Nessuna reazione, salvo un patetico tentativo di intimidazione da parte dei soliti noti e una breve intervista, comunque sollecitata, dell’attuale Presidente della Società di Trasformazione Urbana (STU) denominata Nuova Via Trento s.p.a., l’architetto Paola Ottaviani, sulla brutta storia della mancata riqualificazione di via Trento, ormai, in base a quanto si è capito, destinata a perpetuarsi sino alla fine dei secoli. Bocche rigorosamente cucite, invece, nel Palazzo di Piazza della Libertà e dalle parti dei principali partiti cittadini, sia di maggioranza che di opposizione, in evidente imbarazzo su questa storia ricca di corsie privilegiate, favoritismi, volumetrie aggiuntive graziosamente concesse, priorità non rispettate, impegni non mantenuti, stime di immobili che variano nel tempo ovviamente secondo le convenienze della STU, sguardi distratti di chi avrebbe dovuto controllare e garantire gli interessi pubblicistici e non l’ha fatto. E seguita ostinatamente a non farlo.
D’altra parte, non possiamo lamentarci di questo assordante silenzio, visto che la stessa sorte in questa vicenda è già toccata ad altri. Nel maggio dell’anno scorso oltre venti cittadini residenti nella zona da “riqualificare” scrissero infatti un lungo esposto al Sindaco di Macerata e al Presidente della Provincia, enti che entrambi avevano in maniera solenne messo nero su bianco che assolutamente prioritaria rispetto ai palazzi era l’intera riqualificazione della zona; che la riqualificazione doveva necessariamente contemplare, oltre alla priorità delle priorità, cioè la bretella di collegamento con la via sottostante che conduce al parcheggio Garibaldi e alla strada che scende verso Villa Potenza, anche l’allargamento della sede stradale di via Trento sino all’incrocio con via Valenti e via dei Velini, i nuovi marciapiedi, l’illuminazione, una decorosa aiuola spartitraffico, i due varchi pedonali verso corso Cavour, il piccolo parco-belvedere al posto del distributore di benzina (con il risanamento del terreno posto al di sotto, sicuramente da decenni impregnato di benzina e carburanti vari), e quant’altro di rilucente fatto all’epoca balenare a mo’ di specchietto per le allodole; che i lavori nel palazzo ex VAM sarebbero potuti iniziare solo una volta ultimata la riqualificazione in via Trento, giammai prima. Parole precise, ferme e determinate, che sembravano scolpite nella roccia.
Ecco, quei venti e più cittadini lamentavano nel loro esposto-denunzia del maggio 2012 che niente di tutto ciò era in effetti avvenuto, poiché in via Trento si erano costruiti solo alcuni palazzi (oltre tutto in palese violazione del vincolo panoramico), per poi passare disinvoltamente, stracciando ogni accordo e con la santa benedizione del Comune di Macerata, alla demolizione ed alla ricostruzione dell’ex VAM, anche in tal caso con le consuete agevolazioni a tutto campo. E senza che nel frattempo la STU avesse versato al Comune gli ingenti oneri di concessione ed i costi di costruzione, a suo tempo compensati (e quindi sino ad oggi risparmiati dalla STU) con opere di urbanizzazione in realtà mai realizzate.
Ebbene, il Comune, senza essere minimamente intervenuto nel frattempo nei confronti della STU in relazione alle inoppugnabili questioni sollevate (che comunque, anche senza l’esposto in questione, erano già da tempo sotto gli occhi di tutti, suscitando lo sdegno di chiunque fosse passato da quelle parti), ebbe a rispondere ai firmatari solo a distanza di quattro-cinque mesi con una lettera a firma dell’allora Dirigente dei Servizi Tecnici, per di più discretamente generica, sostanzialmente vaga rispetto a diverse delle questioni sollevate e comunque senza la manifestazione del benchè minimo proposito di rimettere le cose in qualche modo a posto.
