Silenzio tombale sulla mancata riqualificazione di via Trento

Il Comune e il PD di Macerata impantanati nella palude dell’omerta’. Tace anche l’opposizione

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bommarito giuseppedi Giuseppe Bommarito

Nessuna reazione, salvo un patetico tentativo di intimidazione da parte dei soliti noti e una breve intervista, comunque sollecitata, dell’attuale Presidente della Società di Trasformazione Urbana (STU) denominata Nuova Via Trento s.p.a., l’architetto Paola Ottaviani, sulla brutta storia della mancata riqualificazione di via Trento, ormai, in base a quanto si è capito, destinata a perpetuarsi sino alla fine dei secoli. Bocche rigorosamente cucite, invece, nel Palazzo di Piazza della Libertà e dalle parti dei principali partiti cittadini, sia di maggioranza che di opposizione, in evidente imbarazzo su questa storia ricca di corsie privilegiate, favoritismi, volumetrie aggiuntive graziosamente concesse, priorità non rispettate, impegni non mantenuti, stime di immobili che variano nel tempo ovviamente secondo le convenienze della STU, sguardi distratti di chi avrebbe dovuto controllare e garantire gli interessi pubblicistici e non l’ha fatto. E seguita ostinatamente a non farlo.

Via Trento oggi

Via Trento oggi

D’altra parte, non possiamo lamentarci di questo assordante silenzio, visto che la stessa sorte in questa vicenda è già toccata ad altri. Nel maggio dell’anno scorso oltre venti cittadini residenti nella zona da “riqualificare” scrissero infatti un lungo esposto al Sindaco di Macerata e al Presidente della Provincia, enti che entrambi avevano in maniera solenne messo nero su bianco che assolutamente prioritaria rispetto ai palazzi era l’intera riqualificazione della zona; che la riqualificazione doveva necessariamente contemplare, oltre alla priorità delle priorità, cioè la bretella di collegamento con la via sottostante che conduce al parcheggio Garibaldi e alla strada che scende verso Villa Potenza, anche l’allargamento della sede stradale di via Trento sino all’incrocio con via Valenti e via dei Velini, i nuovi marciapiedi, l’illuminazione, una decorosa aiuola spartitraffico, i due varchi pedonali verso corso Cavour, il piccolo parco-belvedere al posto del distributore di benzina (con il risanamento del terreno posto al di sotto, sicuramente da decenni impregnato di benzina e carburanti vari), e quant’altro di rilucente fatto all’epoca balenare a mo’ di specchietto per le allodole; che i lavori nel palazzo ex VAM sarebbero potuti iniziare solo una volta ultimata la riqualificazione in via Trento, giammai prima. Parole precise, ferme e determinate, che sembravano scolpite nella roccia.

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Via Trento durante i lavori

Ecco, quei venti e più cittadini lamentavano nel loro esposto-denunzia del maggio 2012 che niente di tutto ciò era in effetti avvenuto, poiché in via Trento si erano costruiti solo alcuni palazzi (oltre tutto in palese violazione del vincolo panoramico), per poi passare disinvoltamente, stracciando ogni accordo e con la santa benedizione del Comune di Macerata, alla demolizione ed alla ricostruzione dell’ex VAM, anche in tal caso con le consuete agevolazioni a tutto campo. E senza che nel frattempo la STU avesse versato al Comune gli ingenti oneri di concessione ed i costi di costruzione, a suo tempo compensati (e quindi sino ad oggi risparmiati dalla STU) con opere di urbanizzazione in realtà mai realizzate.

Ebbene, il Comune, senza essere minimamente intervenuto nel frattempo nei confronti della STU in relazione alle inoppugnabili questioni sollevate (che comunque, anche senza l’esposto in questione, erano già da tempo sotto gli occhi di tutti, suscitando lo sdegno di chiunque fosse passato da quelle parti), ebbe a rispondere ai firmatari solo a distanza di quattro-cinque mesi con una lettera a firma dell’allora Dirigente dei Servizi Tecnici, per di più discretamente generica, sostanzialmente vaga rispetto a diverse delle questioni sollevate e comunque senza la manifestazione del benchè minimo proposito di rimettere le cose in qualche modo a posto.

