di Maria Cristina Pasquali
I nostri giovani “espatriati” non finiscono mai di sorprenderci. E non finisce di sorprenderci il nostro entroterra maceratese, che nel corso dei secoli ha sempre sfornato, oltre ad antenati illustri, tanta gente intelligente preparata e capace di catapultarsi in tante parti del mondo con entusiasmo, tenacia e coraggio. Il nostro intervistato odierno non e’ Enrico Mattei, ma un suo conterraneo di Matelica: Thomas Mosciatti con una passione più rara ed insolita rispetto agli interessi prevalenti del mondo dei giovani di oggi. La passione per la scienza esplosa, pare, dopo aver visto un programma di Piero Angela.
“Sono nato a Matelica 27 anni fa, uno degli ultimi neonati prima che chiudessero il reparto maternità. Arrivato in Francia, a Strasburgo, poco più di un anno e mezzo fa, ho fatto anche un breve periodo in Belgio. Ho studiato al liceo scientifico “V.Volterra” di Fabriano appena oltre il confine maceratese e dopo la maturità a indirizzo tecnologico mi sono iscritto al corso di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Parma dopo aver visto un servizio in tv di Piero Angela”.
Cosa hai deciso di fare dopo la laurea?
Nel 2009, dopo la laurea , ho deciso di cambiare leggermente indirizzo di studi, ma non troppo e mi sono iscritto alla laurea magistrale in Chimica industriale sempre a Parma, laurea che ho conseguito nel 2011. Durante la tesi ho avuto la fortuna di poter lavorare e capire cosa significa la ricerca scientifica in un gruppo all’avanguardia nel settore della sensoristica molecolare, guidato dal professor Enrico Dal Canale.
Il settore della Chimica ti ha affascinato?
Sì, infatti, al momento sto facendo un dottorato di ricerca in Chimica all’Istituto di Scienza e Ingegneria Sopramolecolare di Strasburgo e mi occupo dello sviluppo di dispositivi di elettronica organica in particolare di tipo multifunzionale, ossia che possiedono delle funzioni aggiuntive rispetto ai classici dispositivi introdotti a livello nanoscopico. Nanoscopico significa molto molto piccolo; mille volte più piccolo di microscopico. Se prendi un millimetro e lo dividi in 1000 parti hai 1000 micrometri. Se poi prendi un micrometro e lo dividi in mille parti hai 1000 nanometri. Ecco io lavoro con particelle di circa 1-3 nanometri.
Ovviamente questa decisione ha portato ad un cambio di vita.
Sì, però mi trovo molto bene; si lavora molte ore durante la settimana, ma l’istituto in cui mi trovo è stimolante dal punto di vista scientifico e umano, con due premi Nobel che vi lavorano ogni giorno e tanti altri ricercatori da ogni parte del mondo. Inoltre la città è bellissima, tranquilla, ma piena di eventi di tutti i tipi. Conosco moltissime persone da tutte le parti del mondo, ma i miei colleghi sono soprattutto scienziati e pochissimi sono francesi.
Quali sono i vantaggi della scelta di lasciare il tuo paese?
Vivere all’estero è un’ opportunità che ti consente di crescere personalmente. E poi, qui in Francia funziona tutto meglio, tasse, sanità, trasporti, servizi; e si nota la differenza con l’Italia cosa che uno può capire solo sperimentandolo.
Ogni quanto tempo ritorni ?
Torno per le feste, soprattutto perché il viaggio dura circa 10 ore e non è a buon mercato, quindi ogni 4-5 mesi direi.
Come sono i francesi dell’Alsazia?
In Alsazia i francesi sono molto diversi dai parigini. Fortemente influenzati dalla cultura tedesca, lavorano molto, si mangia presto e si va a letto presto, inoltre sono tutti molto cordiali ed educati, quasi troppo devo dire, anche se si spazientiscono in fretta quando il tuo francese non è ad un livello per loro accettabile cioè elevato.
Dove abiti? Come vivi la città?
Vivo in uno dei quartieri residenziali di Strasburgo, Neudorf, in un appartamento piuttosto grande con la mia ragazza a 10 minuti a piedi dal centro storico. La città ha un sistema di trasporti eccezionali, ma è anche relativamente piccola per cui mi piace girarla anche piedi, per godermi i paesaggi sul fiume, i canali, i parchi, e mi piace anche a volte prendere parte a varie iniziative locali, concerti, fiere, e scoprire nuovi ristoranti!
La tua occupazione ti obbliga anche a degli spostamenti?
Il dottorato di ricerca è una fantastica opportunità per vedere l’Europa. Facendo parte di un progetto europeo ci ritroviamo con altri studenti di dottorato e professori a cadenze prefissate in varie parti del continente. Inoltre sono stato due settimane in Belgio a Mons per approfondire alcuni aspetti di simulazione molecolare, ma ho fatto molte mini conferenze tra Londra, Siviglia, Trieste, Berlino, Grenoble ed altre mi aspettano nei prossimi due anni.
