Il Comune di Macerata “si oppone a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la struttura della famiglia e da violare i diritti di libertà di opinione e di credo religioso di tutti coloro che esprimono un giudizio critico nei confronti di orientamenti sessuali diversi da quello naturale tra un uomo e una donna”. Così stabilisce l’imperativo ordine del giorno di Giuliano Meschini (Idv) che sere fa è stato approvato dal consiglio comunale. Che dire? Prescindiamo dalla circostanza forse occasionale che proprio in quella settimana si ricordava in Italia la strage di innocenti perpetrata dal nazismo nei campi di sterminio dove persero la vita pure decine di migliaia di omosessuali, la cui unica colpa era di essere tali. Sì, prescindiamone. Ma sta di fatto che l’istituzione cui toccano l’onore e l’onere di rappresentare l’intera città si è accollata l’obbligo sostanziale e formale di opporsi ad eventuali leggi presentate in Parlamento. Opporsi in che modo? Assediando, occupando, sequestrando, riducendo le “aule sorde e grigie” di Montecitorio e Palazzo Madama a “bivacco per manipoli”, come tuonò Mussolini nel 1922? Lo ignoro e resto in attesa di decreti attuativi.
Da varie parti si è reagito con sdegno a questo episodio, ed era da prevedere. Consentitemi tuttavia di ridurlo, questo episodio, a un maldestro infortunio che per le modalità con le quali si è sviluppato e concluso va messo nel novero delle sceneggiate parapolitiche a sfondo farsesco. E pur condividendo quelle reazioni lasciatemi esprimere la speranza che dopo l’immediato sconcerto e in omaggio al motto “una risata lo seppellirà” si riesca a non parlarne più lasciandolo ammuffire in qualche cassetto o affidandolo alla raccolta differenziata dei rifiuti. Ne sottovaluto la gravità? Può darsi, visti i tempi rischiosi che la nostra democrazia sta passando. Ma non vorrei che la città in cui vivo e che amo fosse trascinata così in basso. Se farsa è stata, farsa rimanga. E quei pochi che l’hanno applaudita facciano un esame di coscienza e benché gli costi fatica se ne rendano conto.
Non ce l’ho, intendiamoci, con Giuliano Meschini, il quale, da cattolico integralista qual è, ha il diritto non soltanto di avere le proprie idee e non soltanto di esprimerle in pubblico ma anche, essendo consigliere comunale, di chiedere che l’assemblea della quale fa parte le voti e le approvi. Dove sta, allora, la farsa? Non già nell’impostazione ideologica del suo testo ma nella totale assurdità della frase “si oppone a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico italiano …”, che, lo ammettano anche i più irriducibili fra i cattolici militanti, è a tal punto paradossale da sconfinare, appunto, nel genere comico. Possibile che il presidente del consiglio Romano Mari non abbia preventivamente suggerito a Meschini di modificarla o eliminarla senza con ciò venir meno allo spirito del suo documento? Saranno pure amici, Mari e Meschini, e avranno pure i medesimi sentimenti nei confronti dell’omosessualità, non ritenendola una inoffensiva inclinazione genetica ma un vizio immondo o una grave malattia mentale o un’irresistibile e malefica tentazione per la pur stragrande maggioranza degli eterosessuali, e tuttavia da chi presiede un consesso elettivo ci si dovrebbe aspettare una più equilibrata consapevolezza del proprio ruolo. Possibile che ancor prima della presentazione in consiglio neanche altri fondamentalisti cattolici a conoscenza di quel testo vi abbiano rilevato la folle pretesa d’impegnare il Comune in una sorta di ribellismo antiparlamentare e anticostituzionale? Niente, l’ordine del giorno “Meschini” è rimasto tale e quale. E tale e quale, purtroppo, è stato approvato, per di più col voto di Romano Mari. Ecco dunque il primo passo verso la caduta nel ridicolo di una vicenda che sebbene opinabilissima nel merito avrebbe potuto e dovuto essere gestita con un minimo di serietà.
