di Carmen Russo
Guido Picchio e Cronache Maceratesi presentano un appuntamento da non perdere con ospiti d’eccezione. L’Aula Magna dell’Università di Macerata, giovedì 12 dicembre alle ore 18, ospiterà l’evento culturale organizzato per presentare il romanzo dell’autrice Emmanuelle de Villepin “La vita che scorre” con la partecipazione straordinaria del giornalista Adriano Sofri.
“L’idea di organizzare l’evento – ha affermato Guido Picchio – è nata durante l’esperienza in Afghanistan (leggi l’articolo) condivisa con Adriano Sofri e la fotografa Neige De Benedetti, che è la figlia di Emmanuelle de Villepin” ha continuato il reporter. “Dopo aver saputo che la scrittrice aveva presentato il libro già a Milano, Roma e Torino, scherzando ho chiesto: perché non lo presenta anche a Macerata? E un giorno, mentre era al telefono con Neige, Emmanuelle de Vellepin ha detto: Verrò a Macerata”!
Grazie alla collaborazione con il rettore dell’università di Macerata, Luigi Lacché – per l’occasione sostituito per i saluti iniziali dal professor Francesco Adornato – è stato possibile usufruire dell’Aula Magna, dove l’autrice de Villepin accompagnata da Adriano Sofri e Laura Benedetto, – la maceratese moglie di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana – racconterà della storia del suo romanzo, di cui è protagonista Antoine.
La voce narrante è rappresentata da un ormai anziano signore che ripercorre i passi della sua vita, segnata da una tragedia. Una storia di passione, di lotte, di amore con emozionanti colpi di scena. Coordinerà il dibattito su questa storia del novecento, la giornalista Alessandra Pierini.
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Eh i perbenisti di sinistra che condannano i condannati? Guardano dall’altra parte come sempre?
Adiano Sofri?
La persona condannata quale mandante dell’omicidio del commissario Calabresi??
Accolto con tutti gli onori nella’aula magna dell’Università di Macerata??
Non ho parole……….
Sconcerto assoluto. Solidarietà alle forze dell’ordine
Complimenti per aver organizzato questa iniziativa: sarò presente
Quando parteciperai a questa iniziativa prova a pensare per un attimo alla vedova Calabresi e alla sua famiglia.
Solo per non fare di tutta l’erba un fascio, mi limito a ricordare che Adriano Sofri è stato sì condannato come mandante per l’omicidio Calabresi, ma – a differenza di moltissimi altri nomi più o meno noti – ha scontato la sua pena, terminata non da molto, accettando pervicacemente le procedure di giustizia sino all’ultimo grado di giudizio. Non ha, poi, mai voluto che si chiedesse per lui la grazia, sollecitata da personalità di varia formazione, perché si è proclamato comunque non colpevole. Rara coerenza e dignità a proprio discapito immediato e materiale in un paese che mostra quotidianamente ben altri esempi. Peraltro, la famiglia Calabresi, il cui parere sarebbe stato necessario per le procedure di ottenimento della grazia, ha dichiarato che non si sarebbe comunque opposta, mostrando una consapevolezza che andrebbe tenuta ben presente. Consiglio vivamente a chi volesse raccogliere elementi sulla vicenda di Adriano Sofri, che comunque ha segnato un momento importante della nostra storia, due libri:
P. Ginzburg, Il giudice e lo storico, Economica Feltrinelli
M. Calabresi, Spingendo la notte più in là, Mondadori.
http://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Sofri
Sofri ha pagato il suo debito con la giustizia e non lo si può negare, come non si può negare che rimane il mandante di un OMICIDIO.