Politica e associazioni
sull’odg contro le unioni gay
“Preoccupazione e indignazione”

IL DIBATTITO - Grandinata di dichiarazioni piovono sul Consiglio comunale di Macerata: dall'Anpi e Diritto Forte al consigliere Sciapichetti, Sel, e il coordinamento delle donne del Pd. La Regione attiva i centri d'ascolto contro l'omofobia e attraverso l'assessore Giorgi invita l'Amministrazione ad annullare la decisione presa

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Lorenzo Marconi, presidente dell'Anpi provinciale

Lorenzo Marconi, presidente dell’Anpi provinciale

di Marco Ricci

Mentre Barak Obama sta per inviare Billie Jean King, la tennista icona del movimento gay, al posto del presidente degli Stati Uniti a rappresentare la propria nazione alle olimpiadi invernali di Sochi, per protesta contro le politiche omofobe della Russia di Putin, si è abbattuta sul consiglio comunale di Macerata una vera e proprio grandinata di dichiarazioni durissime e imbarazzanti, tutte contrarie all’ordine del giorno approvato giovedì (leggi l’articolo). Ordine del giorno che vorrebbe mettere al bando il riconoscimento delle unioni omosessuali e qualsiasi legge contro l’omofobia. Così, dopo la durissima presa di posizione dell’onorevole Manzi,  oggi oltre ai consiglieri regionali Giorgi e Sciapichetti, al circolo cittadino di Sel, al direttivo provinciale del Centro Democratico, alla Conferenza delle Donne del Pd di Macerata, è intervenuto anche l’Anpi provinciale – assieme alla sua sezione locale,  all’Arci provinciale Macerata, Arcigay “Agorà” Pesaro-Urbino, Diritto Forte, Agedo Marche, Osservatorio di Genere Macerata, Officina Universitaria, CSA Sisma, Rete Studenti Medi Macerata, Ambasciata dei Diritti Onlus.

consiglio comunale gayL’Anpi, che ha parlato senza mezzi termini di “cultura antidemocratica”, di “mancanza di scrupolo nell’utilizzare la delicata condizione di una minoranza a fini propagandistici”, nonché di “ipocrisia usati per fini di spicciola battaglia politica” è andato anche oltre. “La recente approvazione da parte del consiglio comunale di Macerata di un ordine del giorno in cui si impegna la Città a ad opporsi all’introduzione di normative per il riconoscimento delle coppie omosessuali e per il contrasto dell’omofobia desta preoccupazione e indignazione – si legge nel comunicato che vede l’Anpi come primo firmatario – Il riconoscimento pieno e concreto dei diritti di uguaglianza e libertà è il messaggio costituzionale che dovrebbe impegnare le istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza e tutti i cittadini democratici Il fatto che la città di Macerata, di fronte alla domanda di inclusione sociale che da decenni viene portata avanti dalle cittadine e dai cittadini legati da vincoli affettivi con persone dello stesso sesso, si impegni ad ostacolare le iniziative di contrasto delle forme di discriminazione nelle istituzioni e nella società a cui questi cittadini vanno incontro, è un grave segno di cultura antidemocratica che alimenta l’esclusione e la marginalizzazione e di certo non costruisce una bella immagine per una città universitaria che, per sua storia, dovrebbe porsi a guida dell’avanzamento sociale di un intero territorio”.

Paola Giorgi

Paola Giorgi

Non meno tenera dell’Anpi è stata Paola Giorgi, assessore regionale del Centro Democratico. Dopo la “sincera indignazione” del direttivo provinciale Maceratese del suo partito – partito a cui appartiene anche il consigliere comunale Guido Garufi che ha votato favorevolmente l’odg – la Giorgi ha auspicato che l’amministrazione comunale di Macerata “annulli quanto prima l’inopportuna decisione assunta. L’uguaglianza e il rispetto dei diritti – ha proseguito nella sua nota – rappresentano ancora un’ emergenza nel nostro Paese e, purtroppo, dopo la delibera del consiglio comunale di Macerata, anche nella nostra Regione. Un ‘azione concreta può fare la differenza. La Regione – ha proseguito l’assessore – vuole mettere in atto azioni concrete per favorire il pieno sviluppo della persona e l’uguaglianza tra cittadini. Ha individuato nei Centri d’ascolto il luogo idoneo per offrire un servizio utile a superare i problemi legati alle condizioni di discriminazione fondate sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere”. Il servizio messo in campo dalla Regione, così lontano dall’oscurantista decisione del consiglio comunale di Macerata – come l’ha definita Irene Manzi – nasce da una iniziativa legislativa di cui la stessa Giorgi si era fatta promotrice e prima firmataria e che sarà operativa nei cinque Centri d’ascolto contro l’omofobia, ospitati nei centri antiviolenza (Cav) delle province di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro e Ascoli Piceno. L’attività consiste nel servizio di consulenza e supporto psicologico, colloqui, individuazione di percorsi personalizzati di uscita dal disagio e dalla discriminazione “per favorire nuovi progetti di vita e di autonomia.”