Così come, tornando all’oggi, reticenti, imbarazzate ed elusive sono state pure le brevi risposte fornite nei giorni scorsi dall’architetto Paola Ottaviani, dall’ottobre 2011 Presidente della STU, la quale, con un bel sorriso nella foto pubblicata a corredo dell’intervista ma anche con una buona dose di sfrontatezza, si è addirittura lamentata di non disporre degli atti deliberativi, delle convenzioni, degli accordi sottoscritti con il Comune di Macerata (se questo è il problema, comunque, possiamo informarla che tutti questi atti sono facilmente reperibili nel sito del Comune, da cui anche noi li abbiamo estratti).
In una selva di “non so, prima io non c’ero, vedremo, dobbiamo studiare la questione, la vicenda è complessa”, e altre amenità del genere, l’unica cosa che alla fine si è capita – oltre al fatto che la riqualificazione di via Trento e la bretella di collegamento rimarranno per anni, se non per sempre, nel mondo dei sogni, alla faccia non solo delle belle parole, ma anche di tutti i precisi impegni presi per iscritto – è che la Ottaviani difende a spada tratta il progettista e direttore dei lavori Mauro Compagnucci, il quale in un primo tempo è stato l’Assessore all’Urbanistica che ha ideato e impostato tutta la faccenda e poi, come se nulla fosse, a distanza di pochi anni, seguitando a mantenere pure la carica di consigliere comunale, ha assunto le vesti di tecnico di fiducia proprio della STU.
Dice l’architetto Paola Ottaviani che non ci sarebbe incompatibilità formale in questa successione di ruoli, il che potrebbe essere anche vero. Tuttavia l’incompatibilità sostanziale è sotto gli occhi di tutti, mentre risalta con una evidenza addirittura solare l’incompatibilità politica del tecnico Compagnucci che opera nell’ambito di un piano di recupero a suo tempo proposto, sostenuto e fatto approvare dall’assessore Compagnucci e che – come ha scritto un lettore ben informato, probabilmente uno dei firmatari dell’esposto rimasto lettera morta – quantifica nel tempo, a seconda delle vesti che assume, in maniera molto diversa i costi di ristrutturazione e gli oneri concessori dell’immobile ex VAM, ovviamente sempre e comunque a favore della STU e mai del Comune di Macerata, cioè della collettività. Il tutto mentre il consigliere comunale Compagnucci (ancora lui!) vigila seriosamente sugli interessi della collettività maceratese anche in ordine alla riqualificazione di via Trento, teoricamente pronto a presentare qualche interrogazione contro se stesso, magari per la bretella di collegamento sotto via Trento ancora non realizzata. Insomma, sembra proprio una barzelletta, una cosa da ridere, invece è tutto tragicamente vero!
Certo che il precedente Presidente della STU, anch’egli nominato dal Comune di Macerata e rimasto in tale carica per ben dieci anni, dal 2001 al 2011, l’avvocato Renato Perticarari, il vero “deus ex machina” dell’intera operazione, avrebbe potuto scendere in campo a difesa della povera Ottaviani, mandata in un certo senso allo sbaraglio (per di più senza le delibere, gli accordi e le convenzioni) davanti ad un’opinione pubblica abbastanza inferocita per l’ennesima clamorosa vicenda di mala-edilizia e di mala-urbanistica! Eppure lo ricordiamo il buon Renato nel marzo del 2010, proprio su queste colonne, da Presidente della STU fiero dei brillanti risultati (quali?) a suo dire già ottenuti nella “riqualificazione” di via Trento, polemizzare duramente e a lungo, quasi maramaldeggiare, con Gian Mario Maulo, all’epoca Presidente del Consiglio Comunale e reo di aver detto, sia pure con una certa imprecisione, che almeno una parte dei garage realizzati nei tre piani interrati dei nuovi palazzoni di via Trento, peraltro, come si è già visto, frutto anch’essi di una generosa regalia del Comune, dovesse essere destinata a parcheggio pubblico. Questa volta, invece, Renato Perticarari ha regalato alla Ottaviani, e indirettamente a noi, un poco cavalleresco silenzio di tomba.
Ed anche il PD, taciturno in questo caso quanto è stato logorroico nei tanti comunicati sull’insulsa verifica di qualche mese fa, avrebbe potuto spendere qualche parola per difendere un’operazione, quella di via Trento e dintorni, interamente targata Partito Democratico e nella quale sono direttamente coinvolti diversi pezzi da novanta del partito, in primis Compagnucci, ma anche Perticarari e la stessa Ottaviani.
