di Filippo Ciccarelli
Galeotti furono (saranno) quei 30mila abitanti in meno che servono per raggiungere la soglia dei 350mila, oppure quei 226 km quadrati di superficie che mancano alla provincia di Macerata per toccare quota 3.000, limite minimo previsto per mantenere gli Enti esistenti.
Se il piano descritto oggi da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera è corretto, il governo ha in mente di tagliare tutte le Province che non soddisfino due requisiti su tre necessari; quello degli abitanti (minimo 350mila), quello della superficie (almeno 3.000 km quadrati) o quello dei comuni presenti sul territorio considerato (minimo 50). La Provincia di Macerata soddisfa attualmente solamente la terza condizione, visto che i comuni presenti sono 57. Questo dato è però destinato ad abbassarsi, in virtù di future razionalizzazioni ed accorpamenti che potrebbero avere luogo nell’entroterra.
ALLA PUGNA!
Tuttavia, visto che la Provincia e l’Università sono tra gli ultimi vanti rimasti ad un capoluogo astenico, che progressivamente ha perso la sua forza e la sua capacità d’azione sul territorio, val la pena di combattere per mantenere almeno la targa MC sulle auto e quel minimo di autonomia decisionale e programmazione che spettano all’Ente più discusso e criticato degli ultimi anni.
Possiamo rintracciare la genesi recente della provincia nell’anno 1816, quando Papa Pio VII (magistralmente interpretato da Paolo Stoppa nel capolavoro di Monicelli “Il Marchese del Grillo”) riformò la struttura amministrativa dello Stato Pontificio. Venne creata così la Delegazione di Macerata, che si estendeva fino ai comuni di Sarnano e Monte San Martino, includeva il territorio di San Severino – ma non quello di Camerino – ed anche le città di Fabriano, Genga, Sassoferato, oltre a Filottrano e Loreto. Insomma, una buona fetta dell’odierna provincia di Ancona. Con la creazione del Regno d’Italia, e le successive trasformazioni, Macerata fece diversi acquisti, tra cui il paese di Visso, strappato con il placet di Mussolini alla provincia di Perugia, ma perse quei comuni che, per superficie e popolazione residente, potrebbero farla resistere ai tagli della spending review. Basterebbe ricostituire le antiche milizie dei vari Signori e signorotti e procedere ad un’invasione del territorio anconetano che permetterebbe di issare il gonfalone provinciale sugli antichi possedimenti.
L’ACCORPAMENTO CON FERMO
E se la soluzione di una guerra, per quanto romantica, può apparire poco praticabile, c’è sempre l’opzione Fermo. La creazione recentissima dell’omonima Provincia è stata causa di ulcere nei poveri ascolani, che ora sono deficitari sia nel numero di residenti (poco più di 210.000) che nel computo dei comuni (33, ben al di sotto dei 50 necessari). Fermo conta infatti 175.000 abitanti in tutta la provincia, che risiedono nei suoi 40 comuni, guadagnati a danno della città picena. Se si tornasse a 10 anni fa, quando la Provincia di Fermo non esisteva, Ascoli sarebbe deficitaria solo nell’estensione territoriale, e sarebbe dunque salva. Diversa la situazione di Ancona, che soddisfa unicamente il requisito dei residenti, oltre 400.000, ma manca di comuni (49) e km quadrati (1.940). Il capoluogo di regione sarebbe però salvato da Roma grazie ad una deroga speciale, garantita anche ad altre città italiane come Campobasso, Venezia e Trieste.
A Macerata basterebbe “acquistare” Porto Sant’Elpidio e Montegranaro, città che ormai formano un tutt’uno con Civitanova e Monte San Giusto, per essere salva e sopravvivere, insieme alla provincia di Ascoli che rimetterebbe le mani sul restante territorio passato sotto l’egida di Fermo. Ma per discutere accorpamenti del genere bisogna sedersi a un tavolo e far lavorare la politica; nel Paese dei campanili e campanilismi, del proprio orto e degli interessi particolari sembra un’ipotesi così irrealizzabile che la guerra ad Ancona pare più fattibile. D’altronde Loreto varrà bene una messa…
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Sopprimiamo questa provincialissima Provincia originata dal napoleonico dipartimento del Musone prima che sia troppo tardi!
Mi pare ovvio, già nel dibattito scientifico odierno, che alla fine le modalità di razionalizzazione delle province saranno diverse, ossia le decisioni verranno in qualche maniera più decentrate e senz’altro i criteri resi meno rigidi, o quantomeno più raffinati.
