La crisi nell’edilizia di Macerata e provincia sta vivendo in questo momento la sua fase più acuta. A documentarlo è un recente Rapporto ANAEPA-Confartigianato*, indagine dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere, che mette in luce la profonda crisi del settore delle costruzioni. Centinaia le imprese che rischiano di abbassare le serrande e migliaia i posti di lavoro in bilico per una situazione assolutamente drammatica.
Infatti, è incerto il recupero della fiducia da parte delle imprese del settore edile: nell’ultimo anno nella provincia di Macerata c’è stato un forte calo di imprese nel settore delle costruzioni, anche se meno marcato per l’artigianato. Nella nostra provincia le imprese del settore costruzioni hanno visto un calo del 2,91%, meno accentuato nelle 4329 imprese artigiane della provincia del settore edilizia ( il 76,2% del totale), che hanno mostrato nel periodo in oggetto un tasso di sviluppo naturale del 1,48%.
Molto più negative sono le conseguenze della recessione del settore sull’occupazione: su questo fronte infatti, le Marche evidenziano la flessione dell’occupazione maggiore, pari al 15,2%; seguono l’Emilia Romagna (-13,2%), la Calabria (-11,8%), l’Umbria (-11,7%) e la Liguria(-11,6%).
Una crisi, quella del settore, fortemente influenzata dagli scarsi investimenti pubblici e privati: al I° trimestre del 2012 gli investimenti nazionali in costruzioni scendono del 5,2% e nel 2011 la spesa della Pubblica Amministrazione in costruzioni è a crescita zero.
Secondo l’indagine di Confartigianato, al calo della domanda sul mercato delle costruzioni si è affiancata una crisi acuta della liquidità aziendale, un rallentamento della dinamica del credito erogato al settore e un allungamento eccezionale dei tempi di pagamento.
Se si prende a riferimento lo stock dei finanziamenti erogati al settore delle costruzioni, la provincia di Macerata al 30 aprile 2012 presenta una consistenza pari a 970,4 milioni di euro, pari allo 0,6 % del credito nazionale, con un calo del 6,1 % rispetto al 30 giugno 2011.
Le imprese del settore costruzioni – afferma in proposito Confartigianato Imprese Macerata – sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario con tassi in aumento e di tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati sempre più lunghi, tanto da essere superiori di 42 giorni rispetto alla media europea. Questa difficile fase congiunturale è caratterizzata infatti secondo Confartigianato da un mix tossico per la liquidità d’impresa: credito bancario in rallentamento, eccessivi livelli dei tempi di pagamento, e non ultimo, tassi bancari in aumento. La dinamica dello spread contagia infatti il mercato dei mutui, con tasso d’interesse in crescita a maggio 2012 di 103 punti base in un anno e di 62 punti base superiore alla media Eurozona.
Di qui ecco un marcato rallentamento della dinamica dei mutui per acquisto di case: comprare casa con un mutuo è sempre più caro. Si osserva infatti un basso profilo della domanda di mutui per la casa, confermato dalla rilevazione di Banca d’Italia che indica come la quota di acquisti di abitazioni effettuata con l’accensione di un mutuo ipotecario è del 60,4%, in calo di oltre dieci punti rispetto al 70,6% di un anno prima. Nel I trimestre del 2012 crollano poi del 17,8% delle compravendite immobiliari, con pressioni verso il basso per i prezzi delle abitazioni; lo sconto praticato dal venditore arriva al 14,3%.
Una variabile, quella dei mutui, che, secondo l’indagine di Confartigianato, nella provincia di Macerata ha un’incidenza sul reddito disponibile delle famiglie consumatrici del 21,1%, con valore pari a 1197 milioni di euro al 31 dicembre 2011, e con un importo medio del mutuo a famiglia di 9291 euro.
La situazione – denuncia Confartigianato Imprese Macerata – è drammatica. Se non si adotteranno al più presto soluzioni, migliaia di piccole imprese rischiano la chiusura e migliaia di lavoratori perderanno il posto.
Sono già stati persi 6000 occupati nelle Marche e il maggior numero sono nella Provincia di Macerata che è quella a maggiore vocazione edilizia. Le nostre imprese, anche se di piccole dimensioni, con gli strumenti di rete, sono in grado di affrontare microinterventi ma anche opere più importanti e sono ormai preparate anche in settori quali green economy e bioedilizia. Ci rivolgiamo quindi al settore pubblico affinché ritorni a fare investimenti che risollevino una situazione critica per affrontare la quale sono necessari interventi tempestivi e mirati.