Mah, evidentemente i piddini nostrani, nel loro silenzio imbarazzato ed arrogante al tempo stesso, devono aver deciso, come sempre hanno fatto negli ultimi tempi ogni volta che su questo giornale sono state scoperchiate le nefandezze del loro potente e rapace comitato d’affari (quello da me più volte definito come la sinistra del mattone), di seguire quell’antico proverbio siciliano che dice: “Piegati giunco, perché passa la piena”. Ed altrettanto, a dispetto dei propositi di rinnovamento e di rottamazione proclamati ai quattro venti, dicasi dei renziani maceratesi, costretti, per la presenza nelle loro file di alcuni dei più ingombranti personaggi dei disastri urbanistici meschiniani, tra i quali appunto anche l’ex assessore Mauro Compagnucci, a fare come le tre scimmiette, quelle che non vedono, non sentono e non parlano.
Certo, con qualche sforzo si può capire il silenzio dei renziani, almeno dei più giovani, i quali dovrebbero divenire rottamatori di componenti importanti della loro stessa corrente senza avere il peso politico necessario per una decisione così dirompente. Un po’ meno, in verità, si comprende il silenzio delle forze di opposizione, anche in questo caso, come in tante altre occasioni, rimaste bellamente al palo a guardare la luna.
Intanto il Comune seguita a dormire sonni tranquilli e assiste impassibile allo scempio dei propri atti deliberativi, degli accordi di programma e delle convenzioni sottoscritte. Eppure la costituzione della società di trasformazione urbana con dentro l’ente comunale come socio di riferimento, avente anche il diritto di nominare il ben remunerato Presidente della società stessa, ha assicurato in tutti questi anni precisamente al Comune la leadership nella cabina di regia della STU. E proprio ciò avrebbe dovuto garantire, nella forma e soprattutto nella sostanza, la priorità e la preminenza degli interessi pubblici in ballo, come è ben scritto nelle delibere comunali che a suo tempo portarono alla decisione di partecipare alla Nuova Via Trento s.p.a..
E invece la faccenda, quella che ogni giorno si vede passando in macchina o a piedi in via Trento ed in via dei Velini e dintorni, è andata in tutt’altra direzione, senza che i vertici della STU (prima Perticarari e, da ultimo, la Ottaviani), messi lì a fare soprattutto i garanti degli interessi pubblici sottesi all’intera operazione, abbiano mai aperto bocca.
Che dire: che siamo di fronte ai soliti misteri della politica maceratese, oppure che tutto ormai è sin troppo chiaro? Ai lettori la non ardua sentenza.
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Articolo ancor più duro del precedente da parte dell ‘Avv. Bommarito. Non si sa se stupirsi più dei fatti, gravissimi, raccontati o del silenzio dei chiamati in causa. Sembra che la signora arch . Ottaviani non sappia effettivamente come stiano i fatti e si è trovata in difficoltà , balbettando nell intervista. Che Perticarari e compagnucci non abbiano detto una parola di fronte ad accuse chiare e’ però assai più grave. Credo che le responsabilità politiche siano ormai alla luce del sole , le altre eventuali bisognerebbe sottoporle alle magistrature competenti .
Un altro audace colpo, l’ennesimo, dei soliti meschini compagnucci di merenda…
Mi sembra, ma potrei sbagliare, che questi qui hanno un pò abbastanza molto troppo cotto il razzo
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Continuo a restare stupito ed attonito e meravigliato e sorpreso ed incredulo per l’assordante silenzio, iniziato tanti anni fa con al Strada Longarini e proseguito fino ad oggi, di chi dovrebbe vigilare e sembrerebbe vigilare poco o nulla, almeno a Macerata
Mi chiedo? IO che ho fatto la terza media… e non ho studiato per rovinare una città e tanto meno la gente.. ma questi come fanno a fare quello che vogliono e nessuno gli dice niente capaci di stravolgere una città cambiare i progetti, prendere palazzi quasi regalati o a farsi passare progetti che per noi normali sarebbe impossibile.. ma non indaga nessuno o tutti sono coinvolti? Certo che le cose sono strane oppure ci fanno passare da fessi?
