Negli ultimi giorni a Macerata si è parlato di due fatti che per un verso o per l’altro si riferiscono al fenomeno dell’immigrazione, ossia alla presenza, in città, di stranieri che vi sono giunti non per turismo o per studio ma per viverci e lavorarci. Una presenza che in base a dati recenti è all’incirca di 4.600 persone, pari al 10,5 per cento del totale degli abitanti. Il che corrisponde grosso modo alla situazione provinciale e a quella regionale. Sappiamo bene che non da oggi il flusso immigratorio rappresenta, per l’Italia, una questione sociale, economica e politica, specie se si considera il crescente numero di profughi che sfidando la morte arrivano via mare in cerca di asilo per fuggire da Paesi devastati da guerre civili come la Siria e altri. Una questione sulla quale si scontrano sentimenti popolari radicalmente diversi, da una parte quello dell’accoglienza umanitaria e dall’altra quello di un ostracismo xenofobo che trae alimento anche dagli effetti della crisi economica. E, fra i due estremi, un’area occupata da gente che tira a campare e non ama scendere in campo. Tutto ciò pure a Macerata. Lo sappiamo, dicevo. Perché, allora, tornare a parlarne?
Il primo fatto riguarda un intervento su Cm – e i commenti che ne sono seguiti – dell’avvocato Andrea Marchiori, il quale ha posto in evidenza i disagi derivanti in città da un’immigrazione favorita, a suo dire, da un eccesso di “ospitalità” da parte della sinistra (leggi l’articolo). E come sintomo o simbolo di questo andazzo ha citato la circostanza per cui nell’ultima graduatoria per le case popolari il primo posto è andato, col punteggio di 18,75, a un concorrente di nome Vejsel (origine serba, pare) e il secondo, col punteggio di 15,25, a uno di nome Luciano, quindi italiano o, meglio ancora, maceratese. Con l’aggiunta che a fanalino di coda della classifica, con un solo punto, s’è piazzata una signora di nome Diana, anch’essa evidentemente italiana o, meglio ancora, maceratese. Nelle parole dell’avvocato Marchiori non vi sono state forzature polemiche (certi commenti lasciamoli perdere, sono maleodoranti rumori di pancia) ma una quasi pacata e secondo lui obiettiva descrizione della realtà. Tuttavia la sostanza è quella che ho detto: c’è troppa accoglienza, a sinistra, per gli stranieri.
Il secondo fatto, invece, riguarda un appello rivolto alla città dalla Caritas Diocesana in vista dell’arrivo di venti profughi sbarcati a Lampedusa che la stessa Caritas intende temporaneamente ospitare nei suoi locali di Rampa Zara, per una decente sistemazione dei quali ha chiesto l’aiuto dei cittadini che sono disposti a prestarlo (leggi l’articolo).
Comincio ora dal fatto numero uno, che a prescindere dalle opinioni dell’avvocato Marchiori corrisponde a insinuazioni, sospetti e risentimenti diffusi fra la gente ed è questo il motivo per cui mi sono informato sulle procedure seguite dal Comune per l’assegnazione delle case popolari (l’assessore ai servizi sociali Narciso Ricotta ha già precisato che in un anno e mezzo sono state assegnate 47 case, 28 a italiani e 19 a stranieri). Il punto da chiarire è il seguente: risponde forse a verità che su questo tema ,e per un impeto ideologico di sinistra, gli stranieri godono di privilegi rispetto agli italiani e, insomma, che ci sarebbe una sorta di discriminazione nei confronti degli italiani?
