L’ex vicesindaco di Tolentino Alessandro Bruni proprio non ci sta e sulla vicenda della pista ciclabile (finanziata per 2/3 dal Ministero dell’Ambiente) in corso di smantellamento, ha inviato una dura lettera al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
“Al di là degli schieramenti politici e del mio impegno diretto fino a maggio, è veramente incredibile che si spendano 25.000 euro per distruggere e facendo diventare una semplice pista ciclabile il problema della città. Penso che sia una ferita per la città: vedere i lavori di distruzione della pista in un momento in cui si dovrebbe promuovere la mobilità e non sprecare risorse. Ripeto: non è una questione di politica locale e di lotta tra chi ha vinto e chi ha perso. La questione, come ricordo nella lettera, è di una culturale e costituisce un brutto segnale. Inoltre, distruggere una pista vicino ad una scuola mi sembra ancora più grave”.
“Non Le nascondo” scrive Bruni al Ministro “che ho dedicato più di tre anni di lavoro quotidiano (confortato dall’Ufficio Biciclette del Comune, da un ingegnere esterno esperto di traffico che ha realizzato il progetto e dalla Polizia Municipale), affrontando anche resistenze e critiche per le paure che nascono quando si chiedono cambiamenti di alcune abitudini, ma ho sempre pensato che la politica debba dare una direzione e non rincorrere il consenso immediato”.
“E’ veramente incomprensibile” afferma l’ex vicesindaco “smantellare una tratto già realizzato e spendere 25.000 euro: non ci si è limitati a non completare Labastide Murat e viale Matteotti.
Ricordo, inoltre che siamo alla vigilia della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile: “Promossa dalla Commissione Europea, la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile “In città senza la mia auto” si svolgerà dal 16 al 22 settembre 2012, negli anni è diventata un appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani: a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici. Sono modalità di trasporto sostenibile che, soprattutto per chi vive in città, oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e mentale di tutti.
Probabilmente siamo l’unico Comune d’Italia che distrugge il tratto di una pista appena realizzato con fondi pubblici”.
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Pur non essendo un suo “sostenitore” politico trovo le osservazioni di Bruni ineccepibili.
3 anni di lavoro quotidiano per fare una st….a del genere ! 🙂
Quante ore al giorno ?
Sarebbe interessante sapere come impiegava le altre ore ” di lavoro quotidiano”
C’era un detto ” te manniriio a caccià la vreccia jo Chienti” e aggiungo “invece che faà l’assessore !”
C’e’ rimasto che si arrampichi sugli specchi e poi le ha fatte tutte…:)))
“A caccia’ la breccia co lu forco'”…
Dopo appena 28 minuti da primo commento: zero verdi e quattro rosse contro tre verdi e una rossa, tanto per non fa vedè che porta uguale con le quattro rosse eh…
Eh eh eh…non c’è male come “reattività” dell’ ufficio difesa. Si prospettano cinque anni di duro lavoro per i clikkatori di Peppe … altro che Bruni per la ciclabile.
INGEGNERE ESPERTO DI TRAFFICO?! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH cioè nel senso che ha operato per aumentare il volume di traffico nelle zone della pista (tri)ciclabile, io non sò come si possa chiamare pista ciclabile il tratto di viale Matteotti, a me sembra più che altro una pista per biglie! Ma poi la finezza dell’ufficio BICLETTE…. ahahahahahahahaahhahahaahahaha inviterei il signore qua sopra ad osservare il volume di biblette che percorrono la pista ciclabile quotidianamente. Il concetto di pista ciclabile, non è sbagliato ma credo che l’opera realizzata a Tolentino sia totalmente sballata!
Mi pare opportuno riportare il mio commento ad un precedente articolo, sempre sulla ciclabile, perché a me pare che si perda di vista il vero problema intrattenendosi in commenti poco costruttivi. L’errore c’è, bisogna capire chi l’ha commesso, i costi delle varianti e dello smantellamento devono essere ricondotti ai giusti livelli di responsabilità, avete mai sentito parlare di un soggetto che la legge individua come “Responsabile del procedimento”, le responsabilità fanno riferimento a questo “oscuro” personaggio e non c’è sindaco che possa fare e disfare senza il suo parere. Quindi la politica centra poco, non vi accapigliate tra favorevoli e contrari per posizione preconcetta e riproviamo a fare chiarezza sulla vicenda.