(*Fonte: Elaborazione flash “La recessione nelle Costruzioni”, analisi del settore dell’Edilizia a metà 2012 del Rapporto ANAEPA-Confartigianato)
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Con il decreto di fine anno di questo governo (sciagurato che ha portato all’impoverimento delle famiglie), con l’introduzione di nuove tasse e la tassa imu ha portato un effetto psicologico sulle famiglie che le hanno bloccate in particolare quelle famiglie ancora desiderose di acquistare una seconda casa o una prima casa. Con il fermo dell’edilizia, purtroppo, si fermano le aziende che producono/vendono sanitari, rivestimenti, finestre, porte, arredamento, ecc.. Spiace dire queste cose ma è la realtà.
Soluzioni ?? Non ce ne sono … dall’inizio del 2012 è partito un impoverimento graduale delle famiglie, chi perderà il lavoro, in particolare gli over 40 non lo troverà più perché quesi posti saranno presi da contratti di apprendisti o interinali.
Troppi, per troppo tempo, hanno cercato di vendere case-placcate-oro per case-oro-24-carati
La soluzione??
Abbassate i prezzi…..
Che ci siano meno soldi in circolazione è inutile sottolinearlo ma vorrei sapere una cosa:
se la popolazione non cresce, perchè si vuole per forza costruire nuove abitazioni e riempire di cemento qualsiasi angolo???
Perchè non si investe legalmente nelle ristrutturazioni e dare così un duro colpo al lavoro nero che nelle ristrutturazioni (specie medio-piccole) ci sguazza??
@ fabio_rossi
E’ da stamattina che piove, governo ladro!!
Sicuramente il costo delle case è stato ed è troppo alto in relazione al loro valore, ma, come dice LaPetena,
Il mercato è saturo.
E la cosa non si applica solo alle abitazioni ma a quasi tutti i settori economici, anche per colpa della globalizzazione che ha portato la produzione in altri posti, impoverendo l’economia occidentale…. da troppo tempo non vedo tra gli indicatori dell’economia un indice che dice molto dello stato di salute di uno Stato: la Bilancia dei pagamenti.
E la chiudo qui perchè sono già “off topic”
… Il Pil italiano un anno fa era 0,3 punti sotto la media europea, ora è distante 2,1 punti (la distanza dagli altri è quindi aumentata sette volte). Il debito pubblico è al 123,3% del Pil e un anno prima era sotto il 120%. L’inflazione è al 3,6% e un anno prima era al 2,1%. La disoccupazione secondo i dati Eurostat era a giugno al 10,8% contro l’8,1% dell’anno prima.
Ieri l’Istat ha fornito il dato di luglio: 10,7% con quella giovanile al 35,3%. Sono i numeri di un terremoto, di un completo fallimento politico ed economico.”
tratto da eleonoraemme.blogspot
Concordo con Cerasi, in pieno!!!
Aggiungo, inoltre, che non si può costruire all’infinito e per ogni dove. Già siamo pieni di cemento.
Una cosa intelligente, invece, è quella di incentivare ristrutturazioni e riqualificazioni dell’esistente; in tal modo si riprende un pò il settore e tutto ciò che gli è connesso.
La crisi del settore edilizio è, almeno per quanto riguarda il segmento delle nuove costruzioni private o commerciali, una crisi di eccesso di offerta. Come già indicato da altri, la stazionarietà della popolazione e anche dei consumi (prima della crisi) non giustificava i volumi di nuove costruzioni che oggi inevitabilmente rimangono invenduti e determinano una caduta ancora più forte. La soluzione è quella di puntare tutto sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare (le ristrutturazioni) per migliorarne l’efficenza energetica , la sicurezza ed il comfort. D’altronde l’eccesso di capacita produttiva nel settore immobiliare in questi anni è stato il segno di una economia e di un paese che perdeva capacità competitiva nelle produzioni esposte alla competizione internazionale e che ha cercato nel settore “protetto” delle costruzioni una risposta in termini di reddito ed occupazione (per non parlare della parte che riguarda lo scambio di favori a livello locale di cui conosciamo bene i frutti). La storia della Spagna di questi ultimi decenni è ancora più emblematica se vogliamo vedere. Piu innovazione e qualità nel settore edile e più investimenti e ricerca nei settori in grado di competere sui mercati internazionali sarebbe un risultato augurabile di questa crisi
A Macerata ci sono più case in vendita che abitanti che cerc ano casa. Il mercato è più che saturo. Guardando da qualche anno gli annunci immobiliari ho potuto costatatre che ci sono case in vendita da anni che non si riescono a vendere, anche di recente costruzione, in alcuni casi mai abitate. I prezzi sono scesi di parecchio, anche del 20% e oltre, e chi ha bisogno di liquidità sta vendendo a prezzi stracciati (rispetto a un paio di anni fa).
