di Laura Boccanera
Rischio trivellazioni petrolifere a largo di Civitanova? Questo è il timore a seguito di quanto sta succedendo in Puglia nello specchio d’acqua di fronte alle isole Tremiti. E il pericolo potrebbe riguardare anche Civitanova e la costa maceratese dal momento che proprio nel tratto di Adriatico prospiciente la città esistono le due piattaforme Sarago Mare 1 e Sarago Mare A, due aree di 567 chilometri quadrati. Uno “spauracchio” di cui si parla da anni dal momento che alcune compagnie petrolifere presentarono al Ministero dell’ambiente la richiesta per ottenere il nulla osta alle perforazioni. Con la rivolta scoppiata in Puglia però il pericolo che anche le Marche possano essere territorio interessato alle trivellazioni non è da escludere e il consigliere comunale Erminio Marinelli ha presentato un’interrogazione a risposta orale al sindaco Tommaso Claudio Corvatta per sapere quali attività fino ad oggi Il Comune ha svolto o intende svolgere per verificare la fondatezza della notizia. “Interrogo Corvatta per sapere se non ritiene che, dall’eventuale svolgimento delle suddette trivellazioni e dall’eventuale installazione delle relative piattaforme, l’attività turistica della nostra città possa risultare gravemente penalizzata – scrive Marinelli – e per sapere se non ritiene opportuno intraprendere iniziative congiunte con Provincia e Regione al fine di contrastare, davanti ai Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, il rilascio dei nulla osta richiesti dalle società petrolifere”.
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Sci fra.M ancora ci sta lo sarcofaco bello mbacchettato jo lo mare verso lo porto.Adde che dicete.
Certamente i politici sono persone……a modo. Quando comandava Marinelli non c’era nessuna preoccupazione, tutto era regolare. Adesso Marinelli si è svegliato e ha “pontificato” che “bisognerebbe controllare, verificare………..perchè in Puglia è successo………quindi…….Corvatta, Pattinari, Spacca debbono fare qualcosa………,, ma guarda un pò quanto è previdente Marinelli!
Ciò che in Italia si chiama rischio, nel resto del mondo si chiama opportunità e sviluppo. Sono degli ultimi giorni le notizie di trivellazioni in Brasile e Alaska con investimenti di decine e decine di miliardi di dollari iniziali e royalties sostanziose pagate agli Stati. Decine di migliaia di posti lavoro creati e bilancia dei pagamenti rafforzata con benefici per tutta l’economia.
Povera Italia. Moriremo di fame e di diritti!
Viva la libertà economica, politica, religiosa, sindacale, scientifica, sociale e civile, abbasso le burocrazie politiche, sindacali e religiose.
Pigi78, ma dove vivi?
Siamo nel 21° Secolo, se te ne sei accorto e la trivellazione, se vuoi, te la fai a casa tua.
Abbiamo già perso il treno del turismo, del trasporto ferroviario e di tutto quello di bello e buono che avevamo, massacrando in ogni dove ed in ogni modo… adesso, mettiamoci pure due rigassificatori e le trivellazioni…
@ pierre: concordando con te sulla storia non proprio ecologista del PDL, dico però in questo momento la segnalazione è giusta. Anzi l’interrogazione verte solo sul rischio turistico è troppo leggera, Marinelli da medico dovrebbe farne una più corposa anche sul rischio sanitario….. che Corvatta da medico dovrebbe recepire.
Se andiamo contro Marinelli su questa questione facciamo come quello che ” se lo taglia per far dispetto alla propria moglie”…..
dov’era marinelli quando il ministero ha rilasciato concessioni a gogo, anche a civitanova?
impianti di ricerca, estrazione e reimmissione di idrocarburi e gas in profondità di faglia (per intenderci quelli imputati di aver fomentato il recente terremoto emiliano) sono attivi anche a Civitanova, Montecosaro, Macerata, Monte Urano, S. Benedetto del Tronto, come si evince facilmente dal sito ufficiale del ministero che ha purtroppo rilasciato le concessioni: http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/regioni/regione.asp?id=MA&tipo=IPT®ione=MARCHE
@ pantos: Grande! Grazie per il link…… domani ci lavoriamo su!!!!!!
Ciao.
@ pantos: ti vedo parecchio pratico. Potresti lasciare qualche altro indirizzo con dati ufficiali o spiegazioni. Su idrocarburi e stoccaggi gas.
Ti risulta inoltre che la Regione, siccome i comuni bocciavano le centrali a Biomasse a cambiato la legge e le ha fatte diventare di competenza sua così le approva lei?
Ciao e grazie.
E se trivellano che succede? C’è qualche turista che è andato via perché si vedono le piattaforme già esistenti? Siccome quelle si vedono, vi volete far vedere da qualcuno anche voi? Sono stato a Vienna. Davanti alla cattedrale di Santo Stefano dicevo: ma che bella! Vedo anche un camino. A me sembrava molto vicino. Non saprei quanto, ma vicino. Chiedo: che cos’è? Mi risponde la viennese che stava lì: “L’inceneritore. Un terzo delle case di Vienna è riscaldato così”. Ah! Dico. Mi hanno detto che però quello bruci solo 250.000 tonnellate di rifiuti l’anno perché gli austriaci hanno le centrali a biomasse e il riciclaggio. Cosa? Mi dicono anche che la tecnologia del Cosmari è superiore. Mah!