Così come, tornando all’oggi, reticenti, imbarazzate ed elusive sono state pure le brevi risposte fornite nei giorni scorsi dall’architetto Paola Ottaviani, dall’ottobre 2011 Presidente della STU, la quale, con un bel sorriso nella foto pubblicata a corredo dell’intervista ma anche con una buona dose di sfrontatezza, si è addirittura lamentata di non disporre degli atti deliberativi, delle convenzioni, degli accordi sottoscritti con il Comune di Macerata (se questo è il problema, comunque, possiamo informarla che tutti questi atti sono facilmente reperibili nel sito del Comune, da cui anche noi li abbiamo estratti).

La demolizione del magazino ex Fiat in via dei Velini

La demolizione del magazino ex Fiat in via dei Velini

In una selva di “non so, prima io non c’ero, vedremo, dobbiamo studiare la questione, la vicenda è complessa”, e altre amenità del genere, l’unica cosa che alla fine si è capita – oltre al fatto che la riqualificazione di via Trento e la bretella di collegamento rimarranno per anni, se non per sempre, nel mondo dei sogni, alla faccia non solo delle belle parole, ma anche di tutti i precisi impegni presi per iscritto – è che la Ottaviani difende a spada tratta il progettista e direttore dei lavori Mauro Compagnucci, il quale in un primo tempo è stato l’Assessore all’Urbanistica che ha ideato e impostato tutta la faccenda e poi, come se nulla fosse, a distanza di pochi anni, seguitando a mantenere pure la carica di consigliere comunale, ha assunto le vesti di tecnico di fiducia proprio della STU.

 

Paola Ottaviani

Paola Ottaviani

Dice l’architetto Paola Ottaviani che non ci sarebbe incompatibilità formale in questa successione di ruoli, il che potrebbe essere anche vero. Tuttavia l’incompatibilità sostanziale è sotto gli occhi di tutti, mentre risalta con una evidenza addirittura solare l’incompatibilità politica del tecnico Compagnucci che opera nell’ambito di un piano di recupero a suo tempo proposto, sostenuto e fatto approvare dall’assessore Compagnucci e che – come ha scritto un lettore ben informato, probabilmente uno dei firmatari dell’esposto rimasto lettera morta – quantifica nel tempo, a seconda delle vesti che assume, in maniera molto diversa i costi di ristrutturazione e gli oneri concessori dell’immobile ex VAM, ovviamente sempre e comunque a favore della STU e mai del Comune di Macerata, cioè della collettività. Il tutto mentre il consigliere comunale Compagnucci (ancora lui!) vigila seriosamente sugli interessi della collettività maceratese anche in ordine alla riqualificazione di via Trento, teoricamente pronto a presentare qualche interrogazione contro se stesso, magari per la bretella di collegamento sotto via Trento ancora non realizzata. Insomma, sembra proprio una barzelletta, una cosa da ridere, invece è tutto tragicamente vero!

 