Ed hai avuto tempo di girare per avere un’ impressione degli altri paesi?
Non c’è mai troppo tempo, però è vero che in giro per l’Europa si notano tante cose belle. In generale direi che è facile rendersi conto di come i vari paesi dl’Europa abbiano molto in comune specialmente quando ci si incontra per una serata davanti una birra a conoscersi ed a fare amicizia. E’ un po’ lo stesso modo di rapportarsi ovunque.
Nel futuro pensi di tornare nella provincia maceratese o in Italia?
Onestamente non vedo futuro in Italia per me vista la mia attività di ricerca, ma non si può mai dire.
Che cosa non ti piace della tua vita all’estero?
La cosa che mi infastidisce di più è la barriera linguistica, visto che non ho avuto tempo di approfondire molto il francese. Mi sembra di perdermi sempre qualcosa quando mi parlano.
E l’aspetto economico?
Invece per quanto riguarda l’aspetto economico sono soddisfatto direi che il costo della vita è leggermente più alto che a Matelica, ma più o meno come a Parma dove ho vissuto durante l’università. Al momento non ho problemi da questo punto di vista. Approfitto spesso dei soldi che riesco a mettere ad parte per fare piccole vacanze o andare ogni tanto in qualche ristorante di buon livello.
Quali tipi di lavoro si trovano con più facilità?
Non saprei, essendo venuto qua già con un lavoro. Le offerte non sembrano mancare, ma anche qua c’è una contrazione del mercato del lavoro e una conoscenza quasi perfetta del francese per lavori “normali” è sempre molto utile per non dire indispensabile.
Ci sono altri italiani?
Sì, ce ne sono molti, non so quanti ma per fare un esempio nel mio gruppo di ricerca la metà siamo italiani e girando non è raro sentire parlare italiano. Ci dovrebbe essere anche qualche istituto che promuove la lingua italiana ma non sono al corrente sui programmi . Di ristoranti italiani è pieno, e si può trovare con poca fatica una pizza discreta al doppio del prezzo cui siamo abituati noi italiani, ma non ho trovato il coraggio di assaggiare finora pasta ed altri piatti.
Rimpiangi qualcosa dell’Italia o delle Marche?
Dell’Italia nulla in particolare, delle Marche i vincisgrassi, il verdicchio e l’atmosfera di casa, quasi familiare che si respira ovunque vai tra le persone e nei locali dalle nostre parti.
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che hai fatto da quando sei fuori ?
Quando si va all’estero da soli, soprattutto i primi mesi si vivono un sacco di esperienze a volte problematiche i a volte emozionanti L’esperienza che più mi ricordo con piacere è stato al mio primo incontro con il gruppo europeo, al quale , dopo appena due mesi dal mio arrivo ho dovuto esporre in inglese di fronte a diversi professori il mio nuovo progetto. Ricordo l’ansia, la paura di essere inadeguato, ma anche la soddisfazione alla fine dell’applauso e le parole di uno dei professori più importanti quando mi si è avvicinato facendomi i complimenti.
E dalle foto vedo che hai incontrato anche il presidente francese Hollande.
Hollande è venuto in visita al nostro istituto per festeggiare il Nobel per Martin Karplus che lavora da noi. Di conseguenza alcuni di noi sono stati scelti per salutarlo in rappresentanza del nostro gruppo di ricerca. Si è rivelata una persona cordiale e sorridente, a dire la verità, è stato solo colpito da quanti pochi francesi lavorino da noi.
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Ha fatto bene cosa sta a fare un giovane in Italia? Specialmente chi ha talento ,questa è la politica che invece di tutelare le persone che hanno del genio le fanno andare via e cosi è anche per l’arte è tutta una truffa solo apparenze e conoscenze. La fortuna è che abbiamo ancora la libertà di parola.
Egregio Dottor Mosciatti,
mi consenta di risponderLe molto brevemente e dirLe che l’Italia non e’ affatto un paese senza futuro; l’Italia e’ un grande paese, oggi in difficolta’ perche’ negli anni, chi piu’, chi meno, ma tutti, abbiamo avuto comportamenti non consoni alla onesta’ richiesta e dovuta.
Questo non autorizza nessuno, e tantomeno Lei, ad evocare il cosidetto default, la fine, la scomparsa della nostra Patria.
L’Italia risorgera’ perche’ tanti geni come Lei,dottor Mosciatti, rimangono e, se vanno ritornano. Tanti geni come Lei,caparbiamente rimangono perche’ sanno bene che e’ dovere primario di ogni cittadino,dare il proprio contributo di amore, di operosita’ e di sacrificio, affinche la grande famiglia in cui viviamo, possa prosperare.