Un paio di anni fa nella rubrica di CM “il Sindaco risponde ai cittadini”, chiesi quando era prevista la chiusura del cantiere e la risposta fu che, a livello urbanistico, il comune aveva esaurito i propri compiti.
Ecco perché nessuno risponde Giuseppe, l’opera e’ ultimata già da due anni!
Difronte a tutte queste chiare denunce di truffa ecc. le autorità competenti al controllo che cosa fanno!!!!!!
A me sembra di vedere le tre scimmiette che mimano : io non vedo, io non sento , io non parlo.
Un funzionario che dovrebbe essere interessato al controllo, alla mia domanda del perché non procedesse agli accertamenti necessari, ha risposto “non siamo obbligati a leggere i giornali”.
A questo punto : o l’avv.Bommarito è un santo o i nostri politici sono………
dal sito della NUOVA VIA TRENTO SPA
(http://www.nvtspa.it/realizzazione.php)
…”L’attività è finalizzata ad una radicale ristrutturazione urbanistica che, eliminando la sua attuale funzione di arteria viaria in uscita dalla Città , farà di via Trento una delle zone più prestigiose di Macerata, immediatamente a ridosso del centro storico e commercialmente molto appetibile.”…
…”A tal fine verrà anche realizzata una nuova strada che collegherà l’inizio di via Trento con la strada esistente a valle, da riallacciarsi poi alla nuova viabilità per Villa Potenza – frazione satellite della Città – prevista dal P.R.G.”…
A suo tempo ho partecipato alla stesura e ho sottoscritto il lungo esposto poi trasmesso al Sindaco di Macerata ed al Presidente della Provincia avente per oggetto la riqualificazione di Via.
Tale riqualificazione doveva essere prioritaria rispetto ai nuovi palazzi di Via Trento e la demolizione e ricostruzione dell’edificio ex VAM sarebbe potuta iniziare solo dopo la riqualificazione della stessa Via Trento.
Sull’argomento è intervenuta la Presidente della “Nuova Via Trento Spa” che ha lavorato proficuamente per la società, infatti ha ottenuto istantaneamente i permessi a demolire e ricostruire nonché la variante al PRG anche se non ha avuto tempo di leggere le precedenti decisioni dell’assemblea della propria società relativamente all’edificio ex VAM.
A questo proposito appare illuminante riportare parte della “nota integrativa” al bilancio al 31 dicembre 2010 che in data 29 aprile 2011 l’assemblea della società con voto unanime approvò:
“per quanto riguarda i lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione, nel corso del 2010 tutti i lavori eseguibili sono stati completati restando in attesa delle definizioni tecnico-economiche per la realizzazione della futura strada di collegamento fra la Via Trento e la Via Murri e la sistemazione a verde delle aree circostanti la stessa. In particolare, nonostante la società abbia svolto quanto di propria competenza relativamente alla progettazione della strada di collegamento alla via Murri – come da Convenzione sottoscritta con il Comune di Macerata – non si è potuto procedere ad iniziare l’intervento a causa della mancata messa a disposizione delle aree di proprietà privata da parte del Comune di Macerata, più volte sollecitato in tal senso.
”
Conclusioni.
– La società aspetta la risposta del Comune del 29 aprile 2011 o è un gioco delle parti?
– La disaffezione dei cittadini per la politica (e l’amministrazione) è sempre più profonda e crescente perché nasce da lontano e pare proprio incurabile.
– Non serve molto per recuperare credibilità: almeno ordinaria e buona amministrazione.
“Quando un popolo individualista come il nostro perde la fiducia in sé stesso e nelle istituzioni che lo reggono, l’immoralità diventa una forma di viver civile e la mediocrità invade la cosa pubblica.”
(Curzio Malaparte, http://www.youtube.com/watch?v=KRL6SEzRUgU )
Molto interessante il commento dell’ex sindaco Sposetti…
Caro Peppe, mi esprimo in latino e condivido l’impressione che tu hai: ” quod demonstratum erat”.