Detto questo, l’articolo, seppur simpatico, mi pare intriso di quella concezione gattopardesca della politica italiana per cui la priorità oggi diventa salvare il campanile, costi quel che costi, e la riforma sia applicata semmai per tutti gli altri (che però si orienteranno similmente, viene da pensare…)
magerada violenta!!!
Salve? e da cosa?! Le provincie servono solo per dare a mangiare”grassa mortadella”a qualche centinaia di cristiani in più
Andrea, che è un film nuovo stile anni ’70 (milano spara, la Polizia risponde) ? 🙂
Voglio ridere se rimangono solo Ancona e Pesaro come province… manco le briciole ci lasciano! Già i soldi da investire per il territorio sono quasi nulli!! O le leviamo TUTTE o nessuna! Anche se non ho capito come certe posti li hanno fatti provincia (monza-brianza, carbonia, fermo, barletta-andria-trani, ecc… e per fortuna che quando le hanno fatte parlavano di tagliarle!)
Le Province vanno TUTTE abolite, le competenze (come era prima) restituite ai Comuni e alla Regione.
I Comuni sotto i 10.000/15.000 abitanti dovrebbero essere accorpati.
Altrimenti è solo una presa per il fondoschiena….
L’ennesima presa per il fondoschiena….
Ma che state a discute se è stata commissraita la provincia de Ancona con 480.000 cristià che ce abita?
Danni a parte, a che ci serve la Provincia che non sa se fare il ponte sul Fiastra, il raddoppio di quello del Chienti, oppure il ponte allo svincolodi San Claudio.
L’unica cosa certa che sa fare è pagare con i nostri soldi il presidente provinciale, gli assessori e il presidente del Consiglio provinciale.
Vedrete che non verranno MAI abolite.
Monti ha aumentato le tasse ai cittadini, ma non ha diminuito i privilegi dei politici. Appena verrà fuori una votazione del genere contro la casta e l’abolizione delle province lo faranno cadere e si andrà ad elezioni immediate.
Attacchiamo il capoluogo di regione!
ancora poltronifici? fatevene una ragione.
facciamo provincia con fermo e mandiamo ascoli con teramo !
la tribù dei governanti a Roma kon ki l’accorpiamo…..Roma è già in esubero senza di loro.
Se si continua a chiudere tutto ciò che é piccolo (comuni, province, tribunali, ecc.), per ingigantire ciò che è già molto grande, finiremo per desertificare interi territori, costringendo la gente che ci vive a trasferirsi in metropoli sempre più grandi e con tutti i problemi che ne deriveranno ( traffico, smog, alloggi, parcheggi, ecc). È una scelta che alla lunga porterà solo conseguenze negative.
Ci saranno altri precari o… nullafacenti da mantenere ???
attacchiamo il capoluogo !!!!!! non voglio andare con Fermo !!! :DD
Non vedo perchè non sopprimerle tutte!
Io penso che la provincia (intesa come inutile struttura che dà da mangiare a consiglieri, assessori e portaborse vari) vada abolita, e sostituita da un’assemblea dei sindaci che possano spendere il denaro risparmiato grazie all’eliminazione della provincia per dei seri interventi sul territorio, anche e soprattutto rivolti a combattere lo spopolamento delle aree dell’entroterra. Il fenomeno dello spopolamento dei centri abitati dell’interno è sempre più grave, e il fatto che la provincia non abbia fatto nulla per contrastarlo è la prova più evidente dell’inutilità di questo ente (che viene gestito solo in modo da ottenere più voti possibili alle elezioni successive e alle elezioni comunali).
Le Province sono tutte inutili, spero vengano ripartite le competenze tra Comuni e Regioni quanto prima. E anche se dovesse essere abolita solo qualcuna, tanto meglio, tanto a Macerata sono particolarmente “statici” nel gestire le cose, quindi nessuno noterebbe l’eliminazione di questo ente.
e chi ci lavora a fare lavori socialmente utili negli ospedali o altri uffici pubblici che ne hanno bisogno.