Vediamo anzitutto quali sono i requisiti di legge senza i quali non è possibile partecipare ai bandi: per gli italiani e per i cittadini comunitari (rumeni, ad esempio, o polacchi) occorre che già risiedano a Macerata, mentre per gli extracomunitari occorre sì la residenza ma con regolare e biennale permesso di soggiorno. Dopodiché, stabilito chi ha il diritto di aspirare a una casa popolare, si passa ai punteggi per la graduatoria. Punteggi che dipendono da una serie di condizioni previste dalla legge regionale del 2005 e dal successivo regolamento approvato dal consiglio comunale nel 2009. Quali condizioni? Eccole, senza alcun ordine di prevalenza fra di esse: 1) aver figurato in precedenti graduatorie; 2) essere residenti da oltre cinque anni; 3)avere un basso reddito (o non averne nessuno, se si è a carico di altri, il che riguarda, ad esempio, coppie di giovani col desiderio di formarsi una nuova famiglia); 3) essere stati sfrattati dalla casa attuale non per morosità ma per finita locazione; 4) avere una famiglia fra i cui componenti figurano portatori di handicap, o minori al di sotto dei 10 anni, o anziani al di sopra dei 65; 5) essere una famiglia monoparentale comprendente minori; 6) essere una famiglia costituita esclusivamente da ultrasessantacinquenni o da giovani dai 18 ai 30 anni; 7) abitare da almeno due anni in un alloggio anti-igienico o inadeguato rispetto alla situazione familiare. Il tutto debitamente documentato all’atto della domanda ( talvolta per le autodichiarazioni sul reddito ci si rivolge a indagini della Guardia di Finanza).
A questo punto,ultimata l’istruttoria da parte degli uffici competenti e assegnati i vari punteggi, una commissione con membri esterni al Comune redige la graduatoria, contro la quale gli eventuali interessati hanno un lasso di tempo per ricorrere e avanzare le loro ragioni, dopodiché, esperiti ulteriori controlli, la commissione vara la graduatoria definitiva che fa titolo per le assegnazioni delle case, il cui canone d’affitto va, secondo le dimensioni, da 30 a 70 euro mensili. E qui, a proposito della qualità etica della società civile maceratese, ricordo un caso – unico? – di cui son venuto occasionalmente a conoscenza l’anno scorso: un malmesso locale di 30 metri quadri con gabinetto sul balconcino che il proprietario, chissà se di destra o di sinistra, ha affittato a una famiglia di extracomunitari per 400 euro mensili.
Ma torniamo ai punteggi delle graduatorie. Non c’è gara, si dirà: gli stranieri fanno più figli, sono più poveri, le loro famiglie sono più numerose. Ebbene? Posto che sono esseri umani (cosa, questa,che purtroppo è messa in dubbio da molti), e già risiedono a Macerata, e sono in linea con le norme di partecipazione al bando, per quale ragione discriminarli? Sta di fatto, comunque, che nell’operato del Comune non c’è nulla di pregiudizialmente stabilito a favore degli stranieri, giacché tutto vien fatto in osservanza di regole uguali per tutti. Regole che avrebbero una loro logica umana e giuridica anche se a concorrere ci fossero solo italiani. Cambiarle in senso xenofobo? Possibile, a livello nazionale, regionale e provinciale. Bisognerebbe però che in quei vertici legiferativi si affermassero le idee a sfondo razzista di Matteo Salvini, leader della Lega Nord. Potrebbe accadere? Sì, in teoria. E il Comune dovrebbe applicarle. Ma io spero che ciò non accada. E forse lo spera anche l’avvocato Andrea Marchiori.
Veniamo adesso al secondo fatto, l’appello della Caritas Diocesana. I commenti, su Cm, sono stati feroci. Basta con gli arrivi! Se li sistemino loro, quei locali! Finiremo nelle mani dei neri! Macerata sarà occupata da gente che ruba! Qualcuno se l’è presa perfino col Sindaco, che su questo non c’entra assolutamente nulla. Pazienza, così va il mondo. La cosa singolare è tuttavia che nessun esponente politico dei cattolici abbondantemente presenti, militanti e organizzati, a Macerata, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra, abbia speso una sola parola a sostegno di quell’appello. Come mai? Forse perché era stato lanciato a pochi giorni dalle elezioni e non era opportuno, per i cattolici che pur contano parecchio nelle vicende politiche cittadine, apparire troppo inclini all’accoglienza di matrice diocesana e dunque – orribile a dirsi! – troppo poco xenofobi? Perdonate quest’ultima insinuazione, della quale non faccio fatica a pentirmi. Ma, insomma, quell’incredibile silenzio va interpretato. E non è la prima volta che mi chiedo: ma come siamo fatti, realmente, noi maceratesi? E come son fatti, realmente, i maceratesi di fervente fede cattolica?