Ma di questi passi ce ne sono stati altri. Personalmente non mi sono mai entusiasmato ai proclami che al di là delle loro specifiche competenze i Comuni usano lanciare su temi di portata nazionale e internazionale (“Macerata città della Pace”, per esempio, e ricordo che Mario Sbriccoli, l’illustre e indimenticabile maestro del diritto, mi disse scherzando: “Va bene la Pace, ma perché escludere le Fosse?”). Nulla vieta però che un consiglio comunale prenda una posizione per così dire simbolica su argomenti che vanno ben oltre le proprie funzioni, come i sistemi economici, la globalizzazione, il capitalismo, il socialismo e molti altri sui quali si confrontano diverse visioni del mondo, vale a dire diverse ideologie. E in Italia le unioni omosex sono uno di questi, da una parte la “non negoziabilità” dei valori ultracattolici sul matrimonio e sulla procreazione (ma quanto, ahimé, negoziati sottobanco con gli “atei devoti” berlusconiani ai tempi del cardinale Ruini!) e dall’altra parte l’apertura laica alle evoluzioni del concetto di pari dignità fra gli esseri umani, compresi coloro che per predisposizione naturale s’innamorano gli uomini degli uomini e le donne delle donne, e aspirano a un riconoscimento giuridico della volontà di stringersi in famiglie. Ma è proprio per l’importanza, l’ampiezza e la complessità di questo tema che un consiglio comunale dovrebbe discuterne , se ha deciso di farlo, con la massima partecipazione e con la necessaria sensibilità intellettuale.
Massima partecipazione? Figuriamoci! Il dibattito sul testo “Meschini” è stato relegato alle nove di sera, quando i consiglieri presenti erano appena 17 su 40 e ne mancavano quindi 23, chissà se per preordinati calcoli di segrete stanze o, probabilmente, perché più interessati alla cena che ad affrontare elevate questioni di mente e di cuore. C’era il numero legale? Strano, ma c’era. Trattandosi di terza convocazione, infatti, quei miseri 17 bastavano. Risultato? Dieci a favore e sette contrari, come sarebbe normale – e neanche tanto – per affari di spicciola quotidianità tipo una buca da riempire in una via periferica, ma è assolutamente sbalorditivo – farsa, farsa! – per temi di così alto livello etico e culturale.
Dopodiché, ciliegina sulla torta, la solita spaccatura all’interno del Pd, con ben quattro esponenti che hanno votato a favore, compreso quel Luigi Carelli che per sua lunga milizia unisce la non negoziabile ideologia cattolica sul matrimonio a una ben negoziabile ideologia laica sull’urbanistica. Eppure il segretario nazionale del partito, Matteo Renzi, ha annunciato un programma legislativo che prevede il riconoscimento delle unioni omosex, e il segretario provinciale, Teresa Lambertucci, si è dissociata dal voto maceratese, e il segretario cittadino, Paolo Micozzi , l’ha definito “un voto sul nulla” in quanto estraneo alle competenze di un consiglio comunale. Nonostante questo, però l’ordine del giorno “Meschini” è passato col determinante contributo del Pd decretando un solenne impegno della città di Macerata (“Opporsi a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative…”) su un problema – la tutela legale delle unioni omosex – che è già stato positivamente risolto nella cattolica Francia, nella cattolica Spagna, nel cattolico Portogallo e in tutti gli altri Paesi dell’Occidente, ad eccezione, non ancora, dell’Italia, della Grecia e, adesso, di questa nuova “nazione” che si chiama Macerata.
Da notare, infine, che fra i 10 sostenitori del testo “Meschini” c’è stato pure l’immaginifico poeta Guido Garufi (ex Idv), il quale ha detto: “L’ho votato, sì, ma per sfregio”. E non è farsa? Vero è che a volte il Consiglio comunale maceratese non brilla in perizia giuridica, in qualità espositiva e in coerenza all’interno dei suoi molteplici gruppi, ma alla farsa non c’era mai arrivato. Ecco perché nutro la forse utopistica speranza che su questa storia cali presto il sipario di un pur tardivo soprassalto di civico orgoglio.
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Completamente d’accordo con le considerazioni di Liuti . Non c’è altro da aggiungere
Ci mancava Maceata ad aggiungere altro clamore sulle unioni omosessuali. Se ne parla in tutti gli ambiti, e si ritiene che sia un fatto di civilta’ .