Il progetto, cofinanziato dal Ministero dell’ambiente, riguardava la Promozione della mobilità ciclistica attraverso la creazione di reti urbane dedicate all’interno del progetto ministeriale di “Miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane” ……………………………………………………
Nello specifico il progetto Tolentino aveva come obiettivi:
– La creazione di una rete cittadina ciclopedonale integrata con la Stazione Ferroviaria e i parcheggi di cintura al fine di realizzare l’Intermodalità tra trasporto pubblico e bici;
– Il potenziamento del percorso Lago delle Grazie-Castello della Rancia-Abbadia di Fiastra;
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Ora cerchiamo di capire perché i tratti di pista ciclabile realizzati hanno avuto così tanti elementi di conflitto senza raggiungere, a mio avviso l’obiettivo del progetto.
Il presupposto, che poteva andar bene in termini generali, sicuramente non si adattava perfettamente ad una realtà come quella di Tolentino dove la linea ferroviaria è di fatto in fase di dismissione ed il trasporto pubblico su gomma presenta dati irrilevanti ai fini della riduzione dell’uso dell’automobile, quindi un presupposto sbagliato ha portato ad una realizzazione sbagliata.
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Se l’obiettivo era l’intermodalità è cioè l’integrazione tra la rete ciclopedonale, la stazione ferroviaria e i parcheggi pubblici ubicati intorno al Centro storico chi avrebbe dovuto essere il potenziale fruitore della rete ciclabile urbana:
a) Il cittadino che dovendosi recare a Macerata o altra destinazione lungo la linea ferroviaria, prende la sua bici per raggiunge la stazione, li lascia la bici e prende il treno;
b) Il turista o chiunque altro visitatore che arriva in stazione e quindi prende una bici in prestito per girare la città;
c) Il cittadino o anche il turista che volendo andare in Centro Storico raggiunge il parcheggio in macchina e prende una bici in prestito per fare un giro in centro.
Sulla base di questi obiettivi, al di là dell’ovvia pedonalizzazione del centro almeno per fasce orarie e delle necessarie attrezzature per la custodia e il noleggio delle bici nei pressi della stazione e dei tre parcheggi, l’individuazione della rete ciclabile doveva avvenire per sottrazione e cioè, prima individuare i percorsi più brevi e funzionalmente efficienti per garantire un traffico veicolare veloce e privo di intoppi per raggiungere i parcheggi pubblici esistenti nelle tre zona della città (Filsi, Foro Boario, Matteotti) poi segnalare dove necessario i percorsi più adatti e di maggiore interesse per visitare la città e soprattutto il Centro Storico.
Non si trattava certo di costruire una rete di piste ciclabili a tutti i costi per il piacere degli appassionati , ma il progetto aveva un obiettivo ben preciso, un obiettivo che non è stato raggiunto, almeno in questa fase.
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Ora vi è chiaro il progetto? Non era necessario scrivere al Ministro, bastava scrivere al Responsabile del Procedimento per chiedere la verificare di coerenza tra le finalità del progetto finanziato e le opere realizzate da modificare, non erano coerenti le prime, e sicuramente non lo saranno le seconde.
E si, però se andiamo avanti così, arriviamo a Natale con questi comunicati quotidiani con lo stesso oggetto (mi pare che uno è di ieri, un altro di qualche giorno fa, oltre a diversi altri dello stesso tenore durante i mesi estivi).
Possiamo dire che l’utenza, i cittadini, hanno capito?
Io direi di si: abbiamo capito.
Mi rivolgerei anche a Cronache Maceratesi, qui si rischia di pubblicare più veline di partito che notizie vere, vista la visibilità di questo giornale on line.
Il esponsabile del procedimento è l’unità amministrativa responsabile dell’attuazione delle decisoni amministrative. Contro la decisione della giunta di smantellare la pista ciclabile non vale, dunque, appellarsi al responsabile del procedimento.
Il progetto presentava certamente delle criticità. Ma poteva essere ocrretto. Invece è stato deciso di smantellare tutto quello che era stato realizzato. Un vero e proprio atto vandalico con l’aggravante che per realizzarlo è stato usato denaro pubblico. Di tutto ciò è responsabile unicamente l’attuale giunta, non già il personale amministrativo. E non credo che si tratti soltanto di responsabilità politica.
Ma se la maggioranza dei cittadini ha votato un sindaco che aveva tra i primi punti del programma lo spostamento della ciclabile, perché ancora chi ha perso le elezioni si ostina a voler fare la voce grossa, ad andare contro il volere popolare?