Sono favorevole all’ingoiamento di Macerata da parte di Fermo, per più motivi:
1. Fermo raccoglie tutti i paesi del settore calzaturiero, e dunque sarebbe una costola attiva e propulsiva per noi, città delle banche e degli uffici (i pochi rimasti);
2. Fermo, in poco tempo di vita amministrativa provinciale, ha dimostrato molte capacità organizzative, portando ad esempio a rapido compimento le strade e i parcheggi che noi sogniamo inutilmente da decenni; valorizzandosi culturalmente ben al di là delle notti bianche che piacciono tanto all’assessoressa Manzi; sviluppandosi come attrazione turistico-culturale sia per le bellezze architettoniche del suo intero territorio, sia per quelle indiscusse e indiscutibili del capoluogo, sia con eventi in grado di raccordare felicemente l’entroterra con il litorale;
3. Macerata recherebbe in dote a Fermo le sue due università (Macerata e Camerino), lo Sferisterio (a prescindere dalle notti bianche che piacciono tanto all’assessoressa Manzi), il potenziamento del litorale con Civitanova Marche e Porto Recanati, la città di Leopardi, quella di Pagnanelli e quella di Bigiaretti, Sibilla Aleramo e PopSophia, Annibal Caro e l’Accademia dei Catenati;
4. Sono le province che si somigliano maggiormente, sia culturalmente che linguisticamente: non a caso racchiudono – insieme – il triangolo piceno in cui si è consolidata la nostra parlata (Macerata, Fermo, Camerino).
Altre soluzioni mi paiono penalizzanti, sia per i fermani – che nulla hanno da spartire con Ascoli Piceno, nonostante decenni di fastidiosa dipendenza – sia per noi.
Bisogna fare chiarezza e non cedere subito a facili entusiasmi dove eliminazione uguale a risparmio e risparmio uguale meglio. Le provincie, sono costituite da una parte fissa formata da dipendenti statali i quali con l’abolizione andrebbero comunque riassorbiti o a livello comunale o regionale e una parte chiamamola mobile, che è quella politica, formata dai consiglieri, assessori e presidente. Ecco, è questa la parte che verrebbe a mancare ed è dove si concentrerebbe il presunto risparmio. Ma per quanto mi riguarda il problema di fondo è chi ci amministrerebbe con la soppressione delle province. La regione Marche ( Ancona ) ? Chi si occuperebbe in maniera mirata del territorio ? Se venissero dati piu’ poteri ai comuni, secondo me, sarebbe il caos, visto il troppo campanilismo che avvolge la gran parte della regione ( vedesi ultimamente Corridonia- Macerata ). Perchè allora non eliminiamo anche le regioni ?
Andiamo verso la fine delle Marche sporche con la soppressione delle Province d’impianto napoleonico con i comuni divisi tra il Dipartimento del Musone e quello del Tronto
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1045229/Il-governo-dimezza-le-Province—Ecco-quelle-che-verranno-cancellate.html
Le province esistevano quando le regioni, create per sistemare i trombati, scusate il termine, delle politiche erano di la da venire. Se eliminassimo quest’ultime, non risparmieremmo solo 5 mld. ma sicuramente 10 volte tanto e vista la loro utilità!!!!! /strong>
Sono d’accordo con Filippo Davoli, è più logico che sia Fermo ad inglobare Macerata, che non il contrario. Fermo è una città viva, in movimento, a dispetto del nome. Macerata è, invece, una città morta, dove non ci sono idee, dove si vive ricordando il passato. Non a caso Alberto Sordi, quando parla di Macerata ne parla sempre in senso negativo. Anche nel Marchese del grillo. La potenza economica della zona di Fermo non ha paragoni con MAcerata, città ormai svuotata di tutto. Un problema di tagli, però, si porrebbe per il Vaticano: a che servono tre diocesi e tre vescovi in una sola provincia? C’è già il Vescovo di Fermo, anzi, l’Arcivescovo, che è il metropolita per le Marche. Le diocesi di Macerata e Camerino potrebbero essere tagliate, così anche il vaticano risparmia.
Chissà se il Papa legge CM
Fermo è talmente una potenza economica che con la crisi hanno chiuso 3/4 di calzaturifici e fabbriche annesse, una città bella ma più piccola di civitanova, allora facciamo provincia pure san benedetto! E poi non mi pare che la provincia di macerata sia così morta economicamente, c’abbiamo più centri commerciali che cristià, e secondo tanti nuovi commentatori questi significano sviluppo..! Andate a fare un giro a monte san giusto, montegranaro e tutta la zona degli “scarpà”… a parte i grossi, gli altri non sopravvivono…
Se il fermano non è una potenza economica, allora lo è MAcerata? Una città che è sempre vissuta a spese dello Stato, con uffici pubblici e caserme. Se dovesse perdere la provincia, perderebbe anche la prefettura, la questura, probabilmente la camera di Commercio e tutti gli altri uffici legati al fatto della Provincia. Che ci rimane????
LE CHIACCHIERE CHE FA’ LI PEDOCCHI!