Un candidato presidente di consiglio mette nel suo programma una legge che tuteli i diritti degli omosessuali, alle olimpiadi di Sochi gli atleti tedeschi indossano tute arcobalerno ,
Putin nega la libertà di essere omosex, e tanto altro che mi fa molto riflettere, in primis
per quanto si legge a proposito della mascolinita’ e della femminilita’:
e’ acclarato che il maschio di oggi , nel suo seme, ha la meta’ degli spermatozoi rispetto agli uomini di mezzo secolo fa; la donna ha sempre maggiori problemi con l’interazione progesterone- estrogeni talche’ l’equilibrio tra estrogeni e progesterone risulta seriamente compromesso.
Forse inconsapevolmente i componenti il genere umano stanno pian piano cambiando sesso e l’omosessualita’ e’ un momento di questa mutazione.
Io non ci capisco molto , ma ricordo che, quando da ragazzo andavo a Rimini, facevo parte dell’esercito dei latin lovers che imperversavano per la felicita’ di tante ragazze anglo sassoni che arrivavano a frotte.
Una volta l’eterosessualita’ era un valore. Oggi lo e’ l’omosessualita’.
Ripeto sono io che non ci capisco molto e per questo rimango in disparte, come spettatore.
Di norma, perlomeno nel nostro paese, lo scadimento nella farsa quando ci si erge teatralmente a paladini della fede diventa un valore aggiunto che procura agli attori fortune ulteriori.
ha fatto na cosa bona in 4 anni e tutte ste critiche? Comunque complimenti per aver tirato in mezzo una strage di quelle dimensioni solo per far rumore..senza nessun collegamento logico dato che non mi sembra che solo i gay siano stati perseguitati
LIUTI DICE : “ GENERE COMICO” , ” FARSA” , …..MEDITA PADRE MESCHINI, MEDITA!!!!
Solita suonatina di liuto
Sull’argomento hanno parlato tutti. Ci manca l’opinione dell’onorevole Ciaffi, di Sua Eccellenza Monsignor Giuliodori – o di chi per lui – dei parroci, dei presbiteri, dei diaconi, di Comunione e Liberazione, dell’Opus Dei, del Rinnovamento dello spirito, dei Neocatecumenali, dei Focolarini e via dicendo.
Tutti noi possiamo esprimere una opinione personale. Però sarebbe “illuminante” avere l’opinione più aderente ai dogmi cattolici da parte delle fonti di cui sopra.
All’Onorevole Ciaffi vorrei porre la domanda se un politico cattolico del PD deve unifornarsi alla opinione di un laico o di un “senza Dio” delle stesso PD sugli omosessuali e sulla loro pretesa di poter adottare bambini altrui, laico che potrebbe non avere la stessa opinione degli esponenti del Clero cattolico.
Iignorante e retrogrado , mi sento come novello aretino Pietro, che nella via procedeva rasentando i muri,con una mano davanti e l’altra dietro, pudico e vergognoso della sua poderosa mascolinita’, e timoroso di essere sodomizzato.
Io ci capisco sempre di meno.
Purtroppo, caro Liuti, sarei d’accordissimo con lei (e con il compianto Sbriccoli che ho avuto la fortuna e l’onore di avere tra i miei docenti quando frequentavo l’Università) nel considerare tutto una farsa se non vivessimo in Paese nel quale c’è ancora chi afferma che la piena uguaglianza dei cittadini e delle cittadine non sia un Valore Assoluto che qualunque Stato di Diritto Medioccidentale debba perseguire senza se e senza ma; se non fossimo in un Paese dove si guarda a Putin come una sorta di “stella polare del nuovo millennio”; se non fossimo in un Paese che ha rimosso tutta la sua storia dal 1924 a oggi e che ricorda con fastidio persino la Shoah (figurarsi il genocidio di ROM, Sinti, apolidi, down, malati mentali, asociali e, appunto, omosessuali); se non fossimo in un Paese dove c’è chi pensa che l’eterosessualità o l’omosessualità siano dei valori in sé (sic! Che è come dire che è un valore avere gli occhi castani e non azzurri, discriminando chi ce li ha azzurri!!); se non fosse che dietro la (giusta) risata che lei invoca c’è l’eterno rimandare a data da destinarsi il riconoscimento di diritti umani sacrosanti come quello all’incolumità fisica e morale, oltre che al diritto di formare una famiglia e di crescere dei figli a un’intera fascia di popolazione, ancorché minoritaria. Certo, non lo può fare un Ente locale, ma lei sa bene il peso politico e simbolico di certe prese di posizioni giuridicamente irrilevanti. Ad ogni “farsa” del genere (che, per inciso, ferisce profondamente le persone omosessuali), riemerge costante tutto il rimosso che sta dietro alla sessualità, vero grande tabù italiano. Purtroppo, caro Liuti, questo disagio -ben rappresentato anche dai numerosissimi commenti qui su CM, oltre che da quanto accaduto in Consiglio Comunale- non è riducibile al concetto di farsa perché distrugge la vita di troppe persone e sfalda la nostra vita sociale in incomprensibili rigidità e indicibili ipocrisie che ci allontanano da ogni idea di sviluppo e di sincronia col nostro tempo. Il conto salato di questa rimozione lo paghiamo tutti, non solo noi omosessuali.