Bruni e la federazione che rappresenta in questo momento sono peggio dei talebani, non passa un giorno che non facciano terrorismo, tra promesse di esposti e dubbie lettere a ministri.
La ciclabile a Tolentino non serve, che vi devo dire, io la penso così e sono felice di non essere uno che cambia facilmente idea.
Se Bruni è tanto convinto delle sue idee, si faccia vedere in bici da dicembre a febbraio…
NB
…dal 16 al 22 settembre?! pozza venì 30 centimetri de grandine!
I soldi pubblici sono di tutti, non soltanto di chi ha votato l’attuale maggioranza.
Tutti sono quindi legittimati a pretendere che essi siano correttamente utilizzati.
Fatevene una ragione: è una regola democratica né più né meno di quella che obbliga i cittadini che non l’hanno votata a subire le decisioni di questa (sciagurata) giunta comunale.
Quaquaraqua, il furto lo abbiamo subito noi, quando vi siete arrogati il diritto di costruire una pista ciclabile. Era stata fatta anche una raccolta firme e ve ne siete fregati. In democrazia è la maggioranza che decide, la maggioranza dei cittadini ha votato questo programma, la democrazia è rispettata…. ripassate tra 5 anni grazie!
Aspetteremo Bruni con un altro comunicato:(((…………ex assessore mi senbra che possa anche bastare……. Si occupi del suo lavoro presente, oppure proprio non ha niente da fare.
Per una corretta informazione, al di là dei battibecchi delle opposte fazioni, al sig. Quaquaraqua voglio dire che fa un po’ di confusione quando dice che il Responsabile del Procedimento è “l’unità amministrativa responsabile dell’attuazione delle decisioni amministrative”, si dovrebbe documentare meglio perchè, come recita il comma 1 dell’art 10 del DPR 207/2010, “Le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione di ogni singolo intervento sono eseguite sotto la diretta responsabilità e vigilanza di un responsabile del procedimento…” se legge tutto l’articolo e anche il successivo art. 10 capisce qualè la reale portata di tale figura nelle Pubbliche Amministrazioni. Non bisogna dare ai cittadini informazioni sbagliate, quel progetto della pista ciclabile era un buon progetto anche se non adeguato ad una realtà urbana come quella di Tolentino, in ogni caso era il Responsabile del Procedimento che doveva dire alla Giunta che quel progetto avrebbe creato più polveri sottili piuttosto che ridurle, il compito della Giunta è stato solo quello di preoccuparsi di realizzare piste ciclabili per ridurre l’inquinamento, per cui la nuova Amministrazione si sarebbe dovuta preoccupare di chiedere al Responsabile del Procedimento:”Visto che questo progetto non funziona, se facciamo queste modifiche che ci chiedono i nostri elettori miglioriamo la situazione o la peggioriamo” io credo che questo non sia stato fatto.
Se ce lavora n’altri cinque anni, dopo i tre pe la pista ciclabile, non me posso mmaghinà che scappa fori… magari ce fa n’aeroporto per fa tterrà li monopattini a idrogeno solforato tra viale vittorio veneto e via arsiero, che ne sai polesse pure che butta gliò na parte de ospedale pe facce riposà li cammelli che vene da Betlemme, aò tutto è possibile!
Leggendo la maggioranza dei commenti mi rendo conto che la questione (purtroppo ) è solo di contrapposizione politica , quindi mi limiterò solo a segnalare che del progetto finanziato in parte dal ministero dei trasporti , fanno parte anche i comuni di Macerata per il tratto da realizzare all’interno del quartiere di Sforzacosta con partenza dalla stazione ferroviaria attraversamento del chienti congiunzione con il tratto da realizzare nel quartiere passo del bidollo di Corridonia ( il terzo comune che fa parte del progetto ) e proseguimento verso l’Abbadia di Fiastra e mentre Tolentino demolisce quello che è stato in parte realizzato negli altri comuni non si segnala nemeno l’inizio di qualche lavoro .