Povero Enrico Mattei si è sacrificato per nulla, siamo la sesta potenza industriale al Mondo e ancora fa paura le trivellazioni nel nostro paese. L’energia elettrica e petrolifera l’Italia la importa da altri paesi anche europei. NO A TUTTO. Come facciamo ad essere più competitivi e sopratutto creare NUOVI POSTI DI LAVORO? Se non cambiamo mentalità l’Italia farà una brutta fine. Facciamo presto a costituire gli Stati Uniti d’Europa.
@pierpaolo iacopini
no. non conosco i termini per tale avocazione di potere autorizzativo.
conosco solo il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale), approvato con delibera di Giunta Regionale N. 830 del 23 luglio 2007 e tempo fa disponibille qui:
http://www.regione.marche.it/Home/Struttureorganizzative/AmbienteePaesaggio/EnergiaeKyoto/tabid/814/Default.aspx ma adesso non più. se vuoi ho il file in .pdf.
Al cap. 1 pag. 8 del PEAR si parla di incentivare filiere corte max 10 km.
spesso i progetti delgli impianti a biomassa citano invece un raggio di approvigionamento maggiore (addiritttura dal sud-est asiatico!), in totale difformità alle direttive del PEAR!
Al cap. 2 pag. 63 del PEAR si parla di incentivare piccoli impianti (max. 20 kW! altro che i 5400 kW!! di qualche progetto già presentato e forse autorizzato e già attivo (non ho più seguito).
a inizio pag. 4 si conferma la compiutezza di un impianto a biomasse solo se la filiera domanda offerta è entro un raggio non superiore a 10 km!!!
spero che questi elementi possano esservi utili.
ciao e grazie per il lavoro che fai.
per tacconi. mattei non trivellava a profondità di faglia sismica attiva (forse perchè non ne aveva gli strumenti o perchè era una persona per bene), aumentando il rischio di terremoti (la tesi non è mia ma di un’equipe di professori universitai geologi e ricercatori) http://altocasertano.wordpress.com/2012/05/28/59981-cause-terremoto/#more-59981)
e non trivellava a 1 km dalla spiaggia! era uno che andava a parlare con gli operai di persona ed aveva uno spirito di servizio e una coscienza morale che niente aveva a che fare con i managers delle multinazionali petrolifere, che infatti lo hanno ucciso!
altrimenti vai a vivere in cina. PIL al 12% annuo e tutto è permesso, pure arrotare i bambini col furgone perchè non ci su può fermare a sacrificare tempo e produttività.
x claudio b. infatti a vienna non bruciano organico, plastica e altra roba riciclabile, perchè non sono idioti. la plastica bruciata emana diossina. e quella non la filtri. la riciclano perchè vale oro.
vedere l’ipertecnologico http://www.centroriciclo.eu/site/ rifiuti zero, differenziata al 99%, casse comunali in piena salute.
quindi è ancora da capire il motivo per cui esistono gli inceneritori.
la tecnologia bisogna saperla utilizzare. e non sempre i politici hanno questo interesse soprattutto se non lucra o fanno lucrare (ad esempio la marcegaglia degli inceneritori?)
Caro Pantos, non è mica vero che la diossina non si filtra, anche se in effetti costa un cifra. Sono d’accordo con te che sarebbe meglio non bruciare, ma se gli austriaci l’inceneritore ce l’hanno eccome un motivo ci sarà. In attesa di risolvere il problema vogliamo buttare a mare la tecnologia che abbiamo? Non sarebbe il caso di smetterla con allarmismi e confrontarsi con i dati reali? Siccome non esiste la soluzione a inconveniente zero e allora bisogna iniziare a lavorare dando quadri di certezza normativa a chi vuole investire, altrimenti i buoni propositi ci cascheranno addosso perché paralizzanti. Ce le ricordiamo o no le grandi promesse del sindaco di Napoli? No agli inceneritori, differenziata totale. Problemi risolti? Zero. Inoltre, differenziare per farne cosa? Facciamo compost per la campagna? Dio ce ne guardi. Si solleva il mondo. E allora?
Per Ivano Tacconi. Eravamo la sesta potenza industriale del mondo Pensa che adesso quelli che prima lavoravano per produrre beni industriali adesso vendono servizi pubblicitari. Eh! Che vogliamo fare più? Quanto al fatto che il terremoto l’avrebbe scatenato il pompaggio del metano, ma avete visto la cartina che c’è sul sito proposto da Pantos? Leggete e ognuno si faccia la sua opinione. Intanto constatiamo che i geologi che hanno fatto la cartina del rischio sismico hanno classificato l’area emiliana a basso rischio tenendo conto dei ultimi 500 anni. Sono affidabili? E constatiamo anche che i tamponamenti crollati degli edifici industriali non erano ancorati alla struttura. Ma che terremoto era? Un evento certo non grave che è diventato grave per la stupidità.
claudio b. il compost va in campagna, la plastica per fare altra plastica, il vetro altro vetro, l’alluminio altro alluminio.
sul tuo secondo post non rispondo perchè mi arrendo.