Mi permetto di segnalare una petizione on-line promossa da ANPI, ARCI, ARCIGAY AGORA’, AGEDO, DIRITTOFORTE, OSSERVATORIO DI GENERE: http://firmiamo.it/macerata-citta-inclusiva
Chi si trova d’accordo è invitato a firmare e, se se la sente, a motivare la sua adesione. Grazie.
…A PROPOSITO PADRE MESCHINI, COME LA PENSA IL TUO PARTITO SULL’ARGOMENTO IN QUESTIONE??? …NON CREDO SIANO MOLTO FELICI!!! …MA NON è UN PROBLEMA PER TE, I CATTOLICI INTEGRALISTI COME TE TIRANO DRITTO PER LA LORO STRADA INFISCHIANDOSENE DI TUTTO E DI TUTTI!!! …MA TI è RIMASTO POCO PADRE, LE PROSSIME ELEZIONI TI RIPORTERANNO NELL’OMBRA!!!!! ..A TE E A QUELLO CHE RESTA, PIù o MENO lo 0, DEL TUO PARTITO!!!
Non entro nel merito, ma mi sembra di tornare ai tempi delle superiori, quando “il Liceo Scientifico di Macerata chiedeva la liberazione del Cile dal Dittatore Pino Chet“. In Cile se la facevano sotto alla nostra mozione… Così in parlamento con la mozione del Comune di Macerata!
Come li vogliamo chiamare? Balloon d’essai? Specchietti per le allodole? Nel nostro paese quando la politica non sa cosa fare o cosa dire rispetto ad argomenti molto più contingenti, oppure vuole conquistare due righe su un organo di informazione, usa le c.d. “armi di distrazione di massa”. Quale dispositivo può risultare più efficace del metterci in mezzo i “froci” (scusate ho usato volutamente una parola politicamente scorretta). Le affermazioni di Meschini avrebbero meritato solo il silenzio.
A proposito di Cile, potrà interessare una notizia dell’8 gennaio scorso:
«Il presidente della Commissione Costituzione, Giustizia e Regolamento, il senatore Patricio Walker, ha evidenziato che il ddl sulle unioni civili in Cile è un progetto su cui si è lavorato negli ultimi tre anni
e salda il debito che lo Stato del Cile e la società cilena in genere ha con due milioni di coppie, tanto omosessuali quanto eterosessuali, che non hanno alcun riconoscimento legale.»
(da http://www.queerblog.it/post/121503/il-senato-del-cile-approva-ddl-sulle-unioni-civili)
Ecco, tutte queste assurde reazioni hanno almeno il pregio della chiarezza. Adesso sappiamo cosa può accadere quando si “osa” sostenere che la famiglia è solo quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, come prevede l’art. 29 della Costituzione; che i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli, come prevede l’art.26 della Costituzione; che non devono introdursi nel nostro ordinamento giuridico reati di opinione in violazione dell’art.21 e 19 della Costituzione. Tutto ciò è stato bollato come “omofobo”. Interessante.
SFOGATI PURE PADRE, TANTO TI è RIMASTO POCO TEMPO, POI SPARIRARAI, POLITICAMENTE PARLANDO!!!
Di “assurde reazioni” è pieno il mondo, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_civile.
Egr. Sig. Meschini,
detto con il massimo rispetto della sua persona e del suo ruolo, “primum vivere deinde philosophari”! Pensate alle buche delle strade ed ai marciapiedi! Si tratta di due attività che nobilitano lo spirito dell’amministratore locale ed, una volta svolte onorevolmente, gli permettono anche di affrontare temi etici………………….. con un filino di credibilità in più.