Le piste ciclabili così come le politiche di mobilità sostenibile , fino a poco tempo fa erano solo una questione culturale ( metropoli come Berlino e Londra e piccole città come Ferrara ne hanno fatto lo strumento per organizzare la mobilità giornaliera dei loro abitanti e riqualificare i loro quartieri ) a causa della crisi economica e dell’inquinamento sono già una necessità anche nei nostri centri abitati . Mentre la Provincia di Ascoli ha chiesto e ottenuto la trasformazione in metropolitana di superficie e l’elettrificazione della ferrovia Porto D’Ascoli- Ascoli Piceno per cercare di ridurre il più possibile la mobilità su gomma e l’inquinamento, da noi i nostri amministratori a parte qualche chiacchiera inconsistente non sono stati in grado di pensare ad un progetto simile per ottenere i finanziamenti per salvare nostra ferrovia che oggi rischia veramente di essere chiusa tra il disinteresse generale.
Affrontare il tema della mobilità alternativa come lo si sta facendo a Tolentino relegandolo al solo conflitto politico penso sia assolutamente sbagliato e non rispettoso nei confronti dei cittadini, dei loro diritti, della loro salute e…. dei loro soldi.
Per me è un piano del Peppe per finire alle Iene,il primo sindaco che smantella una pista ciclabile per accontentare quattro sfigati. Sono sicura che il sindaco in cuor suo sia pure favorevole,capendo che un circuito cittadino non può che valorizzare la città,ma doveva cavalcare l’onda aizzando l’automobilista inferocito per vincere le elezioni. La strategia è stata vincente. Chi esce veramente sconfitto da questa storia è il cittadino, quello che deve pagare due volte una cosa che non avrà, e quello che con le rivendicazioni che leggo dimostra tutti i propri limiti.
nn ho piu commentato questa faccenda xché é ridicolo che il signor bruni continui i suoi messaggi politici…
una sola cosa x margot, penso che tu debba soffermarti a pensare quello che scrivi, i quattro sfigati di cui parli sono la maggioranza della popolazione tolentinate e quindi penso che i quattro sfigati siano quelli che pensano che il progetto cosi come era stato fatto andava bene.
xLucatelli
Il responsabile del procedimento, in materia di appalti, è chiamato essenzialmente a garantire che l’esecuzione dei lavori da parte della ditta aggiudicatrice sia conforme a quanto previsto nel capitolato e rispettosa di tutte le prescrizioni di legge. Non ha, dunque, titolo, per mutare il piano dell’opera. Per decidere, cioè, in questo caso, se fare o non fare la pista ciclabile o come farla.
E questo, mi pare, è il cuore della discussione.
Almeno a me sembra così. Ma forse sbaglio.
x Projo
Io accetto senz’altro di subire le scelte amministrative di chi ha vinto le elezioni, tu accetta il controllo di legalità preteso dalla minoranza e le critiche dei cittadini dissenzienti.
La democrazia si distingue dalla dittatura non perché chi ha più consenso comanda, che è regola che vige anche nelle società tribali, ma perché anche chi perde le elezioni conserva dei diritti che chi le ha vinte non gli può togliere. E tra questi vi è il diritto della minoranza di controllare l’operato della maggioranza e quello di esprimere liberamente le proprie opinioni.
Quaquaraqua, io i controlli li accetto e ci mancherebbe pure, ma il vero problema è che la sinistra di Tolentino è troppo abituata a voler fare quello che vuole e ora che il giocattolo vi si è rotto ecco che cominciate a fare le isteriche… il vento è cambiato.
Sig. Quaquaraqua, il tema della responsabilità nell’esecuzione di un’opera pubblica è molto interessante e merita un approfondimento, anche se leggendo i commenti vedo che interessa a pochi perché il vero scopo del commentatore è quasi sempre l’inutile schermaglia politica.
Vediamo se si riesce a far capire ai lettori di C.M. che i maggiori danni causati da chi amministra una città non sono dovuti solo alle bizzarrie dei vari sindaci e/o assessori del momento, ma molto spesso derivano da una scarsa attenzione dell’apparato alla cosa pubblica, al bene comune, una sorta di rinuncia o meglio di appiattimento sulle decisioni politiche per evitare le responsabilità di un ruolo complesso.
Ma le responsabilità comunque permangono, solo che poi nessuno le persegue; perché se un dirigente del settore privato sbaglia rischia il posto mentre nella pubblica amministrazione non succede niente? Proprio perché siamo tutti convinti che le responsabilità sono solo politiche, non è così, non cambierà mai nulla se si continua a pensare in questo modo.