Ma vedi , Peppe, dopo aver letto il tuo precedente articolo sulla STU e ora questo rinforzino , sembra piuttosto chiaro che a questo tuo ennesimo giro di vite , o il cacciavite non è quello buono- e lo escludo- oppure la testa della vite è andata, spanata. Non gli fai più niente. C’è da cavarla via come si può , e sostituirla. Ma magari bastasse. Il problema è ancora più a monte. Purtroppo.
C’è qualcosa che impedisce una sana tenuta , una duratura relazione tra cittadini e amministratori di qualsivoglia colore politico, e questo fatto mi sono convinta sia dovuto al non avere lo stesso codice , lo stesso linguaggio. Altrimenti, perchè mentre quando tu scrivi , avverto sintonia sui temi che sollevi fino alle degenerazioni e implicazioni che vanno ad assumere, e dò lo stesso tuo significato alle parole ,al punto che il divario che emerge tra parole e fatti colpisce come un pugno allo stomaco ? Perchè,senza voler generalizzare troppo, temo gli stessi termini rivestano tutt’altro significato: quello giusto, univoco, per loro. Per il loro solo modo di intendere il fare politica, voglio dire.
Sicché, ogni aspettativa di reazione, di confronto tu possa avere, non può che restare lì appesa senza risposta da parte di chi non riesce a capire, al contrario, che vai cercando tu!
Occorrerebbe quindi per potersi intendere senza fraintendere, che professionisti, hobbisty , strateghi della politica, tutti, cominciassero a trascrivere , anche su un quadernuccio a righe, senza pretese, un dizionarietto, un Bignami, col significato preciso dei termini da loro utilizzati , per come da loro intesi. Per esempio. Osservando costantemente il loro operato, io sono arrivata a desumere che per certa terminologia il significato è questo ,e non quello che io, te, tanti, ingenuamente gli attribuiscono :
VERIFICA, manifestazione relativa a congestione del primo tratto del tubo digerente risalente a periodo post elettorale, attraverso annuncio al pubblico di avvio di procedura a tempo indeterminato verso un dato amministratore o dirigente, fino ad allocazione ottimale delle poltrone in ottica di mantenimento dello status quo .
BENE COMUNE, ambito di interesse astratto e ristretto al perimetro catastale della sede civica, circondario parentale e/o amicale, di partito. Talvolta, esteso anche a quello professionale.
RIQUALIFICAZIONE, soddisfacimento preferenziale ad opera di politici, staff tecnico- amministrativo, rispetto un determinato distretto territoriale, area urbana, edifici in genere, dove non di rado nella sua attuazione si assiste a fenomeno bilocativo della figura dell’amministratore, in funzione dell’incremento patrimoniale di grandi elettori. ( cfr, alla voce Verifica)
CULTURA, terreno ideale di applicazione di trade off politico ispirato a criterio esclusivo di allineamento- appiattimento supino di manager, dirigenti, amministratori ,selezionati entro una cerchia intima di amici ed iscritti a un determinato Partito.
SINERGIA, termine abusato per esprimere senza ambiguità di sorta, il vuoto , l’incapacità produttiva delle menti deputate alla messa in atto di provvedimenti in fase amministrativa, facendo ricorso disperato a collaborazione esterna di reti associative, movimenti civici, apparati diversi. ( Vedi anche PARTECIPAZIONE)
“Odia un potere fedele solo a se stesso, quel potere che morbidamente avvolge e tiene. Scrivi come un’arma, un programma di denuncia, una battaglia di senso, un tentativo duro e disperato, forte e fragile. Non per spiegare le ragioni, ma per trovarle, non per mettere in prosa un’idea ordinata e chiusa, ma per aggrapparti in un mondo dinamico e sconvolgente. Con una rabbia motivata e paziente, che non fa sconti a nessuno…. E’ solo un assalto che ci restituisce lo stato dell’ingiustizia, la geografia della miseria. Non ci sono certezze né vie di fuga. C’è solo un’ostinazione e una contrarietà, un sentiero per ritrovarsi, fra vittime e carnefici, un modo per iniziare: nulla è sicuro, ma scrivi.”B. Brecht
l’assessore ai lavori pubblici del comune cosa ne pensa di questa vicenda?
e il dirigente del servizio?