di Gabriele Censi
Un appello accorato degli artigiani edili per trovare soluzioni ad una crisi che va oltre i numeri già particolarmente pesanti: segno negativo nel numero delle imprese iscritte, 4410 nel 2008, 4282 nel 2011; persi 6000 occupati nelle Marche e il maggior numero sono nella Provincia di Macerata che è quella a maggiore vocazione edilizia. Il presidente regionale Edilizia Confartigianato, Bruno Crescimbeni, partendo da questa dura realtà propone anche vie d’uscita: “le ristrutturazione sono l’unico settore in attivo, +15,4 % su base regionale, meno nella nostra provincia (12,8%) che dopo il terremoto ha qui già fatto molto. Il pubblico deve investire nei microinterventi, scuole da mettere in sicurezza e impianti idrici che perdono un terzo dell’acqua nella distribuzione ad esempio. Il patto di stabilità non giustifica questo immobilismo nel pubblico”.
“Gli enti debbono tornare agli appalti con procedura negoziata che garantiscono sicurezza e lavoro alle imprese locali – aggiunge Italo Pierotti, segretario CNA Costruzioni – come si possono aggiudicare lavori con ribassi che a volte superano il 50%?” Il tema dei ribassi sulle gare accende tutti i rappresentanti degli artigiani “Non si possono fare sconti sul cemento armato” dice Pacifico Berrè, responsabile del settore Edilizia di Confartigianato.
“Oggi si fallisce per crediti e non per debiti”continua Berrè. I numeri sul credito sono un altro tasto dolente, “il pubblico non paga per il patto di stabilità ma trova i soldi per tante altre iniziative di promozione” si lamentano gli artigiani, i mutui per l’acquisto della prima casa sono crollati del 47% nel I trimestre 2012. Nelle Marche le banche non hanno aderito al fondo di garanzia di 50 milioni di euro per i giovani under 35 e le case restano invendute. “Nel privato ci sono in provincia 5000 edifici ultimati e altrettanti in via di ultimazione che sono invenduti, una città fantasma grande come Macerata” aggiunge Marco Zucconi, presidente CNA Costruzione.
Spiragli vengono dal Piano Casa regionale che permette un aumento delle cubature del 40% sulle ristrutturazioni e dal decreto sviluppo del Governo che ha aumentato consistentemente gli incentivi per il risparmio energetico.
“Microinterventi, green economy, bioedilizia, siamo pronti e preparati su questi settori- dice Luciano Ramadori, Vicedirettore CNA- ma anche se piccole imprese possiamo, con gli strumenti di rete che le associazioni mettono a disposizione, affrontare anche opere più importanti come gli interventi per la sicurezza sui fiumi che sono necessari ed urgenti.
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era già morta negli anni 70, macerata….
Soluzione? Tipo “Stop al Consumo del Territorio” può andare?
Nn c’è da stupirsi…
MACERARA E’ BLINDATA E NON OFFRE ATTRATTIVE. FORSE A QUALCUNO PIACE COSI’
ABBASSARE I PREZZI NO??????
Non è pensabile cementificare tutto, sottrarre territorio ai cittadini in nome di una categoria che ha fatto fin troppi scempi, se ci sono 5000 abitazioni invendute e altrettante in via di ultimazione una persona intelligente penserebbe che non c’è più bisogno di costruire oltre.
I costruttori devono riconvertirsi e adeguarsi come hanno fatto altre categorie, non possono pensare di soffocarci in nome del loro benessere.
È la stessa storia dappertutto.
Da immigrato in Veneto vi dico che quassù ci sono più appartamenti che abitanti: se tutti i veneti andassero a vivere per propprio conto (compresi neonati ed anziani), resterebbero comunque case libere.
Hanno stravolto tutto il territorio in Veneto e nelle Marche ed ora cosa vogliono?
Pensate alla lottizzazione Valleverde a Macerata o a quella relativa ai terreni ex Damen a San Claudio.
Tra un po’ mangeremo insediamenti produttivi, centri commerciali e pannelli fotovoltaici (che schifo le campagne della mia provincia ridotte ad una distesa di pannelli…).