Per ritornare al tema, la pista ciclabile, la Giunta in data 30/07/2012 ha approvato un Atto di indirizzo per modificare il tracciato in base a diverse valutazioni e una riunione con la cittadinanza, il responsabile del procedimento avrebbe dovuto fare gli atti conseguenti, tenuto anche conto che era necessario impegnare una spesa di €. 25.000,00. Nel frattempo i lavori di smantellamento sono stati in parte già eseguiti, volete sapere il contenuto dell’unica determina rintracciabile sul sito del comune datata 25/07/2012, cioè prima della delibera della Giunta, la liquidazione dell’incentivo al gruppo di lavoro interno. Ora vi è chiaro il quadro?
xProjo
La giunta di centro/sinistra, essendo legittimata dal voto, governava e l’opposizione di centro/destra controllava-criticava, avendo da ridire anche su come erano effettuate le potature degli alberi. O ricordo male?
Oggi le cose si sono invertite. Vale per me come per te. Quindi non resta che rispondere nel merito alle critiche, senza cercare di sottrarsi dicendo che chi vince le elezioni ha il diritto-dovere di amministrare. Perché a questo è facile rispondere che chi le elezioni le ha perse ha il diritto-dovere di controllare e criticare l’operanto della maggioranza.
xLucarelli.
Sulle responsabilità amministrative non sono in grado di aggiungere altro, non avendo sufficienti competenze, e mi fido senz’altro di quanto dice.
Mi consenta, tuttavia, di considerare comunque prevalente la responsabilità politica delle decisioni. E quella di smantellare la pista ciclabile anziché migliorarla resta, a mio giudizio, una scelta semplicemente vergognosa.
E’ molto avvilente constatare che oramai tutta la questione che ruota intorno alla pista ciclabile sta diventando un discorso politico, che poi il termine corretto a riguardo di questo progetto e’ mobilità sostenibile, per il quele erano stati ricevuti fondi europei per la sua realizzazione, e che quindi alla fine non centra quasi nulla con il termine la pista ciclabile. Purtroppo la precedente amministrazione non ha informato in maniera adeguata la popolazione e soprattutto la differenza tra questi due termini, e quindi sta prevalendo l’idea, che comunque andrebbe verificata con un referendum comunale (se ne era parlato che fine ha fatto?), che alla maggior parte dei cittadini questa pista ciclabile, o meglio una parte di essa, sta causando piu’ problemi che altro.
Quindi prima di continuare il discorso rinfreschiamoci le idee sul termine che ci interessa (da Wikipedia) :
L’espressione mobilità sostenibile indica delle modalità di spostamento (e in generale un sistema di mobilità urbana) in grado di diminuire gli impatti ambientali sociali ed economici generati dai veicoli privati e cioè:
– l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra;
– l’inquinamento acustico;
– la congestione stradale;
– l’incidentalità.
– il degrado delle aree urbane (causato dallo spazio occupato dagli autoveicoli a scapito dei pedoni)
– il consumo di territorio (causato dalla realizzazione delle strade e infrastrutture)
Interventi
Le amministrazioni pubbliche sono i principali responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile; gli interventi sono finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa che in ordine d’importanza viene svolta:
– a piedi;
– in bicicletta;
– con i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, sistema ferroviario metropolitano);
– con i mezzi di trasporto privato condivisi (car pooling e car sharing).
Torniamo ora a noi, vista l’attuale condizione economica che stiamo attraversando in europa, i problemi relativi all’inquinamento ecc. ecc. il progetto pista ciclabile, pardon volevo dire mobilità sostenibile, era sicuramente un progetto ambiziso ma di una attualita’ impressionate, ed i benefici che ne possono derivare in futuro, non tanto per noi ma per le nostre future generazioni (io ho due figli piccoli) e’ di un valore incalcolabile.
Quindi la QUESTIONE VA RIAPERTA IMMEDIATAMENTE tralasciando le proprie idee politiche che ogniuno di noi puo’ avere in merito. Cercando di coinvolgere e costringere la maggior parte della popolazione ad esprimersi in merito a questa diatriba una volta per tutte e che va avanti oramai da troppo tempo, anche perche’ sono in ballo finanziamenti e soldi di tutti noi.
Una volta che alla cittadinanza sarà ben chiaro e spiegato quale era lo scopo profondo di questa mobilità sostenibile deve essere chiamata ad esprimersi se vuole spendere i 25’000 euro per smantellare quello che era stato gia’ fatto, oppure spendere quella cifra per trovare una soluzione per risolvere i problemi emersi nelle vie interessate dalla ciclabile: soprattutto v.le Matteotti e Labastide Murat. Questo puo’ essere un modo molto diplomatico anche per la nuova amministrazione per ritornare sui propri passi e ridiscutere la decisione presa.