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Se anche un attento lettore come Lei, sig. Liuti, ha avvertito l’importanza della questione, non posso che esserne contento, sebbene non mi hanno convinto alcuni passaggi, per cui vorrei approfittare del post per alcune precisazioni.
– NON ho detto e non volevo neppure farlo surrettiziamente intendere che il Comune avesse manipolato la graduatoria o avrebbe potuto correggere il bando.
– NON ho detto che ci sono esseri umani di serie A e B; chi mi conosce ha le prove che non la penso proprio così.
Ho posto una questione: se, come sta accadendo da almeno dieci anni a questa parte, il Comune favorisce in vari modi l’accoglienza degli stranieri e’ naturale che il loro numero aumenti e siccome al 10% della popolazione viene assegnata quasi la metà delle case popolari (la statistica e’ una scienza), anche Lei che e’ un cultore dell’accoglienza, converrà con me che tra dieci anni, con una percentuale di immigrati pari al 20%, il sig. Luciano, nonostante sia il primo tra gli italiani, si dovrà arrendere.
Mi spiego meglio, se ha ancora la pazienza di leggermi.
Il CNEL, definito da Renzi “ente inutile” e dal Messaggero “baraccone che costa 18 milioni di euro in tasse per sfornare pareri inutili”, ha elaborato lo studio statistico (forse l’ultimo!) che rimarrà nella storia di Macerata sul “potenziale di integrazione” di tutte le città italiane.
Gli indicatori avevano ad oggetto un insieme significativo di fattori oggettivi e Macerata, su 103 capoluoghi si e’ classificata ………
………..PRIMAAAAAA!!!!!
Il nostro grande Silvio Spaccesi (sul quale mi riprometto di scrivere un pezzo) direbbe “Forza venite gente che in piazza si va”.
Insomma, ci si poteva anche accontentare del 13′ posto di Pesaro; non certo del 56′ di Ancona o del 58′ di Ascoli.
Questo studio, e con questo concludo, e’ assai rilevante perché nelle motivazioni del successo maceratese si spiegano anche le differenze rispetto al 2009, ovvero si precisa che la crisi economica ha indotto molti comuni ad alleggerire le iniziative di sostentamento degli immigrati mentre la nostra città le ha incrementate. Ho più volte detto che questa amministrazione ha avuto il grande merito di far capire a tutti che ci sono soldi in abbondanza non solo per le spese correnti ma anche per fare “politica”, e questa, me lo passi, e’ politica apertamente di sinistra.
Sembra che molti stranieri ambiscano a divenire cittadini italiani e la sinistra, animata da spirito umanitario… ogni tanto li illude. Se queste persone ritengono vantaggioso essere italiani, allora qualche differenza ci dovrà pur essere,nel godere o meno di tale status. Bene, che una delle differenze sia anche l’avere la priorità, quando si chiede un aiuto o un servizio al proprio Paese. Per esempio, nel recente referendum che si è tenuto in Svizzera, è stato ben evidenziato che le scelte del governo, dovranno essere subordinate agli interessi della nazione e dando priorità agli svizzeri. Infine Sig. Liuti, Lei fa riferimento ad un “silenzio” dei politici su questo tema, forse per la vicinanza delle elezioni. Potrebbe essere molto reale la sua ipotesi (sappiamo bene come sanno essere opportunisti questi personaggi), ma questo dovrebbe illuminarla. Se la politica “frena”, vuol dire che non si tratta di un pugno di elettori, ma di un numero elevato di cittadini italiani che potrebbero essere “turbati”. Evidentemente in Europa e nel mondo (vedi India), non contiamo molto, ma a casa nostra, se la politica ha delle remore sull’argomento, vuol dire che il Popolo è ancora sovrano. Mi spiace per Lei che dovrà adeguarsi, ma il 10,5% , in uno Stato democratico, non comanda. Cordiali Saluti.
