Marangoni dopo la Sglavo: magari tornasse Mussolini!

Il consigliere regionale ce l’ha a morte con gli immigrati extracomunitari ma solo se poveri. Silenzio, invece, sui miliardari russi che comprano intere colline a Porto Recanati

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di Giancarlo Liuti

Si ricorderà la disavventura, lo scorso ottobre,  di  Antonella Sglavo, napoletana di origine e assessore del  Pd ai servizi sociali  di Civitanova, che in un accesso d’ira per chissà quali malignità sul suo conto affidò a Facebook  feroci giudizi contro i marchigiani e  – peggio, per una militante di sinistra – si augurò l’avvento al potere di un nuovo Mussolini, la qual cosa le costò aspre critiche da parte del suo schieramento politico. E adesso ci risiamo, giacché, sempre su quella palestra di libero insulto che sono i social network, il consigliere regionale recanatese Enzo Marangoni, già esponente della Lega Nord, poi di Popolo e Territorio, poi del Pdl e ora della rinata Forza Italia, ha fatto proprio, inserendolo nel suo “blog” e condividendolo in toto, l’intervento di una “follower” che aveva messo in rete un redivivo Mussolini col dito alzato e urlante parole di fuoco: “Gli italiani muoiono di fame e voi non fate altro che pensare agli immigrati! Boldrini e Kyenge andate affanculo, voi e gli immigrati!”. La qual cosa gli ha procurato da un lato il plauso dei neofascisti di Forza Nuova e dall’altro il perentorio invito di Sel a dimettersi dal consiglio regionale.

L'ex leghista Enzo Marangoni con il sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi

L’ex leghista Enzo Marangoni con il sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi

“Quel messaggio non è mio”, ha spiegato Marangoni , “io mi sono limitato ad accoglierlo nel mio profilo Facebook e ad approvarne il contenuto. Ma, come è capitato alla Sglavo, la sinistra ritiene che gli altri si debbano vergognare solo perché la pensano in modo diverso”. Rispetto al caso della Sglavo, tuttavia, vi sono alcune differenze. La prima è che lei, pentitasi di quel soprassalto di collera, ha porto pubbliche scuse ai marchigiani ed ai civitanovesi, la seconda è che lei ha attribuito quello sfogo a privatissimi risentimenti personali e non a mutati orientamenti politici, che erano e restano di sinistra, la terza, infine, è che lei si è dimessa, o è stata indotta a farlo, da assessore. E invece Marangoni? Confermando le sue arcinote tendenze discriminatorie in fatto di stranieri, non si è in alcun modo dissociato dalle parole messe in bocca al riesumato Mussolini, né si è scusato con la presidente della Camera Laura Boldrini e col ministro all’Integrazione Cècile Kyenge per il postaccio nel quale le ha mandate, né qualcuno dei suoi gli ha consigliato di fare, come si dice, un passo indietro. Anzi, si è vantato del proprio exploit annunciando con orgoglio di averne ricevuto un gran numero di commenti positivi.  Lungi da me, comunque, l’intenzione di polemizzare con Marangoni. L’unica cosa un po’ singolare, semmai, è che lui, da non liberale qual è nel profondo dell’animo – e lo si evince anche da quest’ultima uscita – sia entrato a far parte dei cosiddetti liberali di Forza Italia e che essi l’abbiano accolto a braccia aperte. Ma basta. Questo è ciò che oggi passa il convento, e va preso con rassegnata ironia.

Il post condiviso dal consigliere Marangoni su Facebook

Il post condiviso dal consigliere Marangoni su Facebook

Già, ironia.  Assodato che Enzo Marangoni è mosso da istinti quasi ferini nei confronti degli immigrati, mi chiedo per quale ragione non abbia ancora speso una sola parola contro l’irruzione, nella sua stessa terra, di tre immigrati russi, perciò extracomunitari e forse clandestini se privi di permesso di  soggiorno, i cui nomi sono Vladimir Galperin, Doniyor Bathtiyorovich Arifdjanov e Lidya Karmaliuk, manager o azionisti delle miniere d’oro di Gazprom e facoltosissimi finanziatori di un “mega-resort” (albergo a sei stelle, settanta villette, grande piscina, centro benessere, centro diagnostico, campo da golf e parco giochi, a far da richiamo non solo estivo per centinaia di altri immigrati extracomunitari) da costruire sulla finora vergine collina portorecanatese del Burchio, in zona Montarice. Un progetto, questo, realizzabile grazie a una variante al piano regolatore approvata dalla maggioranza consiliare del sindaco Rosalba Ubaldi (chissà perché, mi chiedo, il piano regolatore stabiliva la non edificabilità di quei ben trentaquattro ettari di verde, forse ci sarà stato qualche buon motivo, magari il rispetto dell’ambiente naturale che dovrebbe essere una carta vincente pure per il turismo?).
Sta di fatto che su questa vicenda Marangoni ha taciuto. Gli piacciono dunque i “mega-resort”? Assolutamente no, come risulta dai suoi ripetuti e animosi interventi contro un altro “mega-resort” che da tempo esiste a Porto Recanati, si chiama “Hotel House” (a zero stelle, questo) ed è abitato da migliaia di extracomunitari che fanno fatica a sbarcare il lunario. E allora? Possibile che la sua radicale battaglia contro il fenomeno immigratorio venga così clamorosamente contraddetta da sentimenti di accoglienza solo per gli immigrati ricchi, il che porrebbe in dubbio la propria coerenza culturale, morale e politica? No, mi rifiuto di crederlo. E immagino che presto, spentisi i clamori per questa storia di Benito Mussolini, il suo profilo Facebook ospiti, tanto per non cambiare giro, un Adolf Hitler che tuona col dito alzato: “Gli italiani muoiono di fame e voi non fate altro che pensare agli immigrati! Sindaco e assessori di Porto Recanati, andate affanculo, voi e gli immigrati!”.



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