Manco la mitica mortadella ci rimane più
Provvisoriamente proporrei una bella divisione tra Le Marche laiche e Le Marche papaline o clericali che dir si voglia! La parte nord dovrebbe lasciare Loreto e Fabriano unificandole alle tre province Macerata, Fermo e Ascoli Piceno a loro volta unite in una sola provincia lasciando la sede amministrativa a Macerata. Il nord delle Marche unirebbe le sue province Pesaro-Urbino con Ancona lasciando l’amministrazione ad Ancona. Una soppressione di tutte le province provocherebbe il disgusto delle Marche nord che non ci accetterebbero e chiederebbero l’annessione all’Emilia Romagna (come qualche Comune ha già fatto), I dipendenti provinciali dovranno lentamente diminuire senza reintegro dei pensionamenti per un oggettivo utilizzo razionale con metodi di meritocrazia ed efficenza, fino al raggiungimento di un rapporto con la popolazione max di 1 per 7000 abitanti, nell’era della tecnologia dovrebbero bastare. Quando ci saremo un pò più scafati sopprimerei definitivamente le province trasferendo le competenze all’amministrazione regionale ad Ancona, nel frattempo accorperei i Comuni in macro-aree suddivisi per numero di abitanti minimo di 5000, con un solo Ente di riferimento con un solo sindaco ecc. ecc. Ma che dico saranno i 40° che mi fanno sparlare?
Troooooppo forte. Ancora grazie CM. Dopo le prime esperienze di qualche anno fa su “discussioni.it”, avevo perso il piacere di leggere e dialogare su internet. Ma con CM, trattandosi di argomenti “locali”, mi è tornata la voglia di entrare in rete e confrontarmi.
Questa discussione è veramente illuminante. Pensate se il legislatore dovesse tenere conto di tutte le istanze di tutti i cittadini (forse come vorrebbe Grillo?) prima di legiferare. Altro che guerre fratricide e di secessione!
La mia opinione? Il problema non sono i numeri, ma le persone. Si potrebbe risparmiare con nessuna Provincia o con le stesse Province o con più Province. Vogliamo scommettere?
E’ evidente ed inevitabile che la discussione sia condizionata dai sentimenti pro o anti Macerata che anima ogni avventore. Credo sia necessario dunque fare alcune puntualizzazioni.
Faccio una premessa: io sono maceratese D.o.c. innamorato di Macerata e dunque pro-Macerata ad oltranza.
Trovo vero che l’ente provincia di Macerata non sia così attivo e che sicuramente assorba risorse economiche ulteriori ma forse, almeno un pò, ci tutela dalla strapotere e dall’arroganza politica perpetrata da Ancona e Pesaro a scapito del resto della Regione.
1- Macerata purtroppo soffre dell’eccessiva vicinanza al capoluogo di Regione che dal canto suo ha sempre cercato di toglierle terreno da sotto i piedi. (vedi vie di comunicazione, sanità, ecc.)
2- Se Macerata perde la Provincia a rimetterci non sarà solo la città, bensì l’intero territorio provinciale in quanto
Ancona guarda e continuerà a guardare solo ed unicamente a sé stessa…
3- Se Macerata è fondamentalmente una città che offre servizi (senza dimenticare il commercio e le molte imprese sparse sul territorio e nell’interland) è perchè questo è il ruolo direzionale che si è costruita ed ha sviluppato nel tempo…
Credo che quando si parla dei servizi al cittadino si dovrebbe essere un pò più attenti e sensibili in quanto si tocca un settore importante per la vita di ciascuno di noi (istruzione, sanità, sicurezza, trasporti, ecc.)
4- Il fatto che Macerata sia capoluogo non è dovuta soltanto ad una gentile concessione da parte del Papa semmai è stata l’ufficializzazione di un ruolo direzionale che la città si era volontariamente costruita e guadagnata nei secoli accrescendo la sua popolazione e dotandosi di strutture che le altre città del territorio non possedevano.
5- Detto questo credo che per storia, dimensioni ed importanza Macerata ed il suo territorio (325.896 ab. e 2.773,75 kmq) seconda per estensione solo alla Provincia di Pesaro e terza per popolazione non possa accettare di essere annessa ad una Provincia di Fermo (178.298 ab. e 859,51 kmq) nata nel 2004, più piccola e meno popolosa ed anch’essa oltretutto destinata a più alto titolo al taglio.
Credo che questa sarebbe l’ennesima, stavolta mortale, operazione di svendita alla quale Macerata si presterebbe (es. Carima e Banca Marche).
6- Essendo Macerata e la sua Provincia una città ed un ente che ha sulle “spalle” quasi due secoli di esperienza e di strutturazione in tal senso credo che sia più appropriato e logicamente consequenziale che Fermo venga accorpata a Macerata e che Ascoli Piceno faccia lo stesso con Teramo (altra Provincia destinata a scomparire secondo la famigerata Spending Review).