‘Diana, evidentemente italiana?’. No, signor giornalista, non è affatto detto!
L’avv. Marchiori ha espresso un pensiero che è da tantissimi condiviso. In tempi di vacche magre, anzi scheletrite, senza voler discriminare quelli che stanno peggio di noi, è di buonsenso dare priorità ai bisogni dei nostri concittadini. Non dimentichiamo che le risorse per far fronte alle necessità, derivano dall’erario (tasse ed imposte) e notoriamente, senza generalizzare, gli immigrati non figurano ai vertici dei contribuenti.
Voglio dire una cosa, è vero non ci sono esseri umani di serie A e esseri umani di serie B, però il fatto è che noi italiani che paghiamo le tasse, siamo ormani esseri umani di serie C, mentre gli stranieri sono diventati di serie A, mi spiegate che diritti ho io? Se domani non ho i soldi per mangiare e vado in Marocco, voi sieti sicuri che mi danno la casa, mi ospitano e mi dicono, bravo sei cattolico è giusto che rispettiamo il tuo credo e togliamo tutti i simboli religiosi dalle scuole, tua moglie è cattolica, allora scusa non deve portare il velo…Sapete al nord, si sono rotti le scatole e non vogliono più pagare le tasse, così ci penseranno a pagarle, gli stranieri, i dipendenti pubblici e tutte quelle regioni d’Italia, dove non si paga niente…Senza tralasciare tutta quella gente che viene nelle Marche ad alzare la cresta, ma perchè non lo fate nelle vostre regioni o nei vostri paesi? A li non potete? Perchè vi prendono a c……? mmmm
Che di fatto in Italia vi è “abuso” dell’accoglienza agli “stranieri” i cui costi ricadono direttamente sui cittadini italiani e che ha come diretta conseguenza la riduzione all’accesso ai servizi è un dato di fatto. Alcuni settori della società italiana (che fa riferimento a partiti o movimenti politici di sinistra , o ad associazioni e istituzioni cattoliche) negano “ideologicamente” questo stato di fatto, quando addirittura additano chi soleva questa questione come “razzista”, richiamando i valori della cosiddetta “solidarietà” e “accoglienza”, nascondono il più delle volte, il fatto che il richiamo all’accoglienza e alla solidarietà e per loro utile e necessario per giustificare moralmente i vantaggi economici che ne traggono (stipendi per gli attivisti di associazioni varie e ONLUS, mantenimento delle loro sedi e strutture, ecc.). NON è quindi a mio parere tutto “oro quello che luccica al sole”, anzi!
In secondo luogo uno Stato in difficoltà che non è in grado di garantire a propri Cittadini standard accettabili di assistenza e servizi, NON può certo impegnare somme rilevanti di denaro per l’accoglienza degli stranieri (pensate che l’operazione Mare Nostrum di soccorso nel mare dello stretto di Sicilia costa 400.000 euro al giorno!!). Per rendere meglio la reale portata di questa osservazione, si pensi ad una famiglia in serie difficoltà economiche che non è in grado, o lo è appena, di garantirsi il pane quotidiano, invece di sfamarsi si mette a fare debiti per fare beneficenza. La beneficenza, l’accoglienza è una buona cosa, ma la si può fare quando si è in condizioni economiche che lo permettono.
E poi uno Stato NON può ridurre e negare la possibilità dell’accesso ai servizi (es. case popolari, asili nido, ecc..) e l’assistenza (gratuita) ai propri Cittadini (es. quella sanitaria) a favore di chi arriva nel nostro Paese (clandestinamente) che spesso NESSUN utile contributo da al nostro Paese, anzi sfruttano gratuitamente i servizi e l’assistenza dello Stato. .. e NON sto certo parlando degli stranieri regolari che hanno un posto di lavoro e che pagano le tasse!!
Credo proprio che si è creata una situazione obiettivamente NON più sostenibile.
È sbagliato anche questo, bisogna privilegiare gli italiani
… ma al 41% non importa di questo !