Quindi c’è da chiedersi: perchè si continua a costruire? perchè si continua a cercare nuovi spazi da edificare? Chi ci guadagna? Secondo me pochi, solo quelli in grado di speculare sul cambiamento di valore del terreno.
La cittadinanza non ha necessità di nuove costruzioni e il settore edile ha una grande risorsa di lavoro nelle ristrutturazioni, ma agli speculatori non interessa. La politica non ha sufficiente immaginazione per guardare oltre i soliti circoli di potere economico.
Sarebbe ora di incentivare il recupero funzionale, strutturale e energetico dell’esistente.
Il paradosso però è che, nonostante il miglior utilizzo dell’esistente,con i minori costi sostenuti per realizzare i recuperi rispetto alle nuove costruzioni, il “PIL” ottenuto sarebbe più basso di quello con le nuove costruzioni.
Forse è ora di chiedersi se il pil sia in grado di misurare il benessere.
io mi chiedo come si fa ancora a pensare che la crisi dell’edilizia possa essere addebitata all’attuale governo. al quale non può essere addebitata nemmeno la crisi generale evidentemente.
sono due o tre anni che non si fanno più tanti nuovi progetti e ormai quelli fatti sono stati tutti realizzati.
ci sono più abitazioni in vendita di quante ne siano necessarie. inoltre la mancanza di lavoro, il lavoro precario e la stretta creditizia hanno definitivamente ucciso il mercato.
ma quale IMU, ma quale poliica economica. l’attuale governo può essere rimproverato di non aver fatto ancora nulla per la crescita, ma con il fermo del mercato dell’edilizia di macerata non c’entra un emerito cacchio.
Se qualcosa si fà è perchè qualcuno ci guadagna .
Nello specifico : guadagno sicuro per i proprietati delle aree , guadagno consistente per alcuni professionisti , consenso elettorale per alcuni politici/amministratori .
Spesso succede che proprietari,professionisti e politici/amministratori sono la stessa cosa .
A Macerata in particolar modo : lo sappiamo tutti !!!
Infine le imprese : fino a poco tempo fà molte imprese hanno maturato utili ragguardevoli adesso si stanno rimangiando tutto .
Un esempio : il maratoneta di Dio .
Una crisi annunciata da tempo… troppi investitori si sono buttati sul mattone, favoriti anche dalle amministrazioni locali assetate di € che hanno concesso la trasformazione di terreni in edificabili a vantaggio di società non locali, basta pensare alla VIOLENTA cementificazione di via Valenti e di Piazza Pizzarello, con il risultato che le piccole imprese edili locali hanno visto ridursi la richiesta di immobili e sono state messe KO!!!!
Una vera e propria invasione di barbari… agevolata da amministratori che hanno agito come se giocassero a SimCity!!!!… ma purtroppo non è un gioco….
Una legge dell’economia dice che quando scende la domanda e l’offerta è troppo vasta, i prezzi DEVONO scendere. Non mi pare che nell’edilizia sia così. Provate a chiedere a qualche costruttore a quali prezzi vende le sue case. vedrete che nons ono diminuiti affatto, rispetto a due/tre anni fa. Quanto hanno guadagnato negli scorsi anni questi signori? Avete notato l’esplosione di aziende immobiliari? Prima c’erano le ditte edili, ora sono tutte immobiliari. L’immobiliare (quasi sempre SRL) è proprietaria dell’immobile, fa costruire l’immobile dalla ditta edile da lei stessa controllata, gli stessi muratori, ingegneri etc. sono soci dell’immobiliare…, l’immobiliare paga la ditta edile (paga sè stessa), poi vende a prezzo di mercato, ma mai sotto una certa cifra, anche perché ha preso mutui per costruire e le banche non permettono di scendere sotto certi prezzi, altrimenti la garanzia ipotecaria ha meno valore.