Ninfa Contigiani

Ninfa Contigiani

E se il coordinamento cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà sottolinea come nel corso dell’ultima verifica programmatica delle forze di maggioranza, il partito “aveva messo al primo posto l’istituzione del registro delle unioni civili da parte dell’Amministrazione comunale di Macerata” senza che il segretario del Pd, Paolo Micozzi, sollevasse obiezioni, in un lungo comunicato dal tono vagamente canzonatorio, forse il tono più adatto a descrivere la vicenda, il Coordinamento Donne del Pd maceratese – nella nota a firma Ninfa Contigiani parla di “Robin Hood impauriti, ridicoli e parossistici che, continuando a guardare indietro, tentano di oscurare ogni ingresso di mondo reale nella loro semplicistica rappresentazione”, aggiungendo come non sia impossibile comprendere “come sia possibile che, attribuendo un riconoscimento e i diritti di libertà anche ad altri, se ne possano avere conseguenze nocive per i propri (quasi che si consumassero), come si possa anche solo immaginare ancora nel 2014 che la realtà variegata dei legami e degli affetti umani possa essere disciplinata e compressa con un’imposizione retrograda. Inquieta poi la surreale vicinanza tra la presentazione dell’ordine del giorno e la Giornata della Memoria – prosegue il comunicato – che evidentemente in alcuni non ha risvegliato la coscienza e non ha ricordato i triangoli colorati con cui si identificavano le tante manifestazioni impure di umanità che atrocemente si cercò di cancellare. Chi in Consiglio Comunale, in particolare coloro che siedono sui banchi della maggioranza di centro sinistra, ha assunto l’ordine del giorno facendolo proprio non esprime affatto le posizioni del Partito Democratico”. Posizioni che, sulla scia del segretario regionale Matteo Renzi, ha ribadito solo due giorni fa, dopo il pastrocchio maceratese, la segretaria provinciale del Pd, Teresa Lambertucci.

Il consigliere regionale Angelo Sciapichetti

Il consigliere regionale Angelo Sciapichetti

E se Giuliano Meschini – il consigliere comunale dell’Idv che ha proposto l’ordine del giorno – continua a ribadire il proprio punto di vista sia su Facebook che commentando gli articoli di Cronache Maceratesi (vedi qui e qui), a dirgli senza mezzi termini di farla finita è stato il consigliere regionale Pd di Area Neodem, Angelo Sciapicchetti, il quale non ha mai nascosto la sua vicinanza e provenienza dal mondo cattolico che in qualche modo rappresenta. “Caro Meschini – ha scritto in calce ad un nostro articolo – scusami, ma non solo presenti odg che nulla hanno a che vedere con il Consiglio comunale nel quale sei stato eletto causando un imbarazzante incidente politico e innescando polemiche inutili, fuorvianti, datate e forse anche dannose per la causa stessa che vorresti perorare (mi permetto di farti notare che la sede per normare gli argomenti che poni e’ il Parlamento e non il Consiglio comunale di Macerata) ma dimostri anche di essere intollerante e per niente rispettoso di chi ha la tua stessa fede ma opinioni diverse dalle tue“. Dopo aver ricordato le parole di Papa Francesco a proposito degli omosessuali, “Chi sono io per giudicare?” e aver invitato Giuliano Meschini a un “poco più di umiltà e capacita’ di ascolto delle ragioni altrui”, l’esponente Pd ha sottolineato come “la fede sia un dono e atteggiamenti integralisti o da crociata non aiutano, anzi, a mio modesto avviso sono dannosi. Da umile peccatore quale sono, permettimi di dirti che io credo che la fede non debba essere ostentata ma testimoniata con umiltà giorno dopo giorno, rispettando chi la pensa diversamente. Del resto, credo che nessuno su questa terra sia senza peccato per poter scagliare la prima pietra. Pertanto – ha concluso Sciapichetti – non condivido niente di quello che dici, di come lo dici e di come lo fai. Appartengo ad una scuola, quella del cattolicesimo democratico che ha scritto grandi pagine di storia in questo paese e che ha saputo mettere al primo posto di chi è impegnato in politica, il tema della laicità dello stato. In questo paese già attraversato da mille pericolose divisioni, resuscitare la divisione tra laici e cattolici è pericoloso e rappresenta un errore madornale che gli italiani non possono permettersi in un momento drammatico come quello che il nostro paese attraversando. Occorre buon senso e  grande ragionevolezza, altro che scontri frontali”.

Insomma, ci mancano solo due interventi adesso: quello delle casalinghe di Voghera e del circolo Pd di Macerata a condannare la presa di posizione del consiglio comunale che in ogni caso un merito lo ha dimostrato. Quello di aver fatto emergere come nella cittadinanza, nelle associazioni e tra gli esponenti politici delle più diverse formazioni, esista un’attenzione a problemi seri come la discrimazione degli omosessuali e alla laicità dello stato di quanto sia risultato dalla votazione consiliare. C’è solo da domandarsi perché il presidente Romano Mari abbia lasciato presentare e votare un ordine del giorno totalmente estraneo alle prerogative di un consiglio comunale e che ha creato un notevole imbarazzo alla città.

Romano Mari, presidente del Consiglio comunale di Macerata

Romano Mari, presidente del Consiglio comunale di Macerata

 Sel – a questo proposito – ha chiesto una nuova presa di posizione dell’assise cittadina. Ma forse non è il caso di rincorrere sul terreno dello scontro e della provocazione chi ha trattato una questione seria e delicata – su cui ciascuno può avere le proprie legittime opinioni – alla stessa stregua delle altalene dei giardini, banalizzando problemi che non solo toccano la vita di tanti italiani ma che meritano una discussione serena e aperta, cercando di utilizzare, riprendendo le parole di Angelo Sciapichetti, “buon senso e grande ragionevolezza, non scontri frontali”. Aggiungendoci magari un po’ di coraggio. Sarebbe allora più interessante un dibattito aperto, sereno ed esterno al Comune, convocando le associazioni gay, le associazioni cattoliche, laiche, la Regione Marche che ha appena aperto i centri d’ascolto, confrontandosi con le persone reali e con i problemi reali, invece che inseguire le provocazioni gratuite e semplicistiche. Se per un momento Macerata è tornata al medioevo, cerchiamo adesso di farle fare un balzo in avanti di qualche secolo. La città – al di là dei consiglieri comunali – è molto più aperta e attenta di quanto si possa credere, come lo è in generale la società. 

 

 

 

 

 



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