Io credo che aiutare i profughi in Libia da dove partono con l’intervento dell’Europa e degli Stati Uniti D’America sia una soluzione più adeguata per evitare sciagure in mare ed anche perchè l’Italia non può certo accogliere centinaia di migliaia di persone sia per motivi finanziari che per motivi di turbamento dell’assetto sociale in relazione anche ai modi di vita diversi. Chi si pronuncia per un’accoglienza illimitata come numero afferma un’utopia e sappiamo che nella storia le utopie non sono mai state foriere di buone cose. Poi basta alle divisioni di destra e di sinistra come se la nostra nazione non appartenga a tutti gli italiani come i Paesi africani appartengono agli africani.Io credo che in Italia potremmo far venire chi ha particolari problemi di salute per le cure necessarie od altri motivi gravkissimi e non tutte le persone che pur hanno particolari situazioni e condizioni giurdicamente rilevanti. D’altronde in Libano sono anni che abbiamo una missione di pace.In ultimo sarebbe opportuno trovare soluzioni di pace in quelle nazioni ove purtroppo da anni c’è il male più grave di questo mondo e cioè la guerra.
Caro Liuti concorde con lei su tutti gli argomenti tirati in ballo.Per darle una risposta sui maceratesi direi falsi,bigotti e provincialotti.
Se non fosse che la sinistra maceratese favorisce gli stranieri, come mai il 40% delle case vanno a loro a fronte di un 10% di popolazione! Poi la cosa che più dispiace è far passare da razzisti chi chiede equità tra le persone. Oggi assistiamo all’abbandono totale degli Italiani che hanno perso il lavoro, per chi fa finta che tutto va bene, le Marche insieme al Molise sono le regioni che hanno perso più posti di lavoro per abitante
Mare Nostrum dovremmo cambiarlo in aiutare nostrum ad casam….
Dott. Liuti mi congratulo con Lei per la chiarezza dell’articolo. Dispiace vedere persone che si spremono le meningi in pensieri, che poi fortunatamente non vengono trasformati in politiche, in merito alla questione delle case agli immigrati e al fenomeno dell’immigrazione in generale. Tali persone e pensieri non fanno altro che generare odio nei confronti di persone, italiani e non,che sono in evidente stato di necessità.
Dico italiani e non, perché costoro che affermano prima gli italiani e poi gli immigrati, ripropongono una salsa ben condita, servita anche agli italiani. Infatti per alcuni di loro, anche gli stessi italiani non sono tutti uguali, ci sono quelli del Nord, quelli del Sud e quelli che sono emigrati al Nord per lavoro, che non sono come quelli che sono nati lì, e quindi vengono dopo.
Vogliamo parlare della CASTA degli Avvocati che non vogliono abolire l’ordine degli Avvocati per permettere ai giovani di lavorare e quindi produrre nuove ricchezze? No!! lasciamo stare i PRIVILEGI!!!! Però se il problema principale dell’immigrazione sono i soldi è necessario fare delle politiche di liberalizzazione per far lavorare i giovani e non SFRUTTARLI!!!!!!! Così facendo si creerà nuovi posti di lavoro, aumenteranno le entrate dello Stato e gli italiani e gli immigrati avranno una casa! Questo è un esempio banale su come aumentare le risorse dello Stato – Enti Locali.
Inviterei questi falsi ben pensanti a riflettere e a produrre politiche inclusive, ad essere capaci di far impegnare la Comunità Europea a farsi carico delle spese da sostenere e cercare di risolvere la questione, con politiche estere adeguate.
La storia insegna che le divisioni, le esclusioni, gli ideologismi, i fanatismi e la follia umana hanno indotto la persone a imbracciare un fucile. Dunque il problema non si risolve con i rispingimenti alle frontiere, ma la questione va gestita unitamente a tutti gli Stati Europei.