E’ vero che a macerata si è costruito troppo e anche dove non si sarebbe dovuto, ma attenzione a non confondere la lotta alla cementificazione e la speculazione edilizia con le normali esigenze di sviluppo urbano ed economico.
se il problema è l’arricchimento di pochi a scapito di tutti, occorre ricordare che insieme a quei pochi hanno lavorato tanti operai, muratori, elettricisti, idraulici, falegnami, arredatori, rivenditori di materiale edile, sanitario, di arredo, tinteggiatori, giardinieri. inoltre i comuni hanno incassato oneri di urbanizzazione, ICI, IMU, sono state attrezzate aree verdi.
il problema è che si è costruito male e ovunque più che troppo.
non auguratevi il tracollo dell’edilizia, sarebbe come augurarsi il tracollo di tutta l’economia. non ci credete? aspettate e vedrete.
P.S. per tutti quelli che si strappano le vesti per le campagne rovinate dai pannelli fotovoltaici. E’ stato precisato più volte che ormai certi scempi non sono più possibili e che in ogni caso fra una ventina d’anni tutto potrebbe tornare come era prima.
mentre invece certe abitazioni orrende nate in campagna il più delle volte abusivamente e pseudo capannoni agricoli utilizzati come fabbriche ce li dovremo sorbettare per tutta la vita.
Negli ultimi 25 anni si è costruito di tutto e di più, senza che ce ne fosse veramente bisogno.
Spesso si è costruito fingendo di costruire palazzine fichissime e speciali mentre in realtà quello che si costruiva non era come veniva fatto “luccicare” dai costruttori.
(per rendersi conto che non era “oro” -quello che veniva venduto per tale- basta vedere le classi energetiche di palazzine costruitre non tanti anni fa: tutte in classe D, F, G… cioè classi energetiche simili alle palazzine realizzate 30 o 40 anni fa con tecniche costruttive non certo moderne e avveniristiche)
In pratica mi è stato detto che (pre crisi) una palazzina finita di 20 appartamenti si “ripagava” vendendone 6-7…
Dopodichè gli altri (12-15 vuoti) potevano essere dati in pegno (alle banche? alle finanziarie?) per cominciare la costruzione di un nuovo edificio (che rimaneva invenduto per buona parte, ma i cui appartamenti vuoti servivano da pegno per iniziare la costruzione di un altro…. e via dicendo)…
Questo circolo vizioso andava bene quando in tanti, pur non avendone bisogno, acquistavano anche appartamenti come “bene rifugio” (prima della crisi edilizia con l’ingresso dell’euro gli appartamenti si sono rivalutati anche del 70-80% in pochi anni!!!) poichè tutto serviva a mantenere in moto la macchina delle costruzioni.
Già prima, a guardare bene, era un pò eccessivo pagare “normali” abitazioni 2,5 o 3 mila euro al mq quadro….
….Ora che c’è crisi, che la situazione economica va sempre più peggiorando, che il futuro è incerto e molti lo vedono nero, che l’acqua scarseggia e la papera non galleggia è chiaro che pagare 5 o 6 milioni di vecchie lire (se va bene, in zona mare i prezzi sono anche assurdamente più alti) un appartamento è diventata un’esagerazione anche per chi ha i soldi, figuriamoci per chi ne ha pochi….
Violenza al territorio, prezzi mostruosamente alti, spiccata bruttezza, qualità energetica pessima, pianificazione assente, innovazione non pervenuta. Questa è stata la nostra edilizia negli ultimi decenni. Si può e si deve fare di meglio, anche se ormai i danni sono fatti.