Secondo me si sta facendo un gran baccano per poco o niente.
In effetti gli unici risparmi che si potranno ottenere da questa operazione saranno soltanto per l’azzeramento dei costi della politica in quanto il personale in organico alle province non potrà essere né smantellato (stradini, centri per l’impiego, personale delle scuole ecc. ecc.) e né, pertanto, assegnato ad altre mansioni “regionali” o “comunali”.
Certo è che se non si dovessero più pagare: presidente, vice presidente, assessori, uffici di rappresentanza, sponsorizzazioni agli amici, costose trasferte a Roma (se non all’estero) ecc. ecc…. vedremo dei bei tagli ai costi delle province (intendo tutte… piccole e grandi).
E dico anche di più… se tanto ci tengono, i nostri cari politici, alla loro visibilità e al loro prestigio possono anche rimanere tutti a governare le province… ma lo farebbero gratis per il bene della comunità?
Il problema in fondo in fondo è che la base dei politici del nostro paese si è, in questi ultimi decenni, man mano sempre più allargata; si sono creati in questi anni organismi, comunità, enti parastatali, uffici di rappresentanza dove collocare, a spese dei contribuenti, una sempre più vasta pletora di ex-politici che a fine carriera si sono garantiti una vita privilegiata senza mai aver avuto un’altra professione o mestiere nella vita.
Macerata, intesa come provincia, di fatto non esiste già più: quindi ben venga che venga eliminata, assieme a tante altre, per ridurre gli sprechi dello stato. Io abito a Camerino: se mi devo muovere vado a Civitanova e andtrò a Foligno quando la superstrada sarà completata. e questo succede a tanti altri abitanti dell’alta valle del chienti e/o del potenza.
I soldi non ci sono, l’economia non è in grado di risollevarsi da sola, quindi i tagli saranno non solo necessari ma indispensabili.
Più tempo si aspetterà per farli più saranno dolorosi.
La ns. provincia ha 7 funzionari che costano + di un milione di € l’anno, aggregandoli ai comuni si otterrebbero maggiori economie di scala e minori costi (contratti comunali meno onerosi).
Per non parlare poi di tutte le consulenze, i gettoni per i consiglieri, e gli emolumenti degli assessori.
Certo, quando si taglia qualcuno ne subisce le conseguenze, ma in questa situazione è necessario privilegiare l’interesse comune, la salvezza dell’economia italiana.
Era Ora….. Finalmente il GRANDE PICENO…
Anche a me dispiace che la nostra provincia venga assorbita, ma sempre meglio che smembrata…
Ho letto con interesse i commenti dei vari utenti e sono d’accordo nel confermare che il governo Monti almeno qualcosa di buono l’ha fatta… eliminare un po’ di sprechi… basta con troppe poltrone…
Sicuramente per le Marche (viste le dimensioni) erano meglio due sole province… ma vista la prepotenza Anconetana non se ne e fatto nulla… e Pesaro continuerà a perdere i suoi Comuni del Montefeltro a vantaggio della nuova Grande Romagna…
In una situazione del genere allora bisogna evitare provincialismi e ricompattarsi per trovare il modo di avere un maggior peso politico a livello regionale…
Quindi ben venga il Grande Piceno…
Durante l’Impero Romano tra le regioni Augustee svettava la Quinta Regioconosciuta meglio come Picenum… e Plinio il Vecchio nella sua Naturali Historia la descriveva così:
“Quinta regio Piceni est, quondam uberrimae multitudinis…”
e citava le seguenti città che lo componevano… praticamente quelle attuali…
“Cupra oppidum, Castellum Firmanorum, et super id colonia Asculum, Piceni nobilissima. intus Novana; in ora Cluana, Potentia, Numana a Siculis condita, ab iisdem colonia Ancona, adposita promunturio Cunero in ipso flectentis se orae cubito, a Gargano . intus Auximates, Beregrani, Cingulani, Cuprenses cognomine Montani, Falerienses, Pausulani, Planinenses, Ricinenses, Septempedani, Tolentinates, Traienses, Urbesalvia Pollentini”
Quindi basta piangersi addosso… dobbiamo soltanto ricompattarci evitare campanilismi e creare quell’unione che faccia in modo di dare maggior impulso alla nostra economia e soprattutto al nostro turismo cercando di veicolarlo con un nome unico il Grande Piceno…
dai Romagnoli c’è sempre qualcosa da imparare.
C.A.H.R.