Ed infine,dottor Mosciatti, per favore, sia grato all’Italia che ha futuro, e che le Le ha dato il supporto necessario allo sviluppo della Sua intelligenza.
Tanti auguri Dottor Mosciatti, e sopratutto VIVA L’ITALIA !
Mah, forse il ragazzo non sa che adesso in Italia abbiamo Renzi, vedi http://www.carmillaonline.com/2014/03/16/secondo-matteo/ .
“Caro” dott. Mosciatti,
mi permetto di farle presente che nessuno può obbiettare sulla sua scelta, anzi, mi sembra che ultimamente molti nostri giovani hanno fatto lo stesso come con grande enfasi ci illustra Cronache Maceratesi, ma mi sembra che Lei sbagli un poco sul futuro italico e sulle opportunità che il ns paese offre,specie se paragonato ad altre nazioni. Ad ogni modo evito di dilungarmi e le auguro in bocca al lupo per la sua carriera all’estero,mi dispiace solo che un concittadino del grande Enrico Mattei dica che dell’Italia nulla gli manca,evidentemente non l’ha girata molto prima di andarsene in Francia.
Un ITALIANO orgoglioso di esserlo,nonostante tutto.
Alla sua età il Dott. Mosciatti ha tutto il diritto di dedicarsi al suo futuro mentre noi abbiamo lo stesso diritto, e magari anche il dovere, di non strapparci le vesti per le sue considerazioni , che non sono certo sbagliate ma che non esauriscono il problema e non possono valutare le opportunità che ancora possiamo cogliere insieme come paese . Di certo positivo è il fatto che siamo ancora in grado di formare giovani preparati ed ambiziosi come lui . Sta a noi fare in modo che nei prossimi anni questi stessi giovani e magari anche quelli provenienti da altri paesi possano vedere opportunità di vita e di lavoro anche qui. Io ci spero
Mi sembra che il dott. Mosciatti abbia detto semplicemente che per ora non vede futuro in Italia per il SUO tipo di specializzazione . Non ha detto non vede futuro in Italia in assoluto. Poi se ha detto che non gli manca l’Italia, credo intendesse nel senso che in Europa tutto e’ molto simile e che, volendo, si trovano gli stessi prodotti e si può condurre una vita molto simile. Invece ha giustamente puntualizzato che quello che gli manca di più è la sua famiglia. Ormai non si può più pensare che il mondo si riduca all’Italia specialmente quando si scelgono certe carriere e si hanno certi curricoli elevati di studio, ed è giustissimo che i giovani vadano anche a fare esperienza altrove. Quello che mi meraviglia e’ che nei commenti di questo giornale ( non in quelli di oggi pero’) si nota spesso che nel 2014 la gente ancora pensa che il mondo comincia e finisce a Macerata e che chi va fuori e’ solo un povero sfigato emigrante…invece è esattamente il contrario!!!!Meditate gente meditate!!
Si è certo liberi di continuare ad esprimere un’inguaribile esterofilia anche nei giorni nei quali le principali capitali europee subiscono la soggiogante fascinazione che scaturisce fatalmente dalla prorompente vitalità del nostro rinascimentale premier, solo che fa un po’ sorridere.
Sì, credo anch’io che l’Italia abbia un futuro piuttosto “plumbeo” se continua ostinatamente a “puntare su cavalli perdenti” (e non mi riferisco ai politici, ma agli obiettivi).
E’ tempo di abbandonare la strada della produzione di massa e puntare esclusivamente sulle eccellenze, di abbandonare l’ormai decotta industria manifatturiera e puntare decisamente su cultura e turismo.
Solo valorizzando ciò di cui siamo più ricchi *al mondo* potremo risalire la china…
finchè rimane il cambio attuale dell’euro, o finchè non ne usciremo, francesi, tedeschi, inglesi, saranno subissati da orde di italiani, spagnoli, portoghesi, greci, rumeni e bulgari in fuga.
l’Italia non ha futuro…se non quello di perdere del tutto la propria identita’ di nazione e di essere succube in tutto e per tutto di un Europa che andrebbe distrutta a picconate.Piu’ e piu’ volte ho cercato la possibilita’ di andarmerne da questo paese che non riconosco piu’ come mio,per perdita’ di valori etici sociali e morali,per l’impoverimento economico,per il futuro di incertezze e privazioni a cui le generazioni immediatamente precedenti alla nostra e la nostra brillante classe politica ci hanno condannato.per i nostri figli che saranno costretti a vivere in un paese con zero certezze e solo tante privazioni e tasse.Auguri dottor MOsciatti le auguro di essere felice all’estero e di trovare quel posto che solo il cuore individua come casa e che possa ritornare a calpestare il suolo italico solo per lo sfizio di tornare a trovare parenti ed amici ed a visitare luoghi storico artistici di sicuro interesse….ma il mondo ne propone tantissimi altri quindi a lei giustamente la scelta.