L'avvocato Renato Perticarari

L’avvocato Renato Perticarari

Certo che il precedente Presidente della STU, anch’egli nominato dal Comune di Macerata e rimasto in tale carica per ben dieci anni, dal 2001 al 2011, l’avvocato Renato Perticarari, il vero “deus ex machina” dell’intera operazione, avrebbe potuto scendere in campo a difesa della povera Ottaviani, mandata in un certo senso allo sbaraglio (per di più senza le delibere, gli accordi e le convenzioni) davanti ad un’opinione pubblica abbastanza inferocita per l’ennesima clamorosa vicenda di mala-edilizia e di mala-urbanistica! Eppure lo ricordiamo il buon Renato nel marzo del 2010, proprio su queste colonne, da Presidente della STU fiero dei brillanti risultati (quali?) a suo dire già ottenuti nella “riqualificazione” di via Trento, polemizzare duramente e a lungo, quasi maramaldeggiare, con Gian Mario Maulo, all’epoca Presidente del Consiglio Comunale e reo di aver detto, sia pure con una certa imprecisione, che almeno una parte dei garage realizzati nei tre piani interrati dei nuovi palazzoni di via Trento, peraltro, come si è già visto, frutto anch’essi di una generosa regalia del Comune, dovesse essere destinata a parcheggio pubblico. Questa volta, invece, Renato Perticarari ha regalato alla Ottaviani, e indirettamente a noi, un poco cavalleresco silenzio di tomba.

Ed anche il PD, taciturno in questo caso quanto è stato logorroico nei tanti comunicati sull’insulsa verifica di qualche mese fa, avrebbe potuto spendere qualche parola per difendere un’operazione, quella di via Trento e dintorni, interamente targata Partito Democratico e nella quale sono direttamente coinvolti diversi pezzi da novanta del partito, in primis Compagnucci, ma anche Perticarari e la stessa Ottaviani.

 

L'architetto Mauro Compagnucci in Consiglio comunale

L’architetto Mauro Compagnucci in Consiglio comunale

Mah, evidentemente i piddini nostrani, nel loro silenzio imbarazzato ed arrogante al tempo stesso, devono aver deciso, come sempre hanno fatto negli ultimi tempi ogni volta che su questo giornale sono state scoperchiate le nefandezze del loro potente e rapace comitato d’affari (quello da me più volte definito come la sinistra del mattone), di seguire quell’antico proverbio siciliano che dice: “Piegati giunco, perché passa la piena”. Ed altrettanto, a dispetto dei propositi di rinnovamento e di rottamazione proclamati ai quattro venti, dicasi dei renziani maceratesi, costretti, per la presenza nelle loro file di alcuni dei più ingombranti personaggi dei disastri urbanistici meschiniani, tra i quali appunto anche l’ex assessore Mauro Compagnucci, a fare come le tre scimmiette, quelle che non vedono, non sentono e non parlano.

Certo, con qualche sforzo si può capire il silenzio dei renziani, almeno dei più giovani, i quali dovrebbero divenire rottamatori di componenti importanti della loro stessa corrente senza avere il peso politico necessario per una decisione così dirompente. Un po’ meno, in verità, si comprende il silenzio delle forze di opposizione, anche in questo caso, come in tante altre occasioni, rimaste bellamente al palo a guardare la luna.

Intanto il Comune seguita a dormire sonni tranquilli e assiste impassibile allo scempio dei propri atti deliberativi, degli accordi di programma e delle convenzioni sottoscritte. Eppure la costituzione della società di trasformazione urbana con dentro l’ente comunale come socio di riferimento, avente anche il diritto di nominare il ben remunerato Presidente della società stessa, ha assicurato in tutti questi anni precisamente al Comune la leadership nella cabina di regia della STU. E proprio ciò avrebbe dovuto garantire, nella forma e soprattutto nella sostanza, la priorità e la preminenza degli interessi pubblici in ballo, come è ben scritto nelle delibere comunali che a suo tempo portarono alla decisione di partecipare alla Nuova Via Trento s.p.a..

E invece la faccenda, quella che ogni giorno si vede passando in macchina o a piedi in via Trento ed in via dei Velini e dintorni, è andata in tutt’altra direzione, senza che i vertici della STU (prima Perticarari e, da ultimo, la Ottaviani), messi lì a fare soprattutto i garanti degli interessi pubblici sottesi all’intera operazione, abbiano mai aperto bocca.

Che dire: che siamo di fronte ai soliti misteri della politica maceratese, oppure che tutto ormai è sin troppo chiaro? Ai lettori la non ardua sentenza.



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