UMMMHHH, è stato costruito troppo rispetto al fabbisogno?? NON E’ VERO!!!! Da molti scriteriati e speculatori, l’edilizia è considerata il volano dell’economia. Anche CHECCO la pensa così, perchè così l’economia gira!!! Poi se c’è una superficie edificata ed invenduta pari all’estensione di Macerata (pensate in tutta Italia!), non fa nulla. Poi mangeremo pane e cemento (per chi è di stomaco buono). C’è crisi? Costruiamo! Questa mattina non sono andato “da corpo”, costruiamo! Venti secoli di civiltà, che ci hanno consegnato un paesaggio bellissimo, non hanno insegnato nulla. Oltretutto abbiamo il dovere di conservarlo per le generazioni che verranno. La parola magica e semplice per chi ha un’impresa edile è RICONVERSIONE, cioè diventare restauratori dell’esistente (possibilmente con gusto). Questo non l’hanno capito ne a destra ne a sinistra.
Ma chi costruisce, chi amministra la cosa pubblica, chi lottizza, chi decide i piani regolatori, lo fa a ragion veduta, perchè ci sono reali esigenze di mercato, oppure per speculare o per rispondere a logiche sensa senso?
Evidentemente no, perchè altrimenti non si spiegherebbe il surplus di abitazioni, e quindi dopo il boom il mercato si “vendica” con lo sboom. Quindi è evidente che chi si occupa di edilizia e urbanistica ha fallito completamente le analisi del mercato. Ora ci troviamo con il territorio più brutto e più desolato. Comunque vedo che a Piediripa va avanti la lottizzazione Damen, verso via Arno, via Metauro si continua a costruire….. ma a chi servirà?
Se guardiamo i centri storici dei paesi dell’entroterra in cima alle colline vediamo come nei secoli (forse anche millenni) si è sempre costruito secondo una certa logica, utilizzando mattoni e colori uniformi, il risultato sono quei gioielli di centri storici dei nostri paesini (unici al mondo). Se poi allarghiamo lo sguardo alle periferie di tali paesi, notiamo come negli ultimi 50 anni si sia costruito selvaggiamente, senza criteri, ogni casa/palazzo diverso dall’altro, senza alcuna armonia, anzi, spesso solamente facendo a gara di cubatura con il vicino di casa.
Questo la dice lunga sulla lungimiranza e sulla visione del mondo, del tempo e dell’eternità che avevano chi ci ha preceduto rispetto agli speculatori, costruttori, amministratori di oggi.
Mala tempora currunt
La bellezza salverà il mondo…. il tempo seppellirà le ns squallide periferie, e ridarà splendore ai nostri splendidi centri storici (già sopravvisti per secoli). Cioè che è utile e bello e armonioso avrà futuro, il resto sarà sepolto!
Con quello che costa una casa al metro quadro…. mi stupirei del contrario !?!…. manco stessimo a Roma !!!!!!
La crisi immobiliare sta colpendo in maniera intensa e prolungata.
Le cause possono essere individuate nella costruzione e immissione sul mercato di un numero eccessivo di proposte, sproporzionato rispetto alla domanda.
La via d’uscita va ricercata nel restauro e nella riqualificazione dell’esistente.
Insomma, il contesto è differente ma la traccia è sempre la stessa: il problema si crea per via di uno sfruttamento eccessivo e indiscriminato di una risorsa, in questo caso dello spazio, e la conseguenza è il collasso del sistema e dell’equilibrio economico che sostengono tale risorsa.
Come in molti altri casi poi, in questo mondo normato dalle regole del consumismo in cui tutto è soggetto a rapida obsolescenza, l’attenzione per ciò che è considerato vecchio è minima e la buona pratica del riutilizzo non viene quasi mai presa in considerazione.
Proprio a questo quadro corrisponde la crisi immobiliare ed edilizia italiana: un’offerta eccessiva, costruttori che non riescono a vendere le troppe case che hanno edificato, acquirenti che non riescono a comprarle per via di una situazione economica e creditizia penalizzante e, sullo sfondo, un enorme patrimonio di case inabitate che aspetta solo di essere riqualificato e occupato.
macerata grande città? macerata è un paesotto pieno di persone cattive dentro invidiose e avide per non parlare poi dei leccaculi e ruffiani di quelli cè nè a volontà infatti hanno portato alla rovina la grande città che tra qualche mese neanche sarà giustamente piu provincia e voi la chiamate grande città!