… per lottare si deve andare contro corrente e non andare più veloce della corrente sono tutte montature e cose strumentalizzate poi ritorna tutto come prima e le cose che devono eliminare e fare le faranno lo stesso… cosa è mai cambiato solo qualche casino organizzato da figli di papa poi gli sfigati la pagano e gli altri vanno avanti perché sono coperti … Cambiate modo di pensare e andate contro corrente… Fino a quando sarete acquirenti dei prodotti della società e del consumismo e senza ideali e valori non si realizza nulla..
Beh sono certo che quasi nessuno di loro sapesse il perché si stava manifestando. D’altronde queste stupide manifestazioni comuniste da anni 70 sono inutili quanto antiquate. A protestare dovrebbero essere i genitori italiani, visto che normalmente in Italia ci di laurea con qualche anno di ritardo quindi nonostante la scuola sia messa davvero male, questo non giustifica il vostro essere somari.
Attivismo manageriale? Magari!
Adè sempre li soliti 4 gatti che non sa nemmeno de cosa sta a parlà
…..e che non ce le ricordiamo le votazioni alle assemblee ???? 😀 basta che si parlava di sciopero….
PUFF……era una parola magica e metteva tutti d’accordo ……….e come si dice ???? Francia o Spagna
purche’ se magna 😀 ……….chi di voi si ricorda una votazione (UNA)…..dell’assemblea degli studenti
contraria ad uno sciopero ?????………..mi ricordo di aver scioperato contro tutto….CONTRO L’ORTICARIA
………CONTRO L’UNGHIE INCARNITE…….CONTRO LO SFOGO DI SANT’ANTONIO………CONTRO TUTTO………….BASTA CHE UN GIORNO NON SI VA A SCUOLA……