Poiché Maria non sta più difendendo la sua città di Macerata, provate a pregare Lilith, la Luna Nera.
@ Filosofo
Mi è stato detto che se tu costruisci una palazzina di 16 appartamenti, più o meno, quando ne hai venduti 7/8 sei andato in pari con i costi, quindi passi i restanti appartamenti vuoti ad un’ immobiliare e vai avanti a costruire di nuovo…
L’immobiliare, che non è una socità di beneficenza, tenta (anche per lungo tempo e anche se non si sta vendendo nulla) di venderti una casa ASSOLUTAMENTE normale come se fosse la residenza dell’Imperatore di Persia, cercando il massimo profitto.
Questo avviene sul nuovo (ed in parte anche sul vecchio).
Certo ora il mercato è crollato del 10-15% rispetto a 2 o 3 anni fa…
Ma tieni anche presente che, fino a 2 o 3 anni fa, i prezzi erano fuori mercato di un 30-40% (in più) per cui, tutt’oggi, ancora si cercando di vedere case che costano almeno un 10-15% in più di quello che valgono…
Poi c’è anche un altro aspetto da tener presente: in tanti nelle nostre zone “hanno investito” sul mattone poichè era un capitale che si rivalutava molto negli anni…
Quindi chi ha invesito (e sono tanti) non aveva bisogno di soldi all’epoca e probabilmente non ne ha bisogno nemmeno oggi e non è costretto a vendere
Cioè: se io ho acquistato 5 anni fa una casa a 200.000 euro oggi questa casa “deve” essere venduta almeno ad un 15-20% in più (quindi si 220.000 almeno), altrimenti “non faccio l’affare”…
E se il prezzo offerto (cioè quello che, al momento, è quello che vale in realtà il mio appartamento, con la crisi ed i prezzi in discesa) è di soli 170.000 NON vendo perchè non ne ho bisogno….
E quindi abbiamo (solo a Macerata) qualche centinaio di case invendute perchè i proprietari dall’investimento o ti tirano fuori qualcosa o NON vendono (e non avendo bisogno di vendere, cioè non avendo bisogno diliquidità, attendono tempi migliori)
Non è solo l’edilizia… la crisi colpisce anche tanti altri settori di cui si parla poco. E comunque hanno venduto case a prezzi talmente esorbitanti (almeno qui in provincia da noi) che qualche soldo da parte dovrebbero averlo messo…
Il processo in corso in Italia e’ questo:
Tot mila aziende chiudono.
Lasciano debiti.
Le banche prendono gli immobili a garanzia.
Poiche’ valgono poco li tengono in pancia o fanno vendite fittizie alle RE collegate.
Questo immobilizza asset finanziari.
Fanno ancora meno credito.
GOTO 1.
fonte ( rischiocalcolato.it )
Questa e’ la bolla immobiliare che borbotta sotto la superficie della
finanza italiana. E non solo della finanza: anche della GRANDE industria
e delle PMI. Dei commercianti e dei piccoli professionisti.
fonte ( http://www.rischiocalcolato.it/2012/06/kein-pfunsch-il-botto-silenzioso.html )
L’edilizia è stato il motore portante della nostra economia per tanti anni. Nel tempo il mercato si è saturato, la speculazione ha affondato le sue mani nel settore costruendo troppo e male. Macerata non è sfuggita a questa regola, (centro le spighe, via valenti, le vergini, il piano casa ecc.) Anzichè procedere alla ristrutturazione ed al miglioramento dell’esistente, una politica miope ha portato ad ampliare le aree edificabili al solo fine di incassare gli oneri di urbanizzazione. Il governo centrale sta utilizzando la casa come mezzo per una tassa patrimoniale occulta, è l’unico sistema che è tassabile in modo certo. Nonostante tutto a Macerata il prezzo al mq è sceso in modo meno marcato che altrove perchè i Maceratesi non hanno bisogno di vendere (ma nemmeno di comprare). Chi ha questa necessità dovrà mettere in conto ulteriori svalutazioni.
vorrei dire tante cose sul mondo dell’edilizia ma rischio una querela perciò mi limito a dire che non è un mondo proprio trasparente, ci sono in ballo interessi illeciti e illegittimi altissimi.