Viviamo in pace grazie a delle menti illuminate che hanno permesso, dopo anni di guerra, di poter andare dall’Italia in altri Stati Europei senza aver alcun problema. Viviamo in pace grazie agli Stati Uniti d’America che ha annientato la follia umana. Vivremo in pace se costruiremo gli Stati Uniti D’Europa, una grande Nazione, capace di gestire con autorevolezza anche la questione dell’immigrazione.
moltissimi stati privilegiano giustamente i loro concittadini e poi gli stranieri e qual’e’ lo scandalo???? L’immigrazione da noi non e’ gestita come si dovrebbe perche’ la tanto decantato Unione Europea,da appendere per i piedi chi ha deciso tale feral passo,se ne frega delle problematiche dell’immigrazione tanto ci sono i fessi degli italiani che li tengono li…che problema c’e’….
Sig. Severini, la frase “viviamo in pace grazie agli stati uniti d’america…” è un pò azzardata, visto che dove c’è una guerra, spesso c’è l’America. Ovvio, l’America ha i suoi pregi, anche tanti, ma… nobel per la pace lo ritengo inappropriato. Tornando al tema in esame, posso convenire con lei, che molti degli attriti tra italiani ed i ” non” , derivino anche da un’attuale situazione economica difficile e da regole (fatte dai politicanti), non funzionanti. Tuttavia, ribadisco il concetto che in uno Stato democratico, deve essere il Popolo a decidere le proprie sorti, siano esse l’adesione all’Europa (decisa a tavolino dagli “illuminati” che Lei cita, i quali hanno permesso un cambio lira/euro molto favorevole) o le regole per dare precedenza nell’assegnazione delle case o dei posti all’asilo ecc.ecc. Se tante Persone non la pensano come Lei , dovrà farsene una ragione e rispettare la volontà della maggiornaza del Popolo italiano. In una dialettica costruttiva, occorre criticare e proporre, ma anche umilmente saper dare ragione agli altri. Secondo Lei, è più logico dare precedenza a chi da sempre ha pagato tasse in Italia o al primo che arriva ? Non è razzismo, ma “equilibrio finanziario”, visto che Lei ne fa una questione di libero mercato, allora se paghi tanto, ottieni tanto, se non hai pagato niente, non prendi niente.
Sig. Giovanni otto Trentadue, gli illuminati a cui mi riferivo non sono quelli che hanno cambiato moneta ma a coloro che hanno permesso la nascita della Comunità Europea avvenuta molti anni prima, con la prospettiva di creare una Nazione degli Stati Uniti D’Europa.
Il discorso delle tasse potrebbe essere giusto, ma parlare di tasse in Italia fa scompisciare dal ridere. Non crede? Gente che guadagna tanto versa poco e in cambio vuole molto. Il sistema non è in equilibrio per le casa date agli italiani e non, il sistema non è in equilibrio perché si sono intascati i soldi che dovevano versare, non crede?
Sig. Severini, volutamente e provocatoriamente (non verso Lei, ma verso i disgustosi politici), ho fatto riferimento ai moderni attori dell’entrata in Europa e non ai Pensatori di altre epoche, in quanto parliamo di un concetto d’Europa totalmente differente, dall’Europa dei Popoli, all’Europa degli Interessi di pochi. Comunque, le tasse a me non fanno ridere, anzi ! L’idea che volevo trasferire a chi ha la pazienza e l’interesse di leggermi, è quella della meritocrazia. Convengo con Lei, che spesso vengono alla luce casi eclatanti di chi guadagna tanto o ha grandi patrimoni, ma poi paga poche imposte, siccome però, la richiesta di una casa popolare, non riguarda questa tipologia di truffatori, ma vede “competere” la fascia bassa (come reddito) della popolazione, credo fermamente che se una persona ha versato anche solo una lira allo Sato, ha più voce in capitolo di chi non ha pagato nulla. Visto che sono tornato sull’articolo, vorrei manifestare il mio stupore, circa il pensiero esposto dal Sig. Liuti. Voglio credere che sia stata una “svista” , per creare più interesse alla questione, perchè certamente il Comune deve applicare regole uguali per tutti, ma il problema sta nel processo di attribuzione dei pesi, per giungere al punteggio finale.