Perchè affermo questo? Perche si e’ anche parlato molto della riunione fatta con la cittadinanza alla scuola Lucatelli, quando oramai le decisioni erano state già prese e comunicate in precedenza dalla nuova amministrazione, si parlo’ del successo di quella riunione, in base al numeroso pubblico che vi aveva partecipato. Secondo me fu un fiasco totale in quanto ci saranno state si e’ no 200 o 300 persone, secondo voi 300 persone possono rappresentare tutta la popolazione di Tolentino ? Anche le firme raccolte per smantellare la pista quante sono state ? 100 ? 1000? Tolentino è composta da 20’000 abitanti ecco perche’ credo sia piu’ giusto coinvolgerne un numero piu’ significativo.
@maurizior
Sono perfettamente d’accordo con quello sostenuto, si stanno leggendo commenti che sono diventati soltanto contrapposizioni politiche ed è un grosso errore.
A me personalmente non interessa se un buon progetto sia stato sponsorizzato da una fazione o dall’altra.
Interessa molto invece che non si possa costruire un progetto solo per la vanità di una o più persone.
Nel caso della pista ciclabile non si è coinvolta la popolazione di Tolentino, non si è tenuto conto minimamente della conformazione territoriale di Tolentino, ci si è preoccupati di fare una pista ciclabile “mozza” coinvolgendo solo la parte est del paese ( come se la mobilità sostenibile sia ad uso esclusivo del 50%)
Ecco perchè secondo me è stata un’idea sballata.
La riunione alla scuola Lucatelli in effetti non è stata una riunione affinchè la nuova giunta prendesse spunti dalle persone intervenute, il parziale smantellamento era stato già deciso.
Dimentichiamo però alcune cose:
1) La nuova giunta ha detto chiaramente che la pista ciclabile ormai era stata fatta e non si poteva tornare indietro altrimenti il Comune avrebbe dovuto restituire i soldi avuti dalla comunità europea
2) proprio a causa di questo si è deciso il parziale smantellamento in punti dove effettivamente c’erano dei problemi
Ora, anche non sostenendo a pieno questa giunta, io credo che sia stata fatta la coa migliore e più salomonica possibile.
A fronte di un’errore evidente voi cosa avreste scelto ?
La restituzione totale dei soldi del finanziamento oppure spendere una parte per lo smantellamento ?
Se i componenti della giunta attuale e prossime mi permettono un consiglio:
Prima di fare opere che di per se sono meitorie per favore coinvolgete la popolazione, i referendum sono fatti per questo.
Questa è democrazia !
@Gianni2007 – Io avrei speso i 25’000 necessari per smantellare la pista nei v.li Matteotti e Labastide Murat per trovare una soluzione per fare coesistere la pista all’attuale strada che comunque mi pare abbisogni di lavori, in quanto il doppio senso di circolazione se rimane cosi e’ impossibile. Quindi visto che tanto a questi due viali bisognera’ rimetterci le mani perche’ smantellare la pista?
trovo veramente insopportabile l’ecologismo a senso unico: è una ciclabile dunque è sana e da mantenere solo per questo, smanntellarla è terrorismo.
Vado volentieri in bici ma non sono cieco né fesso e spesso uso anche l’auto, quindi mi sento poco terrorista nel dire che la pista di Tolentino faceva veramente pena per come e dove è stata realizzata, cito la “chicane del tabaccaio” su tutto. Smantellarla è un gesto di buon senso, mantenerla rappresenterebbe invece soltanto una diabolica perseverazione.
Per Aragorn71: infatti oltre ai verbi smantellare o mantenere, ce ne era un terzo a disposizione che era MODIFICARE. Invece di smantellare completamente ciò che era stato realizzato finora nei v.li Matteotti e Labastide Murat si potevano apportare delle modifiche per salvare capre e cavoli nello stesso tempo. Sono pronto a scommettere che tanto fra qualche anno i viali di cui sopra necessiteranno comunque di lavori di adeguamento e manutenzione importanti, quindi avere gia’ una traccia o uno scheletro di pista ciclabile avrebbe avvantaggiato il tutto. Ora invece si sta tentando di ricorrere a tracciati alternativi, lontani dalle arterie principali, a mio vedere anche nascosti, come se ci si dovesse vergognare di andare in bici, che nulla hanno a che vedere con il termine di mobilità sostenibile.